Parlare ingiurioso
Il sostantivo greco blasfemìa e il verbo blasfemèo indicano fondamentalmente un linguaggio ingiurioso, diffamatorio, calunnioso. Come spiegato alla voce BESTEMMIA, la parola greca blasfemìa ha un significato più ampio dell’italiano “bestemmia”. In italiano generalmente si parla di bestemmia solo quando tale linguaggio è rivolto a Dio, non alle sue creature. (Mt 12:31) A questo riguardo, un’opera di consultazione dice: “I nostri traduttori [con riferimento per lo più a quelli inglesi della KJ] non si sono attenuti al corretto uso del termine. Lo adoperano con la stessa gamma di significati del greco; ma generalmente è facile discernere, dal contesto e dall’argomento del passo, se si intende bestemmia nel senso proprio del termine o semplice diffamazione”. — The Popular and Critical Bible Encyclopædia and Scriptural Dictionary, a cura di S. Fallows, 1912, vol. I, p. 291.
Così, mentre la Diodati ha ‘bestemmiare’ in Atti 18:6, 1 Timoteo 6:1 e Tito 2:5, traduzioni più recenti hanno ‘parlare ingiuriosamente’, ‘ingiuriare’, ‘dir male’, o espressioni analoghe. — Vedi NM, PIB, e altre.
Come mostrano i seguenti passi e i relativi contesti, quando Cristo venne messo al palo gli furono rivolte espressioni ingiuriose dai passanti, che dicevano: “Ehi! Tu che abbattevi il tempio e lo edificavi in tre giorni, salva te stesso scendendo dal palo di tortura”. Parole simili gli furono rivolte pure da uno dei malfattori che erano accanto a lui. (Mr 15:29, 30; Mt 27:39, 40; Lu 23:39) Anche Paolo e gli altri cristiani furono fatti oggetto di espressioni ingiuriose da parte di quelli che interpretavano negativamente le loro azioni, il loro messaggio e la loro coscienza cristiana. (At 18:6; Ro 3:8; 14:16; 1Co 10:30; 1Pt 4:4) Essi invece non dovevano “parlare ingiuriosamente di nessuno”, e con la loro condotta non davano motivo di parlare ingiuriosamente della loro opera o del loro messaggio. (Ef 4:31; Col 3:8; 1Tm 6:1; Tit 2:5; 3:2; cfr. 2Pt 2:2). Persino gli angeli “non recano . . . alcuna accusa in termini ingiuriosi, non facendo ciò per rispetto verso Geova”. (2Pt 2:11) C’è invece da aspettarsi che usino termini ingiuriosi quelli che praticano una condotta dissoluta, che sono orgogliosi e ‘mentalmente malati su questioni e dibattiti’, e che ignorano o disprezzano l’autorità costituita da Dio. — 1Tm 6:4; 2Pt 2:10-12; Gda 8-10.
Nelle Scritture Ebraiche il verbo gadhàf è usato in maniera analoga. Avendo evidentemente il significato originario di causare danno fisico con la violenza, è usato figurativamente nel senso di “parlare ingiuriosamente”, cioè far male con parole oltraggiose. (Nu 15:30; 2Re 19:6; Ez 20:27) Il verbo ebraico naqàv, che basilarmente significa “forare; trafiggere” (2Re 12:9; 18:21), ha il senso di bestemmiare nel caso del figlio di una donna israelita che ‘abusò’ del nome di Geova. (Le 24:11, 16) In questi casi si intende un linguaggio aspro o sguaiato, rivolto contro Geova Dio stesso o contro il suo popolo. Un esame del contesto permette di chiarire la natura del “parlare ingiurioso”. — Vedi ESECRAZIONE; MALEDIRE, MALEDIZIONE; OLTRAGGIARE.