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Libro biblico numero 40: Matteo

Libro biblico numero 40: Matteo

Libro biblico numero 40: Matteo

Scrittore: Matteo

Dove fu scritto: Palestina

Quando fu completato: ca. 41 E.V.

Tempo a cui si riferisce: 2 a.E.V.–33 E.V.

1. (a) Quale promessa Geova ha posto davanti al genere umano dall’Eden in poi? (b) In che modo la speranza nel Messia fu resa ben salda fra gli ebrei?

DAL tempo della ribellione in Eden, Geova ha posto davanti al genere umano la confortante promessa che per mezzo del Seme della sua “donna” libererà tutti quelli che amano la giustizia. Egli si propose di suscitare questo Seme o Messia dalla nazione di Israele. Col passar dei secoli fece scrivere dagli ispirati scrittori ebrei decine e decine di profezie indicanti che il Seme sarebbe stato Re del Regno di Dio e avrebbe agito per la santificazione del nome di Geova, in modo da eliminare per sempre il biasimo accumulato su di esso. Per mezzo di questi profeti furono forniti molti particolari riguardo a colui che sarebbe stato il rivendicatore di Geova e che avrebbe recato la liberazione da timore, oppressione, peccato e morte. Con il completamento delle Scritture Ebraiche fu resa ben salda fra gli ebrei la speranza nel Messia.

2. Perché si può dire che quando apparve il Messia le circostanze erano ideali per la divulgazione della buona notizia?

2 Frattanto la scena del mondo era cambiata. Dio aveva diretto le nazioni in preparazione della comparsa del Messia, e ora le circostanze erano ideali per la divulgazione in lungo e in largo della notizia di quell’evento. La quinta potenza mondiale, la Grecia, aveva fornito una lingua comune, un mezzo di comunicazione universale fra le nazioni. Roma, la sesta potenza mondiale, aveva unito le nazioni ad essa soggette in un impero mondiale e aveva costruito strade per rendere accessibili tutte le parti dell’impero. Molti ebrei erano stati dispersi in questo vasto impero, così che altri avevano appreso della loro attesa di un Messia avvenire. Ed ora, più di 4.000 anni dopo la promessa edenica, il Messia era apparso! Il promesso Seme, da lungo tempo atteso, era venuto! Allorché il Messia adempì fedelmente la volontà del Padre suo qui sulla terra, ebbero luogo i più importanti avvenimenti mai verificatisi nella storia umana fino ad allora.

3. (a) Quale provvedimento prese Geova perché i particolari della vita di Gesù venissero messi per iscritto? (b) Che cosa distingue ciascun Vangelo, e perché tutt’e quattro sono necessari?

3 Era di nuovo tempo di comporre scritti ispirati per narrare questi memorabili avvenimenti. Lo spirito di Geova ispirò quattro uomini fedeli perché scrivessero racconti indipendenti, provvedendo così una quadruplice testimonianza che Gesù era il Messia, il promesso Seme e Re, e fornendo i particolari della sua vita, del suo ministero, della sua morte e della sua risurrezione. Questi racconti sono chiamati Vangeli. La parola “vangelo” significa “buona notizia”. Anche se i quattro Vangeli sono paralleli e spesso riferiscono gli stessi avvenimenti, non sono affatto semplici copie l’uno dell’altro. I primi tre sono di solito chiamati “sinottici” (dal greco sỳnopsis, che significa “veduta d’insieme”), perché narrano la vita di Gesù sulla terra secondo un’impostazione simile. Ma ognuno dei quattro scrittori — Matteo, Marco, Luca e Giovanni — narra la sua propria storia del Cristo. Ciascuno ha il suo particolare tema e obiettivo, riflette la sua personalità e tiene presenti i suoi immediati lettori. Più esaminiamo i loro scritti, più apprezziamo le peculiarità di ciascuno e ci rendiamo conto che questi quattro libri ispirati della Bibbia costituiscono racconti indipendenti, complementari e armoniosi della vita di Gesù Cristo.

4. Cosa si sa dello scrittore del primo Vangelo?

4 Il primo a mettere per iscritto la buona notizia intorno al Cristo fu Matteo. Il suo nome probabilmente è una forma abbreviata dell’ebraico “Mattitia”, che significa “dono di Geova”. Matteo fu uno dei dodici apostoli scelti da Gesù. Ebbe una relazione stretta e intima con il Signore mentre questi viaggiava per tutta la Palestina predicando e insegnando in merito al Regno di Dio. Prima di divenire discepolo di Gesù, Matteo era stato esattore di tasse, occupazione che i giudei detestavano perché rammentava loro di continuo che non erano liberi ma sotto la dominazione imperiale di Roma. Matteo era anche chiamato Levi ed era figlio di Alfeo. Accolse prontamente l’invito di Gesù a seguirlo. — Matt. 9:9; Mar. 2:14; Luca 5:27-32.

5. Perché è certo che fu Matteo a scrivere il primo Vangelo?

5 Benché il Vangelo attribuito a Matteo non lo nomini come scrittore, la testimonianza degli storici della chiesa primitiva dimostra al di là di ogni dubbio che fu lui a scriverlo. Forse per nessun libro antico l’identità dello scrittore è stata stabilita con tanta chiarezza e unanimità come per il libro di Matteo. Dal tempo di Papia di Gerapoli (inizi del II secolo E.V.) in poi abbiamo una serie di antiche testimonianze comprovanti che Matteo scrisse questo Vangelo e che esso è parte autentica della Parola di Dio. La Cyclopedia di McClintock e Strong dichiara: “Passi di Matteo sono citati da Giustino Martire, dall’autore dell’Epistola a Diogneto . . . , da Egesippo, Ireneo, Taziano, Atenagora, Teofilo, Clemente, Tertulliano e Origene. Che il libro in nostro possesso non abbia subìto nessun improvviso cambiamento è per noi un dato di fatto non semplicemente per il contenuto di queste citazioni, ma anche per la loro stessa natura, per la fiducia con cui si fa riferimento ad esso come a un’autorità certa, per l’assenza di qualsiasi ombra di dubbio”. * Il fatto che Matteo fu un apostolo e che, come tale, ebbe su di sé lo spirito di Dio ci assicura che scrisse un racconto fedele.

6, 7. (a) Quando e in che lingua fu scritto in origine il Vangelo di Matteo? (b) Che cosa indica che fu scritto in primo luogo per gli ebrei? (c) Nella Traduzione del Nuovo Mondo, quante volte questo Vangelo contiene il nome Geova, e perché?

6 Matteo scrisse il suo libro in Palestina. L’anno esatto non si conosce, ma le annotazioni alla fine di alcuni manoscritti (tutti successivi al X secolo E.V.) dicono che fu il 41 E.V. Esistono prove che in origine Matteo scrisse il suo Vangelo nell’ebraico comune del suo tempo e in seguito lo tradusse in greco. Nella sua opera De viris inlustribus (Sugli uomini illustri), capitolo III, Girolamo afferma: “Matteo, detto anche Levi, da pubblicano fattosi Apostolo, fu il primo in Giudea che scrisse il Vangelo di Cristo, nella lingua degli Ebrei, per quelli che s’erano convertiti dal giudaismo”. * Girolamo aggiunge che il testo ebraico di questo Vangelo era conservato ai suoi giorni (IV e V secolo E.V.) nella biblioteca che Panfilo aveva creato a Cesarea.

7 All’inizio del III secolo Origene, commentando i Vangeli, scrisse, secondo una citazione che ne fa Eusebio di Cesarea: “Per primo fu scritto quello Secondo Matteo, il quale . . . lo pubblicò per i fedeli provenienti dal Giudaismo, dopo averlo composto nella lingua degli Ebrei”. * Che sia stato scritto tenendo presenti in primo luogo gli ebrei è evidente dalla genealogia che riporta — la quale mostra la discendenza legale di Gesù a partire da Abraamo — e dai numerosi riferimenti che fa alle Scritture Ebraiche per indicare che esse additavano la venuta del Messia. È ragionevole credere che Matteo abbia usato il nome divino Geova nella forma del Tetragramma nel citare passi delle Scritture Ebraiche che lo contenevano. Per questo nella Traduzione del Nuovo Mondo il libro di Matteo contiene 18 volte il nome Geova, come fa anche la versione ebraica di Matteo prodotta in origine da F. Delitzsch nel XIX secolo. Matteo avrà avuto lo stesso atteggiamento di Gesù verso il nome divino e non si sarà trattenuto dall’usarlo a motivo di una diffusa superstizione giudaica. — Matt. 6:9; Giov. 17:6, 26.

8. In che modo il fatto che Matteo era stato un esattore di tasse si riflette nel suo Vangelo?

8 Poiché Matteo era stato un esattore di tasse, era naturale che fosse accurato in materia di denaro, cifre e valori. (Matt. 17:27; 26:15; 27:3) Egli apprezzava profondamente la misericordia di Dio che aveva consentito a lui, disprezzato esattore di tasse, di divenire ministro della buona notizia e intimo compagno di Gesù. Troviamo così che Matteo è l’unico degli evangelisti a riferire che Gesù insisté ripetutamente sul fatto che oltre al sacrificio ci vuole misericordia. (9:9-13; 12:7; 18:21-35) Matteo fu molto incoraggiato dall’immeritata benignità di Geova e appropriatamente riporta alcune delle più confortanti parole proferite da Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, poiché io sono d’indole mite e modesto di cuore, e troverete ristoro per le anime vostre. Poiché il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero”. (11:28-30) Come dovettero essere ristoratrici queste affettuose parole per l’ex esattore di tasse, al quale, senza dubbio, i connazionali non avevano rivolto che insulti!

9. Quale tema e quale stile caratterizzano l’esposizione del libro di Matteo?

9 Matteo mise particolarmente in risalto che il tema dell’insegnamento di Gesù era “il regno dei cieli”. (4:17) Per lui Gesù era il Re-Predicatore. Usò il termine “regno” così spesso (più di 50 volte) che il suo Vangelo potrebbe chiamarsi il Vangelo del Regno. Matteo si preoccupò più di esporre i discorsi e i sermoni pubblici di Gesù in ordine logico che non in stretta successione cronologica. Per evidenziare il tema del Regno, nei primi 18 capitoli Matteo non segue uno schema cronologico. Comunque, gli ultimi dieci capitoli (19–28) seguono in genere l’ordine cronologico, oltre a dare ancora enfasi al Regno.

10. In che percentuale il contenuto di Matteo è unico, e a quale periodo si riferisce?

10 Il 42 per cento del materiale contenuto nel Vangelo di Matteo non si trova in nessuno degli altri tre Vangeli. * Questo comprende almeno dieci parabole o illustrazioni: le zizzanie nel campo (13:24-30), il tesoro nascosto (13:44), la perla di alto valore (13:45, 46), la rete a strascico (13:47-50), lo schiavo spietato (18:23-35), gli operai e il denaro (20:1-16), il padre e i due figli (21:28-32), il matrimonio del figlio del re (22:1-14), le dieci vergini (25:1-13) e i talenti (25:14-30). Nell’insieme il contenuto del libro abbraccia il periodo che va dalla nascita di Gesù, nel 2 a.E.V., all’adunanza che tenne con i discepoli subito prima della sua ascensione nel 33 E.V.

CONTENUTO DI MATTEO

11. (a) Come inizia logicamente il Vangelo di Matteo, e quali primi avvenimenti della vita di Gesù narra? (b) Quali sono alcuni adempimenti profetici sui quali Matteo richiama la nostra attenzione?

11 Presentazione di Gesù e della notizia del “regno dei cieli” (1:1–4:25). Logicamente Matteo inizia con la genealogia di Gesù, per provare il diritto legale di Gesù quale erede di Abraamo e di Davide. Viene così catturata l’attenzione del lettore ebreo. Leggiamo quindi del miracoloso concepimento di Gesù, della sua nascita a Betleem, della visita degli astrologi, della strage ordinata dall’adirato Erode di tutti i bambini maschi di Betleem dai due anni in giù, della fuga in Egitto di Giuseppe e Maria con il bambino e del loro successivo ritorno per dimorare a Nazaret. Matteo si premura di richiamare l’attenzione sull’adempimento delle profezie per dimostrare che Gesù è il predetto Messia. — Matt. 1:23Isa. 7:14; Matt. 2:1-6Mic. 5:2; Matt. 2:13-18Osea 11:1 e Ger. 31:15; Matt. 2:23Isa. 11:1, nota in calce.

12. Cosa accade al battesimo di Gesù e immediatamente dopo?

12 Il racconto di Matteo fa ora un salto di quasi 30 anni. Giovanni il Battezzatore predica nel deserto della Giudea: “Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato”. (Matt. 3:2) Egli battezza nel Giordano i giudei pentiti e avverte i farisei e i sadducei dell’ira avvenire. Gesù viene dalla Galilea ed è battezzato. Immediatamente lo spirito di Dio scende su di lui e una voce dai cieli dice: “Questo è mio Figlio, il diletto, che io ho approvato”. (3:17) Gesù è quindi condotto nel deserto, dove, dopo aver digiunato per 40 giorni, viene tentato da Satana il Diavolo. Tre volte respinge Satana citando la Parola di Dio, e alla fine gli dice: “Va via, Satana! Poiché è scritto: ‘Devi adorare Geova il tuo Dio, e a lui solo devi rendere sacro servizio’”. — 4:10.

13. Quale elettrizzante campagna ha ora inizio in Galilea?

13 “Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato”. Queste elettrizzanti parole vengono ora proclamate in Galilea dall’unto Gesù. Egli chiama quattro pescatori invitandoli a lasciare le loro reti e a seguirlo per divenire “pescatori di uomini”, e viaggia con loro “per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, e predicando la buona notizia del regno e guarendo fra il popolo ogni sorta di malattia e ogni sorta d’infermità”. — 4:17, 19, 23.

14. Nel Sermone del Monte, di quali felicità parla Gesù, e cosa dice della giustizia?

14 Il Sermone del Monte (5:1–7:29). Mentre le folle iniziano a seguirlo, Gesù sale sul monte, si siede e comincia a insegnare ai suoi discepoli. Inizia questo entusiasmante discorso enunciando nove ‘felicità’: Felici quelli che si rendono conto del loro bisogno spirituale, quelli che fanno cordoglio, quelli che sono d’indole mite, quelli che hanno fame e sete di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, i pacifici, quelli perseguitati a causa della giustizia e quelli che sono biasimati e contro i quali si dicono menzogne. “Rallegratevi e saltate per la gioia, perché la vostra ricompensa è grande nei cieli”. Egli definisce i suoi discepoli “il sale della terra” e “la luce del mondo” e spiega quale giustizia, così diversa dal formalismo degli scribi e dei farisei, è richiesta per entrare nel Regno dei cieli. “Voi dovete dunque essere perfetti, come è perfetto il vostro Padre celeste”. — 5:12-14, 48.

15. Cos’ha da dire Gesù circa la preghiera e il Regno?

15 Gesù mette in guardia contro i doni e le preghiere ipocrite. Insegna ai discepoli a pregare per la santificazione del nome del Padre, per la venuta del Suo Regno e per il loro sostentamento quotidiano. In tutto il sermone Gesù dà risalto al Regno. Ammonisce i suoi seguaci di non preoccuparsi delle ricchezze materiali e di non lavorare semplicemente per esse, poiché il Padre sa quali sono i loro effettivi bisogni. “Continuate dunque”, egli dice, “a cercare prima il regno e la Sua giustizia, e tutte queste altre cose vi saranno aggiunte”. — 6:33.

16. (a) Quale consiglio dà Gesù sui rapporti con gli altri, e cosa dice riguardo a quelli che ubbidiscono alla volontà di Dio e a quelli che non ubbidiscono? (b) Che effetto ha il suo sermone?

16 Il Signore dà un consiglio sui rapporti con gli altri, dicendo: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro”. I pochi a trovare la via della vita saranno quelli che fanno la volontà del Padre suo. Gli operatori d’illegalità si riconosceranno dai loro frutti e verranno rigettati. Gesù paragona chi ubbidisce alle sue parole a “un uomo discreto, che edificò la sua casa sul masso di roccia”. Che effetto ha questo discorso sulle folle in ascolto? Sono “stupite del suo modo d’insegnare”, poiché egli insegna “come una persona che ha autorità, e non come i loro scribi”. — 7:12, 24-29.

17. Come dimostra Gesù la sua autorità quale Messia, e quale amorevole interessamento esprime?

17 Estesa la predicazione del Regno (8:1–11:30). Gesù compie molti miracoli: sana lebbrosi, paralitici e persone possedute da demoni. Dimostra addirittura di avere autorità sul vento e sulle onde calmando una tempesta, e risuscita una ragazza. Che compassione prova Gesù per le folle vedendole così mal ridotte e disperse, “come pecore senza pastore”! Ai discepoli dice: “La messe è grande, ma gli operai sono pochi. Implorate perciò il Signore della messe che mandi operai nella sua messe”. — 9:36-38.

18. (a) Quali istruzioni e ammonimenti dà Gesù agli apostoli? (b) Perché sono guai per “questa generazione”?

18 Gesù sceglie e incarica i dodici apostoli. Dà loro precise istruzioni su come compiere la loro opera e mette in risalto la dottrina centrale del loro insegnamento: “Mentre andate, predicate, dicendo: ‘Il regno dei cieli si è avvicinato’”. Dà loro saggi e amorevoli ammonimenti: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. “Mostratevi cauti come serpenti e innocenti come colombe”. Saranno odiati e perseguitati, perfino da parenti stretti, ma Gesù rammenta loro: “Chi avrà trovato la sua anima la perderà, e chi avrà perduto la sua anima per causa mia la troverà”. (10:7, 8, 16, 39) Essi si mettono in cammino, per insegnare e predicare nelle città loro assegnate. Gesù identifica Giovanni il Battezzatore come il messaggero mandato davanti a lui, il promesso “Elia”, ma “questa generazione” non accetta né Giovanni né lui, il Figlio dell’uomo. (11:14, 16) Guai, dunque, a questa generazione e alle città che non si sono pentite alla vista delle sue opere potenti! Ma quelli che divengono suoi discepoli troveranno ristoro per la loro anima.

19. Quando i farisei criticano Gesù per ciò che fa di sabato, come li condanna egli?

19 Confutati e condannati i farisei (12:1-50). I farisei cercano di cogliere in fallo Gesù sulla questione del sabato, ma egli confuta le loro accuse e condanna aspramente la loro ipocrisia. Dice loro: “Progenie di vipere, come potete dire cose buone, se siete malvagi? Poiché dall’abbondanza del cuore la bocca parla”. (12:34) Non sarà dato loro nessun segno eccetto quello del profeta Giona: il Figlio dell’uomo starà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.

20. (a) Perché Gesù parla mediante illustrazioni? (b) Quali illustrazioni sul tema del Regno pronuncia quindi Gesù?

20 Sette illustrazioni sul Regno (13:1-58). Perché Gesù parla mediante illustrazioni? Ai suoi discepoli spiega: “A voi è concesso di capire i sacri segreti del regno dei cieli, ma a loro non è concesso”. Dichiara felici i suoi discepoli perché vedono e odono. Quale ristoratrice istruzione provvede quindi loro! Dopo aver spiegato l’illustrazione del seminatore, Gesù pronuncia quelle delle zizzanie nel campo, del granello di senape, del lievito, del tesoro nascosto, della perla di alto valore e della rete a strascico, che rappresentano tutte qualcosa che ha relazione col “regno dei cieli”. Comunque, la gente inciampa in Gesù, ed egli dice loro: “Un profeta non è privo di onore se non nel proprio territorio e nella propria casa”. — 13:11, 57.

21. (a) Quali miracoli compie Gesù, e cosa dimostrano questi circa la sua identità? (b) Quale visione viene data riguardo alla venuta del Figlio dell’uomo nel suo Regno?

21 “Il Cristo” prosegue il suo ministero e compie altri miracoli (14:1–17:27). Gesù è molto addolorato per la notizia che Giovanni il Battezzatore è stato decapitato per ordine del pusillanime Erode Antipa. Dà miracolosamente da mangiare a una folla di oltre 5.000 persone, cammina sul mare, respinge altre critiche dei farisei — i quali, egli spiega, ‘trasgrediscono il comandamento di Dio a causa della loro tradizione’ — sana un’indemoniata e guarisce “zoppi, storpi, ciechi, muti e molti altri”, e di nuovo dà da mangiare a oltre 4.000 persone con sette pani e alcuni pesciolini. (15:3, 30) Rispondendo a una domanda di Gesù, Pietro lo identifica dicendo: “Tu sei il Cristo, il Figlio dell’Iddio vivente”. Gesù loda Pietro e dichiara: “Su questo masso di roccia edificherò la mia congregazione”. (16:16, 18) Gesù comincia ora a parlare della sua prossima morte e della sua risurrezione il terzo giorno. Ma promette anche che alcuni suoi discepoli “non gusteranno affatto la morte prima di aver visto il Figlio dell’uomo venire nel suo regno”. (16:28) Sei giorni dopo Gesù porta Pietro, Giacomo e Giovanni su un alto monte perché lo vedano trasfigurato nella gloria. In una visione essi vedono Mosè ed Elia che conversano con lui, e odono una voce dal cielo dire: “Questo è mio Figlio, il diletto, che io ho approvato; ascoltatelo”. Dopo essere scesi dal monte, Gesù dice loro che il promesso “Elia” è già venuto, ed essi comprendono che sta parlando di Giovanni il Battezzatore. — 17:5, 12.

22. Cosa consiglia Gesù riguardo al perdono?

22 Gesù dà consigli ai discepoli (18:1-35). Mentre è a Capernaum, Gesù parla ai discepoli dell’umiltà, della grande gioia che si prova ricuperando una pecora smarrita e di come risolvere le questioni tra fratelli. Pietro domanda: ‘Quante volte devo perdonare il mio fratello?’ Gesù risponde: “Io non ti dico: Fino a sette volte, ma: Fino a settantasette volte”. Per rendere ancora più chiaro il concetto, Gesù pronuncia l’illustrazione dello schiavo a cui il padrone aveva annullato un debito di 60 milioni di denari. Questo schiavo fece poi mettere in prigione un compagno di schiavitù per un debito di soli 100 denari e, di conseguenza, pure lo schiavo spietato fu consegnato ai carcerieri. * Gesù spiega: “In maniera simile anche il mio Padre celeste agirà con voi, se non perdonate di cuore ciascuno al proprio fratello”. — 18:21, 22, 35.

23. Cosa spiega Gesù circa il divorzio e la via della vita?

23 Ultimi giorni del ministero di Gesù (19:1–22:46). Il ritmo degli avvenimenti si fa incalzante e la tensione sale mentre gli scribi e i farisei si adirano sempre più per il ministero di Gesù. Cercano di coglierlo in fallo sulla questione del divorzio, ma non ci riescono; Gesù mostra che l’unico motivo scritturale di divorzio è la fornicazione. Un giovane ricco va da Gesù e gli chiede cosa deve fare per avere la vita eterna, ma se ne va afflitto quando apprende che deve vendere tutto ciò che ha e divenire seguace di Gesù. Dopo aver pronunciato l’illustrazione degli operai e del denaro, Gesù parla di nuovo della sua morte e risurrezione, e dice: “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti”. — 20:28.

24. All’inizio dell’ultima settimana della sua vita umana, quali incontri ha Gesù con gli oppositori religiosi, e come risponde alle loro domande?

24 Ha ora inizio l’ultima settimana della vita umana di Gesù. Egli fa il suo ingresso trionfale a Gerusalemme come ‘Re, montato sopra un puledro d’asina’. (21:4, 5) Purifica il tempio dai cambiamonete e da altri profittatori, e l’odio dei suoi nemici cresce allorché dice loro: “Gli esattori di tasse e le meretrici vanno davanti a voi nel regno di Dio”. (21:31) Le sue appropriate illustrazioni della vigna e della festa nuziale colpiscono il segno. Abilmente risponde alla domanda dei farisei sulle tasse, dicendo loro di rendere “a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio”. (22:21) In maniera simile elude la domanda tranello dei sadducei e conferma la speranza della risurrezione. Di nuovo i farisei vanno da Gesù con una domanda sulla Legge, ed egli dice loro che il più grande comandamento è di amare Geova in maniera completa, e il secondo è di amare il prossimo come se stessi. Gesù quindi chiede loro: ‘Come può il Cristo essere sia figlio di Davide che suo Signore?’ Nessuno è in grado di rispondere, e da allora in poi nessuno osa più interrogarlo. — 22:45, 46.

25. Quale tremenda invettiva lancia Gesù contro gli scribi e i farisei?

25 ‘Guai a voi, ipocriti’ (23:1–24:2). Parlando alle folle nel tempio, Gesù lancia un’altra tremenda invettiva contro gli scribi e i farisei. Non solo si sono dimostrati indegni di entrare nel Regno, ma usano tutta la loro astuzia per impedire ad altri di entrarvi. Proprio come sepolcri imbiancati, appaiono belli di fuori ma di dentro sono pieni di corruzione e putridume. Gesù conclude con questo giudizio contro Gerusalemme: “La vostra casa vi è abbandonata”. (23:38) Mentre lascia il tempio, Gesù ne profetizza la distruzione.

26. Quale segno profetico dà Gesù circa la sua presenza nella gloria del Regno?

26 Gesù dà il ‘segno della sua presenza’ (24:3–25:46). Sul Monte degli Ulivi i discepoli interrogano Gesù intorno al ‘segno della sua presenza e del termine del sistema di cose’. Rispondendo, egli indica un tempo che vedrà guerre, “nazione contro nazione e regno contro regno”, penuria di viveri, terremoti, aumento dell’illegalità, la predicazione in tutta la terra di “questa buona notizia del regno”, la costituzione dello “schiavo fedele e discreto”, e molti altri aspetti del segno composito. (24:3, 7, 14, 45-47) Gesù conclude questa importante profezia con l’illustrazione delle dieci vergini e con quella dei talenti, che offrono gioiose ricompense a coloro che si mantengono desti e fedeli, e con l’illustrazione delle pecore e dei capri, secondo cui le persone paragonabili a capri andranno “allo stroncamento eterno, ma i giusti alla vita eterna”. — 25:46.

27. Quali avvenimenti contrassegnano l’ultimo giorno di Gesù sulla terra?

27 Avvenimenti dell’ultimo giorno di Gesù (26:1–27:66). Dopo aver celebrato la Pasqua, Gesù istituisce qualcosa di nuovo con i suoi apostoli fedeli, invitandoli a prendere del pane non lievitato e del vino quali simboli del suo corpo e del suo sangue. Vanno quindi nel Getsemani, dove Gesù prega. Qui arriva Giuda con una folla armata e tradisce Gesù con un bacio ipocrita. Gesù viene portato dal sommo sacerdote, e i capi sacerdoti e l’intero Sinedrio cercano di trovare falsi testimoni contro di lui. Come Gesù ha predetto, Pietro, messo alla prova, lo rinnega. Giuda, in preda al rimorso, getta il denaro del suo tradimento nel tempio e va a impiccarsi. La mattina Gesù viene portato davanti al governatore romano Pilato, il quale, dietro pressione della folla istigata dai sacerdoti che grida: “Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli”, lo consegna perché sia messo al palo. I soldati del governatore si fanno beffe della sua regalità e poi lo portano al Golgota, dove viene messo al palo fra due ladroni, con una scritta al di sopra della testa che dice: “Questo è Gesù, il re dei giudei”. (27:25, 37) Dopo ore di tortura, Gesù infine muore verso le tre del pomeriggio ed è posto quindi nella tomba commemorativa nuova appartenente a Giuseppe di Arimatea. È stato il giorno più memorabile di tutta la storia!

28. Con quale straordinaria notizia Matteo giunge al punto culminante del suo racconto, e con quale incarico termina?

28 Risurrezione di Gesù e istruzioni finali (28:1-20). Matteo giunge al punto culminante del suo racconto con la più straordinaria delle notizie. Gesù, che era morto, è stato risuscitato: è di nuovo vivente! Di buon’ora il primo giorno della settimana, Maria Maddalena e “l’altra Maria” si recano alla tomba e odono dall’angelo l’annuncio di questo evento gioioso. (28:1) Per confermarlo, Gesù stesso appare loro. I nemici cercano addirittura di contrastare la realtà della sua risurrezione, corrompendo i soldati che sono stati di guardia alla tomba affinché dicano: “I suoi discepoli son venuti di notte e lo hanno rubato mentre noi eravamo addormentati”. In seguito, in Galilea, Gesù tiene un’altra adunanza con i discepoli. Quali sono le sue ultime istruzioni per loro? Queste: “Andate . . . fate discepoli di persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo”. Avrebbero avuto una guida in quest’opera di predicazione? L’ultima espressione di Gesù che Matteo riferisce dà questa assicurazione: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino al termine del sistema di cose”. — 28:13, 19, 20.

PERCHÉ È UTILE

29. (a) In che senso il libro di Matteo fa da ponte fra le Scritture Ebraiche e quelle Greche Cristiane? (b) Quale privilegio che ebbe Gesù è tuttora offerto ai cristiani?

29 Il libro di Matteo, il primo dei quattro Vangeli, costituisce davvero un eccellente ponte fra le Scritture Ebraiche e le Scritture Greche Cristiane. Identifica in maniera inequivocabile il Messia e Re del promesso Regno di Dio, fa conoscere i requisiti per divenire suoi seguaci e spiega l’opera che questi ultimi devono compiere sulla terra. Prima Giovanni il Battezzatore, quindi Gesù e infine i suoi discepoli predicarono: “Il regno dei cieli si è avvicinato”. Inoltre il comando di Gesù si estende fino al termine del sistema di cose: “E questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. È stato davvero, ed è tuttora, un grande e meraviglioso privilegio partecipare a quest’opera del Regno, che include il ‘fare discepoli di persone di tutte le nazioni’, prendendo a modello il Maestro. — 3:2; 4:17; 10:7; 24:14; 28:19.

30. Di quale particolare brano di Matteo viene riconosciuto il valore pratico?

30 Il Vangelo di Matteo è veramente una “buona notizia”. Il suo messaggio ispirato fu una “buona notizia” per quelli che lo presero a cuore nel I secolo dell’era volgare, e Geova Dio ha fatto in modo che fosse preservato come “buona notizia” fino a questo giorno. Perfino non cristiani sono stati costretti a riconoscere la potenza di questo Vangelo, come ad esempio il leader indù Mohandas Gandhi, che disse: “Abbeveratevi senza meno alle fonti che trovate nel Sermone del Monte . . . L’insegnamento del Sermone è infatti rivolto a ciascuno di noi individualmente”. *

31. Chi apprezza veramente i consigli di Matteo, e perché è utile studiare questo Vangelo più volte?

31 Il mondo intero, però, compresa quella parte che asserisce di essere cristiana, continua ad avere problemi. Solo una piccola minoranza di veri cristiani apprezza, studia e osserva il Sermone del Monte e tutti gli altri sani consigli della buona notizia secondo Matteo, traendone inestimabili benefìci. È utile studiare più volte gli eccellenti consigli di Gesù su come trovare la vera felicità, nonché su argomenti come morale e matrimonio, potere dell’amore, preghiere accettevoli, valori spirituali al di sopra di quelli materiali, cercare prima il Regno, avere rispetto per le cose sante ed essere vigili e ubbidienti. Il capitolo 10 di Matteo riporta le istruzioni sul servizio date da Gesù a coloro che iniziano a predicare la buona notizia del “regno dei cieli”. Le molte parabole di Gesù contengono lezioni essenziali per tutti quelli che ‘hanno orecchi per udire’. Per di più, le profezie di Gesù, come la sua particolareggiata predizione del ‘segno della sua presenza’, rafforzano la speranza e la fiducia nel futuro. — 5:1–7:29; 10:5-42; 13:1-58; 18:1–20:16; 21:28–22:40; 24:3–25:46.

32. (a) Illustrate come le profezie adempiute danno prova che Gesù è il Messia. (b) Quale vigorosa assicurazione ci danno oggi questi adempimenti?

32 Il Vangelo di Matteo abbonda di profezie adempiute. Molte sue citazioni delle ispirate Scritture Ebraiche hanno lo scopo di evidenziare questi adempimenti. Forniscono una prova inconfutabile che Gesù è il Messia, poiché sarebbe stato assolutamente impossibile predisporre artificiosamente tutti questi particolari. Confrontate ad esempio Matteo 13:14, 15 con Isaia 6:9, 10; Matteo 21:42 con Salmo 118:22, 23; e Matteo 26:31, 56 con Zaccaria 13:7. Questi adempimenti ci danno inoltre la vigorosa assicurazione che tutte le profezie fatte da Gesù stesso, riferite da Matteo, devono avverarsi al tempo stabilito, man mano che si realizzano i gloriosi propositi di Geova riguardo al “regno dei cieli”.

33. Per quale conoscenza e speranza possono ora esultare quelli che amano la giustizia?

33 Con che precisione Dio predisse la vita del Re del Regno, fin nei minimi particolari! Con che precisione l’ispirato Matteo mise fedelmente per iscritto l’adempimento di queste profezie! Mentre riflettono su tutti gli adempimenti profetici e le promesse contenuti nel libro di Matteo, quelli che amano la giustizia possono realmente esultare per la conoscenza e la speranza del “regno dei cieli” quale strumento di Geova per la santificazione del suo nome. Sarà questo Regno retto da Gesù Cristo a portare agli uomini d’indole mite e spiritualmente affamati indicibili benedizioni di vita e felicità “nella ricreazione, quando il Figlio dell’uomo sederà sul suo glorioso trono”. (Matt. 19:28) Tutto ciò è contenuto nella stimolante buona notizia “secondo Matteo”.

[Note in calce]

^ par. 5 Ristampa 1981, vol. V, p. 895.

^ par. 6 Opere scelte di San Girolamo, a cura di E. Camisani, Torino, 1971, vol. I, pp. 114-15.

^ par. 7 Storia ecclesiastica, VI, XXV, 3-6, trad. di F. Maspero e M. Ceva, Milano, 1979.

^ par. 10 B. F. Westcott, Introduction to the Study of the Gospels, 1896, p. 201.

^ par. 22 Al tempo di Gesù un denaro era pari al salario di una giornata; perciò 100 denari equivalevano all’incirca a un terzo del salario di un anno. Per accumulare una somma pari a sessanta milioni di denari ci sarebbero volute migliaia di vite. — Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. 1, pp. 677-8.

^ par. 30 C. F. Andrews, Mahatma Gandhi’s Ideas, 1930, p. 96.

[Domande per lo studio]