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Daniele, un libro sotto processo

Daniele, un libro sotto processo

Capitolo due

Daniele, un libro sotto processo

1, 2. In che senso il libro di Daniele viene accusato, e perché pensate sia importante esaminare le prove a sua difesa?

IMMAGINATE di trovarvi in tribunale per assistere a un processo importante. Un uomo è accusato di frode. Il pubblico ministero insiste che è colpevole. Eppure l’accusato è stimato da tempo per la sua integrità. Non vi interesserebbe sentire le prove della difesa?

2 Siete in una situazione simile di fronte al libro biblico di Daniele. Lo scrittore era un uomo famoso per la sua integrità. Per migliaia di anni il libro che porta il suo nome è stato tenuto in grande stima. Si presenta come storia autentica, scritta da Daniele, un profeta ebreo vissuto nel VII e VI secolo a.E.V. L’accurata cronologia biblica indica che questo libro abbraccia il periodo che va dal 618 circa al 536 a.E.V., data in cui fu ultimato. Ma il libro è sotto accusa. Alcune enciclopedie e altre opere di consultazione insinuano o affermano chiaro e tondo che si tratta di una frode.

3. Cosa dice la New Encyclopædia Britannica circa l’autenticità del libro di Daniele?

3 Per esempio, la New Encyclopædia Britannica riconosce che una volta il libro di Daniele era “generalmente considerato storia vera, contenente profezie autentiche”. La Britannica sostiene però che in realtà “fu scritto in un successivo periodo di crisi nazionale, quando gli ebrei subivano dura persecuzione sotto [il re di Siria] Antioco IV Epifane”. Questa enciclopedia data il libro tra il 167 e il 164 a.E.V. La stessa opera asserisce che lo scrittore del libro di Daniele non profetizza il futuro, ma semplicemente presenta “eventi che per lui sono storia passata come profezie di avvenimenti futuri”.

4. Quando iniziò la critica del libro di Daniele, e cosa la alimentò in secoli più recenti?

4 Da dove vengono simili idee? La critica del libro di Daniele non è nuova. Iniziò nel III secolo E.V. con un filosofo di nome Porfirio. Come molti nell’impero romano, egli si sentiva minacciato dall’influenza del cristianesimo. Scrisse 15 libri per demolire quella “nuova” religione. Il 12° era diretto contro il libro di Daniele. Porfirio sentenziò che il libro era un falso, scritto da un ebreo nel II secolo a.E.V. Attacchi simili ci furono nel XVIII e nel XIX secolo. Secondo la critica letteraria e il razionalismo la profezia — la predizione di avvenimenti futuri — è impossibile. Daniele diventò uno dei bersagli preferiti. In effetti lui e il suo libro furono messi sotto processo. I critici sostenevano di avere sufficienti prove che il libro non fu scritto da Daniele durante l’esilio degli ebrei a Babilonia, ma da qualcun altro secoli dopo. * Simili attacchi si moltiplicarono al punto che un letterato scrisse una difesa intitolata “Daniele nella fossa dei critici”.

5. Perché la questione dell’autenticità di Daniele è importante?

5 Ci sono prove a sostegno delle ardite affermazioni dei critici? O le prove sono a favore della difesa? Molto è in gioco: non solo la reputazione di questo libro antico, ma anche il nostro futuro. Se il libro di Daniele è una frode, le sue promesse per il futuro dell’umanità sono nella migliore delle ipotesi parole vuote. Ma se contiene profezie autentiche, sarete senza dubbio ansiosi di sapere cosa significano per noi oggi. Con questo in mente, esaminiamo alcune delle critiche mosse contro Daniele.

6. Quale accusa viene a volte fatta circa particolari storici contenuti in Daniele?

6 Prendete, per esempio, l’accusa fatta nell’Encyclopedia Americana: In Daniele “molti particolari storici dei periodi più antichi [come quello dell’esilio babilonese] sono stati malamente distorti”. È proprio così? Consideriamo tre presunti errori, uno alla volta.

IL CASO DEL MONARCA MANCANTE

7. (a) Perché i riferimenti a Baldassarre che si trovano in Daniele fecero per molto tempo rallegrare i critici? (b) Che ne fu dell’idea che Baldassarre fosse solo un personaggio immaginario?

7 Daniele scrisse che a Babilonia, quando la città venne conquistata, regnava Baldassarre, “figlio” di Nabucodonosor. (Daniele 5:1, 11, 18, 22, 30) Per molto tempo i critici contestarono questo punto, perché il nome di Baldassarre non figurava in nessun posto se non nella Bibbia. Invece antichi storici indicavano Nabonedo, successore di Nabucodonosor, quale ultimo re babilonese. Perciò, nel 1850, Ferdinand Hitzig disse che evidentemente Baldassarre era frutto della fantasia dello scrittore. Ma l’opinione di Hitzig non vi sembra un po’ azzardata? Dopo tutto l’assenza di qualsiasi menzione di questo re — specie in un periodo riguardo al quale i documenti storici erano senz’altro scarsi — dimostrava realmente che non fosse mai esistito? Ad ogni modo nel 1854 vennero rinvenuti dei piccoli cilindri di argilla nelle rovine dell’antica città caldea di Ur, nell’attuale Iraq meridionale. Questi documenti cuneiformi del re Nabonedo includevano una preghiera per “Bel-sar-ussur, mio figlio maggiore”. Persino i critici dovettero convenire: Era il Baldassarre del libro di Daniele.

8. Come si è dimostrato che Daniele aveva ragione di definire Baldassarre un sovrano regnante?

8 Eppure i critici non erano soddisfatti. “Questo non dimostra niente”, scrisse un certo Fox Talbot. Sosteneva che il figlio menzionato nell’iscrizione poteva essere semplicemente un bambino, mentre Daniele lo presenta come un sovrano regnante. Però, solo un anno dopo che furono pubblicate le osservazioni di Talbot, vennero alla luce altre tavolette con iscrizioni cuneiformi in cui si diceva che Baldassarre aveva segretari e domestici. Dunque non era un bambino! Alla fine altre tavolette chiusero la questione, riferendo che Nabonedo si assentava da Babilonia per anni alla volta. Queste tavolette spiegavano inoltre che in quei periodi ‘affidava il regno’ di Babilonia al figlio maggiore (Baldassarre). In quei periodi Baldassarre era in effetti re, coreggente del padre. *

9. (a) In che senso forse Daniele voleva dire che Baldassarre era figlio di Nabucodonosor? (b) Perché i critici si sbagliano affermando che Daniele non accenna neanche all’esistenza di Nabonedo?

9 Ancora insoddisfatti, alcuni critici lamentano che la Bibbia chiama Baldassarre non figlio di Nabonedo, ma figlio di Nabucodonosor. Alcuni insistono che Daniele non accenna neanche all’esistenza di Nabonedo. Tuttavia entrambe le obiezioni non reggono a un esame. Nabonedo sposò a quanto pare la figlia di Nabucodonosor. Quindi Baldassarre sarebbe stato nipote di Nabucodonosor. Né in ebraico né in aramaico esistono parole per “nonno” o “nipote”; “figlio di” può significare “nipote di” o anche “discendente di”. (Confronta Matteo 1:1). Inoltre la Bibbia in effetti consente di ritenere che Baldassarre fosse figlio di Nabonedo. Atterrito dall’inquietante scritta sul muro, Baldassarre disperato offre il terzo posto nel regno a chiunque sappia decifrare le parole. (Daniele 5:7) Perché il terzo e non il secondo? Questa offerta sottintende che il primo e il secondo posto erano già occupati. Infatti lo erano: da Nabonedo e da suo figlio, Baldassarre.

10. Perché la descrizione che Daniele fa della monarchia babilonese è più particolareggiata di quella di altri storici antichi?

10 Quindi la menzione di Baldassarre da parte di Daniele non indica che si tratti di storia ‘malamente distorta’. Al contrario Daniele — pur non scrivendo la storia di Babilonia — ci dà un’idea particolareggiata della monarchia babilonese più di quanto non facciano storici secolari dell’antichità come Erodoto, Senofonte e Beroso. Perché Daniele fu in grado di riportare fatti che a loro sfuggirono? Perché si trovava lì a Babilonia. Il suo libro è opera di un testimone oculare, non di un impostore di secoli successivi.

CHI ERA DARIO IL MEDO?

11. Secondo Daniele, chi era Dario il Medo, ma cosa è stato detto di lui?

11 Daniele riferisce che quando Babilonia fu conquistata, cominciò a governare un re chiamato ‘Dario il Medo’. (Daniele 5:31) Questo nome non è ancora stato trovato in nessuna fonte storica o archeologica. Perciò la New Encyclopædia Britannica asserisce che questo Dario è “un personaggio immaginario”.

12. (a) Perché i critici della Bibbia dovrebbero avere il buon senso di non affermare categoricamente che Dario il Medo non è mai esistito? (b) Quale possibilità c’è circa l’identità di Dario il Medo, e in base a quali prove?

12 Alcuni studiosi sono stati più cauti. Dopo tutto i critici un tempo definivano “immaginario” anche Baldassarre. Senza dubbio il caso di Dario risulterà simile. Iscrizioni cuneiformi hanno già rivelato che Ciro il Persiano non assunse il titolo di “re di Babilonia” immediatamente dopo la conquista. Un ricercatore avanza questa ipotesi: “Chiunque avesse il titolo di ‘re di Babilonia’ era un re vassallo subordinato a Ciro, non Ciro stesso”. Poteva darsi che Dario fosse il nome o titolo assunto da un potente funzionario medo lasciato a governare Babilonia? Alcuni avanzano l’ipotesi che Dario fosse un uomo di nome Gubaru. Ciro nominò Gubaru governatore di Babilonia, e documenti secolari confermano che questi deteneva un notevole potere. Un’iscrizione cuneiforme dice che nominò vicegovernatori di Babilonia. Fatto interessante, Daniele annota che Dario nominò 120 satrapi responsabili del regno di Babilonia. — Daniele 6:1.

13. Qual è una ragione logica per cui Dario il Medo è menzionato nel libro di Daniele ma non in documenti secolari?

13 Col tempo potrebbero venire alla luce prove più dirette della precisa identità di questo re. Ad ogni modo l’apparente silenzio dell’archeologia al riguardo non è un motivo per definire Dario “un personaggio immaginario”, tanto meno per rigettare l’intero libro di Daniele ritenendolo una frode. È molto più ragionevole considerarlo l’opera di un testimone oculare, più particolareggiata dei documenti secolari pervenutici.

IL REGNO DI IOIACHIM

14. Perché non c’è nessuna discordanza fra Daniele e Geremia riguardo agli anni di regno del re Ioiachim?

14 Daniele 1:1 dice: “Nel terzo anno del regno di Ioiachim re di Giuda, Nabucodonosor re di Babilonia venne a Gerusalemme e le poneva l’assedio”. I critici hanno trovato da ridire su questo passo biblico perché non sembra concordare con Geremia, il quale dice che il quarto anno di Ioiachim era il primo anno di Nabucodonosor. (Geremia 25:1; 46:2) Daniele contraddiceva Geremia? Con qualche altra informazione si chiarisce subito la cosa. Quando nel 628 a.E.V. fu fatto re la prima volta dal faraone Neco, Ioiachim diventò semplicemente una pedina di quel sovrano egiziano. Questo avvenne circa tre anni prima che Nabucodonosor succedesse al padre sul trono di Babilonia nel 624 a.E.V. Poco dopo (nel 620 a.E.V.) Nabucodonosor invase Giuda e fece di Ioiachim un re vassallo di Babilonia. (2 Re 23:34; 24:1) Per un ebreo che viveva a Babilonia, il “terzo anno” di Ioiachim sarebbe stato il terzo anno del suo vassallaggio a Babilonia. Daniele scrisse secondo questa ottica. Geremia, invece, scrisse secondo l’ottica degli ebrei che vivevano a Gerusalemme. Perciò si riferì al regno di Ioiachim partendo da quando il faraone Neco lo aveva fatto re.

15. Perché le critiche mosse alla datazione che si trova in Daniele 1:1 sono infondate?

15 In effetti questa presunta discordanza non fa che confermare che Daniele scrisse il suo libro a Babilonia mentre si trovava fra gli ebrei esiliati. Ma questo argomento contro il libro di Daniele non regge per un altro motivo. Ricordate che lo scrittore di Daniele aveva senz’altro a disposizione il libro di Geremia e vi fece persino riferimento. (Daniele 9:2) Se lo scrittore di Daniele fosse stato un abile falsificatore, come sostengono i critici, avrebbe rischiato contraddicendo una fonte così autorevole come Geremia, e per giunta proprio nel primo versetto del suo libro? No di certo!

PARTICOLARI IMPORTANTI

16, 17. Come le prove archeologiche sostengono le dichiarazioni di Daniele secondo cui (a) Nabucodonosor eresse un’immagine religiosa perché tutta la popolazione la adorasse? (b) Nabucodonosor vantava le proprie opere architettoniche a Babilonia?

16 Prendiamo adesso in esame alcuni punti positivi anziché negativi. Riflettiamo su qualche altro particolare del libro di Daniele che indica che lo scrittore aveva una conoscenza diretta dell’epoca di cui scrisse.

17 La familiarità di Daniele con certi particolari relativi all’antica Babilonia è una prova inconfutabile dell’autenticità del suo libro. Per esempio, Daniele 3:1-6 riferisce che Nabucodonosor eresse un’immagine gigantesca perché tutti la adorassero. Gli archeologi hanno trovato altre prove che quel monarca cercò di coinvolgere maggiormente la popolazione in pratiche religiose e nazionalistiche. In modo analogo Daniele prende atto dell’atteggiamento vanaglorioso di Nabucodonosor a proposito delle sue numerose opere architettoniche. (Daniele 4:30) Solo recentemente gli archeologi hanno confermato che gran parte delle costruzioni di Babilonia vanno senz’altro attribuite a Nabucodonosor. In quanto a vanagloria, ebbene, aveva fatto imprimere il suo nome perfino sui mattoni! I critici di Daniele non possono spiegare come facesse il loro presunto falsificatore dell’epoca dei Maccabei (167-63 a.E.V.) a essere a conoscenza di simili opere architettoniche, circa quattro secoli dopo la loro realizzazione e molto prima che gli archeologi le riportassero alla luce.

18. Come le diverse forme di punizione adottate sotto la dominazione babilonese e quella persiana menzionate in Daniele rivelano accuratezza?

18 Il libro di Daniele rivela anche alcune differenze significative fra la legge babilonese e quella medo-persiana. Per esempio, sotto la legge babilonese i tre compagni di Daniele furono gettati in una fornace ardente per essersi rifiutati di ubbidire al comando del re. Decenni dopo Daniele fu gettato in una fossa di leoni per essersi rifiutato di ubbidire a una legge persiana che violava la sua coscienza. (Daniele 3:6; 6:7-9) Alcuni hanno cercato di screditare la storia della fornace ardente definendola una leggenda, ma gli archeologi hanno rinvenuto una lettera scritta effettivamente dall’antica Babilonia che menziona proprio questa forma di punizione. Per i medi e i persiani invece il fuoco era sacro. Perciò ricorrevano ad altre spietate forme di punizione. Quindi la fossa dei leoni non sorprende affatto.

19. Che differenza tra la legislazione babilonese e quella medo-persiana chiarisce il libro di Daniele?

19 Emerge un’altra differenza. Daniele indica che Nabucodonosor emanava e abrogava leggi a piacimento. Dario non poteva far niente per cambiare ‘le leggi dei medi e dei persiani’, neanche quelle che aveva emanato lui stesso! (Daniele 2:5, 6, 24, 46-49; 3:10, 11, 29; 6:12-16) Lo storico John C. Whitcomb scrive: “La storia antica convalida questa diversità fra Babilonia, dove la legge era soggetta al re, e la Media-Persia, dove il re era soggetto alla legge”.

20. Quali particolari relativi alla festa di Baldassarre rivelano che Daniele aveva una conoscenza diretta delle usanze babilonesi?

20 L’emozionante descrizione della festa di Baldassarre, riportata in Daniele capitolo 5, è ricca di particolari. A quanto pare si cominciò mangiando spensieratamente e bevendo a volontà, poiché ci sono diversi riferimenti al vino. (Daniele 5:1, 2, 4) Infatti da bassorilievi che raffigurano feste simili risulta che si beveva solo vino. Quindi il vino era estremamente importante in occasioni del genere. Daniele menziona inoltre che a quel banchetto c’erano anche delle donne: le mogli secondarie del re e le sue concubine. (Daniele 5:3, 23) L’archeologia conferma questo particolare delle usanze babilonesi. L’idea che la moglie accompagnasse il marito a una festa era deplorevole per gli ebrei e i greci all’epoca dei Maccabei. Forse per questo antiche copie della traduzione di Daniele nella Settanta greca omettono la menzione di queste donne. * Eppure il presunto falsificatore di Daniele sarebbe appartenuto alla stessa cultura ellenizzata, e forse anche alla stessa epoca, che produsse la Settanta!

21. Qual è la spiegazione più ragionevole del fatto che Daniele conosceva a fondo l’epoca dell’esilio babilonese e le relative usanze?

21 A motivo di tutti questi particolari, sembra quasi incredibile che la Britannica possa dire che l’autore del libro di Daniele avesse solo una conoscenza “superficiale e inaccurata” dell’epoca dell’esilio. Come poteva un falsificatore di secoli successivi avere tanta familiarità con le antiche usanze babilonesi e persiane? Ricordate inoltre che entrambi gli imperi erano tramontati molto prima del II secolo a.E.V. È chiaro che allora non c’erano archeologi; né gli ebrei dell’epoca si vantavano di conoscere la storia e le culture straniere. Solo il profeta Daniele, vissuto all’epoca e testimone oculare degli avvenimenti che descrisse, poteva scrivere il libro che porta il suo nome.

FATTORI ESTERNI PROVANO CHE IL LIBRO DI DANIELE SIA UN FALSO?

22. Cosa asseriscono i critici circa la collocazione di Daniele nel canone delle Scritture Ebraiche?

22 Uno dei più comuni argomenti contro il libro di Daniele riguarda la sua collocazione nel canone delle Scritture Ebraiche. Gli antichi rabbi divisero i libri delle Scritture Ebraiche in tre gruppi: la Legge, i Profeti e gli Scritti. Essi non inclusero Daniele fra i Profeti, ma fra gli Scritti. Questo, sostengono i critici, significa che quando vennero raccolte le opere degli altri profeti questo libro doveva essere sconosciuto. Fa parte degli Scritti, si presume, perché questi vennero raccolti in seguito.

23. Anticamente come consideravano gli ebrei il libro di Daniele, e come lo sappiamo?

23 Comunque non tutti i biblisti sono d’accordo che gli antichi rabbi avessero diviso il canone in maniera così rigida o che avessero escluso Daniele dai Profeti. Ma anche se i rabbi inclusero effettivamente Daniele fra gli Scritti, questo sarebbe una prova che fu scritto in una data posteriore? No. Studiosi rispettabili hanno addotto diverse ragioni per cui i rabbi potrebbero aver escluso Daniele dai Profeti. Per esempio, potrebbero averlo fatto perché si sentivano offesi dal libro o perché consideravano lo stesso Daniele diverso dagli altri profeti in quanto ricopriva un incarico secolare in un paese straniero. Ad ogni modo ciò che conta veramente è questo: Anticamente gli ebrei avevano profondo rispetto per il libro di Daniele e lo consideravano canonico. Inoltre ci sono prove che il canone delle Scritture Ebraiche fu completato molto prima del II secolo a.E.V. Non erano semplicemente ammesse aggiunte posteriori, inclusi certi libri scritti durante il II secolo a.E.V.

24. Come il libro apocrifo di Ecclesiastico o Siracide è stato usato contro il libro di Daniele, e cosa dimostra che questo ragionamento è assurdo?

24 Assurdamente una di queste opere posteriori che vennero scartate è stata usata come argomento contro il libro di Daniele. Il libro apocrifo scritto da Gesù ben-Sirac, Ecclesiastico o Siracide, fu composto evidentemente verso il 180 a.E.V. I critici amano far rilevare che Daniele non è incluso nel lungo elenco di uomini giusti contenuto nel libro, e concludono che all’epoca Daniele doveva essere sconosciuto. Questo argomento trova largo consenso fra gli studiosi. Ma riflettete: Lo stesso elenco omette Esdra e Mardocheo (che erano entrambi considerati grandi eroi dagli ebrei vissuti dopo l’esilio), il buon re Giosafat e il retto Giobbe; di tutti i giudici menziona solo Samuele. * Solo perché simili personaggi sono esclusi da un elenco che non pretende di essere completo, contenuto in un libro non canonico, dobbiamo considerarli tutti personaggi immaginari? L’idea stessa è ridicola.

TESTIMONIANZA ESTERNA A FAVORE DI DANIELE

25. (a) Come attesta Giuseppe Flavio l’autenticità del libro di Daniele? (b) In che modo ciò che dice Giuseppe Flavio di Alessandro Magno e del libro di Daniele concorda con la storia documentata? (Vedi la seconda nota in calce). (c) Come la lingua conferma l’autenticità del libro di Daniele? (Vedi pagina 26).

25 Spostiamoci di nuovo su punti positivi. Si dice che nessun libro delle Scritture Ebraiche sia così ben documentato come Daniele. Per fare un esempio, la sua autenticità è attestata dal famoso storico ebreo Giuseppe Flavio. Egli dice che nel IV secolo a.E.V. Alessandro Magno, mentre combatteva contro la Persia, andò a Gerusalemme, dove i sacerdoti gli mostrarono una copia del libro di Daniele. Alessandro stesso concluse che le parole della profezia di Daniele che gli avevano fatto vedere si riferivano alla sua campagna militare contro la Persia. * Questo sarebbe accaduto circa 150 anni prima della “falsificazione” addotta dai critici. Naturalmente i critici se la sono presa con Giuseppe Flavio a motivo di questo brano. Ce l’hanno con lui anche perché aveva notato che certe profezie del libro di Daniele si erano adempiute. Eppure, come osservò lo storico Joseph D. Wilson, “[Giuseppe Flavio] probabilmente ne sapeva sull’argomento più di tutti i critici del mondo”.

26. In che modo i Rotoli del Mar Morto sostengono l’autenticità del libro di Daniele?

26 L’autenticità del libro di Daniele ebbe un’ulteriore conferma quando nelle grotte di Qumran, in Israele, furono scoperti i Rotoli del Mar Morto. Fra i reperti rinvenuti nel 1952 sono straordinariamente numerosi i rotoli e i frammenti del libro di Daniele. Il più antico è stato datato alla fine del II secolo a.E.V. A quel tempo, quindi, il libro di Daniele era già noto e molto rispettato. Un’enciclopedia biblica osserva: “La datazione di Daniele all’epoca dei Maccabei non è più concepibile, se non altro perché non ci sarebbe stato un sufficiente intervallo fra la stesura del libro di Daniele e la comparsa di copie dello stesso nella biblioteca di una setta religiosa maccabea”. — The Zondervan Pictorial Encyclopedia of the Bible.

27. Qual è la prova più antica che Daniele era un personaggio ben noto durante l’esilio in Babilonia?

27 Ma esiste una testimonianza a favore del libro di Daniele molto più antica e attendibile. Il profeta Ezechiele era contemporaneo di Daniele. Anch’egli serviva come profeta durante l’esilio in Babilonia. Diverse volte il libro di Ezechiele menziona Daniele per nome. (Ezechiele 14:14, 20; 28:3) Questi riferimenti indicano che anche durante la sua stessa vita, nel VI secolo a.E.V., Daniele era già noto come uomo giusto e saggio, degno di essere menzionato insieme ai fedeli Noè e Giobbe.

IL PIÙ GRANDE TESTIMONE

28, 29. (a) Qual è la prova più convincente di tutte che il libro di Daniele è autentico? (b) Perché dovremmo accettare la testimonianza di Gesù?

28 Infine, però, prendiamo il più grande di tutti i testimoni che depongono a favore dell’autenticità di Daniele: niente meno che Gesù Cristo. Parlando degli ultimi giorni, Gesù menziona il “profeta Daniele” e una delle sue profezie. — Matteo 24:15; Daniele 11:31; 12:11.

29 Ora se l’idea dei critici di datare il libro di Daniele all’epoca dei Maccabei fosse corretta, le cose sarebbero due: o Gesù fu ingannato da questo falso o non pronunciò mai le parole citate da Matteo come sue. Entrambe le ipotesi non reggono. Se non possiamo fare affidamento sul Vangelo di Matteo, come possiamo fare affidamento su altre parti della Bibbia? Se eliminiamo quelle frasi, quali altre parole finiremo per togliere dalle pagine delle Sacre Scritture? L’apostolo Paolo scrisse: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare, . . . per correggere”. (2 Timoteo 3:16) Se Daniele era un impostore, allora lo era anche Paolo! Gesù poteva essere ingannato? Difficilmente. Era vivo in cielo quando fu scritto il libro di Daniele. E disse perfino: “Prima che Abraamo venisse all’esistenza, io ero”. (Giovanni 8:58) Gesù sarebbe, fra tutte, la persona più adatta a cui chiedere informazioni sull’autenticità di Daniele. Ma non è necessario interrogarlo. Come abbiamo visto, la sua testimonianza non potrebbe essere più chiara.

30. In che modo Gesù avvalorò ulteriormente l’autenticità del libro di Daniele?

30 Gesù avvalorò ulteriormente l’autenticità del libro di Daniele nel momento stesso del suo battesimo. Allora diventò il Messia, adempiendo una profezia di Daniele relativa a 69 settimane di anni. (Daniele 9:25, 26; vedi il capitolo 11 di questo libro). Anche se fosse vera la teoria secondo cui Daniele avrebbe scritto il suo libro in una data posteriore, avrebbe ugualmente conosciuto il futuro circa 200 anni prima. Certo Dio non avrebbe ispirato un falsificatore a pronunciare vere profezie sotto falso nome. No, la testimonianza di Gesù è accettata di tutto cuore dalle persone fedeli a Dio. Se tutti gli esperti, tutti i critici del mondo, fossero unanimi nell’accusare Daniele, la testimonianza di Gesù dimostrerebbe che si sbagliano, perché è “il testimone fedele e verace”. — Rivelazione (Apocalisse) 3:14.

31. Perché molti critici della Bibbia non sono ancora convinti dell’autenticità di Daniele?

31 Neanche questa testimonianza soddisfa molti critici della Bibbia. Dopo aver considerato a fondo questo argomento, non si può fare a meno di chiedersi se esistono prove sufficienti a convincerli. Un ebraista dell’Università di Oxford scrive: “Non si ottiene niente rispondendo alle obiezioni, finché il pregiudizio originale — ‘non esistono profezie soprannaturali’ — rimane”. Quindi sono accecati dal loro pregiudizio. Ma sono loro a volerlo, e ci rimettono.

32. Cosa ci riserva lo studio del libro di Daniele?

32 Che dire di voi? Se capite che non c’è nessuna vera ragione di dubitare dell’autenticità del libro di Daniele, allora siete pronti per un emozionante viaggio di scoperta. Troverete entusiasmanti le parti narrative di Daniele, affascinanti le profezie. Cosa più importante, riscontrerete che dopo ogni capitolo la vostra fede sarà più forte. Non rimpiangerete mai di aver prestato attenzione alle profezie di Daniele!

[Note in calce]

^ par. 4 Alcuni critici cercano di mitigare l’accusa di falso dicendo che lo scrittore usò Daniele come pseudonimo, proprio come alcuni antichi libri non canonici furono scritti sotto falso nome. Tuttavia Ferdinand Hitzig dichiarò: “Il caso del libro di Daniele, se lo si attribuisce a qualsiasi altro [scrittore], è diverso. Quindi diventa un falso, e l’intenzione era di ingannare i lettori di allora, anche se per il loro bene”.

^ par. 8 Nabonedo era via quando Babilonia cadde. Perciò in quel tempo Baldassarre era giustamente definito re. I critici cavillano che i documenti secolari non attribuiscono a Baldassarre il titolo ufficiale di re. Comunque antiche testimonianze fanno pensare che in quei giorni anche un governatore poteva avere l’appellativo di re.

^ par. 20 L’ebraista Carl F. Keil scrive a proposito di Daniele 5:3: “I LXX hanno qui, e anche al vers. 23, omesso la menzione delle donne, secondo l’usanza di macedoni, greci e romani”.

^ par. 24 L’elenco ispirato di uomini e donne fedeli che fa l’apostolo Paolo in Ebrei capitolo 11 sembra invece alludere ad avvenimenti descritti in Daniele. (Daniele 6:16-24; Ebrei 11:32, 33) Comunque neanche l’elenco dell’apostolo è completo. Molti, fra cui Isaia, Geremia ed Ezechiele, non sono menzionati per nome nell’elenco, ma questo non dimostra affatto che non siano mai esistiti.

^ par. 25 Alcuni storici hanno rilevato che questo spiegherebbe perché Alessandro fu così benevolo con gli ebrei, i quali erano amici di vecchia data dei persiani. All’epoca Alessandro era impegnato in una campagna per annientare tutti gli amici della Persia.

SAPRESTE SPIEGARE?

• Di cosa è stato accusato il libro di Daniele?

• Perché le accuse mosse dai critici contro il libro di Daniele sono infondate?

• Quali prove sostengono l’autenticità del libro di Daniele?

• Qual è la prova più convincente che il libro di Daniele è autentico?

[Domande per lo studio]

[Riquadro a pagina 26]

La questione della lingua

LA STESURA del libro di Daniele fu ultimata verso il 536 a.E.V. Fu scritto in ebraico e aramaico, e contiene alcune parole greche e persiane. Nelle Scritture una simile varietà linguistica è insolita ma non unica. Anche il libro biblico di Esdra fu scritto in ebraico e aramaico. Eppure, insistono alcuni critici, il modo in cui lo scrittore di Daniele usò queste lingue dimostra che scriveva in una data posteriore al 536 a.E.V. Viene spesso citato un critico secondo il quale l’uso di parole greche in Daniele esige una data di composizione posteriore. Egli asserisce che l’ebraico sostiene e l’aramaico perlomeno ammette una data posteriore, addirittura non anteriore al II secolo a.E.V.

Ma non tutti i linguisti sono d’accordo. Alcuni studiosi hanno detto che l’ebraico di Daniele è simile a quello di Ezechiele e di Esdra e diverso da quello di libri apocrifi più tardi come Ecclesiastico (Siracide). In quanto all’uso dell’aramaico da parte di Daniele, prendete due documenti rinvenuti fra i Rotoli del Mar Morto. Questi pure sono in aramaico e risalgono al I e II secolo a.E.V., non molto dopo la presunta contraffazione di Daniele. Ma i linguisti hanno notato una profonda differenza fra l’aramaico di questi documenti e quello di Daniele. Quindi molti ritengono che il libro di Daniele deve essere di secoli più antico di quanto asseriscono i critici.

Che dire delle “problematiche” parole greche di Daniele? Si è scoperto che alcune di queste sono persiane, non greche! Le uniche parole che ancora si pensa siano greche sono i nomi di tre strumenti musicali. La presenza di queste tre parole esige veramente che si attribuisca a Daniele una data posteriore? No. Gli archeologi hanno riscontrato che la cultura greca esercitava la sua influenza secoli prima che la Grecia diventasse una potenza mondiale. Inoltre, se il libro di Daniele fosse stato scritto durante il II secolo a.E.V., quando la cultura e la lingua greca andavano per la maggiore, avrebbe contenuto solo tre parole greche? Difficilmente. È probabile che ne avrebbe contenute molte di più. In realtà, dunque, queste considerazioni di ordine linguistico comprovano l’autenticità di Daniele.

[Immagine a tutta pagina a pagina 12]

[Immagine a pagina 20]

(Sopra) Iscrizione in cui Nabucodonosor si vanta delle sue opere architettoniche

(Sotto) Cilindro babilonese in cui compaiono i nomi del re Nabonedo e di suo figlio Baldassarre

[Immagine a pagina 21]

Secondo la Cronaca di Nabonedo, l’esercito di Ciro entrò a Babilonia senza combattere

[Immagine a pagina 22]

(A destra) La “Storia in versi di Nabonedo” riferisce che Nabonedo affidò il governo al figlio primogenito

(A sinistra) Iscrizione babilonese che documenta l’invasione di Giuda da parte di Nabucodonosor