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Libro biblico numero 18: Giobbe

Libro biblico numero 18: Giobbe

Libro biblico numero 18: Giobbe

Scrittore: Mosè

Dove fu scritto: Deserto

Quando fu completato: ca. 1473 a.E.V.

Tempo a cui si riferisce: Oltre 140 anni fra il 1657 e il 1473 a.E.V.

1. Cosa significa il nome Giobbe, e a quali domande risponde il libro di Giobbe?

UNO dei più antichi libri delle Scritture ispirate! Un libro tenuto nella massima stima e spesso citato, eppure poco compreso dal genere umano. Perché fu scritto, e che valore ha per noi oggi? La risposta è indicata dal significato del nome Giobbe: “oggetto di ostilità”. Sì, questo libro prende in considerazione due importanti domande: Perché soffrono gli innocenti? Perché Dio permette la malvagità sulla terra? Per rispondere a queste domande possiamo esaminare il racconto delle sofferenze di Giobbe e della sua grande perseveranza. È stato tutto scritto, proprio come aveva chiesto Giobbe. — Giob. 19:23, 24.

2. Cosa mostra che Giobbe fu un personaggio reale?

2 Giobbe è divenuto sinonimo di pazienza e perseveranza. Ma è davvero esistito? Nonostante tutti gli sforzi del Diavolo per cancellare dalle pagine della storia questo autentico esempio di integrità, la risposta è chiara. Giobbe fu un personaggio reale! Geova lo nomina insieme ai Suoi testimoni Noè e Daniele, la cui esistenza fu accettata da Gesù Cristo. (Ezec. 14:14, 20; confronta Matteo 24:15, 37). L’antica nazione ebraica considerava Giobbe una persona reale. Lo scrittore cristiano Giacomo addita Giobbe come esempio di perseveranza. (Giac. 5:11) Solo un esempio di vita reale, non immaginaria, avrebbe avuto peso e avrebbe convinto gli adoratori di Dio che si può mantenere l’integrità in qualsiasi circostanza. Inoltre la forza e il sentimento con cui sono espressi i discorsi riportati in Giobbe attestano che si trattò di una situazione reale.

3. Cosa dimostra che il libro di Giobbe è ispirato?

3 Che il libro di Giobbe sia autentico e ispirato è dimostrato anche dal fatto che gli antichi ebrei lo considerarono sempre parte del loro canone biblico, cosa notevole in quanto Giobbe non era israelita. Oltre ad essere menzionato da Ezechiele e da Giacomo, il libro è citato dall’apostolo Paolo. (Giob. 5:13; 1 Cor. 3:19) Una vigorosa prova dell’ispirazione del libro è la sorprendente armonia con i fatti scientifici provati. Come si poteva sapere che Geova “sospende la terra sul nulla”, quando gli antichi avevano le credenze più fantastiche circa il modo in cui era sostenuta la terra? (Giob. 26:7) Nell’antichità alcuni credevano che la terra fosse sorretta da elefanti che stavano in piedi su una grossa tartaruga marina. Perché il libro di Giobbe non riflette tali assurdità? Ovviamente perché Geova, il Creatore, rivelò la verità mediante ispirazione. Le molte altre descrizioni della terra e delle sue meraviglie e degli animali selvatici e degli uccelli nel loro habitat naturale sono così accurate che solo Geova Dio poté essere l’Autore e Ispiratore del libro di Giobbe. *

4. Dove e quando si svolse il dramma, e quando fu completato il libro di Giobbe?

4 Giobbe viveva in Uz, che, secondo alcuni geografi, era una località dell’Arabia settentrionale, vicino al paese occupato dagli edomiti e a est del paese promesso alla progenie di Abraamo. A sud c’erano i sabei e a est i caldei. (1:1, 3, 15, 17) La prova di Giobbe si verificò in un’epoca molto posteriore a quella di Abraamo. Era un’epoca in cui non c’era “nessuno come lui sulla terra, uomo irriprovevole e retto”. (1:8) Pare si tratti del periodo intercorso fra la morte di Giuseppe (1657 a.E.V.), uomo di notevole fede, e il tempo in cui Mosè intraprese la sua condotta di integrità. Giobbe si distinse nella pura adorazione in questo periodo in cui Israele era stato contaminato dall’adorazione demonica d’Egitto. Inoltre le usanze menzionate nel primo capitolo di Giobbe, e il fatto che Dio accettò Giobbe come vero adoratore, fanno pensare all’epoca patriarcale anziché al periodo successivo al 1513 a.E.V., quando Dio trattò esclusivamente con Israele sotto la Legge. (Amos 3:2; Efes. 2:12) Così, tenendo conto della lunga vita di Giobbe, pare che il libro si riferisca a un periodo compreso fra il 1657 a.E.V. e il 1473 a.E.V., anno della morte di Mosè; il libro fu completato da Mosè qualche tempo dopo la morte di Giobbe e mentre gli israeliti erano nel deserto. — Giob. 1:8; 42:16, 17.

5. Cosa indica che lo scrittore fu Mosè?

5 Perché diciamo che lo scrittore fu Mosè? Questo è conforme alla tradizione più antica, sia fra gli studiosi ebrei che fra i primi studiosi cristiani. Lo stile vigoroso caratteristico della poesia ebraica usato nel libro di Giobbe dimostra che il libro fu scritto direttamente in ebraico, la lingua di Mosè. Non poteva essere una traduzione da un’altra lingua, per esempio dall’arabo. Inoltre, le parti in prosa assomigliano più al Pentateuco che a qualsiasi altro scritto della Bibbia. Lo scrittore deve essere stato un israelita, come Mosè, perché agli ebrei “furono affidati i sacri oracoli di Dio”. (Rom. 3:1, 2) Raggiunta la maturità, Mosè trascorse 40 anni in Madian, non lontano da Uz, dove poté ottenere le dettagliate informazioni riportate in Giobbe. In seguito, quando passò vicino alla patria di Giobbe durante la peregrinazione di Israele nel deserto, durata 40 anni, Mosè poté apprendere e mettere per iscritto i particolari conclusivi del libro.

6. Sotto quali aspetti il libro di Giobbe è molto più che un capolavoro letterario?

6 Secondo la New Encyclopædia Britannica, il libro di Giobbe è spesso “considerato uno dei capolavori della letteratura mondiale”. * Comunque, il libro è molto più che un capolavoro letterario. Giobbe eccelle fra i libri della Bibbia nell’esaltare la potenza, la giustizia, la sapienza e l’amore di Geova. Rivela nella maniera più chiara la principale contesa che si presenta all’universo. Fa luce su molte informazioni contenute in altri libri della Bibbia, specialmente in Genesi, Esodo, Ecclesiaste, Luca, Romani e Rivelazione. (Confronta Giobbe 1:6-12; 2:1-7 con Genesi 3:15; Esodo 9:16; Luca 22:31, 32; Romani 9:16-19 e Rivelazione 12:9; anche Giobbe 1:21; 24:15; 21:23-26; 28:28 rispettivamente con Ecclesiaste 5:15; 8:11; 9:2, 3; 12:13). Risponde a molte domande della vita. È di certo parte integrante dell’ispirata Parola di Dio, al cui utile intendimento dà un notevole contributo.

CONTENUTO DI GIOBBE

7. In quale situazione troviamo Giobbe all’inizio del libro?

7 Prologo del libro di Giobbe (1:1-5). Giobbe ci viene presentato come ‘uomo irriprovevole e retto, che teme Dio e si ritrae dal male’. È felice, e ha sette figli e tre figlie. È un ricco proprietario di terre e possiede numerosi greggi e mandrie. Ha molti servitori ed è “il più grande di tutti gli orientali”. (1:1, 3) Giobbe però non è materialista, perché non confida nei suoi possedimenti materiali. È anche ricco spiritualmente, ricco in opere buone, sempre disposto ad aiutare qualcuno afflitto o nell’angustia, o a dare una veste a chiunque ne abbia bisogno. (29:12-16; 31:19, 20) Tutti lo rispettano. Giobbe adora il vero Dio, Geova. Si rifiuta di inchinarsi al sole, alla luna e alle stelle come facevano le nazioni pagane; è fedele a Geova, mantenendosi integro dinanzi al suo Dio e avendo una stretta relazione con Lui. (29:7, 21-25; 31:26, 27; 29:4) Giobbe fa da sacerdote per i suoi familiari, offrendo regolarmente olocausti per i loro eventuali peccati.

8. (a) Cosa induce Satana a mettere in dubbio l’integrità di Giobbe? (b) A quale condizione Geova accetta la sfida?

8 Satana sfida Dio (1:6–2:13). In maniera meravigliosa la cortina dell’invisibilità si solleva permettendoci di osservare ciò che avviene nei cieli. Si vede Geova che presiede un’assemblea dei figli di Dio. Anche Satana si presenta in mezzo a loro. Geova richiama l’attenzione sul suo fedele servitore Giobbe, ma Satana mette in dubbio l’integrità di Giobbe, accusandolo di servire Dio per i vantaggi materiali che riceve. Se Dio permetterà a Satana di togliergli queste cose, Giobbe abbandonerà la sua integrità. Geova accetta la sfida, a condizione che Satana non tocchi Giobbe stesso.

9. (a) Quali dure prove si abbattono su Giobbe? (b) Cosa mostra che egli mantiene l’integrità?

9 Sull’ignaro Giobbe cominciano ad abbattersi molte calamità. Incursioni di sabei e caldei lo privano delle sue grandi ricchezze. Una tempesta uccide i suoi figli e le sue figlie. Questa dura prova non induce Giobbe a maledire Dio né ad allontanarsi da lui. Al contrario, egli dice: “Si continui a benedire il nome di Geova”. (1:21) Satana, sconfitto e trovato bugiardo sotto questo aspetto, si presenta di nuovo dinanzi a Geova e lancia l’accusa: “Pelle per pelle, e l’uomo darà tutto ciò che ha per la sua anima”. (2:4) Satana asserisce che, se gli fosse permesso di toccare il corpo di Giobbe, potrebbe indurre Giobbe a maledire Dio in faccia. Ricevuto il permesso di fare qualsiasi cosa a Giobbe, salvo togliergli la vita, Satana lo colpisce con una spaventosa malattia. La sua carne ‘si riveste di bachi e masse di polvere’, e il suo corpo e il suo alito divengono ripugnanti a sua moglie e ai suoi parenti. (7:5; 19:13-20) A indicare che Giobbe non ha infranto la sua integrità, la moglie lo esorta: “Mantieni ancora la tua integrità? Maledici Dio e muori!” Giobbe la rimprovera e ‘non pecca con le sue labbra’. — 2:9, 10.

10. Quale silenzioso ‘conforto’ provvede Satana?

10 Satana suscita ora tre compagni, che vengono a ‘confortare’ Giobbe. Sono Elifaz, Bildad e Zofar. Da lontano non riconoscono Giobbe, ma poi alzano la voce e piangono e si gettano polvere sulla testa. Si siedono quindi dinanzi a lui per terra senza dire una parola. Dopo sette giorni e sette notti di silenzioso ‘conforto’, Giobbe rompe infine il silenzio aprendo un lungo dibattito con i suoi sedicenti confortatori. — 2:11.

11-13. In che modo Giobbe dà inizio al dibattito, quale accusa muove Elifaz, e qual è l’animata risposta di Giobbe?

11 Il dibattito: primo ciclo di discorsi (3:1–14:22). Da questo punto in poi il dramma si svolge in sublime poesia ebraica. Giobbe invoca il male sul giorno in cui è nato e si chiede perché Dio gli abbia permesso di continuare a vivere.

12 Rispondendo, Elifaz accusa Giobbe di mancare di integrità. I retti non sono mai periti, afferma. Rammenta una visione notturna in cui una voce gli ha detto che Dio non ha fede nei suoi servitori, specialmente in quelli di semplice argilla, polvere della terra. Secondo lui le sofferenze di Giobbe sono una disciplina da parte dell’Iddio Onnipotente.

13 Giobbe risponde in maniera animata ad Elifaz. Grida come farebbe qualsiasi creatura che fosse perseguitata e vessata. La morte sarebbe un sollievo. Giobbe rimprovera ai suoi compagni di tramare contro di lui e protesta: “Istruitemi, e io, da parte mia, tacerò; e fatemi capire lo sbaglio che ho commesso”. (6:24) Giobbe afferma la propria giustizia dinanzi a Dio, “Osservatore del genere umano”. — 7:20.

14, 15. Qual è l’argomento di Bildad, e perché Giobbe teme di perdere la causa che ha con Dio?

14 Bildad presenta ora il suo argomento, insinuando che i figli di Giobbe abbiano peccato e che Giobbe stesso non sia retto, altrimenti verrebbe esaudito da Dio. Dice a Giobbe di lasciarsi guidare dalle generazioni precedenti e dalle cose investigate dai loro antenati.

15 Giobbe risponde, sostenendo che Dio non è ingiusto. Né Dio deve rendere conto all’uomo, poiché Egli “fa grandi cose imperscrutabili, e cose meravigliose senza numero”. (9:10) Giobbe non può vincere contro Geova come suo avversario in giudizio. Può solo implorare il favore di Dio. Ma è davvero di qualche beneficio cercare di fare ciò che è giusto? “Egli pone fine all’irriprovevole, anche al malvagio”. (9:22) Non c’è nessun giudizio giusto sulla terra. Giobbe teme di perdere la sua causa anche con Dio. Ha bisogno di un mediatore. Chiede perché viene messo alla prova e implora Dio di ricordarsi che è fatto di “argilla”. (10:9) Egli apprezza la benignità mostrata da Dio in passato, ma dice che se continuasse a discutere, pur essendo nel giusto, ciò servirebbe solo a far irritare ulteriormente Dio. Potesse almeno spirare!

16, 17. (a) Pieno di sé, quale consiglio dà Zofar? (b) Che valutazione fa Giobbe dei suoi “confortatori”, e quale forte fiducia esprime?

16 A questo punto interviene nel dibattito Zofar. In sostanza dice: Siamo forse dei bambini, che dobbiamo ascoltare un discorso vuoto? Tu dici di essere realmente puro, ma se Dio parlasse rivelerebbe la tua colpa. Zofar chiede a Giobbe: “Puoi tu scoprire le cose profonde di Dio?” (11:7) Gli consiglia di allontanare le pratiche nocive, poiché coloro che fanno questo saranno benedetti, mentre “i medesimi occhi dei malvagi verranno meno”. — 11:20.

17 Giobbe risponde con molto sarcasmo: “In effetti voi siete il popolo, e con voi morirà la sapienza!” (12:2) Egli può essere oggetto di risa, ma non è inferiore. Se i suoi compagni guardassero le cose create da Dio, queste pure insegnerebbero loro qualcosa. La forza e la saggezza appartengono a Dio, che controlla tutte le cose, facendo perfino “ingrandire le nazioni, per distruggerle”. (12:23) Giobbe prova diletto nel discutere la sua causa con Dio, ma riguardo ai suoi tre “confortatori” egli dice: “Siete spacciatori di falsità; siete tutti medici di nessun valore”. (13:4) Dimostrerebbero sapienza se stessero zitti! Giobbe manifesta fiducia nella giustezza della sua causa e invoca Dio perché lo oda. Esprime poi il pensiero che “l’uomo, nato di donna, è di breve vita e sazio di agitazione”. (14:1) L’uomo presto scompare, come un fiore o come un’ombra. Non si può produrre qualcuno puro da qualcuno impuro. Pregando Dio che voglia nasconderlo nello Sceol finché si ritragga la sua ira, Giobbe chiede: “Se un uomo robusto muore, può egli tornare a vivere?” Rispondendo egli esprime questa forte speranza: “Aspetterò, finché venga il mio sollievo”. — 14:13, 14.

18, 19. (a) Con quali parole di scherno Elifaz dà inizio al secondo ciclo di discorsi? (b) Come considera Giobbe il ‘conforto’ dei suoi compagni, e per che cosa si rivolge a Geova?

18 Il dibattito: secondo ciclo di discorsi (15:1–21:34). Dando inizio al secondo dibattito, Elifaz schernisce la conoscenza di Giobbe e dice che egli ha ‘riempito il suo ventre di vento orientale’. (15:2) Ancora una volta contesta l’asserzione di Giobbe di essere integro, sostenendo che né l’uomo mortale né i santi dei cieli possono essere degni di fede agli occhi di Dio. Indirettamente accusa Giobbe di volersi mostrare superiore a Dio e di praticare apostasia, corruzione e inganno.

19 Giobbe ribatte che i suoi compagni sono ‘confortatori molesti con parole piene di vento’. (16:2, 3) Se fossero al suo posto, egli non li oltraggerebbe. Desidera grandemente essere dichiarato giusto, e si rivolge a Geova, che conosce le sue azioni e che deciderà la sua causa. Giobbe non trova nei suoi compagni nessuna sapienza. Essi tolgono ogni speranza. Il loro ‘conforto’ è come dire che la notte è giorno. L’unica speranza è ‘scendere nello Sceol’. — 17:15, 16.

20, 21. Perché Bildad è inasprito, cosa replica Giobbe, e in che cosa mostra di confidare?

20 La discussione si fa accesa. Bildad è inasprito perché pensa che Giobbe abbia paragonato i suoi amici a bestie irragionevoli. Chiede a Giobbe: “Sarà la terra abbandonata per causa tua?” (18:4) Lo avverte che cadrà in un terribile laccio, perché serva di monito ad altri. Giobbe non avrà progenie che gli sopravviva.

21 Giobbe risponde: “Fino a quando continuerete a irritare la mia anima e continuerete a schiacciarmi con parole?” (19:2) Ha perso la famiglia e gli amici; sua moglie e la sua casa si sono allontanate da lui, ed egli stesso è scampato solo ‘con la pelle dei suoi denti’. (19:20) Confida nella venuta di un redentore che risolva la contesa in suo favore, così che alla fine ‘contemplerà Dio’. — 19:25, 26.

22, 23. (a) Perché Zofar si sente offeso, e cosa dice dei presunti peccati di Giobbe? (b) Con quale argomento schiacciante risponde Giobbe?

22 Zofar, come Bildad, si sente offeso dovendo ascoltare ‘l’esortazione di Giobbe che lo vitupera’. (20:3) Ripete che Giobbe sta pagando per i suoi peccati. I malvagi ricevono sempre da Dio la punizione e non hanno riposo, dice Zofar, nemmeno mentre godono prosperità.

23 Giobbe risponde con un argomento schiacciante: Se Dio punisce sempre i malvagi, perché questi continuano a vivere, invecchiano, divengono superiori in ricchezza? Trascorrono i loro giorni nei piaceri. Quante volte il disastro viene su di loro? Ricchi e poveri, dice Giobbe, muoiono in modo simile. Anzi, spesso il malvagio muore “libero da ansie e a suo agio”, mentre il giusto può morire “con l’anima amareggiata”. — 21:23, 25.

24, 25. (a) Quale calunnia Elifaz rivolge ipocritamente a Giobbe? (b) Come confuta Giobbe l’accusa, e cosa chiede in tono di sfida?

24 Il dibattito: terzo ciclo di discorsi (22:1–25:6). Elifaz torna violentemente all’attacco, mettendo in ridicolo Giobbe che asserisce di essere irriprovevole dinanzi all’Onnipotente. Calunnia Giobbe sostenendo che è cattivo, che ha sfruttato i poveri, che ha rifiutato il pane agli affamati e che ha maltrattato le vedove e gli orfani. La vita privata di Giobbe non è così pura come egli asserisce, dice Elifaz, e questo spiega le cattive condizioni in cui si trova. Ma “se torni all’Onnipotente”, dice Elifaz, “egli ti udrà”. — 22:23, 27.

25 Rispondendo, Giobbe confuta la grave accusa di Elifaz e dice che desidera ottenere udienza presso Dio, il quale è consapevole della sua giusta condotta. Ci sono quelli che opprimono gli orfani, le vedove e i poveri, e che commettono assassinio, furto e adulterio. Può sembrare che prosperino per un po’, ma riceveranno la loro ricompensa. Saranno ridotti a nulla. “Or dunque”, dice Giobbe in tono di sfida, “chi mi farà bugiardo?” — 24:25.

26. Cos’altro hanno da dire Bildad e Zofar?

26 A ciò Bildad ribatte brevemente, sostenendo che nessun uomo può essere puro dinanzi a Dio. Zofar non prende parte a questo terzo ciclo di discorsi. Non ha niente da dire.

27. In che modo Giobbe esalta la grandezza dell’Onnipotente?

27 L’argomento conclusivo di Giobbe (26:1–31:40). Nella dissertazione finale Giobbe mette completamente a tacere i suoi compagni. (32:12, 15, 16) Con grande sarcasmo dice: “Oh di quanto aiuto sei stato a uno senza potenza! . . . Quanto hai consigliato uno che è senza sapienza!” (26:2, 3) Nulla, comunque, nemmeno lo Sceol, può nascondere alcuna cosa alla vista di Dio. Giobbe descrive la sapienza di Dio manifesta nello spazio extraterrestre, nella terra, nelle nuvole, nel mare e nel vento, in tutto ciò che l’uomo ha osservato. Questi non sono che i margini delle vie dell’Onnipotente. Sono appena un sussurro della grandezza dell’Onnipotente.

28. Quale schietta dichiarazione fa Giobbe sull’integrità?

28 Convinto della propria innocenza, egli dichiara: “Finché spirerò non rimuoverò da me la mia integrità!” (27:5) No, Giobbe non ha fatto nulla per meritarsi ciò che gli è capitato. Contrariamente alle loro accuse, Dio ricompenserà l’integrità facendo in modo che le cose accumulate dai malvagi nella loro prosperità siano ereditate dai giusti.

29. Cosa dice Giobbe della sapienza?

29 L’uomo sa da dove vengono i tesori della terra (argento, oro, rame), “ma la sapienza stessa, da dove viene?” (28:20) Egli l’ha cercata fra i viventi; ha guardato nel mare; non si può comprare con oro o argento. Dio è colui che comprende la sapienza. Egli vede sino ai confini della terra e dei cieli, ripartisce il vento e le acque, e controlla la pioggia e le nuvole della tempesta. Giobbe conclude dicendo: “Ecco, il timore di Geova, questo è sapienza, e ritrarsi dal male è intendimento”. — 28:28.

30. A quale condizione Giobbe desidera tornare, ma qual è la sua situazione attuale?

30 L’afflitto Giobbe racconta quindi la sua vita. Desidera tornare al precedente stato d’intimità con Dio, quando era rispettato anche dai capi della città. Liberava gli afflitti ed era occhi per i ciechi. I suoi consigli erano buoni e il popolo aspettava le sue parole. Ma ora, invece di avere una posizione onorevole, è deriso perfino dai più giovani, i cui padri non erano degni nemmeno di stare con i cani del suo gregge. Gli sputano addosso e gli fanno opposizione. Ora che è in grande afflizione non gli danno requie.

31. Nel giudizio di chi Giobbe esprime fiducia, e cosa dice in quanto alla vera storia della sua vita?

31 Giobbe descrive se stesso come un uomo dedicato a Geova e chiede di essere giudicato da Lui. “Egli mi peserà su un’accurata bilancia e Dio conoscerà la mia integrità”. (31:6) Giobbe difende le sue azioni passate. Non è stato adultero, né ha complottato contro altri. Non ha trascurato d’aiutare i bisognosi. Non ha riposto fiducia nelle ricchezze materiali, benché fosse ricco. Non ha adorato il sole, la luna e le stelle, perché, dice, “anche questo sarebbe stato un errore da sottoporre all’attenzione dei giudici, poiché avrei rinnegato il vero Dio di sopra”. (31:28) Giobbe invita il suo avversario in giudizio a presentare accuse contro la vera storia della sua vita.

32. (a) Chi parla ora? (b) Perché l’ira di Eliu divampa contro Giobbe e contro i suoi compagni, e cosa lo spinge a parlare?

32 Parla Eliu (32:1–37:24). Intanto Eliu, discendente di Buz, figlio di Nahor, e quindi lontano parente di Abraamo, ha ascoltato il dibattito. Ha atteso perché pensava che i più anziani avessero maggiore conoscenza. Comunque non è l’età, ma lo spirito di Dio, a dare intendimento. L’ira di Eliu divampa contro Giobbe perché ha “dichiarato giusta la sua propria anima anziché Dio”, ma si accende ancora di più contro i tre compagni di Giobbe perché per la loro deplorevole mancanza di sapienza sono arrivati a dichiarare Dio malvagio. Eliu è “divenuto pieno di parole”, e lo spirito di Dio lo spinge a pronunciarle, ma senza usare parzialità e senza ‘conferire titoli a un uomo terreno’. — Giob. 32:2, 3, 18-22; Gen. 22:20, 21.

33. Dove ha sbagliato Giobbe, ma nonostante ciò in che modo Dio gli mostrerà favore?

33 Eliu parla con sincerità, riconoscendo che Dio è il suo Creatore. Spiega che Giobbe si è preoccupato più di rivendicare se stesso che Dio. Non era necessario che Dio rispondesse a tutte le parole di Giobbe, come se Egli dovesse giustificare le Sue azioni, eppure Giobbe ha conteso con Dio. Comunque, mentre l’anima di Giobbe si avvicina alla morte, Dio gli mostra favore inviando un messaggero, che dice: “Non farlo scendere nella fossa! Ho trovato un riscatto! La sua carne divenga più fresca che nella giovinezza; torni egli ai giorni del suo vigore giovanile”. (Giob. 33:24, 25) Il giusto sarà ristabilito!

34. (a) Quale ulteriore riprensione impartisce Eliu? (b) Invece di magnificare la propria giustizia, cosa dovrebbe fare Giobbe?

34 Eliu invita i saggi ad ascoltare. Riprende Giobbe perché ha detto che non c’è profitto nel mantenere l’integrità: “Lungi sia dal vero Dio l’agire malvagiamente, e dall’Onnipotente l’agire ingiustamente! Poiché secondo il modo in cui l’uomo terreno agisce egli lo ricompenserà”. (34:10, 11) Egli può rimuovere l’alito della vita, e ogni carne spirerà. Dio giudica senza parzialità. Giobbe ha dato troppo risalto alla propria giustizia. È stato avventato, ma non deliberatamente, bensì “senza conoscenza”; e Dio è stato longanime con lui. (34:35) C’è dell’altro da dire per rivendicare Dio. Dio non distoglierà gli occhi dai giusti, ma li riprenderà. “Non conserverà in vita nessun malvagio, ma darà il giudizio degli afflitti”. (36:6) Dato che Dio è il sommo Insegnante, Giobbe dovrebbe magnificare la Sua attività.

35. (a) A che cosa Giobbe dovrebbe prestare attenzione? (b) A chi Geova mostrerà favore?

35 In un’atmosfera che ispira timore come quella che precede una tempesta, Eliu parla delle grandi cose fatte da Dio e del Suo dominio sulle forze naturali. Dice a Giobbe: “Sta fermo e mostrati attento alle meravigliose opere di Dio”. (37:14) Considera l’aureo splendore e la tremenda dignità di Dio, che sono molto al di sopra della comprensione umana. Egli “è esaltato in potenza, e non sminuirà il diritto e l’abbondanza di giustizia”. Sì, Geova avrà considerazione per quelli che lo temono, non per quelli che sono “saggi nel loro proprio cuore”. — 37:23, 24.

36. Quale dimostrazione pratica e quale serie di domande Geova stesso ora usa per istruire Giobbe?

36 Geova risponde a Giobbe (38:1–42:6). Giobbe aveva chiesto a Dio di parlargli. Ora Geova risponde maestosamente dal turbine. Pone a Giobbe una serie di domande che sono in se stesse una dimostrazione pratica della piccolezza dell’uomo e della grandezza di Dio. “Dov’eri tu quando io fondai la terra? . . . Chi ne pose la pietra angolare, quando le stelle del mattino gridarono gioiosamente insieme, e tutti i figli di Dio emettevano urla di applauso?” (38:4, 6, 7) Questo avvenne molto prima che esistesse Giobbe! Una dopo l’altra, vengono poste a Giobbe domande a cui non può rispondere, mentre Geova fa riferimento al mare, alla veste di nuvole della terra, all’aurora, alle porte della morte, alla luce e alle tenebre. “Sei venuto a saperlo perché in quel tempo nascevi, e perché i tuoi giorni sono molti di numero?” (38:21) E che dire dei depositi della neve e della grandine, della tempesta, della pioggia e delle gocce di rugiada, del ghiaccio e della brina, delle imponenti costellazioni celesti, dei lampi e degli strati di nuvole, delle bestie e degli uccelli?

37. Con quali altre domande viene umiliato Giobbe, e che cosa è costretto ad ammettere e a fare?

37 Giobbe umilmente ammette: “Ecco, son divenuto di poco conto. Che cosa ti risponderò? Mi son messo la mano sulla bocca”. (40:4) Geova comanda a Giobbe di affrontare la questione. Pone un’ulteriore serie di domande stimolanti che esaltano la sua dignità, la sua superiorità e la sua forza, manifeste nella sua creazione naturale. Persino Beemot e Leviatan sono assai più potenti di Giobbe! Completamente umiliato, Giobbe riconosce l’erroneità del proprio punto di vista e ammette di aver parlato senza conoscenza. Vedendo ora Dio, non per sentito dire, ma con intendimento, si ritratta e si pente “nella polvere e nella cenere”. — 42:6.

38. (a) Cosa dice alla fine Geova a Elifaz e ai suoi compagni? (b) Quale favore e benedizione Geova conferisce a Giobbe?

38 Giudizio e benedizione di Geova (42:7-17). Geova accusa quindi Elifaz e i suoi due compagni di non aver dichiarato la verità riguardo a Lui. Devono provvedere sacrifici e Giobbe deve pregare a loro favore. Dopo ciò Geova fa volgere la cattività di Giobbe, benedicendolo doppiamente. I suoi fratelli, le sue sorelle e gli amici di un tempo tornano da lui portando doni, ed egli è benedetto con pecore, bovini e asine in quantità doppia rispetto a prima. Ha di nuovo dieci figli, e le sue tre figlie sono le donne più belle di tutto il paese. La sua vita viene miracolosamente prolungata di 140 anni, così che vede quattro generazioni di discendenti. Muore “vecchio e sazio di giorni”. — 42:17.

PERCHÉ È UTILE

39. In quali vari modi il libro di Giobbe esalta e glorifica Geova?

39 Il libro di Giobbe esalta Geova e testimonia la sua insondabile sapienza e potenza. (12:12, 13; 37:23) Soltanto in questo libro Dio è chiamato l’Onnipotente 31 volte, più spesso che in tutto il resto delle Scritture. Il racconto glorifica la sua eternità e la sua eccelsa posizione (10:5; 36:4, 22, 26; 40:2; 42:2), nonché la sua giustizia, la sua amorevole benignità e la sua misericordia (36:5-7; 10:12; 42:12). Mette la rivendicazione di Geova al di sopra della salvezza dell’uomo. (33:12; 34:10, 12; 35:2; 36:24; 40:8) Viene indicato che Geova, l’Iddio di Israele, è anche l’Iddio di Giobbe.

40. (a) In che modo il libro di Giobbe magnifica e spiega le opere creative di Dio? (b) Come anticipa alcuni insegnamenti delle Scritture Greche Cristiane ed è in armonia con essi?

40 Il libro di Giobbe magnifica e spiega le opere creative di Dio. (38:4–39:30; 40:15, 19; 41:1; 35:10) È in armonia con la dichiarazione di Genesi che l’uomo è fatto dalla polvere e che a essa torna. (Giob. 10:8, 9; Gen. 2:7; 3:19) Usa le espressioni “redentore”, “riscatto” e “tornare a vivere”, anticipando così alcuni dei principali insegnamenti delle Scritture Greche Cristiane. (Giob. 19:25; 33:24; 14:13, 14) I profeti e gli scrittori cristiani hanno attinto a molte sue espressioni o ne hanno ripreso i concetti. Confronta, ad esempio, Giobbe 7:17Salmo 8:4; Giobbe 9:241 Giovanni 5:19; Giobbe 10:8Salmo 119:73; Giobbe 12:25Deuteronomio 28:29; Giobbe 24:23Proverbi 15:3; Giobbe 26:8Proverbi 30:4; Giobbe 28:12, 13, 15-19Proverbi 3:13-15; Giobbe 39:30Matteo 24:28. *

41. (a) Quali norme teocratiche sono messe in risalto in Giobbe? (b) Sotto quali aspetti Giobbe come servitore di Dio è un eccellente esempio per noi oggi?

41 Le giuste norme di vita stabilite da Geova sono esposte in molti passi. Il libro condanna vigorosamente il materialismo (Giob. 31:24, 25), l’idolatria (31:26-28), l’adulterio (31:9-12), il rallegrarsi delle disgrazie altrui (31:29), l’ingiustizia e la parzialità (31:13; 32:21), l’egoismo (31:16-21), la disonestà e la menzogna (31:5), mostrando che chi pratica queste cose non può ottenere il favore di Dio e la vita eterna. Eliu dà un eccellente esempio di profondo rispetto e modestia, oltre che di franchezza e coraggio, come pure nell’esaltare Dio. (32:2, 6, 7, 9, 10, 18-20; 33:6, 33) Anche l’esercizio dell’autorità da parte di Giobbe, la sua considerazione per la famiglia e la sua ospitalità costituiscono un’eccellente lezione. (1:5; 2:9, 10; 31:32) Comunque, Giobbe è ricordato principalmente perché mantenne l’integrità e perseverò con pazienza, lasciando un esempio che è servito come baluardo a difesa della fede dei servitori di Dio in ogni epoca, ma specialmente in questi tempi nei quali la fede è messa alla prova. “Avete udito della perseveranza di Giobbe e avete visto il risultato che Geova diede, che Geova è molto tenero in affetto e misericordioso”. — Giac. 5:11.

42. Quale fondamentale contesa relativa al Regno è rivelata in Giobbe, e quali interessanti aspetti d’essa vengono spiegati?

42 Giobbe non era del seme di Abraamo al quale furono fatte le promesse del Regno, eppure il racconto della sua integrità contribuisce notevolmente a far luce sui propositi di Geova riguardo al Regno. Il libro è una parte essenziale della narrazione divina, poiché rivela la fondamentale contesa fra Dio e Satana, che implica l’integrità dell’uomo nei confronti di Geova quale suo Sovrano. Mostra che pure gli angeli, creati prima della terra e dell’uomo, sono spettatori e si interessano molto di quanto avviene sulla terra e della soluzione della controversia. (Giob. 1:6-12; 2:1-5; 38:6, 7) Indica che la controversia esisteva già prima dei giorni di Giobbe e che Satana è un’effettiva persona spirituale. Se il libro di Giobbe fu scritto da Mosè, questa è la prima volta che l’espressione hasSatàn ricorre nel testo ebraico della Bibbia, chiarendo ulteriormente l’identità dell’“originale serpente”. (Giob. 1:6, nota in calce; Riv. 12:9) Il libro dimostra inoltre che non è Dio la causa delle sofferenze, delle malattie e della morte del genere umano, e spiega perché i giusti sono perseguitati, mentre viene permesso ai malvagi e alla malvagità di continuare a esistere. Mostra che a Geova interessa risolvere definitivamente la contesa.

43. In armonia con le rivelazioni divine contenute nel libro di Giobbe, quale condotta devono ora tenere tutti quelli che desiderano ricevere le benedizioni del Regno di Dio?

43 Ora è il tempo in cui tutti quelli che vogliono vivere sotto il dominio del Regno di Dio devono rispondere con la loro integrità all’“accusatore” Satana. (Riv. 12:10, 11) Anche in mezzo a ‘prove che rendono perplessi’, quelli che mantengono l’integrità devono continuare a pregare perché il nome di Dio sia santificato e perché il suo Regno venga ad annientare Satana e tutto il suo seme schernitore. Quello sarà “il giorno del combattimento e della guerra” di Dio, a cui seguiranno la liberazione e le benedizioni alle quali Giobbe sperava di partecipare. — 1 Piet. 4:12; Matt. 6:9, 10; Giob. 38:23; 14:13-15.

[Note in calce]

^ par. 6 1987, vol. 6, p. 562.

[Domande per lo studio]