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Riprensione

Riprensione

Nell’uso biblico, atto col quale si cerca di convincere altri del loro errore per indurli a riconoscerlo e a correggerlo. Il rimprovero può invece essere una semplice censura che non mette a nudo l’errore fornendo delle prove. (Vedi RIMPROVERO). Il verbo ebraico yakhàch (riprendere) è un termine legale tradotto pure ‘chiedere conto’ (Isa 37:4), ‘mettere le cose a posto’ (Isa 1:18; 2:4). Il corrispondente termine greco è elègcho. Entrambi esprimono l’idea di convincere qualcuno che ha peccato ed esortarlo al pentimento. A proposito dell’uso di elègcho nella Settanta greca in molti casi in cui l’ebraico ha yakhàch, il Grande Lessico del Nuovo Testamento afferma: “Sta a indicare . . . la disciplina e la educazione dell’uomo ad opera di Dio nella pienezza della sua opera di giudice. Il concetto di disciplina implica qui tutte le gradazioni e i provvedimenti inerenti all’educazione, dalla convinzione del peccatore fino alla sua punizione, dalla educazione dell’uomo pio con misure disciplinari fino alla sua correzione nel senso dell’ammaestramento e del monito”. — G. Kittel, Brescia, 1967, vol. III, col. 390.

Quando è necessaria. A chi aveva ricevuto un torto, la legge data da Dio a Israele rivolgeva questa esortazione: “Non devi odiare nel tuo cuore il tuo fratello. Devi riprendere senz’altro il tuo compagno, per non portare peccato insieme a lui”. (Le 19:17) Non si doveva covare risentimento verso il fratello che aveva sbagliato. Lo si doveva riprendere con l’intento di redimerlo dal peccato. Non assolvere questa responsabilità morale avrebbe favorito ulteriori peccati, e chi si fosse trattenuto dal riprendere il suo compagno avrebbe condiviso la responsabilità di tali peccati. — Cfr. Mt 18:15.

A volte gli anziani che rappresentano la congregazione devono riprendere persone che hanno commesso gravi peccati, e qualche volta devono farlo in presenza di altri che sono a conoscenza di tale condotta peccaminosa. Questo tipo di riprensione non è riservato solo a coloro che l’accettano di buon grado. Gli anziani sono anche tenuti a “riprendere quelli che contraddicono” e a ‘riprendere con severità’ quelli che sono “insubordinati” e “inutili chiacchieroni”. — 1Tm 5:20; Tit 1:9, 10, 13.

Nonostante la riprensione sia per il bene di quelli che la ricevono, non sempre gli sforzi di chi la impartisce sono apprezzati. Perciò Proverbi 9:7, 8 avverte: “Chi corregge lo schernitore si attira disonore, e chi riprende qualche malvagio, un difetto in lui. Non riprendere lo schernitore, affinché non ti odii. Riprendi il saggio e ti amerà”.

Giusto atteggiamento. Poiché le Scritture sono ispirate da Dio, qualsiasi riprensione solidamente basata su di esse viene in realtà da lui. (2Tm 3:16) La riprensione di Geova è un’espressione di amore, da non aborrire o rigettare. (Pr 3:11, 12) Come capo della congregazione cristiana, Gesù Cristo, per affetto verso quanti ne fanno parte, si accerta che tramite uomini spiritualmente qualificati venga impartita la necessaria riprensione. (Ri 3:14, 19) I saggi si rendono conto che “le riprensioni della disciplina sono la via della vita”. — Pr 6:23.

La peccaminosa tendenza umana è quella di offendersi per la riprensione e prendersela con il servitore umano mediante cui può essere stata impartita. Ma assecondando questa tendenza ci si abbassa al livello degli animali irragionevoli privi di senso morale; il proverbio ispirato afferma: “Chi odia la riprensione è irragionevole”. (Pr 12:1) Al contrario, il salmista Davide, egli stesso più volte ripreso, scrisse: “Se mi colpisse il giusto, sarebbe amorevole benignità; e se mi riprendesse, sarebbe olio sulla mia testa”. — Sl 141:5.