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Libro biblico numero 42: Luca

Libro biblico numero 42: Luca

Libro biblico numero 42: Luca

Scrittore: Luca

Dove fu scritto: Cesarea

Quando fu completato: ca. 56–58 E.V.

Tempo a cui si riferisce: 3 a.E.V.–33 E.V.

1. Che specie di Vangelo scrisse Luca?

IL VANGELO di Luca fu scritto da un uomo dalla mente acuta e dal cuore sensibile, e questo ottimo abbinamento di qualità, sotto la guida dello spirito di Dio, diede luogo a un racconto che è sia accurato sia pieno di calore e sentimento. Nei versetti iniziali Luca dice: “Ho deciso anch’io, avendo seguito con accuratezza ogni cosa dall’inizio, di scriverteli in ordine logico”. La sua esposizione particolareggiata e meticolosa corrobora pienamente questa affermazione. — Luca 1:3.

2, 3. Quali prove esterne ed interne indicano che il medico Luca fu lo scrittore di questo Vangelo?

2 Benché nel racconto Luca non sia mai nominato, le antiche fonti concordano nel dire che egli ne fu lo scrittore. Questo Vangelo è attribuito a Luca nel Frammento Muratoriano (ca. 170 E.V.) e fu accettato da scrittori del II secolo come Ireneo e Clemente Alessandrino. Anche le prove interne indicano chiaramente Luca. Paolo parla di lui in Colossesi 4:14 come di “Luca, il diletto medico”, e la sua opera rivela l’erudizione che ci si aspetterebbe da una persona istruita come un medico. La sua ottima scelta di parole e il suo ampio vocabolario, più esteso di quello degli altri tre evangelisti messi insieme, gli permettono di trattare il suo importante argomento nella maniera più attenta e approfondita. La parabola del figlio prodigo è considerata da alcuni il più bel racconto che sia mai stato scritto.

3 Luca usa più di 300 termini medici, o parole a cui dà un significato medico, che non sono usati nello stesso modo (seppure lo sono) dagli altri scrittori delle Scritture Greche Cristiane. * Per esempio, quando parla della lebbra Luca non usa sempre lo stesso termine come gli altri. Per loro la lebbra è lebbra, mentre per il medico ci sono diversi stadi della malattia, come quando Luca parla di “un uomo pieno di lebbra”. Lazzaro, egli dice, era “pieno di ulcere”. Nessun altro degli evangelisti dice che la suocera di Pietro aveva la “febbre alta”. (5:12; 16:20; 4:38) Sebbene gli altri tre narrino che Pietro tagliò l’orecchio allo schiavo del sommo sacerdote, solo Luca menziona che Gesù lo sanò. (22:51) È da medico dire che una donna “da diciotto anni aveva uno spirito di debolezza, ed era piegata in due e non poteva drizzarsi affatto”. E chi se non “Luca, il diletto medico”, avrebbe narrato nei particolari il pronto soccorso portato a un uomo dal samaritano che “fasciò le sue ferite, versando su di esse olio e vino”? — 13:11; 10:34.

4. Quando, probabilmente, fu scritto Luca, e quali fatti sostengono questa opinione?

4 Quando fu scritto il Vangelo di Luca? Atti 1:1 indica che lo scrittore di Atti (sempre Luca) aveva composto in precedenza “il primo racconto”, il Vangelo. Atti fu completato molto probabilmente verso il 61 E.V. mentre Luca era a Roma con Paolo, che era in attesa di essere convocato da Cesare, al quale si era appellato. Quindi il Vangelo fu scritto da Luca probabilmente a Cesarea verso il 56-58 E.V., dopo il suo ritorno con Paolo da Filippi alla fine del terzo viaggio missionario di Paolo e nei due anni in cui Paolo fu in prigione a Cesarea in attesa di essere portato a Roma per il suo appello. In questo periodo, trovandosi lì in Palestina, Luca era nella posizione ideale per ‘seguire con accuratezza ogni cosa dall’inizio’ riguardo alla vita e al ministero di Gesù. Pare così che il racconto di Luca sia anteriore al Vangelo di Marco.

5. Attingendo a quali fonti Luca può aver “seguito con accuratezza” gli avvenimenti della vita di Gesù?

5 Naturalmente Luca non fu testimone oculare di tutti gli avvenimenti che narra nel suo Vangelo, non essendo uno dei dodici e probabilmente nemmeno un credente fin dopo la morte di Gesù. Comunque, operò in stretto contatto con Paolo nel campo missionario. (2 Tim. 4:11; Filem. 24) Perciò, come ci si potrebbe aspettare, il suo scritto rivela l’influenza di Paolo, e lo si può notare confrontando le due descrizioni del Pasto Serale del Signore, in Luca 22:19, 20 e in 1 Corinti 11:23-25. Come ulteriore fonte di informazioni, Luca può aver attinto al Vangelo di Matteo. Per ‘seguire con accuratezza ogni cosa’ egli potrebbe aver intervistato personalmente molti testimoni oculari degli avvenimenti della vita di Gesù, come i discepoli ancora in vita e forse anche Maria madre di Gesù. Possiamo essere sicuri che non lasciò nulla di intentato pur di raccogliere particolari degni di fede.

6. Che percentuale del contenuto del Vangelo di Luca non è menzionata altrove, e per chi scrisse Luca? Perché rispondete così?

6 Esaminando i quattro Vangeli si comprende che non sono semplici copie l’uno dell’altro e che gli scrittori non scrivono unicamente per moltiplicare le testimonianze di questi importantissimi eventi biblici. Alla sua narrazione Luca dà un’impronta molto personale. In tutto, il 59 per cento del contenuto del suo Vangelo non è menzionato altrove. Egli narra almeno sei specifici miracoli e una dozzina di illustrazioni che non sono menzionati negli altri Vangeli. Dedica un terzo del suo Vangelo alla narrazione e due terzi al dialogo; il suo Vangelo è il più lungo dei quattro. Matteo scrisse in primo luogo per gli ebrei e Marco per i lettori non ebrei, specialmente per i romani. Il Vangelo di Luca fu indirizzato all’“eccellentissimo Teofilo” e per mezzo di lui ad altri, sia ebrei che non ebrei. (Luca 1:3, 4) Rendendo il suo racconto di interesse universale, egli fa risalire la genealogia di Gesù ad “Adamo, figlio di Dio”, e non semplicemente ad Abraamo come invece fa Matteo, che scrisse specialmente per gli ebrei. Egli dà particolare risalto alle parole profetiche di Simeone, secondo cui Gesù sarebbe stato il mezzo per “rimuovere il velo dalle nazioni”, e dice che “ogni carne vedrà il mezzo di salvezza di Dio”. — 3:38; 2:29-32; 3:6.

7. Quale valida testimonianza c’è dell’autenticità del Vangelo di Luca?

7 In tutto il suo libro Luca dà prova delle sue notevoli doti di narratore, esponendo i fatti con ordine e accuratezza. Queste qualità di accuratezza e fedeltà costituiscono una prova convincente dell’autenticità degli scritti di Luca. Un uomo di legge osserva: “Mentre romanzi, leggende e false testimonianze fanno attenzione a situare gli avvenimenti narrati in qualche luogo remoto e in qualche tempo indefinito, trasgredendo in tal modo alle prime regole di una buona difesa che noi avvocati impariamo, cioè che ‘la dichiarazione deve indicare il tempo e il luogo’, le narrazioni bibliche ci indicano con la massima precisione il tempo e il luogo delle cose narrate”. * Come prova egli cita Luca 3:1, 2: “Nel quindicesimo anno del regno di Tiberio Cesare, quando Ponzio Pilato era governatore della Giudea, ed Erode era governante del distretto della Galilea, ma Filippo suo fratello era governante del distretto del paese dell’Iturea e della Traconitide, e Lisania era governante del distretto dell’Abilene, ai giorni del capo sacerdote Anna e di Caiafa, la dichiarazione di Dio fu rivolta a Giovanni figlio di Zaccaria nel deserto”. Qui non c’è nulla di indefinito in quanto al tempo e al luogo: Luca nomina non meno di sette funzionari pubblici permettendoci così di stabilire il tempo in cui ebbero inizio il ministero di Giovanni e quello di Gesù.

8. In che modo Luca indica “con accuratezza” il tempo della nascita di Gesù?

8 Luca ci dà anche due indicazioni per fissare il tempo della nascita di Gesù quando dice, in Luca 2:1, 2: “Or in quei giorni fu emanato da Cesare Augusto il decreto che tutta la terra abitata si registrasse; (questa prima registrazione ebbe luogo quando Quirinio era governatore della Siria)”. Fu allora che Giuseppe e Maria salirono a Betleem per il censimento, e Gesù nacque mentre erano lì. * Non possiamo che essere d’accordo con quel commentatore che ha detto: “Una delle prove più rigorose del senso storico di Luca è che egli riesce sempre a raggiungere una perfetta accuratezza”. * Dobbiamo riconoscere che Luca dice il vero quando afferma di aver “seguito con accuratezza ogni cosa dall’inizio”.

9. Quale profezia di Gesù, riportata da Luca, ebbe un rimarchevole adempimento nel 70 E.V.?

9 Luca indica inoltre come le profezie delle Scritture Ebraiche si adempirono accuratamente in Gesù Cristo. A questo riguardo egli cita l’ispirata testimonianza di Gesù. (24:27, 44) Per di più riporta fedelmente le profezie di Gesù stesso relative ad avvenimenti futuri, molte delle quali hanno già avuto un rimarchevole adempimento in tutti i particolari predetti. Per esempio, Gerusalemme fu circondata da opere d’assedio fatte con pali appuntiti e nel 70 E.V. perì in uno spaventoso olocausto, proprio come Gesù aveva predetto. (Luca 19:43, 44; 21:20-24; Matt. 24:2) Lo storico secolare Giuseppe Flavio, che fu testimone oculare mentre era con l’esercito romano, afferma che per procurarsi il legname la campagna fu spogliata degli alberi per un raggio di 16 chilometri, che la palizzata era lunga 7,2 chilometri, che molte donne e bambini morirono per la carestia e che più di 1.000.000 di ebrei persero la vita, mentre 97.000 furono presi prigionieri. Ancora oggi sull’Arco di Tito a Roma si può vedere raffigurata la processione trionfale dei romani col bottino di guerra preso dal tempio di Gerusalemme. * Possiamo essere sicuri che altre ispirate profezie riportate da Luca si adempiranno altrettanto accuratamente.

CONTENUTO DI LUCA

10. Cosa si accinse a fare Luca?

10 Introduzione di Luca (1:1-4). Luca dice di aver seguito con accuratezza tutte le cose dall’inizio e di aver deciso di scriverle in ordine logico affinché l’“eccellentissimo Teofilo . . . conosca appieno la certezza” di queste cose. — 1:3, 4.

11. Quali gioiosi avvenimenti sono narrati nel primo capitolo di Luca?

11 I primi anni della vita di Gesù (1:5–2:52). Un angelo appare all’anziano sacerdote Zaccaria con la gioiosa notizia che avrà un figlio a cui dovrà mettere nome Giovanni. Ma finché il bambino non nascerà, Zaccaria non potrà parlare. Come promesso, sua moglie Elisabetta rimane incinta, benché anche lei sia “avanti negli anni”. Circa sei mesi dopo, l’angelo Gabriele appare a Maria e le dice che concepirà mediante “la potenza dell’Altissimo” e genererà un figlio che dovrà essere chiamato Gesù. Maria va a trovare Elisabetta e, dopo un saluto gioioso, dichiara con giubilo: “La mia anima magnifica Geova, e il mio spirito non può fare a meno di esultare in Dio mio Salvatore”. Maria parla del santo nome di Geova e della sua grande misericordia verso quelli che lo temono. Alla nascita di Giovanni la lingua di Zaccaria si scioglie così che anch’egli dichiara la misericordia di Dio e che Giovanni sarà un profeta che preparerà la via di Geova. — 1:7, 35, 46, 47.

12. Cos’è dichiarato circa la nascita e la fanciullezza di Gesù?

12 A tempo debito Gesù nasce a Betleem, e un angelo annuncia questa “buona notizia di una grande gioia” ai pastori che di notte badano ai greggi. Come vuole la Legge, il bambino Gesù viene circonciso, e poi, allorché i suoi genitori ‘lo presentano a Geova’ nel tempio, l’anziano Simeone e la profetessa Anna parlano del bambino. Tornato a Nazaret, egli ‘cresce e si fortifica, essendo pieno di sapienza, e il favore di Dio è su di lui’. (2:10, 22, 40) A 12 anni, in un’occasione in cui da Nazaret si è recato in visita a Gerusalemme, Gesù meraviglia gli insegnanti con il suo intendimento e le sue risposte.

13. Che cosa predica Giovanni, e cosa accade al battesimo di Gesù e immediatamente dopo?

13 Preparazione per il ministero (3:1–4:13). Nel 15° anno del regno di Tiberio Cesare, la dichiarazione di Dio è rivolta a Giovanni figlio di Zaccaria, ed egli ‘predica il battesimo in simbolo di pentimento per il perdono dei peccati’, affinché ogni carne ‘veda il mezzo di salvezza di Dio’. (3:3, 6) Quando tutto il popolo viene battezzato al Giordano, viene battezzato anche Gesù, e, mentre egli prega, lo spirito santo scende su di lui e il Padre suo esprime approvazione dal cielo. Gesù Cristo ha ora circa 30 anni. (Luca ne traccia la genealogia). Dopo il battesimo, lo spirito conduce Gesù nel deserto per 40 giorni. Qui il Diavolo lo tenta senza successo e quindi si ritira “fino ad altro tempo conveniente”. — 4:13.

14. Dove Gesù rivela chiaramente il suo mandato, in che cosa consiste esso, e come reagiscono i suoi uditori?

14 Ministero iniziale di Gesù, per lo più in Galilea (4:14–9:62). Nella sinagoga di Nazaret, sua città, Gesù rivela chiaramente il suo mandato, leggendo e applicando a se stesso la profezia di Isaia 61:1, 2: “Lo spirito di Geova è su di me, perché egli mi ha unto per dichiarare la buona notizia ai poveri, mi ha mandato per predicare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi, per mettere in libertà gli oppressi, per predicare l’anno accettevole di Geova”. (4:18, 19) L’iniziale compiacimento del popolo alle sue parole si muta in ira mentre egli continua il suo discorso, e tentano di sopprimerlo. Allora egli scende a Capernaum, dove sana molti. Folle lo seguono e cercano di trattenerlo, ma egli dice loro: “Anche ad altre città devo dichiarare la buona notizia del regno di Dio, perché per questo sono stato mandato”. (4:43) Va quindi a predicare nelle sinagoghe della Giudea.

15. Descrivete la chiamata di Pietro, Giacomo e Giovanni, e quella di Matteo.

15 In Galilea, Gesù fa fare a Simone (chiamato anche Pietro), Giacomo e Giovanni una pesca miracolosa. Egli dice a Simone: “Da ora in poi prenderai uomini vivi”. Abbandonata ogni cosa, essi lo seguono. Gesù continua a pregare e a insegnare, e ‘la potenza di Geova è là perché egli sani’. (5:10, 17) Chiama Levi (Matteo), disprezzato esattore di tasse, che lo onora con un grande convito, a cui è presente anche “una grande folla di esattori di tasse”. (5:29) Questo dà luogo al primo di parecchi scontri con i farisei che se ne vanno via infuriati e tramano contro di lui.

16. (a) Dopo aver fatto che cosa Gesù sceglie i dodici apostoli? (b) Quali punti mette in risalto Luca nel dare una versione parallela del Sermone del Monte?

16 Dopo aver pregato Dio per un’intera notte, Gesù sceglie fra i suoi discepoli dodici apostoli. Seguono ulteriori opere di guarigione. Pronuncia quindi il sermone riportato in Luca 6:20-49, che in forma più breve ricalca il Sermone del Monte dei capitoli da 5 a 7 di Matteo. Gesù fa questa antitesi: “Felici voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Ma guai a voi, ricchi, perché avete appieno la vostra consolazione”. (6:20, 24) Esorta i suoi uditori ad amare i loro nemici, ad essere misericordiosi, a praticare il dare e a trarre ciò che è buono dal buon tesoro del cuore.

17. (a) Quali miracoli compie quindi Gesù? (b) Come risponde Gesù ai messaggeri di Giovanni il Battezzatore riguardo alla propria identità messianica?

17 Tornato a Capernaum, Gesù è invitato da un ufficiale dell’esercito a guarire uno schiavo infermo. Egli si sente indegno di accogliere Gesù sotto il suo tetto, e chiede che Gesù ‘dica la parola’ da dove si trova. Così avviene: lo schiavo è sanato, e Gesù è spinto a commentare: “Vi dico: Nemmeno in Israele ho trovato una fede così grande”. (7:7, 9) Per la prima volta Gesù risuscita un morto, il figlio unico di una vedova di Nain, per la quale si era “mosso a pietà”. (7:13) Mentre nella Giudea si diffonde la notizia riguardo a Gesù, Giovanni il Battezzatore gli manda a chiedere dalla prigione: “Sei tu Colui che viene?” Rispondendo, Gesù dice ai messaggeri: “Andate, riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi ricevono la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati e i sordi odono, i morti sono destati, ai poveri è annunciata la buona notizia. E felice chi non ha inciampato in me”. — 7:19, 22, 23.

18. Con quali illustrazioni, opere e consigli prosegue la predicazione del Regno?

18 Accompagnato dai dodici, Gesù va “di città in città e di villaggio in villaggio, predicando e dichiarando la buona notizia del regno di Dio”. Pronuncia l’illustrazione del seminatore e completa l’argomento dicendo: “Perciò, prestate attenzione a come ascoltate; poiché a chi ha sarà dato dell’altro, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che immagina di avere”. (8:1, 18) Gesù continua a compiere opere meravigliose e miracoli. Dà anche ai dodici autorità sui demoni e il potere di guarire malattie e li manda “a predicare il regno di Dio e a sanare”. Cinquemila persone vengono sfamate miracolosamente. Gesù è trasfigurato sul monte e il giorno dopo sana un ragazzo posseduto da un demonio che i discepoli non avevano potuto guarire. Egli avverte quelli che vogliono seguirlo: “Le volpi hanno tane e gli uccelli del cielo hanno dove posarsi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove adagiare la testa”. Per essere adatti per il Regno di Dio si deve mettere mano all’aratro e non guardare indietro. — 9:2, 58.

19. Come illustra Gesù il vero amore del prossimo?

19 Successivo ministero di Gesù in Giudea (10:1–13:21). Gesù manda altri 70 nella “messe”, ed essi sono pieni di gioia per il successo del loro ministero. Mentre Gesù predica, un uomo che vuole mostrarsi giusto gli chiede: “Chi è realmente il mio prossimo?” Rispondendo, Gesù pronuncia l’illustrazione del buon samaritano. Un uomo, che giace al lato della strada mezzo morto per le percosse inflittegli dai ladroni, viene ignorato da un sacerdote che passa di lì e da un levita. Un disprezzato samaritano invece si ferma, amorevolmente cura le sue ferite, lo pone sulla sua bestia da soma, lo porta in una locanda e paga il locandiere perché abbia cura di lui. Sì, “colui che agì misericordiosamente verso di lui” gli si è reso prossimo. — 10:2, 29, 37.

20. (a) Cosa rende chiaro Gesù a Marta e a Maria? (b) Come sottolinea l’importanza della preghiera?

20 In casa di Marta, Gesù la rimprovera benignamente perché si preoccupa troppo delle faccende domestiche, mentre loda Maria perché ha scelto la parte migliore, mettendosi a sedere per ascoltare la sua parola. Ai discepoli insegna la preghiera modello e anche il bisogno di perseverare nella preghiera, dicendo: “Continuate a chiedere, e vi sarà dato; continuate a cercare, e troverete”. In seguito espelle demoni e dichiara felici “quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”. Mentre è a un pranzo si scontra con i farisei sulla Legge, preannunciando guai per loro perché hanno tolto “la chiave della conoscenza”. — 11:9, 28, 52.

21. Quale avvertimento dà Gesù contro la concupiscenza, e che cosa esorta i suoi discepoli a fare?

21 Mentre Gesù è di nuovo con le folle, uno lo sollecita: “Di’ a mio fratello di dividere con me l’eredità”. Gesù va alla radice del problema, rispondendo: “Tenete gli occhi aperti e guardatevi da ogni sorta di concupiscenza, perché anche quando uno ha abbondanza la sua vita non dipende dalle cose che possiede”. Pronuncia quindi l’illustrazione del ricco che demolì i suoi depositi per costruirne di più grandi, solo per morire quella stessa notte e lasciare le sue ricchezze ad altri. Gesù trae in breve la morale: “Così sarà dell’uomo che accumula tesori per se stesso ma non è ricco verso Dio”. Dopo aver esortato i discepoli a cercare prima il Regno di Dio, Gesù dice loro: “Non aver timore, piccolo gregge, perché il Padre vostro ha approvato di darvi il regno”. Per aver guarito di sabato una donna che è stata malata per 18 anni, egli si scontra nuovamente con i suoi oppositori, i quali vengono svergognati. — 12:13, 15, 21, 32.

22. Con quali appropriate illustrazioni Gesù insegna intorno al Regno?

22 Successivo ministero di Gesù, per lo più in Perea (13:22–19:27). Gesù si serve di vivide illustrazioni per indirizzare i suoi uditori al Regno di Dio. Spiega che quelli che cercano preminenza e onore saranno abbassati. Chi imbandisce un banchetto inviti i poveri, che non potranno ricompensarlo; egli sarà felice e verrà “ricompensato nella risurrezione dei giusti”. C’è poi l’illustrazione dell’uomo che imbandisce un grande pasto serale. Uno dopo l’altro gli invitati si scusano: uno ha comprato un campo, un altro ha acquistato dei bovini e un altro ancora si è appena sposato. Adirato, il padrone di casa manda a chiamare “i poveri e gli storpi e i ciechi e gli zoppi”, e dichiara che nessuno dei primi invitati “gusterà” o assaggerà il suo pasto. (14:14, 21, 24) Egli pronuncia l’illustrazione della pecora smarrita che viene ritrovata, e spiega: “Vi dico che così ci sarà più gioia in cielo per un peccatore che si pente che per novantanove giusti che non hanno bisogno di pentirsi”. (15:7) L’illustrazione della donna che spazza la sua casa per ritrovare una dramma insegna una lezione simile. *

23. Cos’è illustrato nel racconto del figlio prodigo?

23 Gesù parla quindi del figlio prodigo che chiese al padre la propria parte della proprietà e poi la sperperò “vivendo una vita dissoluta”. Trovatosi in grande bisogno, il figlio tornò in sé e fece ritorno a casa per affidarsi alla misericordia del padre. Suo padre, mosso a pietà, “corse e gli si gettò al collo e lo baciò teneramente”. Gli fu provveduta una veste magnifica, fu preparato un grande banchetto e “cominciarono a rallegrarsi”. Ma il fratello maggiore ebbe da ridire. Con benignità il padre lo corresse dicendo: “Figlio, tu sei sempre stato con me, e tutte le cose mie sono tue; ma dovevamo pure rallegrarci e far festa, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato alla vita, ed era perduto ed è stato ritrovato”. — 15:13, 20, 24, 31, 32.

24. Quali verità Gesù pone in rilievo nell’illustrazione del ricco e di Lazzaro e in quella del fariseo e dell’esattore di tasse?

24 Udita l’illustrazione dell’economo ingiusto, i farisei, amanti del denaro, si fanno beffe dell’insegnamento di Gesù, ma egli dice loro: “Voi siete quelli che si dichiarano giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori; perché ciò che è alto fra gli uomini è cosa disgustante dinanzi a Dio”. (16:15) Mediante l’illustrazione del ricco e di Lazzaro, Gesù mostra quanto è grande la voragine posta fra quelli che hanno il favore di Dio e quelli da Lui disapprovati. Gesù avverte i discepoli che ci saranno cause d’inciampo, ma “guai a colui mediante cui vengono!” Parla delle difficoltà che ci saranno quando “il Figlio dell’uomo sarà rivelato”. “Ricordate la moglie di Lot”, dice loro. (17:1, 30, 32) Mediante un’illustrazione assicura che Dio agirà senz’altro a favore di quelli che “gridano a lui giorno e notte”. (18:7) Quindi, con un’altra illustrazione, riprende quelli che si ritengono giusti: Un fariseo, pregando nel tempio, ringrazia Dio di non essere come gli altri uomini. Un esattore di tasse, stando a distanza e non osando nemmeno alzare gli occhi al cielo, prega: “O Dio, sii misericordioso verso di me peccatore”. Come giudica Gesù questo? Dichiara che l’esattore di tasse è più giusto del fariseo, “perché chiunque si esalta sarà umiliato, ma chi si umilia sarà esaltato”. (18:13, 14) Gesù è ospitato a Gerico da Zaccheo, un esattore di tasse, e pronuncia l’illustrazione delle dieci mine, in cui fa un contrasto fra il risultato del fedele uso dei beni che ci vengono affidati e quello che si ha nascondendoli.

25. Come comincia Gesù la parte conclusiva del suo ministero, e quali avvertimenti profetici dà?

25 Finale ministero pubblico a Gerusalemme e dintorni (19:28–23:25). Quando Gesù entra a Gerusalemme cavalcando un puledro ed è acclamato dalla moltitudine dei discepoli come “Colui che viene come Re nel nome di Geova”, i farisei gli chiedono di rimproverare i discepoli. Gesù risponde: “Se questi tacessero, le pietre griderebbero”. (19:38, 40) Pronuncia quindi la sua memorabile profezia sulla distruzione di Gerusalemme, dicendo che sarà circondata con pali appuntiti, che sarà afflitta e gettata a terra con i suoi figli e che non sarà lasciata pietra sopra pietra. Gesù insegna al popolo nel tempio, dichiarando la buona notizia e rispondendo con abili illustrazioni e argomenti alle domande insidiose dei capi sacerdoti, degli scribi e dei sadducei. Gesù fa un’efficace descrizione del grande segno della fine, menzionando di nuovo che Gerusalemme sarà circondata da eserciti accampati. Gli uomini verranno meno per il timore a motivo delle cose che staranno per avvenire, ma quando queste cose avranno luogo i suoi seguaci dovranno ‘alzarsi e levare in alto la testa, perché la loro liberazione si sarà avvicinata’. Devono mantenersi svegli per riuscire a scampare da ciò che è destinato ad accadere. — 21:28.

26. (a) Quali patti presenta Gesù, e con che cosa li mette in relazione? (b) Come viene rafforzato Gesù nella prova, e quale rimprovero fa al momento del suo arresto?

26 Ora è il 14 nisan del 33 E.V. Gesù celebra la Pasqua e quindi presenta ai suoi apostoli fedeli “il nuovo patto”, mettendolo in relazione col simbolico pasto che comanda loro di osservare in ricordo di lui. Inoltre dice loro: “Faccio un patto con voi, come il Padre mio ha fatto un patto con me, per un regno”. (22:20, 29) Quella stessa notte, mentre Gesù prega sul Monte degli Ulivi, ‘gli appare un angelo dal cielo e lo rafforza. Ma egli, entrato in agonia, continua a pregare più intensamente; e il suo sudore diviene come gocce di sangue che cadono al suolo’. L’atmosfera si fa tesa allorché il traditore Giuda arriva con una folla per arrestare Gesù. I discepoli gridano: “Signore, dobbiamo colpire con la spada?” Uno di loro taglia in effetti l’orecchio allo schiavo del sommo sacerdote, ma Gesù li rimprovera e sana il ferito. — 22:43, 44, 49.

27. (a) Cosa nega Pietro? (b) Di che cosa viene accusato Gesù, e in quali circostanze viene processato e condannato?

27 Gesù viene portato nella casa del sommo sacerdote per essere interrogato, e nel freddo della notte Pietro si mescola alla folla intorno a un fuoco. Per tre volte viene accusato di essere un seguace di Gesù, e per tre volte lo nega. Quindi il gallo canta. Il Signore si volta e guarda Pietro, il quale, ricordatosi che Gesù aveva predetto proprio questo, esce e piange amaramente. Dopo essere stato trascinato nella sala del Sinedrio, Gesù viene condotto davanti a Pilato e accusato di sovvertire la nazione, proibendo di pagare le tasse e ‘dicendo che egli stesso è Cristo re’. Appreso che Gesù è galileo, Pilato lo manda da Erode, che in quel momento si trova a Gerusalemme. Erode e le sue guardie si fanno beffe di Gesù e lo rimandano indietro perché sia processato davanti a una folla infuriata. Pilato ‘cede Gesù alla loro volontà’. — 23:2, 25.

28. (a) Cosa promette Gesù al ladro che dimostra fede in lui? (b) Cosa narra Luca circa la morte, la sepoltura e la risurrezione di Gesù?

28 Morte, risurrezione e ascensione di Gesù (23:26–24:53). Gesù viene messo al palo fra due malfattori. L’uno lo schernisce, ma l’altro manifesta fede e chiede a Gesù di ricordarsi di lui quando sarà nel Suo Regno. Gesù promette: “Veramente ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso”. (23:43) Quindi cadono insolite tenebre, la cortina del santuario si squarcia nel mezzo e Gesù grida: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”. A ciò spira, e il suo corpo viene deposto e messo in una tomba scavata nella roccia. Il primo giorno della settimana le donne che erano venute con lui dalla Galilea vanno alla tomba, ma non trovano il suo corpo. Proprio come egli stesso aveva predetto, è risorto il terzo giorno! — 23:46.

29. Con quale gioiosa descrizione termina il Vangelo di Luca?

29 Apparso senza farsi riconoscere a due suoi discepoli in cammino verso Emmaus, Gesù parla delle sue sofferenze e interpreta loro le Scritture. Ad un tratto lo riconoscono, ma egli scompare. Allora i due si dicono: “Non ardeva il nostro cuore mentre egli ci parlava per la strada, quando ci apriva pienamente le Scritture?” Tornano in fretta a Gerusalemme per narrarlo agli altri discepoli. Mentre stanno ancora parlando di queste cose, Gesù appare in mezzo a loro. Tanta è la gioia e la meraviglia che non riescono a crederlo. Quindi egli ‘apre pienamente la loro mente perché afferrino’ mediante le Scritture il significato di tutto ciò che è accaduto. Luca conclude il suo Vangelo descrivendo l’ascensione di Gesù al cielo. — 24:32, 45.

PERCHÉ È UTILE

30, 31. (a) In che modo Luca infonde fiducia nell’ispirazione divina delle Scritture Ebraiche? (b) Quali parole di Gesù cita Luca a sostegno di ciò?

30 La buona notizia “secondo Luca” infonde fiducia nella Parola di Dio e rafforza la fede, ciò che permette di resistere alle avversità in un mondo ostile. Luca fornisce molti esempi di accurato adempimento delle Scritture Ebraiche. Viene mostrato che Gesù trasse specificamente il suo mandato dal libro di Isaia, e sembra che Luca ne faccia il tema dell’intero libro. (Luca 4:17-19; Isa. 61:1, 2) Questa fu una delle occasioni in cui Gesù citò i Profeti. Egli citò anche la Legge, come quando respinse le tre tentazioni del Diavolo, e i Salmi, come quando chiese ai suoi avversari: “Come mai dicono che il Cristo è figlio di Davide?” Il racconto di Luca contiene molte altre citazioni delle Scritture Ebraiche. — Luca 4:4, 8, 12; 20:41-44; Deut. 8:3; 6:13, 16; Sal. 110:1.

31 Quando Gesù entrò a Gerusalemme cavalcando un puledro com’era predetto in Zaccaria 9:9, le moltitudini lo acclamarono con gioia, applicando a lui le parole di Salmo 118:26. (Luca 19:35-38) In un punto, due soli versetti di Luca riassumono sei profezie delle Scritture Ebraiche sull’obbrobriosa morte di Gesù e sulla sua risurrezione. (Luca 18:32, 33; Sal. 22:7; Isa. 50:6; 53:5-7; Giona 1:17) Infine, dopo la sua risurrezione, Gesù fece vigorosamente capire ai discepoli l’importanza di tutte le Scritture Ebraiche. “Quindi disse loro: ‘Queste sono le parole che vi dissi quando ero ancora con voi, che tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè e nei Profeti e nei Salmi dovevano adempiersi’. Allora aprì pienamente la loro mente perché afferrassero il significato delle Scritture”. (Luca 24:44, 45) Come quei primi discepoli di Gesù Cristo, anche noi possiamo essere illuminati e acquistare forte fede prestando attenzione agli adempimenti delle Scritture Ebraiche, spiegate con tanta accuratezza da Luca e dagli altri scrittori delle Scritture Greche Cristiane.

32. In che modo il Vangelo di Luca mette in risalto il Regno, e quale atteggiamento dovremmo avere nei confronti del Regno?

32 In tutto il suo Vangelo Luca richiama di continuo l’attenzione dei lettori sul Regno di Dio. Dal principio del libro, dove l’angelo promette a Maria che il bambino che partorirà “regnerà sulla casa di Giacobbe per sempre e [che] del suo regno non ci sarà fine”, ai capitoli finali, dove Gesù parla di accogliere gli apostoli nel patto per il Regno, Luca mette in risalto la speranza del Regno. (1:33; 22:28, 29) Mostra come Gesù prese l’iniziativa nel predicare il Regno e mandò i dodici apostoli, e in seguito i settanta, a compiere questa medesima opera. (4:43; 9:1, 2; 10:1, 8, 9) La devozione assoluta necessaria per entrare nel Regno è posta in rilievo da queste esplicite parole di Gesù: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti, ma tu va e dichiara in ogni luogo il regno di Dio”, e: “Nessuno che abbia messo mano all’aratro e guardi alle cose che sono dietro è adatto per il regno di Dio”. — 9:60, 62.

33. Fate esempi di come Luca dà risalto alla preghiera. Quale lezione possiamo trarne?

33 Luca dà risalto alla preghiera. Sotto questo aspetto il suo Vangelo è rimarchevole. Esso narra che mentre Zaccaria era nel tempio la moltitudine pregava, che Giovanni il Battezzatore nacque come risposta alle preghiere fatte per avere un bambino e che la profetessa Anna pregava notte e giorno. Dice che Gesù pregava al momento del suo battesimo, che trascorse l’intera notte in preghiera prima di scegliere i dodici e che pregava durante la trasfigurazione. Gesù esorta i suoi discepoli a “pregare sempre e non perdersi d’animo”, e chiarisce il punto con l’illustrazione di una vedova insistente che continuò a supplicare un giudice finché questi non le rese giustizia. Solo Luca narra che i discepoli chiesero a Gesù di insegnare loro a pregare e che un angelo rafforzò Gesù mentre pregava sul Monte degli Ulivi; e solo lui riporta le parole della preghiera finale di Gesù: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”. (1:10, 13; 2:37; 3:21; 6:12; 9:28, 29; 18:1-8; 11:1; 22:39-46; 23:46) Come al tempo in cui Luca scrisse il suo Vangelo, così oggi la preghiera è un mezzo essenziale per rafforzare tutti quelli che fanno la volontà di Dio.

34. Quali qualità di Gesù mette in rilievo Luca come splendido esempio per i cristiani?

34 Con il suo acuto spirito di osservazione e con il suo stile scorrevole e descrittivo, Luca dà calore all’insegnamento di Gesù e lo fa pulsare di vita. L’amore, la benignità, la misericordia e la compassione di Gesù per i deboli, gli oppressi e i calpestati risaltano in netto contrasto con la fredda, formale, gretta e ipocrita religione degli scribi e dei farisei. (4:18; 18:9) Gesù dà continuo incoraggiamento e aiuto ai poveri, ai prigionieri, ai ciechi e agli oppressi, dando così uno splendido esempio a quelli che cercano di ‘seguire attentamente le sue orme’. — 1 Piet. 2:21.

35. Perché possiamo essere davvero grati a Geova per aver provveduto il Vangelo di Luca?

35 Proprio come Gesù, il perfetto Figlio di Dio che operava meraviglie, manifestò amorevole considerazione per i suoi discepoli e per tutti quelli dal cuore sincero, anche noi dovremmo cercare di compiere il nostro ministero con amore, sì, “a motivo della tenera compassione del nostro Dio”. (Luca 1:78) A tal fine la buona notizia “secondo Luca” è veramente utile e pratica. Possiamo essere davvero grati a Geova per avere ispirato Luca, “il diletto medico”, a scrivere questo racconto accurato, edificante e incoraggiante, che indica come la salvezza viene mediante il Regno retto da Gesù Cristo, “il mezzo di salvezza di Dio”. — Col. 4:14; Luca 3:6.

[Note in calce]

^ par. 3 W. K. Hobart, The Medical Language of Luke, 1954, pp. xi-xxviii.

^ par. 7 I. H. Linton, A Lawyer Examines the Bible, 1943, p. 38.

^ par. 8 A. Rendle Short, Modern Discovery and the Bible, 1955, p. 211.

^ par. 9 La guerra giudaica, V, 491-515, 523 (xii, 1-4); VI, 420 (ix, 3); vedi anche Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. 2, pp. 751-2.

^ par. 22 La dramma era una moneta d’argento greca del peso di circa 3,4 grammi.

[Domande per lo studio]