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Libro biblico numero 66: Rivelazione

Libro biblico numero 66: Rivelazione

Libro biblico numero 66: Rivelazione

Scrittore: Apostolo Giovanni

Dove fu scritto: Patmos

Quando fu completato: ca. 96 E.V.

1. (a) Riguardo ai simboli di Rivelazione, con che cosa converranno i servitori di Dio? (b) Perché Rivelazione è correttamente posto per ultimo nella Bibbia?

I SIMBOLI di Rivelazione hanno forse lo scopo di atterrire? Niente affatto! L’adempimento della profezia può incutere terrore ai malvagi, ma i fedeli servitori di Dio converranno con l’ispirata introduzione e col commento finale dell’angelo, che dicono, rispettivamente: “Felice chi legge ad alta voce e quelli che odono le parole di questa profezia”, e: “Felice chi osserva le parole della profezia di questo rotolo”. (Riv. 1:3; 22:7) Benché scritto prima degli altri quattro libri ispirati di Giovanni, Rivelazione è correttamente posto per ultimo nella collezione dei 66 libri ispirati che formano la Bibbia, poiché è Rivelazione che trasporta i lettori nel lontano futuro fornendo una visione generale del proposito di Dio per il genere umano e portando a un glorioso culmine il grande tema della Bibbia, la santificazione del nome di Geova e la rivendicazione della sua sovranità mediante il Regno retto da Cristo, il Seme promesso.

2. Con quale mezzo la Rivelazione fu data a Giovanni, e perché il titolo del libro è più che appropriato?

2 Secondo il versetto introduttivo, questa è una “rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede . . . Ed egli mandò il suo angelo e per mezzo di lui la presentò in segni al suo schiavo Giovanni”. Giovanni fu semplicemente lo scrittore, non la fonte delle informazioni. Quindi il rivelatore non è Giovanni, e il libro non è una rivelazione di Giovanni. (1:1) L’aver Dio svelato al suo schiavo i suoi meravigliosi propositi per il futuro rende il titolo del libro più che appropriato, poiché il suo nome greco, Apokàlypsis (Apocalisse), significa “scoprimento” o “svelamento”.

3. Chi è lo scrittore di nome Giovanni descritto nella Rivelazione stessa, e come lo confermano storici antichi?

3 Chi era questo Giovanni indicato nel primo capitolo come lo scrittore di Rivelazione? Ci viene detto che era uno schiavo di Gesù Cristo, un fratello e partecipe della tribolazione, esiliato nell’isola di Patmos. Ovviamente era ben noto ai suoi immediati lettori, i quali non avevano bisogno di altro per identificarlo. Doveva essere l’apostolo Giovanni. Questa conclusione è sostenuta dalla maggioranza degli storici antichi. Papia, che scrisse nella prima parte del II secolo E.V., considerava il libro di origine apostolica. Giustino Martire, del II secolo, scrive: “Anche da noi un uomo di nome Giovanni, uno degli apostoli del Cristo, in seguito ad una rivelazione da lui avuta ha profetizzato”. * Ireneo dice esplicitamente che lo scrittore fu l’apostolo Giovanni, e altrettanto fanno Clemente Alessandrino e Tertulliano, della fine del II secolo e dell’inizio del III. Origene, noto studioso biblico del III secolo, afferma: “E che dire di Giovanni, colui che si chinò sul petto di Gesù? Egli ha lasciato un solo Vangelo, . . . scrisse anche l’Apocalisse”. *

4. (a) Come si spiega la diversità di stile fra Rivelazione e gli altri scritti di Giovanni? (b) Cosa dimostra che Rivelazione è parte autentica delle Scritture ispirate?

4 Il fatto che gli altri scritti di Giovanni diano tanta enfasi all’amore non significa che egli non potesse scrivere la vigorosa e dinamica Rivelazione. Lui e suo fratello Giacomo erano quelli che, pieni di indignazione contro i samaritani di una certa città, volevano che fuoco scendesse dal cielo su di loro. Per questo furono soprannominati “Boanerges”, o “Figli del Tuono”. (Mar. 3:17; Luca 9:54) La diversità di stile non dovrebbe creare nessuna difficoltà se si tiene presente che in Rivelazione l’argomento è diverso. Ciò che Giovanni vide in queste visioni era diverso da qualsiasi cosa avesse mai visto prima. La notevole armonia del libro col resto delle Scritture profetiche dimostra inequivocabilmente che esso è parte autentica dell’ispirata Parola di Dio.

5. Quando scrisse Giovanni la Rivelazione, e in quali circostanze?

5 Secondo le più antiche testimonianze, Giovanni scrisse la Rivelazione intorno al 96 E.V., circa 26 anni dopo la distruzione di Gerusalemme e verso la fine del regno dell’imperatore Domiziano. Ciò è confermato da Ireneo quando dice che il “veggente dell’Apocalisse . . . visse non molto tempo fa, quasi nel nostro secolo, alla fine del regno di Domiziano”. * Eusebio e Girolamo concordano entrambi con questa testimonianza. Domiziano era fratello di Tito, il condottiero degli eserciti romani che distrussero Gerusalemme. Egli divenne imperatore alla morte di Tito, 15 anni prima che fosse scritto il libro di Rivelazione. Pretese di essere adorato come dio e assunse il titolo di Dominus et Deus noster (“Signore e Dio nostro”). * Il culto dell’imperatore non turbava quelli che adoravano falsi dèi, ma i primi cristiani non potevano parteciparvi, e infatti rifiutarono di tradire così la loro fede. Pertanto, verso la fine del regno di Domiziano (81-96 E.V.), si abbatté sui cristiani una grave persecuzione. Si ritiene che fu Domiziano a relegare Giovanni a Patmos. Quando nel 96 E.V. Domiziano fu assassinato, gli successe Nerva, imperatore più tollerante, che evidentemente rimise in libertà Giovanni. Fu durante la prigionia a Patmos che Giovanni ricevette le visioni che narrò per iscritto.

6. Come dovremmo considerare il libro di Rivelazione, e come lo si può dividere?

6 Dobbiamo comprendere che ciò che Giovanni vide e gli fu detto di scrivere alle congregazioni non fu una serie di visioni sconnesse, messe per iscritto alla rinfusa. No, l’intero libro di Rivelazione, dal principio alla fine, presenta un quadro coerente di cose avvenire, passando da una visione all’altra finché, al termine delle visioni, giunge alla piena rivelazione dei propositi del Regno di Dio. Dovremmo perciò vedere il libro di Rivelazione come un tutt’uno, formato di parti collegate armonicamente fra loro, che ci trasportano nel lontano futuro rispetto al tempo di Giovanni. Dopo l’introduzione (Riv. 1:1-9), il libro si può considerare diviso in 16 visioni: (1) 1:10–3:22; (2) 4:1–5:14; (3) 6:1-17; (4) 7:1-17; (5) 8:1–9:21; (6) 10:1–11:19; (7) 12:1-17; (8) 13:1-18; (9) 14:1-20; (10) 15:1–16:21; (11) 17:1-18; (12) 18:1–19:10; (13) 19:11-21; (14) 20:1-10; (15) 20:11–21:8; (16) 21:9–22:5. Queste visioni sono seguite da una conclusione che sprona ad agire, nella quale Geova, Gesù, l’angelo e Giovanni parlano tutti, facendo le loro ultime osservazioni in qualità di elementi principali del canale di comunicazione. — 22:6-21.

CONTENUTO DI RIVELAZIONE

7. Che cosa dice Giovanni circa l’origine della Rivelazione, e di quali cose si dice partecipe insieme alle sette congregazioni?

7 L’introduzione (1:1-9). Giovanni menziona la Fonte divina e la parte angelica del canale attraverso cui viene data la rivelazione, e prosegue rivolgendosi ai componenti delle sette congregazioni del distretto dell’Asia. Gesù Cristo li ha fatti essere “un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre”, Geova Dio, l’Onnipotente. Giovanni rammenta loro che, essendo in esilio a Patmos, partecipa con loro “alla tribolazione e al regno e alla perseveranza in compagnia di Gesù”. — 1:6, 9.

8. (a) Cosa viene detto a Giovanni di fare? (b) Chi vede egli in mezzo ai candelabri, e che cosa spiega Questi?

8 I messaggi alle sette congregazioni (1:10–3:22). All’inizio della prima visione Giovanni si trova per ispirazione nel giorno del Signore. Una forte voce come di tromba gli dice di scrivere in un rotolo ciò che vede e di mandarlo alle sette congregazioni: Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia e Laodicea. Voltandosi verso la voce, Giovanni vede “qualcuno simile a un figlio dell’uomo” in mezzo a sette candelabri, con sette stelle nella mano destra. Questi dice di essere “il Primo e l’Ultimo”, Colui che fu morto ma che ora vive per i secoli dei secoli e ha le chiavi della morte e dell’Ades. È pertanto il risuscitato Gesù Cristo. Egli spiega: “Le sette stelle significano gli angeli delle sette congregazioni e i sette candelabri significano sette congregazioni”. — 1:13, 17, 20.

9. Quali lodi e consigli vengono rivolti alle congregazioni di Efeso, Smirne, Pergamo e Tiatira?

9 Viene detto a Giovanni di scrivere all’angelo della congregazione di Efeso, la quale, nonostante la sua fatica, la sua perseveranza e il fatto che non possa sopportare i malvagi, ha lasciato l’amore che aveva in principio e deve pentirsi e compiere le opere precedenti. Alla congregazione di Smirne viene detto che, nonostante la tribolazione e la povertà, in effetti è ricca e non deve aver timore: “Mostrati fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita”. La congregazione di Pergamo, che dimora “dov’è il trono di Satana”, continua a tenere saldo il nome di Cristo, ma ha in mezzo a sé degli apostati, e questi devono pentirsi, se no Cristo guerreggerà contro di loro con la lunga spada della sua bocca. A Tiatira la congregazione ha ‘amore e fede e ministero e perseveranza’, tuttavia tollera “quella donna, Izebel”. Comunque, i fedeli che si mantengono saldi riceveranno “autorità sulle nazioni”. — 2:10, 13, 19, 20, 26.

10. Quali messaggi vengono mandati alle congregazioni di Sardi, Filadelfia e Laodicea?

10 La congregazione di Sardi ha la reputazione d’esser viva, ma è morta perché le sue opere non sono pienamente compiute dinanzi a Dio. I nomi di quelli che vincono, però, non saranno cancellati dal libro della vita. La congregazione di Filadelfia ha serbato la parola di Cristo, quindi egli promette di serbare la congregazione “dall’ora della prova, che deve venire sull’intera terra abitata”. Colui che vince sarà fatto da Cristo colonna nel tempio del Suo Dio. Cristo dice: “Scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, la nuova Gerusalemme . . . e quel mio nuovo nome”. Dopo essersi definito “il principio della creazione di Dio”, Cristo dice alla congregazione di Laodicea che non è né calda né fredda e che sarà vomitata dalla sua bocca. Benché si vantino delle loro ricchezze, i componenti della congregazione sono in effetti poveri, ciechi e nudi. Hanno bisogno di abiti bianchi, e di collirio per vedere. Cristo entrerà e prenderà il pasto serale con chiunque gli apra la porta. A chi vince, Cristo concederà di sedere con lui sul suo trono, come anch’egli si è seduto col Padre sul Suo trono. — 3:10, 12, 14.

11. Quale magnifica visione richiama quindi l’attenzione di Giovanni?

11 La visione della santità e della gloria di Geova (4:1–5:14). La seconda visione ci porta dinanzi allo splendido trono celeste di Geova. La scena è di una bellezza abbagliante, simile per fulgore a gemme preziose. Intorno al trono siedono 24 anziani che portano corone. Quattro creature viventi ascrivono santità a Geova, ed egli viene adorato in quanto degno “di ricevere la gloria e l’onore e la potenza” perché è il Creatore di tutte le cose. — 4:11.

12. Chi solo è degno di aprire il rotolo con i sette sigilli?

12 “Colui che siede sul trono” tiene in mano un rotolo con sette sigilli. Ma chi è degno di aprire il rotolo? Soltanto “il Leone che è della tribù di Giuda, la radice di Davide”! Questi, che è anche “l’Agnello che fu scannato”, prende il rotolo dalla mano di Geova. — 5:1, 5, 12.

13. Quale visione composita accompagna l’apertura dei primi sei sigilli?

13 L’Agnello apre sei sigilli del rotolo (6:1–7:17). Comincia ora la terza visione. L’Agnello si accinge ad aprire i sigilli. Prima, un cavaliere su un cavallo bianco esce “vincendo e per completare la sua vittoria”. Quindi il cavaliere di un cavallo color fuoco toglie la pace dalla terra, e un altro su un cavallo nero raziona il grano. Un cavallo pallido è cavalcato dalla Morte, e l’Ades lo segue da vicino. Viene aperto il quinto sigillo, e si vedono “quelli che erano stati scannati a causa della parola di Dio” chiedere che sia vendicato il loro sangue. (6:2, 9) All’apertura del sesto sigillo c’è un grande terremoto, il sole e la luna si oscurano, e i potenti della terra dicono ai monti di cadere loro addosso e di nasconderli da Geova e dall’ira dell’Agnello.

14. Che cosa si vede poi riguardo agli schiavi di Dio e a un’innumerevole grande folla?

14 Dopo ciò ha inizio la quarta visione. Si vedono quattro angeli che trattengono i quattro venti della terra finché gli schiavi di Dio non siano suggellati sulle loro fronti. Il loro numero è di 144.000. Dopo ciò Giovanni vede un’innumerevole grande folla di persone di ogni nazione; esse stanno in piedi dinanzi a Dio e all’Agnello, ai quali attribuiscono la salvezza, e rendono servizio giorno e notte nel tempio di Dio. L’Agnello stesso ‘le pascerà e le guiderà alle fonti delle acque della vita’. — 7:17.

15. Cosa segue l’apertura del settimo sigillo?

15 Aperto il settimo sigillo (8:1–12:17). In cielo si fa silenzio. Ai sette angeli vengono date sette trombe. I primi sei squilli di tromba costituiscono la quinta visione.

16. (a) Cosa accompagna il suono di ciascuna delle prime cinque trombe, e qual è il primo dei tre guai? (b) Cosa annuncia la sesta tromba?

16 Mentre una dopo l’altra vengono suonate le prime tre trombe, calamità si abbattono sulla terra, sul mare, e sui fiumi e sulle fonti delle acque. Alla quarta tromba un terzo del sole, della luna e delle stelle si oscura. Al suono della quinta, una stella caduta dal cielo fa uscire una piaga di locuste che attaccano quelli “che non hanno il suggello di Dio sulla fronte”. Questo è “il primo guaio”, e ne vengono altri due. La sesta tromba annuncia lo scioglimento di quattro angeli che escono per uccidere. “Due miriadi di miriadi” di cavalieri recano ulteriore calamità e massacro, ma ancora gli uomini non si pentono delle loro cattive opere. — 9:4, 12, 16.

17. Quali avvenimenti portano all’annuncio che il secondo guaio è passato?

17 Mentre inizia la sesta visione, un altro forte angelo scende dal cielo e dichiara che “nei giorni del suono del settimo angelo . . . si compirà veramente il sacro segreto di Dio secondo la buona notizia”. A Giovanni viene dato da mangiare un rotolino. Nella sua bocca è “dolce come il miele”, ma gli rende il ventre amaro. (10:7, 9) Due testimoni profetizzano per 1.260 giorni vestiti di sacco; quindi sono uccisi dalla “bestia selvaggia che ascende dall’abisso”, e i loro cadaveri sono lasciati per tre giorni e mezzo “sull’ampia via della grande città”. Quelli che dimorano sulla terra se ne rallegrano, ma la loro allegrezza si muta in spavento quando Dio li desta alla vita. In quell’ora c’è un grande terremoto. “Il secondo guaio è passato”. — 11:7, 8, 14.

18. Quale importante annuncio viene fatto al suono della settima tromba, e per che cosa è ora il tempo fissato?

18 Ora il settimo angelo suona la sua tromba. Voci celesti annunciano: “Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo”. I “ventiquattro anziani” adorano Dio e gli rendono grazie, ma le nazioni si adirano. È il tempo fissato da Dio per giudicare i morti e per ricompensare i suoi santi e “ridurre in rovina quelli che rovinano la terra”. Il santuario del suo tempio viene aperto, e vi si vede l’arca del suo patto. — 11:15, 16, 18.

19. Quale segno e quale guerra si vedono in cielo, e cosa ne risulta?

19 Subito dopo l’annuncio dell’istituzione del Regno, la settima visione mostra “un gran segno” nel cielo. È una donna che partorisce “un figlio, un maschio, che deve pascere tutte le nazioni con una verga di ferro”. “Un gran dragone color fuoco” è pronto a divorare il figlio, ma il figlio viene rapito e portato presso il trono di Dio. Michele guerreggia contro il dragone e scaglia sulla terra questo “originale serpente, colui che è chiamato Diavolo e Satana”. “Guai alla terra”! Il dragone perseguita la donna e se ne va a far guerra contro i rimanenti del seme di lei. — 12:1, 3, 5, 9, 12; 8:13.

20. Quali due bestie selvagge appaiono quindi nella visione, e come influiscono sugli uomini sopra la terra?

20 La bestia selvaggia che ascende dal mare (13:1-18). L’ottava visione mostra ora una bestia selvaggia con sette teste e dieci corna che ascende dal mare. Essa ottiene il suo potere dal dragone. Una delle sue teste fu come scannata a morte, ma fu sanata, e tutta la terra ammirò la bestia. Essa pronuncia bestemmie contro Dio e fa guerra contro i santi. Ma, ecco, Giovanni vede un’altra bestia selvaggia, la quale ascende dalla terra. Ha due corna simili a quelle di un agnello, ma si mette a parlare come un dragone. Svia gli abitanti della terra e dice loro di fare un’immagine alla prima bestia selvaggia. Tutti sono costretti ad adorare questa immagine se non vogliono essere uccisi. Senza il marchio o il numero della bestia selvaggia, nessuno può comprare o vendere. Il suo numero è 666.

21. Cosa vede Giovanni sul monte Sion, cosa portano e proclamano gli angeli, e come viene eliminata la vite della terra?

21 L’“eterna buona notizia” e messaggi attinenti (14:1-20). Con un piacevole contrasto, nella nona visione Giovanni vede l’Agnello sul monte Sion, e con lui 144.000 che hanno il nome dell’Agnello e quello del Padre sulle loro fronti. “Essi cantano come un nuovo cantico dinanzi al trono”, essendo stati “comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello”. Appare in mezzo al cielo un altro angelo, il quale porta “un’eterna buona notizia da dichiarare come lieta novella” a ogni nazione e proclama: “Temete Dio e dategli gloria”. E un altro angelo ancora annuncia: “È caduta Babilonia la Grande!” Un altro angelo, un terzo, proclama che quelli che adorano la bestia selvaggia e la sua immagine berranno dell’ira di Dio. Uno “simile a un figlio dell’uomo” affonda la sua falce, e anche un altro angelo mette dentro la sua falce e vendemmia i grappoli della vite della terra, scagliandola nel “grande strettoio dell’ira di Dio”. Mentre lo strettoio viene calcato fuori della città, esce sangue che arriva all’altezza dei freni dei cavalli, “per una distanza di milleseicento stadi” (circa 296 chilometri). — 14:3, 4, 6-8, 14, 19, 20.

22. (a) Chi viene quindi visto glorificare Geova, e perché? (b) Dove vengono versate le sette coppe dell’ira di Dio, e quali sviluppi di portata mondiale ne conseguono?

22 Gli angeli con le ultime sette piaghe (15:1–16:21). La decima visione inizia con un altro sguardo alla corte celeste. Quelli che hanno riportato la vittoria sulla bestia selvaggia glorificano Geova, il “Re d’eternità”, per le sue grandi e meravigliose opere. Sette angeli escono dal santuario in cielo e ricevono sette coppe d’oro piene dell’ira di Dio. Le prime sei vengono versate sulla terra, nel mare, nei fiumi e nelle fonti delle acque, sul sole, sul trono della bestia selvaggia e sul fiume Eufrate, prosciugandone l’acqua per preparare la via ai “re provenienti dal sol levante”. Espressioni demoniche radunano ‘i re dell’intera terra abitata per la guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente’ ad Har-Maghedon. La settima coppa viene versata sull’aria e, in mezzo a terrificanti fenomeni naturali, la gran città si divide in tre parti, le città delle nazioni cadono e Babilonia riceve ‘il calice del vino del furore dell’ira di Dio’. — 15:3; 16:12, 14, 19.

23. (a) Com’è eseguito il giudizio di Dio su Babilonia la Grande? (b) Quali annunci e quale lamento ne accompagnano la caduta, e quale gioiosa lode risuona nel cielo?

23 Giudizio di Dio su Babilonia; il matrimonio dell’Agnello (17:1–19:10). Ha inizio l’11a visione. Ecco, è il giudizio di Dio su “Babilonia la Grande, la madre delle meretrici”, “con la quale han commesso fornicazione i re della terra”. Ubriaca del sangue dei santi, essa cavalca una bestia selvaggia di colore scarlatto che ha sette teste e dieci corna. Questa bestia “era, ma non è, e sta per ascendere dall’abisso”. Le sue dieci corna combattono contro l’Agnello, ma questi, siccome è “Signore dei signori e Re dei re”, le vince. Le dieci corna si rivoltano contro la meretrice e la divorano, e con l’inizio della 12a visione un altro angelo, la cui gloria illumina la terra, dichiara: “È caduta! Babilonia la Grande è caduta!” Al popolo di Dio viene comandato di uscire da essa per non ricevere parte delle sue piaghe. I re e altri potenti della terra la piangono, dicendo: “Sventura, sventura, la gran città, Babilonia la città forte, perché in una sola ora è arrivato il tuo giudizio!” Le sue grandi ricchezze sono state devastate. Come una grande macina da mulino scagliata nel mare, così, con rapido lancio, Babilonia è stata scagliata giù, per non essere mai più trovata. Finalmente il sangue dei santi di Dio è stato vendicato! Quattro volte risuona nel cielo l’invito: “Lodate Iah!” Lodate Iah perché ha eseguito il giudizio sulla grande meretrice! Lodate Iah perché Geova ha cominciato a regnare! Rallegratevi ed esultate perché “è arrivato il matrimonio dell’Agnello e la sua moglie si è preparata”! — 17:2, 5, 8, 14; 18:2, 10; 19:1, 3, 4, 6, 7.

24. (a) Perché quella combattuta dall’Agnello è una guerra decisiva? (b) Che avviene durante i mille anni, e cosa accade al loro scadere?

24 L’Agnello guerreggia con giustizia (19:11–20:10). Nella 13a visione il “Re dei re e Signore dei signori” guida gli eserciti celesti in una guerra giusta. Re e uomini forti finiscono in pasto agli uccelli del cielo, e la bestia selvaggia e il falso profeta sono scagliati vivi nel lago di fuoco che brucia con zolfo. (19:16) Mentre inizia la 14a visione, viene visto “scendere dal cielo un angelo con la chiave dell’abisso e una grande catena in mano”. “Il dragone, l’originale serpente, che è il Diavolo e Satana”, è afferrato e legato per mille anni. Quelli che prendono parte alla prima risurrezione divengono ‘sacerdoti di Dio e del Cristo e regnano con lui per i mille anni’. Dopo ciò Satana verrà sciolto e uscirà per sviare le nazioni della terra, ma sarà scagliato nel lago di fuoco insieme a quelli che lo avranno seguito. — 20:1, 2, 6.

25. Quale elettrizzante visione segue, e chi erediterà le cose viste?

25 Il giorno del giudizio e la gloria della Nuova Gerusalemme (20:11–22:5). Segue l’elettrizzante 15a visione. I morti, grandi e piccoli, sono giudicati davanti al grande trono bianco di Dio. La morte e l’Ades sono scagliati nel lago di fuoco, che “significa la seconda morte”, e con essi è scagliato chiunque non sia trovato scritto nel libro della vita. La Nuova Gerusalemme scende dal cielo; la tenda di Dio è con il genere umano, ed egli asciuga ogni lacrima dai loro occhi. Non ci sono più né morte, né cordoglio, né grido né dolore! Sì, Dio ‘fa ogni cosa nuova’, e conferma la sua promessa dicendo: “Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veraci”. Quelli che vincono erediteranno queste cose, ma non i codardi, né quelli senza fede né quelli che sono immorali o che praticano lo spiritismo o l’idolatria. — 20:14; 21:1, 5.

26. (a) Quale descrizione viene fatta della Nuova Gerusalemme? (b) Quali cose vivificanti si vedono nella città, e da dove viene la sua luce?

26 A Giovanni, nella 16a e ultima visione, viene ora mostrata “la moglie dell’Agnello”, la Nuova Gerusalemme, con le sue 12 porte e le sue 12 pietre di fondamento che portano i nomi dei 12 apostoli. La città è quadrangolare, e il suo maestoso splendore è rappresentato dal diaspro, dall’oro e dalle perle che sono in essa. Geova e l’Agnello sono il tempio di questa città, oltre che la sua luce. Solo quelli scritti nel rotolo della vita dell’Agnello vi possono entrare. (21:9) Un fiume d’acqua di vita, puro, esce dal trono e scorre in mezzo all’ampia via della città, e da ciascun lato d’esso ci sono alberi di vita che producono ogni mese un nuovo raccolto di frutta e le cui foglie servono per la guarigione. Il trono di Dio e dell’Agnello sarà nella città, e gli schiavi di Dio vedranno la Sua faccia. “Geova Dio diffonderà luce su di loro, e regneranno nei secoli dei secoli”. — 22:5.

27. (a) Quale assicurazione viene data a Giovanni circa la profezia? (b) Con quale pressante invito e con quale avvertimento termina Rivelazione?

27 La conclusione (22:6-21). Viene data l’assicurazione: “Queste parole sono fedeli e veraci”. Felici davvero sono tutti quelli che osservano le parole della profezia! Avendo udito e visto queste cose, Giovanni cade in adorazione davanti all’angelo, che gli rammenta di adorare solo Dio. Le parole della profezia non devono essere sigillate, “poiché il tempo fissato è vicino”. Felici quelli che possono entrare nella città, poiché fuori ci sono gli impuri e “chiunque prova piacere nella menzogna e la pratica”. Gesù dichiara di aver mandato egli stesso mediante il suo angelo questa testimonianza alle congregazioni; dice anche di essere “la radice e la progenie di Davide, e la luminosa stella del mattino”. “E lo spirito e la sposa continuano a dire: ‘Vieni!’ E chi ode dica: ‘Vieni!’ E chi ha sete venga; chi lo desidera prenda l’acqua della vita gratuitamente”. Nessuno aggiunga o tolga nulla dalle parole di questa profezia, altrimenti la sua parte sarà tolta “dagli alberi della vita e dalla città santa”. — 22:6, 10, 15-17, 19.

PERCHÉ È UTILE

28. Quali esempi ci aiutano a comprendere che Rivelazione porta a termine la narrazione iniziata nella prima parte della Bibbia?

28 Il libro di Rivelazione costituisce davvero una splendida conclusione per l’ispirata collezione dei 66 libri della Bibbia! Nulla è stato omesso. Nulla è rimasto in sospeso. Ora vediamo chiaramente sia il gran finale che il principio. L’ultima parte della Bibbia porta a termine la narrazione cominciata nella prima parte. Come Genesi 1:1 descrive la creazione da parte di Dio dei cieli e della terra fisici, così Rivelazione 21:1-4 descrive un nuovo cielo e una nuova terra e le indescrivibili benedizioni che saranno riversate sul genere umano, secondo quanto è profetizzato anche in Isaia 65:17, 18; 66:22; e 2 Pietro 3:13. Come al primo uomo fu detto che sarebbe positivamente morto se fosse stato disubbidiente, così Dio positivamente garantisce che, per gli ubbidienti, “la morte non ci sarà più”. (Gen. 2:17; Riv. 21:4) Quando il Serpente comparve per la prima volta come ingannatore del genere umano, Dio predisse che gli sarebbe stata schiacciata la testa, e Rivelazione spiega come l’originale serpente, che è il Diavolo e Satana, sarà infine scagliato nella distruzione. (Gen. 3:1-5, 15; Riv. 20:10) Mentre l’uomo disubbidiente fu allontanato dall’edenico albero della vita, ecco apparire simbolici alberi di vita “per la guarigione delle nazioni” del genere umano ubbidiente. (Gen. 3:22-24; Riv. 22:2) Come un fiume usciva dall’Eden per irrigare il giardino, così viene raffigurato un fiume simbolico che esce dal trono di Dio e che dà vita e la sostiene. Ciò corrisponde alla precedente visione di Ezechiele, e fa anche venire in mente le parole di Gesù circa “una fonte d’acqua zampillante per impartire vita eterna”. (Gen. 2:10; Riv. 22:1, 2; Ezec. 47:1-12; Giov. 4:13, 14) Al contrario del primo uomo e della prima donna, che furono scacciati dalla presenza di Dio, i fedeli vincitori vedranno la Sua faccia. (Gen. 3:24; Riv. 22:4) È davvero utile esaminare queste elettrizzanti visioni di Rivelazione!

29. (a) In che modo Rivelazione collega fra loro le profezie concernenti Babilonia? (b) Quali analogie si notano fra le visioni di Daniele e di Rivelazione relative al Regno e alle bestie?

29 Notate anche come Rivelazione collega fra loro le profezie concernenti la malvagia Babilonia. Isaia aveva previsto la caduta della Babilonia letterale molto tempo prima che avesse luogo, e aveva dichiarato: “È caduta! Babilonia è caduta!” (Isa. 21:9) Anche Geremia aveva profetizzato contro Babilonia. (Ger. 51:6-12) Ma Rivelazione parla in simboli di “Babilonia la Grande, la madre delle meretrici e delle cose disgustanti della terra”. Anch’essa dev’essere abbattuta, e Giovanni vede questo in visione e dichiara: “È caduta! Babilonia la Grande è caduta!” (Riv. 17:5; 18:2) Ricordate la visione di Daniele riguardo a un regno stabilito da Dio che avrebbe stritolato gli altri regni e sarebbe rimasto “a tempi indefiniti”? Notate come questo si collega con la proclamazione celeste riportata in Rivelazione: “Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà per i secoli dei secoli”. (Dan. 2:44; Riv. 11:15) E come la visione di Daniele descriveva ‘qualcuno simile a un figlio dell’uomo che veniva con le nubi del cielo per ricevere durevoli dominio e dignità e regno’, così Rivelazione definisce Gesù Cristo “Il Governante dei re della terra” e colui che “viene con le nubi”, e dice che “ogni occhio lo vedrà”. (Dan. 7:13, 14; Riv. 1:5, 7) Si possono inoltre notare certe analogie fra le bestie delle visioni di Daniele e le bestie di Rivelazione. (Dan. 7:1-8; Riv. 13:1-3; 17:12) Non c’è dubbio, Rivelazione offre un vasto campo di studio per rafforzare la fede.

30. (a) Quale visione completa della santificazione del nome di Geova per mezzo del Regno dà Rivelazione? (b) A che cosa viene dato risalto per quel che riguarda la santità, e su chi influisce questo?

30 Rivelazione ci dà una visione davvero meravigliosa e poliedrica in merito al Regno di Dio! Mette splendidamente a fuoco ciò che dissero riguardo al Regno i profeti dell’antichità nonché Gesù e i suoi discepoli. Qui abbiamo il quadro completo della santificazione del nome di Geova per mezzo del Regno: “Santo, santo, santo è Geova Dio, l’Onnipotente”. Egli è degno “di ricevere la gloria e l’onore e la potenza”. Egli è infatti colui che ‘prende il suo gran potere e comincia a regnare’ per mezzo di Cristo. Con quanto zelo questo Figlio regale, il “Re dei re e Signore dei signori”, viene visto colpire le nazioni e calcare “lo strettoio del vino del furore dell’ira di Dio Onnipotente”! Mentre il grandioso tema biblico della rivendicazione di Geova raggiunge l’apice, viene dato risalto al fatto che tutte le persone e tutte le cose che hanno relazione con i propositi del Suo Regno devono essere sante. L’Agnello Gesù Cristo, che “ha la chiave di Davide”, è definito santo, e così pure gli angeli del cielo. Viene detto che quelli che prendono parte alla prima risurrezione sono ‘felici e santi’, e si dà risalto al fatto che “nulla che non sia sacro” e nessuno “che pratichi cosa disgustante” entrerà in alcun modo nella “città santa, Gerusalemme”. Così quelli che sono stati comprati con il sangue dell’Agnello per “essere un regno e sacerdoti al nostro Dio” sono fortemente incoraggiati a mantenere la santità dinanzi a Geova. Anche la “grande folla”, per poter rendere sacro servizio, deve ‘lavare le proprie lunghe vesti e renderle bianche nel sangue dell’Agnello’. — Riv. 4:8, 11; 11:17; 19:15, 16; 3:7; 14:10; 20:6; 21:2, 10, 27; 22:19; 5:9, 10; 7:9, 14, 15.

31. Quali aspetti del Regno sono portati alla nostra attenzione solo dal libro di Rivelazione?

31 La visione di questo magnifico e santo Regno di Dio resta scolpita nella nostra mente mentre notiamo certi aspetti che solo il libro di Rivelazione porta alla nostra attenzione. Qui abbiamo la visione completa degli eredi del Regno sul monte Sion con l’Agnello, inneggianti un nuovo cantico che solo loro conoscono. Solo Rivelazione ci dice il numero di quelli comprati dalla terra per entrare nel Regno — 144.000 — e che questi sono suggellati di fra le 12 simboliche tribù dell’Israele spirituale. Solo Rivelazione mostra che questi ‘sacerdoti e re’, che prendono parte con Cristo alla prima risurrezione, regneranno con lui “per i mille anni”. Solo Rivelazione ci dà la visione completa della “città santa, la Nuova Gerusalemme”, mostrando la sua radiosa gloria, Geova e l’Agnello come suo tempio, le sue 12 porte e pietre di fondamento, e i re che vi regnano per sempre mediante l’eterna luce che Geova diffonde su di loro. — 14:1, 3; 7:4-8; 20:6; 21:2, 10-14, 22; 22:5.

32. (a) In che modo la visione del “nuovo cielo” e della “città santa, la Nuova Gerusalemme”, riassume tutto ciò che era stato predetto riguardo al Seme del Regno? (b) Quali benedizioni il Regno assicura al genere umano sulla terra?

32 Si può veramente dire che questa visione del “nuovo cielo” e della “città santa, la Nuova Gerusalemme”, riassume tutto ciò che le Scritture hanno predetto dall’antichità riguardo al Seme del Regno. Abraamo aspettava un seme per mezzo del quale ‘tutte le famiglie della terra certamente si sarebbero benedette’ e “la città che ha reali fondamenta, il cui edificatore e costruttore è Dio”. Ora, nella visione di Rivelazione, questa città, strumento di benedizione, è chiaramente identificata come il “nuovo cielo”: un nuovo governo, il Regno di Dio, composto dalla Nuova Gerusalemme (la sposa di Cristo) e dal suo Sposo. Insieme formeranno un giusto governo che amministrerà tutta la terra. Geova promette al genere umano fedele che diverranno “suoi popoli” in una condizione felice, senza peccato e senza morte, come quella in cui l’uomo si trovava prima della ribellione in Eden. E, per ribadirlo, Rivelazione ripete due volte che Dio “asciugherà ogni lacrima dai loro occhi”. — Gen. 12:3; 22:15-18; Ebr. 11:10; Riv. 7:17; 21:1-4.

33. (a) Quale meraviglioso quadro generale dell’adempimento dei propositi divini presenta Rivelazione? (b) In che modo “tutta la Scrittura” si è dimostrata “ispirata da Dio e utile”, e perché ora è il tempo di studiare la Parola di Dio e di ubbidire ad essa?

33 Sì, quale grandiosa conclusione delle Scritture ispirate! Come sono meravigliose queste “cose che devono accadere fra breve”! (Riv. 1:1) Il nome di Geova, “l’Iddio delle ispirate espressioni dei profeti”, è santificato. (22:6) Si vede l’adempimento degli scritti profetici di 16 secoli e vengono ricompensate le opere di fede compiute nel corso di migliaia di anni! “L’originale serpente” è morto, le sue orde sono state distrutte e la malvagità non esiste più. (12:9) Il Regno di Dio domina quale “nuovo cielo” alla Sua lode. Le benedizioni di una terra restaurata, riempita e soggiogata secondo il proposito di Geova dichiarato nel primo capitolo della Bibbia, si estendono davanti al genere umano per una splendida eternità. (Gen. 1:28) Tutta la Scrittura si è realmente dimostrata “ispirata da Dio e utile per insegnare, per riprendere, per correggere, per disciplinare nella giustizia”. Geova l’ha usata per condurre uomini di fede pienamente competenti, del tutto preparati, fino a questo giorno meraviglioso. Ora, perciò, è il tempo di studiare queste Scritture per rafforzare la vostra fede. Ubbidite ai loro comandi in modo da ricevere la benedizione di Dio. Seguiteli percorrendo il retto sentiero che conduce alla vita eterna. Ciò facendo, voi pure potrete dire, con l’assoluta fiducia con cui termina l’ultimo libro della Bibbia: “Amen! Vieni, Signore Gesù”. — 2 Tim. 3:16; Riv. 22:20.

34. Come possiamo provare ora incomparabile gioia, e perché?

34 Quale incomparabile gioia possiamo provare ora acclamando “il regno del nostro Signore e del suo Cristo”, il Seme, mentre reca eterna santificazione all’impareggiabile nome di “Geova Dio, Onnipotente”! — Riv. 11:15, 17.

[Note in calce]

^ par. 3 Giustino Martire, Dialogo con Trifone, LXXXI, trad. di G. Visonà, Milano, 1988.

^ par. 3 Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica, VI, XXV, 9, 10, trad. di F. Maspero e M. Ceva, Milano, 1979.

^ par. 5 Ireneo di Lione, Contro le eresie, V, XXX, a cura di V. Dellagiacoma, 2a ed., Siena, 1984.

^ par. 5 Svetonio, Le vite di dodici Cesari, XII, 13.

[Domande per lo studio]