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Cristianità e giudaismo vanno ora incontro alla desolazione

Cristianità e giudaismo vanno ora incontro alla desolazione

Capitolo XII

Cristianità e giudaismo vanno ora incontro alla desolazione

1. Che cosa fu l’anno 1975 secondo il calendario religioso della Chiesa Cattolica Romana, e ogni quanto tempo si tengono tali celebrazioni?

NELL’ANNO 1975 della nostra Èra Volgare, secondo il calendario religioso della Chiesa Cattolica Romana si celebrò un Anno Santo, che ebbe realmente inizio la vigilia di Natale, il 24 dicembre, dell’anno 1974. In questo ventesimo secolo sono stati celebrati altri tre di tali Anni Santi, nel 1925, nel 1933 in commemorazione del millenovecentesimo anniversario della morte di Gesù Cristo nel 33 E.V., e nel 1950. Su questo soggetto la New Catholic Encyclopedia, Volume 7, pagine 108, 109, in parte dice:

Anno in cui si concede ai fedeli una solenne indulgenza plenaria in certe condizioni, e si danno ai confessori facoltà speciali. Gli Anni Santi sono ordinari quando avvengono a intervalli regolari (ogni 25 anni nei tempi moderni) e sono straordinari quando si proclamano per qualche ragione molto speciale, per es. nel 1933, per celebrare l’anniversario della Redenzione. Fra il 1300 e il 1950 furono celebrati venticinque Anni Santi generali. . . .

Nel 1300 il primo Anno Santo cominciò la sera del 24-25 dicembre . . . Il papa Bonifacio VIII emanò la bolla . . . che determinava che ogni 100 anni si sarebbe dovuto celebrare un giubileo universale. . . . Nel 1342 Clemente VI decretò un giubileo ogni 50 anni; . . . Nel 1389 Urbano VI ridusse il tempo a 33 anni . . . e proclamò il terzo Anno Santo per il 1390. . . . Il quarto giubileo fu l’anno centenario 1400, e il quinto si tenne nel 1425 . . . Infine, nel 1470, Paolo II ridusse il tempo a 25 anni, così che il successivo Anno Santo fu il 1475, e fino ai nostri giorni è rimasta questa usanza. . . .

2. Cosa mostrano le statistiche attuali circa la grandezza della cristianità?

2 La Chiesa Cattolica Romana entrò nell’Anno Santo del 1975 con una popolazione cattolica romana stimata di 551.949.000 persone, che ne fa la più grande organizzazione religiosa oggi sulla terra. L’organizzazione religiosa seguente per ordine di grandezza, quella degli indù, conta 515.580.500 membri. Se alla popolazione cattolica romana aggiungiamo i valutati 91.580.700 membri del gruppo ortodosso orientale e i dichiarati 324.263.750 membri delle denominazioni protestanti, il numero degli aderenti alla cristianità ammonta almeno a 967.793.450, una formidabile organizzazione religiosa che comunemente sembrerebbe impossibile rovesciare o sradicare dalla terra. (Vedi The World Almanac del 1975, pagina 322).

3, 4. In quale illustrazione fu predetta da Gesù l’estensione della crescita numerica della cristianità?

3 Confrontata con la grandezza della cristianità al suo inizio nel quarto secolo della nostra Èra Volgare, la sua presunta popolazione odierna indica in realtà un’enorme crescita. Dà l’impressione che Colui del quale la cristianità prende il nome abbia benedetto la cristianità. Le statistiche della sua crescita fino a quasi mille milioni di membri darebbero l’impressione che la cristianità sia fiorita con la ricchezza di un paradiso spirituale. Alcuni possono pensare che essa si avvii verso la sua mèta di un tempo, quella della conversione del mondo. La sua crescita fino alle attuali proporzioni numeriche non dovrebbe sorprendere, poiché fu preannunciata dallo stesso Gesù Cristo. Nel mezzo di una serie di illustrazioni o parabole profetiche, fece figure tratte dalla vita quotidiana per predire la crescita della cristianità. Per esempio, egli disse:

4 “Il regno dei cieli è simile a un granello di senapa, che un uomo prese e seminò nel suo campo; il quale è infatti il più piccolo di tutti i semi, ma quando è cresciuto è il più grosso dei vegetali e diviene un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono e trovano dimora fra i suoi rami”. — Matteo 13:31, 32; Marco 4:30-32.

5. (a) Quando si riferì al “regno dei cieli”, a che cosa pensava qui Gesù? (b) Perché questo non dovrebbe sembrare strano, dopo aver considerato la parabola precedente?

5 In questa parabola, Gesù Cristo si riferiva al “regno dei cieli” tenendone presente la contraffazione. Questo non era strano, poiché, nella parabola appena prima di questa, illustrò come sarebbero stati generati in gran numero cristiani finti. In qualità di seminatore del seme di grano eccellente, egli seminava il figurativo “seme eccellente”, i “figli del regno”. Ma, come nella parabola di notte venne il nemico quando gli uomini dormivano e seminò nello stesso campo semi di zizzanie, o semi di loglio aristato, così più tardi, quando i battezzati cristiani professanti non si tennero svegli e non stettero in guardia contro l’invasione dell’errore e dei simulatori, Satana il Diavolo seminò cristiani finti fra i veri “figli del regno”. Questo richiedeva una separazione dei veri dai falsi nel tempo stabilito da Dio, al “termine del sistema di cose”, dove ci troviamo oggi. — Matteo 13:24-30, 36-43; confronta i versetti 47-50.

6. Invece di predire la conversione del mondo, che cosa preannunciò Gesù circa il numero dei “figli del regno”?

6 Il Signore Gesù Cristo non attese né predisse la conversione del mondo al vero cristianesimo. Non predisse che un giorno tutti gli uomini sarebbero divenuti infatti “figli del regno”. Ai futuri “figli del regno” egli disse: “Il Padre vostro sa che avete bisogno di queste cose. Tuttavia, cercate di continuo il suo regno, e queste cose vi saranno aggiunte. Non aver timore, piccolo gregge, perché il Padre vostro ha approvato di darvi il regno”. (Luca 12:30-32) Circa sessantacinque anni dopo aver detto la parabola del granello di senapa, il risuscitato e glorificato Gesù Cristo trasmise all’apostolo Giovanni una rivelazione e dichiarò chiaramente che i “figli del regno”, gli Israeliti spirituali, sarebbero ammontati a dodici volte dodicimila. Confrontate questo con il numero attuale dei membri della cristianità, o confrontate 144.000 con 967.793.450. — Rivelazione 7:4-8.

7. Come il contesto scritturale ci aiuta a identificare gli “uccelli” che si posano sull’albero di senapa dell’illustrazione di Gesù?

7 Quindi Gesù Cristo sapeva bene che il vero cristianesimo, “il regno dei cieli”, non doveva divenire un “albero” figurativo, sui rami del quale si sarebbero posati gli uccelli o sotto il quale avrebbero potuto trovare molta ombra. Nella precedente parabola sui quattro tipi di terreno nei quali è seminato il seme eccellente, che raffigura la “parola del regno”, Gesù parlò di uccelli. A chi spiegò egli che somigliavano quegli “uccelli”? Al “malvagio”, al “Diavolo”. Vale a dire, agli agenti terreni del malvagio Diavolo. (Matteo 13:1-8, 18-23; Luca 8:4-8, 11-15) Marco 4:15 lo chiama Satana. Ragionevolmente, dunque, gli uccelli menzionati nello stesso contesto, nella stessa serie di parabole, raffigurerebbero le stesse cose. Perciò gli uccelli che si posano sull’albero di senapa raffigurerebbero gli agenti del “malvagio”, “Satana il Diavolo”. Corrisponderebbero alle “zizzanie”, al grano finto, nella parabola del grano e delle zizzanie. Essi sono i “figli del malvagio”.

8. Nella parabola chi è dunque l’“uomo” che seminò il seme di senapa, e nel quarto secolo chi fu notevolmente impiegato come agente?

8 È il finto “regno dei cieli”, la contraffazione, cioè la cristianità, a esser piena di questi simbolici uccelli, “i figli del malvagio”. Oggi è abbastanza grande da accoglierli tutti. Nella parabola, l’“uomo” che seminò il “granello di senapa” raffigurò il “Figlio dell’uomo”, Gesù Cristo. Ma, allo scopo di pervertirne la crescita, Satana il Diavolo vi fece penetrare un po’ alla volta elementi estranei al vero cristianesimo, cristiani finti. Nel quarto secolo E.V. Satana compì un’azione estesa per mezzo del principale politicante dell’Impero Romano, cioè Costantino il Grande. Nel 312 E.V. questo militare macchiato di sangue asserì d’essersi convertito al cristianesimo, ma, in realtà, al cristianesimo apostata del suo giorno a cui asserivano di appartenere i soldati dell’esercito. Quest’uomo ambizioso vinse i suoi rivali politici e ottenne la posizione di imperatore dell’Impero Romano. Con questa autorità agì da Pontifex Maximus o capo sacerdote della religione pagana di Roma. Egli mantenne questo titolo religioso con la posizione e l’autorità relative nonostante l’asserzione d’esser cristiano.

9. (a) Quale specie di Dio adorano tutti gli “uccelli” di questo “albero” simbolico? (b) Dove tutti attendono infine di andare, così da rendere appropriato associarli nell’illustrazione al “regno dei cieli”?

9 In qualità di Pontifex Maximus, l’imperatore Costantino si comportò come se fosse il capo visibile della chiesa cristiana e nel 325 E.V. convocò a Nicea (Asia Minore) un concilio di cosiddetti “vescovi”, i sorveglianti che presiedevano le congregazioni dei sedicenti cristiani. In quel Concilio il pontifex maximus Costantino risolse le dispute episcopali circa chi e cosa è Dio schierandosi dalla parte trinitaria e decretando che Dio è un Dio trino, un Dio in tre persone indivisibili, cioè Dio il Padre, Dio il Figlio e Dio lo Spirito Santo. Fino a questo giorno la dottrina non scritturale della “Trinità” è la dottrina fondamentale delle chiese settarie della cristianità. Su questo pervertito “albero” di senapa si posano molti “uccelli” dalla mentalità mondana. Tutti si attendono di andare in cielo, come “figli del regno”, e di vedere questo misterioso e inspiegabile Dio trino. Veramente nella cristianità, il finto “regno di Dio”, si adempie la parabola del “granello di senapa”.

CORRUZIONE RELIGIOSA

10. In Matteo 13:33, quale ulteriore illustrazione fece Gesù circa il “regno dei cieli”?

10 Secondo Matteo 13:33, immediatamente dopo la parabola del granello di senapa Gesù Cristo fece un’altra illustrazione per mostrare qualche altra cosa intorno al finto “regno dei cieli”. Leggiamo: “Egli disse loro un’altra illustrazione: ‘Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e nascose in tre grosse misure di farina, finché l’intera massa fermentò’”. (Anche, Luca 13:18-21) Ora, come si è adempiuta questa illustrazione?

11. (a) Nei tempi biblici, che cos’era il lievito, e quale effetto produce? (b) Nelle Scritture, come il lievito è impiegato figurativamente? Illustrate.

11 Nei tempi biblici, il lievito era un pezzo di pasta acida che era stata conservata e che si aggiungeva alla nuova massa per farla fermentare e per farle formare bolle di gas affinché lievitasse o facesse crescere l’intera massa. La fermentazione è in realtà un processo di demolizione, di alterazione, così che spesso causa guasto. Per questo motivo in genere nelle Sacre Scritture è figurativamente usata in senso cattivo. Per esempio, i Farisei e i Sadducei increduli provvedevano lievito spirituale, riguardo a cui Gesù disse ai suoi discepoli: “Guardatevi dal lievito dei Farisei e dei Sadducei”. I discepoli compresero che questo significava l’“insegnamento dei Farisei e dei Sadducei”. (Matteo 16:6-12) Secondo Luca 12:1, Gesù disse ai suoi discepoli: “Guardatevi dal lievito dei Farisei, che è ipocrisia”. Questo lievito dottrinale e ritualistico avrebbe potuto avere anche un colore politico, rappresentato dal partito giudaico dei seguaci del re Erode; così che Gesù disse: “Mantenete gli occhi aperti, guardatevi dal lievito dei Farisei e dal lievito di Erode”. — Marco 8:15.

12. In I Corinti 5:6-8, il lievito fu usato per rappresentare che cosa, e in contrasto con che cosa?

12 Ubbidendo pienamente a questo avvertimento, i cristiani del primo secolo celebravano nella loro vita quotidiana l’antìtipo dell’antica festa giudaica dei pani senza lievito, la festa che si celebrava per sette giorni dopo la Pasqua annuale. Molto appropriatamente, dunque, l’apostolo Paolo li avvertì di guardarsi dal lievito figurativo, dicendo: “La vostra causa di vanto non è eccellente. Non sapete che un po’ di lievito fa fermentare l’intera massa? Eliminate il vecchio lievito, affinché siate una nuova massa, secondo che siate liberi da fermento. Poiché, in realtà, Cristo, la nostra pasqua, è stato sacrificato. Quindi osserviamo la festa non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e malvagità, ma con pani non fermentati di sincerità e verità”. (1 Corinti 5:6-8) Questa dichiarazione dell’apostolo pose in contrasto il figurativo lievito di malizia e malvagità, falsi insegnamenti settari e ipocrisia religiosa, con la sincerità, la schiettezza e la verità.

13. Perché nella sua illustrazione Gesù si riferì a una donna, e qual era la quantità di lievito rispetto alla quantità di farina?

13 In quel tempo, come il lavoro agricolo era la principale attività dell’uomo, così la cucina era il regno della donna. (2 Samuele 13:6-8; 1 Re 17:11-13; Geremia 7:18; Luca 17:35) Nella sua illustrazione Gesù usò dunque appropriatamente una donna come colei che mise un pezzetto di lievito in una grande massa di pasta per farla lievitare. La massa conteneva “tre grosse misure di farina”. The New English Bible indica a quale quantità di farina questo ammontasse, rendendo Matteo 13:33 come segue: “Il regno del Cielo è simile al lievito, che una donna prese e mischiò con ventitré chili di farina finché lievitò tutta”. The New American Bible descrive lo sviluppo, dicendo: “Il regno di Dio è simile al lievito che una donna prese e ammassò con tre misure di farina. Infine l’intera massa della pasta cominciò a sollevarsi”. Negli Evangeli (Oscar Mondadori) pure si dà enfasi alla quantità che fu lievitata, dicendo: “Il Regno dei cieli è paragonabile al lievito che una massaia prende e fa sparire in trenta o quaranta chili di farina finché sia tutta lievitata”. Questo illustra esattamente come agisce il lievito figurativo.

14, 15. (a) Quale effetto ha il lievito figurativo su un’organizzazione religiosa? (b) Con quale linguaggio l’apostolo Pietro avvertì di guardarsi da tale influenza nella congregazione?

14 A somiglianza del lievito letterale, il lievito figurativo fa inacidire un’organizzazione religiosa. È un agente che corrompe religiosamente. È preparato da Satana il Diavolo, ed egli usa sulla terra agenti umani per introdurre in un’organizzazione religiosa pura lievito figurativo con l’intento di corromperla e renderla inadatta al servizio divino facendone presso Dio un biasimo e un discredito. In una lettera scritta circa trentuno anni dopo l’istituzione della vera congregazione cristiana il giorno di Pentecoste del 33 E.V., l’apostolo Pietro avvertì di non far infiltrare nella congregazione tale lievito religioso, dicendo:

15 “Quindi abbiamo la parola profetica resa più sicura; e voi fate bene prestandole attenzione come a una lampada che risplenda in luogo tenebroso, finché albeggi il giorno e sorga la stella del mattino, nei vostri cuori. Poiché sapete prima di tutto questo, che nessuna profezia della Scrittura sorge da privata interpretazione. Poiché la profezia non fu mai recata dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini parlarono da parte di Dio mentre erano sospinti dallo spirito santo. Comunque, vi furono anche falsi profeti fra il popolo, come pure fra voi vi saranno falsi maestri. Questi introdurranno quietamente distruttive sette e rinnegheranno anche il proprietario che li ha comprati, recando su se stessi subitanea distruzione. Inoltre, molti seguiranno i loro atti di condotta dissoluta, e a motivo di questi si parlerà oltraggiosamente della via della verità. E per concupiscenza vi sfrutteranno con parole finte. Ma in quanto a loro, il giudizio dei tempi antichi non procede lentamente e la loro distruzione non sonnecchia”. — 2 Pietro da 1:19 a 2:3.

16. In maniera simile, quale avvertimento l’apostolo Paolo diede alla congregazione di Efeso?

16 L’apostolo Paolo avvertì oralmente gli anziani della congregazione di Efeso (Asia Minore) circa la stessissima cosa, dicendo: “Non mi sono trattenuto dal dirvi tutto il consiglio di Dio. Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo vi ha costituiti sorveglianti, per pascere la congregazione di Dio, che egli ha acquistata col sangue del suo proprio Figlio. So che dopo la mia partenza entreranno fra voi oppressivi lupi e non tratteranno il gregge con tenerezza, e che fra voi stessi sorgeranno uomini che diranno cose storte per trarsi dietro i discepoli”. — Atti 20:27-30.

17, 18. (a) Con l’andar del tempo, che cosa divennero questi falsi insegnanti e profeti? (b) Perché furono giustamente chiamati “figlio della distruzione”?

17 Questi falsi insegnanti e profeti, uomini come lupi in veste da pecora, sarebbero gradualmente aumentati formando un composito “uomo dell’illegalità”. Questo strumento umano di Satana il Diavolo avrebbe causato nell’organizzazione che asseriva d’esser cristiana una ribellione o “apostasia”. Per questa ragione, tale gruppo di capi religiosi sarebbe stato destinato alla distruzione, così che quest’“uomo” composito si sarebbe potuto giustamente chiamare “figlio della distruzione”. Certo, l’organizzazione religiosa su cui quest’“uomo dell’illegalità” avrebbe assunto il controllo non avrebbe ottenuto il favore di Dio, ma sarebbe stata segnata per essere distrutta nel Suo tempo stabilito. Perché?

18 “Perché non hanno accettato l’amore della verità affinché fossero salvati. E per questo Dio fa andare da loro un’operazione d’errore, affinché credano alla menzogna, onde sian tutti giudicati perché non hanno creduto alla verità ma han preso piacere nell’ingiustizia”. — 2 Tessalonicesi 2:3-12.

19. Come l’“uomo dell’illegalità” fu chiaramente identificabile nel quarto secolo E.V.?

19 Benché il “mistero di questa illegalità” fosse già all’opera ai giorni degli apostoli, questo composito “uomo dell’illegalità” non assunse una forma chiaramente identificabile fino al regno dell’imperatore Costantino il Grande nei primi venticinque anni del quarto secolo E.V. Questo pagano Pontifex Maximus cercò di creare una “fusione religiosa” facendo un miscuglio. Il vero cristianesimo non può mai mischiarsi o fondersi con nessuna religione falsa di questo mondo. (2 Corinti da 6:14 a 7:1) Comunque, il capo religioso-politico dell’Impero Romano costrinse i cosiddetti “vescovi” che negoziarono con lui a fare compromesso. Così il cristianesimo adulterato a cui questi “vescovi” sovrintendevano fu amalgamato con la religione pagana di Roma, in modo da formare una “fusione religiosa” meno sgradevole, più accettabile per quelli che in fondo erano ancora pagani e desideravano attenersi a certe loro idee e pratiche religiose pagane. Come erano abituati nella loro precedente religione pagana, concessero ai “vescovi” di formare su di loro una classe clericale, di governarli quale classe laica. Questa fusione religiosa divenne la religione di Stato.

20, 21. (a) Essendo il “lievito” religioso impastato nella cristianità dal suo inizio, di conseguenza che cosa si è sviluppato? (b) Benché gli aderenti delle chiese della cristianità pensino di andare in cielo alla morte, cos’è indicato dal prevalere fra loro delle “opere della carne”?

20 In questa maniera fu fondata la cristianità, e, nei secoli successivi, è cresciuta fino a divenire quella che è oggi. Oggi è una grande massa religiosa, eppure, da un po’ di “lievito” religioso ammassato nell’organizzazione al suo inizio, si è completamente lievitata con paganesimo, mondanità, cattiveria, malvagità, tradizioni di uomini, ipocrisia, dottrine di demoni. La cristianità si rese parte di Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, ed è cresciuta fino a divenire la parte più influente di quell’impero religioso. (Rivelazione 17:3-6) Il nome cristianità forse dà l’idea che alla morte i suoi aderenti religiosi siano destinati al regno celeste. Ma oggi, più che in qualsiasi tempo precedente, la cristianità è piena di “opere della carne”, e cosa siano queste opere e se siano la base per l’ammissione nel regno celeste è dichiarato dall’apostolo Paolo:

21 “Un po’ di lievito fa fermentare tutta la massa. Ora le opere della carne sono manifeste, e sono fornicazione, impurità, condotta dissoluta, idolatria, pratica di spiritismo, inimicizie, contesa, gelosia, eccessi d’ira, contenzioni, divisioni, sette, invidie, ubriachezze, gozzoviglie e simili. Circa queste cose vi preavverto, come vi preavvertii, che quelli che praticano tali cose non erediteranno il regno di Dio”. — Galati 5:9, 19-21.

22. Gode oggi la cristianità un paradiso spirituale, e quale prospettiva ha di entrare in qualche altro paradiso di Dio?

22 Tenuto conto di tutti i fatti fin troppo conosciuti, dirà alcuna persona sincera che oggi la cristianità, con il suo gran numero di aderenti, goda un paradiso spirituale come quello descritto nella Sacra Bibbia? Quando muoiono, sono i suoi seguaci destinati ad andare in cielo e mangiare dell’“albero della vita, che è nel paradiso di Dio”? (Rivelazione 2:7) O sarà la cristianità risparmiata da Geova Dio a causa del suo nome e delle sue pretese religiose e sopravvivrà all’attuale afflizione mondiale per godere il letterale paradiso terrestre nel prossimo regno millenario di Gesù Cristo, il Figlio di Dio? (Luca 23:43) Non c’è nessuna base scritturale per dire di Sì a queste domande. Piuttosto ciò che attende la cristianità fu prefigurato da quello che accadde al paese di Edom in adempimento della profezia contenuta nel capitolo trentaquattro di Isaia.

CONTROPARTE MODERNA DI EDOM

23. Chi si rivolge oggi a Geova come al proprio Giudice, Datore di statuti e Re, come predisse Isaia, e da quali infermità è pertanto salvaguardato?

23 I tre versetti che precedono l’inizio di questo capitolo trentaquattresimo di Isaia fanno la dichiarazione di una posizione religiosa che non è stata assunta né dalla cristianità né dal giudaismo. I versetti dicono: “Geova è il nostro Giudice, Geova è il nostro Datore di statuti, Geova è il nostro Re; egli stesso ci salverà. Le tue funi [della flotta nemica attaccante] devono pendere sciolte; non terranno fermamente eretto il loro albero maestro; non hanno spiegato la vela. In quel tempo si dovranno pure dividere le spoglie in abbondanza; gli stessi zoppi [del liberato popolo di Geova] prenderanno effettivamente grossa preda. E nessun residente dirà: ‘Sono malato [spiritualmente]’. Il popolo che dimora nel paese sarà quello perdonato del suo errore”. (Isaia 33:22-24) In netto contrasto con la cristianità e il giudaismo, i cristiani testimoni di Geova, che risiedono nel paradiso spirituale del suo favore e della sua protezione, son quelli che hanno scelto Geova come loro Re, Datore di statuti, Giudice, Salvatore. Essi sono perciò quelli che vengono salvaguardati dalle infermità e dalle malattie e dalle piaghe spirituali che affliggono la cristianità e il giudaismo. — Salmo 91:1-10.

24, 25. (a) Nel capitolo 34 di Isaia, Geova notifica alle nazioni che sono coinvolte in che cosa? (b) Cosa si notifica loro che sarà il risultato di questa causa?

24 Immediatamente dopo quella profezia, il capitolo trentaquattro della profezia di Isaia presenta per le nazioni mondane una visione orribile. Questa visione risalta più nettamente sullo sfondo del brillante paradiso spirituale descritto nel successivo capitolo (35). Poiché ciò che è così calamitoso sovrasta le nazioni e poiché proviene da Lui, Geova ne dà notifica in anticipo alle nazioni e ai gruppi nazionali. Oggi le nazioni forse pensano che Dio non abbia nulla a che fare con la questione, che esse non siano implicate con Dio in nessuna questione, che quali uomini materialistici badino alle loro proprie cose non avendo nessuna responsabilità verso un Essere Supremo, un Creatore. Ma per mezzo del profeta Isaia, Geova Dio richiama l’attenzione delle nazioni, rammentando loro che in realtà sono coinvolte in una causa che si dibatte dinanzi alla Corte dell’Universo, e che subiranno perciò l’esecuzione del giudizio.

25 Quindi, iniziando il capitolo trentaquattro, il portavoce di Dio dice: “Avvicinatevi, popoli, per udire, e voi, nazioni, prestate ascolto; ascolti la terra e quanti vi abitano, il mondo e quanto produce! Poiché il Signore è adirato contro tutti i popoli ed è sdegnato contro tutti i loro eserciti; li ha votati allo sterminio [egli li deve votare alla distruzione], li ha destinati al massacro. I loro uccisi sono gettati via, si diffonde il fetore dei loro cadaveri; grondano i monti del loro sangue. Tutta la milizia celeste si dissolve, i cieli si arrotolano come un libro, tutti i loro astri cadono come cade il pampino della vite, come le foglie avvizzite [il fico si raggrinza dalla pianta] del fico”. — Isaia 34:1-4, Ge; NM.

26. Per che cosa le nazioni sono qui chiamate da Dio a rendere conto, e quali nazioni in particolare?

26 Ciò che qui si richiama alla nostra attenzione è che le nazioni sono colpevoli di spargimento di sangue, e le più colpevoli di tutte sono le nazioni della cristianità. Esse hanno inzuppato la terra non solo del sangue di animali selvaggi uccisi senza scopo, ma in particolar modo del sangue degli uomini. Chi è senza dubbio colui che dovrebbe giustamente richiedere alle nazioni tutto questo sangue che hanno sparso, reclamandolo dalle nazioni perché questo sangue rappresenta la vita data da Dio? Non è altri che il Creatore stesso, il Datore della vita, che dotò il genere umano di un torrente sanguigno che ne sostiene la vita. Oggi tutte le nazioni hanno i loro eserciti permanenti, più numerosi che mai, e tutti equipaggiati, preparati e addestrati per spargere in conflitti internazionali altro sangue umano.

27. (a) Quanto è seria la legge di Dio che si deve dare anima per anima? (b) Che cosa è indicato dalla dichiarazione che “grondano i monti del loro sangue”?

27 Non in un semplice discorso ozioso Geova Dio dichiarò la sua giusta legge: Si deve dare vita per vita; si deve dare anima per anima. (Genesi 9:4-6; Esodo 21:23-25) Fedele a questa legge irrevocabile, Egli farà scorrere il sangue delle nazioni fino a metterle a morte. La crescente colpa delle nazioni per lo spargimento di sangue è così grande che il sangue richiesto in cambio dal Datore della vita provvederebbe liquido sufficiente da sciogliere o dissolvere per così dire i monti. Certo, con la completa distruzione delle forze militari delle nazioni mondane verrebbe la caduta dei loro governi che nella profezia biblica sono a volte raffigurati come “monti”.

28. In questa profezia, a che cosa si riferisce l’espressione “tutta la milizia celeste”, e che cosa accade loro?

28 Mediante l’espressione “tutta la milizia celeste” il profeta non intende le stelle e i pianeti dei nostri cieli, come il sole e la luna e la via lattea, e le lontanissime galassie di stelle. Piuttosto, i governi del genere umano sono paragonati a cieli sopra la terrestre società umana, a causa della loro altezza come autorità superiori. (Romani 13:1-4) La “milizia celeste” sarebbero dunque gli eserciti alleati di questi governi del genere umano assomigliati a cieli. Questa “milizia”, evidentemente la parte più forte dei governi alti come il cielo, ‘si dissolverà’, marcirà come qualcosa di perituro. Al di sopra di noi i cieli letterali sembrano formare un arco, curvi, come un antico rotolo di libro, su cui la scrittura era generalmente nella parte concava, nella facciata interna. Il sole, la luna e le stelle nei nostri cieli appaiono sull’arco steso dei nostri cieli, come le cose scritte sul lato interno del rotolo di un libro.

29. In che modo i cieli simbolici mostrano d’essere “come un libro” e come ‘un fico avvizzito’?

29 Quando il materiale scritto nel lato interno del rotolo è passato davanti agli occhi del lettore, allora il rotolo finito è arrotolato e messo via. Similmente, “i cieli si arrotolano come un libro”, in quanto i governi simili a cieli la cui “milizia” ha fatto visibilmente la sua parte nelle pagine della storia umana devono giungere alla loro fine, devono arrivare all’ultima pagina della loro storia, e si devono portare quindi alla loro fine, si devono eliminare, mettere via senza che Dio conceda altro permesso di esistere. I componenti della loro “milizia” che faceva impressione perdono la freschezza della vita e cadono, scompaiono dalla vista di quelli che han letto la storia, proprio come cadono il pampino avvizzito della vite e come cade dalla pianta il fico raggrinzito. La stagione è finita. — Confronta il linguaggio di Rivelazione 6:12-14.

LA CRISTIANITÀ, CONTROPARTE MODERNA DI EDOM

30, 31. Come i seguenti versetti della profezia di Isaia mostrano che i “cieli” ai quali qui si fa riferimento non sono gli invisibili cieli spirituali della residenza di Dio?

30 Che i “cieli”, la cui “milizia” marcisce o avvizzisce, non debbano essere intesi come gli invisibili cieli spirituali della residenza di Dio è indicato dall’ulteriore parte della profezia di Isaia. Geova vi si esprime, dicendo:

31 “‘Poiché nei cieli la mia spada per certo s’inebrierà. Ecco, scenderà su Edom [Idumea, LXX greca], e sul popolo da me votato alla distruzione nel diritto. Geova ha una spada; deve empirsi di sangue; si deve ingrassare di grasso, del sangue di giovani montoni e di capri, del grasso dei reni dei montoni. Poiché Geova ha un sacrificio in Bozra [capitale di Edom o Idumea], e un grande massacro nel paese di Edom. E i tori selvaggi devono scendere con loro, e i giovani tori coi potenti; e il loro paese si deve inzuppare di sangue, e la loro medesima polvere s’ingrasserà di grasso’. Poiché Geova ha un giorno di vendetta, un anno di retribuzioni per la causa di Sion”. — Isaia 34:5-8, NM; Traduzione della Settanta di Thomson.

32. Chi erano gli Edomiti, e in quale specie di regione dimoravano?

32 Il territorio degli Edomiti, a cavallo dell’Araba fra il mar Morto e il golfo di ‘Aqaba, era chiamato “regione montagnosa di Esaù”. (Abdia 8, 9, 19, 21) Esaù era il nome originale dell’uomo chiamato Edom. Il soprannome Edom, che significa “Rosso”, fu dato a Esaù perché vendette il suo diritto di primogenitura abraamica al suo più giovane fratello gemello Giacobbe (Israele) per un pasto di minestra rossiccia. (Genesi 25:29-34; Ebrei 12:16, 17) Siccome Giacobbe lo soppiantò nella preziosa primogenitura, Esaù (o Edom) fu pieno di odio omicida verso il suo fratello gemello dalla mentalità spirituale. (Genesi 27:30-45) Avendo Esaù preso residenza nella regione montagnosa, dimorò in alto, come in cielo. Geova parlò da tale punto di vista quando, per bocca del suo profeta Abdia, disse agli Esauiti (Edomiti):

“‘La presunzione del tuo cuore è ciò che ti ha ingannato, tu che risiedi nei recessi della rupe, l’alto dove dimori, dicendo in cuor tuo: “Chi mi tirerà giù a terra?” Se tu facessi la tua posizione alta come l’aquila, o se ponessi fra le stelle il tuo nido, di lì ti tirerei giù’, è l’espressione di Geova”. — Abdia 3, 4.

33. (a) In Isaia 34:5, che cosa si intende con la dichiarazione che “nei cieli” la spada di Dio si sarebbe inebriata? (b) Con quali termini si fa riferimento ai più grandi e ai più piccoli di Edom?

33 Perciò, parlando della distruzione che avrebbe recato sulla nazione di Edom con la “spada” della guerra, Geova poté figurativamente dire che “nei cieli” la sua spada si sarebbe inzuppata di sangue. Egli aveva votato gli Edomiti alla distruzione nel diritto, e questa distruzione avrebbe raggiunto la parte più alta nella nazione di Edom, raffigurata dalla sua capitale Bozra. Del massacro di questa nazione nemica Geova parla come di un sacrificio, poiché si compie in esecuzione del suo giudizio e a sua rivendicazione quale Sovrano Universale. Geova parla dei più grandi e dei più piccoli come di simbolici “tori selvaggi” e “giovani tori” e come di “giovani montoni” e “capri”. Il paese di quella nazione dalla mentalità omicida e colpevole di sangue doveva inzupparsi del suo proprio sangue per mezzo della “spada” del massacro di Geova.

34-36. Che cosa avevano fatto gli Edomiti per meritare questo drastico trattamento per mano di Dio?

34 Questo drastico trattamento del paese di Edom fu meritato; altrimenti, non sarebbe stato un atto di giustizia divina. “Poiché Geova ha un giorno di vendetta, un anno di retribuzioni per la causa di Sion”. (Isaia 34:8) Non fu per il cosiddetto “sionismo”. Piuttosto, vi era implicata l’antica Sion, dove il “trono di Geova” era stato occupato dagli unti re dell’eletto popolo di Geova. Nell’anno 607 a.E.V., gli eserciti di Babilonia avevano distrutto la città santa di Gerusalemme e avevano rovesciato il Regno di Giuda e avevano deportato i Giudei sopravvissuti nel paese pagano di Babilonia. In quell’occasione, la maniera di comportarsi della nazione di Edom verso il castigato popolo di Geova si manifestò in maniera inequivocabile. Come?

35 Geova lo richiama alla loro attenzione per mezzo del suo profeta Abdia, dicendo:

“Nel giorno in cui te ne stesti da parte, nel giorno in cui gli estranei [i Babilonesi] portarono le sue forze militari [di Israele] in cattività e quando completi stranieri entrarono nelle sue porte e gettarono le sorti su Gerusalemme, anche tu eri come uno di loro.

“E non saresti dovuto stare a guardare nel giorno del tuo fratello, nel giorno della sua sfortuna; e non ti saresti dovuto rallegrare dei figli di Giuda nel giorno che perirono; e non avresti dovuto allargare la bocca nel giorno della loro angustia. Non saresti dovuto venire nella porta del mio popolo nel giorno del loro disastro. Tu, tu pure, non avresti dovuto rivolgere lo sguardo alla sua calamità nel giorno del suo disastro; e non avresti dovuto stendere la mano sulla sua dovizia nel giorno del suo disastro. E non saresti dovuto stare alla divisione delle vie, per stroncare i suoi scampati; e non avresti dovuto cedere i suoi superstiti nel giorno dell’angustia. Poiché il giorno di Geova contro tutte le nazioni è vicino. Nel modo che tu hai fatto, sarà fatto a te. La tua sorta di trattamento ricadrà sulla tua propria testa. Poiché nel modo in cui voi avete bevuto sul mio santo monte, tutte le nazioni continueranno a bere di continuo. E per certo verranno e trangugeranno e sarà come se non fossero mai stati”. — Abdia 11-16.

36 L’ispirato salmista ricordò la stessa maligna condotta tenuta dalla nazione sorella, quando pregò Geova e disse: “Ricorda, o Geova, riguardo ai figli di Edom il giorno di Gerusalemme, i quali dicevano: ‘Denudatela! Denudatela fino al fondamento entro di essa!’ O figlia di Babilonia, che devi essere spogliata, felice sarà colui che ti ricompenserà col tuo proprio trattamento col quale tu ci hai trattati”. — Salmo 137:7, 8.

37. (a) Perché Geova considerò propria “la causa di Sion” con Edom? (b) Quando cominciò l’espressione di vendetta di Geova sugli Edomiti?

37 Ciò che gli Edomiti fecero al suo popolo eletto nel giorno del loro disastro nel 607 a.E.V. Geova lo considerò come fatto a lui. Per questa ragione egli aveva una “causa di Sion”. Quindi sarebbe dovuto venire l’anno in cui avrebbe dato “retribuzioni per la causa di Sion” e avrebbe espresso la sua vendetta sugli Edomiti offensori. (Isaia 34:8) Geova cominciò in effetti a esprimere questa giusta vendetta sugli Edomiti per mezzo del re di Babilonia, Nabucodonosor, non molto tempo dopo la distruzione di Gerusalemme. — Geremia 25:17-21.

ATTI DI VARI ERODE DISCENDENTI DI EDOM

38. Di quali ulteriori atti contro il popolo di Geova furono colpevoli governanti edomiti come il re Erode il Grande, Erode Antipa e il re Erode Agrippa I?

38 I discendenti di Edom (Esaù), gli Idumei, come li chiamavano i Greci, continuarono a essere colpevoli di atti contro l’eletto popolo di Geova. I familiari del re Erode il Grande furono Idumei o Edomiti. A sua vergogna, la storia biblica rivela che questo re il quale costruì a Gerusalemme il sontuoso tempio ebbe timore per il regno della sua famiglia e cercò di assassinare il fanciullino Gesù a Betleem–Giuda. (Matteo 2:1-22) Circa trent’anni dopo, alla celebrazione del suo compleanno, Erode Antipa, il governante distrettuale simile a una volpe, fece decapitare Giovanni Battista, precursore di Gesù. (Matteo 14:1-11; Luca 13:31, 32) Nel 33 E.V., quando Gesù era processato perché si decidesse della sua vita e dal governatore Pilato fu mandato a Erode Antipa, figlio di Erode il Grande, che allora era re di Galilea, questo governante fu deluso di Gesù e lo screditò come Messia rimandandolo a Pilato e alla sua morte. (Luca 23:6-12) Alcuni anni più tardi, il re Erode Agrippa I cercò di piacere ai Giudei e giustiziò con la spada Giacomo fratello di Giovanni, uno dei dodici apostoli di Gesù Cristo, e mise poi in prigione l’apostolo Pietro con l’intenzione di farlo giustiziare dopo la Pasqua dei Giudei. (Atti 12:1-6) E, infine, che dire del re Erode Agrippa II?

39. Benché gli fosse stata offerta l’opportunità di divenir cristiano, di che cosa rimase un agente il re Erode Agrippa II?

39 In una udienza speciale l’apostolo Paolo fu condotto dinanzi a lui a Cesarea per disposizione del governatore Festo. Quando, al culmine della sua propria difesa legale, Paolo disse al re: “Credi tu, o re Agrippa, ai Profeti? Io so che tu credi”, che cosa disse questo Idumeo a Paolo? “In breve tempo mi persuaderesti a divenir cristiano”. (Atti 26:27, 28) Quantunque allora fosse un circonciso proselito giudeo, il re Agrippa non divenne mai un Israelita spirituale, un cristiano. Egli rimase nella politica come agente dell’Impero Romano pagano.

40. (a) A quale cospirazione contro Gesù parteciparono i seguaci del partito di Erode? (b) Dopo quale avvenimento gli Edomiti scomparvero dalla storia, in adempimento della profezia biblica?

40 Durante la vita di Gesù, i seguaci del partito di Erode cooperarono con i Farisei per cercar di intrappolare Gesù nelle sue osservazioni circa la questione se fosse scritturalmente lecito ai Giudei pagare le tasse a Cesare. Essi cercarono di porlo sui “corni di un dilemma” per metterlo così in difficoltà con i Romani o con il partito nazionalistico dei Giudei. (Matteo 22:15-22) Così all’inizio gli erodiani non ebbero del cristianesimo un’opinione favorevole. La stessa cosa poté dirsi, secondo la storia biblica, degli Edomiti o Idumei, capeggiati dalla famiglia reale degli Erode. Essi si attennero al giudaismo. Durante l’assedio che i Romani posero a Gerusalemme nel 70 E.V., gli Idumei risposero a una chiamata alle armi della fazione giudaica la quale teneva l’area del tempio contro la fazione opposta dei Giudei. Ma l’aiuto idumeo (edomita) risultò vano, e Gerusalemme cadde in mano ai Romani e fu distrutta insieme al tempio di Erode. Dopo questo disastro, gli Idumei o Edomiti scomparvero dalla scena della storia del Medio Oriente. Riguardo a loro, la profezia biblica non venne meno.

EDOM ANTICA E ANTÌTIPO MODERNO

41. Qual è la controparte moderna del “paese di Edom”?

41 In modo simile la profezia di Geova non mancherà di adempiersi sulla controparte moderna, l’antìtipo del “paese di Edom”. Qual è questo antìtipo? È la cristianità. Proprio come l’antica nazione giudaica e Gerusalemme furono impiegate da Geova Dio in modo tipico, per prefigurare cose inerenti alla cristianità, così la nazione sorella, Edom, fu da Lui impiegata in modo tipico. (1 Corinti 10:6, 11; Colossesi 2:16, 17) Il popolo di Edom furono i discendenti carnali di Esaù, che fu soprannominato Edom (“Rosso”). Il loro antenato nazionale fu il fratello gemello più anziano di Giacobbe, che fu soprannominato Israele. Siccome fu il primogenito di Isacco e Rebecca, Esaù ritenne di avere un diritto naturale alla primogenitura tramandata da suo nonno Abraamo.

42. Quali sviluppi relativi alla primogenitura indussero Esaù a provare sentimenti di odio per Giacobbe?

42 Comunque, Geova Dio non tenne conto del diritto naturale del figlio primogenito, e, prima della nascita dei gemelli, si espresse a favore del gemello secondogenito, Giacobbe (“Soppiantatore”). Nonostante che le cose avvenissero in questo modo, Esaù considerò il diritto di primogenitura in modo profano o senza apprezzamento per le cose spirituali. Quando si sentì stanco e affamato, fu disposto a vendere questo diritto di primogenitura a suo fratello Giacobbe che ne aveva apprezzamento, in cambio di un semplice pasto. Più tardi, quando venne il tempo in cui suo padre Isacco conferì la benedizione abraamica, Esaù non tenne conto del giuramento con cui aveva solennemente dichiarato di rispettare la vendita del suo diritto di primogenitura e si preparò a ricevere la benedizione della primogenitura, a cui non aveva più diritto. Era solo giusto che in questa questione fosse superato in astuzia e che la benedizione andasse a Giacobbe, colui al quale giustamente apparteneva secondo la volontà di Dio. Ma Esaù ritenne d’essere stato soppiantato ingiustamente, d’essere stato ingannato. Così, con odio, si propose di uccidere Giacobbe alla prima occasione. — Genesi da 25:29 a 27:45; Ebrei 12:16, 17.

43. (a) A questo riguardo, di chi Giacobbe divenne una figura? (b) Che dire di Esaù?

43 Giacobbe divenne a questo riguardo una figura degli eredi della promessa abraamica, di quelli che divengono il “seme” spirituale di Abraamo, cioè gli unti discepoli di Gesù Cristo, che è il principale del “seme” di Abraamo. (Galati 3:16-29) In quanto al materialistico Esaù, divenne un tipo della nazione dell’Israele naturale, discendenti carnali di Abraamo i quali pensavano che la benedizione abraamica appartenesse naturalmente a loro.

44. Come i circoncisi Israeliti naturali mostrarono nell’insieme d’essere davvero simili a Esaù?

44 Comunque, quei circoncisi Israeliti naturali non furono qualificati per divenire il seme spirituale di Abraamo. Essi rigettarono il principale membro del promesso “seme” di Abraamo, cioè Gesù Cristo, e lo fecero uccidere e perseguitarono poi i fedeli seguaci delle sue orme. Solo un piccolo rimanente dei Giudei naturali soddisfece i requisiti e divenne parte del seme spirituale di Abraamo. Quindi i rimanenti membri necessari del seme spirituale di Abraamo si son dovuti prendere dai non Giudei che soddisfano i requisiti. (Romani 2:28, 29; 11:1-29) Così la maggioranza della nazione giudaica si rese simile al suo lontano zio Esaù o Edom.

45. In che modo quelli che erano discendenti di Esaù o Edom manifestarono ostilità verso la loro nazione sorella, gli Israeliti?

45 A causa di questa irriverenza o mancanza di apprezzamento spirituale, Esaù non fu in grado di trasmettere alla nazione che discese da lui, agli Esauiti o Edomiti, la primogenitura abraamica. (Ebrei 12:15-17) Quegli Edomiti furono i discendenti di Esaù da mogli pagane incredule. (Genesi 26:34, 35; 27:46; 28:6-9) Naturalmente avrebbero avuto ragione di pensare d’essere stati privati della loro posizione quale seme naturale di Abraamo col diritto alla benedizione promessa, a causa del loro zio Giacobbe o Israele. Facilmente presero dunque a nutrire l’odio che il loro antenato nazionale Esaù aveva provato verso Giacobbe, e quest’odio si manifestò nell’ostilità verso la loro nazione sorella, gli Israeliti. Nel corso dei secoli che seguirono, agli Edomiti o Idumei si fece sentire lo sfavore di Geova Dio. — Ezechiele 35:1-9; Malachia 1:2-4.

46. Durante il tempo dei Maccabei, come gli Edomiti si amalgamarono con la nazione giudaica?

46 Nel periodo del governo dei Maccabei sui Giudei rimpatriati nel paese di Giuda, gli Edomiti sopravvissuti furono obbligati a divenire proseliti giudei. Approssimativamente fra gli anni 130-120 a.E.V., Giovanni Ircano della discendenza maccabea soggiogò gli Edomiti e li forzò a sottomettersi alla circoncisione come proseliti del giudaismo. Questo spiega perché i Giudei tollerarono il dominio del re edomita Erode il Grande e dei membri della sua famiglia reale. (Vedi Antichità giudaiche, di Giuseppe Flavio, Libro 13, capitolo 9, paragrafo 1; Libro 15, capitolo 7, paragrafo 9). In questo modo gli Edomiti (Idumei) si amalgamarono con la nazione giudaica del primo secolo della nostra Èra Volgare, nazione giudaica che fu impiegata come un tipo biblico della cristianità.

47. In quali modi la cristianità si è mostrata simile a Esaù o Edom?

47 A somiglianza di Esaù o Edom, la cristianità ha preteso di avere la promessa abraamica e considera d’essere il seme spirituale di Abraamo, gli eredi del regno celeste con Gesù Cristo. Secondo le loro pretese religiose, i membri della cristianità si rendono fratelli gemelli di coloro che sono i veri eredi cristiani del messianico regno di Dio, i veri discepoli di Gesù il Messia. Tuttavia, la cristianità non ama questi fedeli discepoli di Cristo unti con lo spirito. Essa li odia di un odio omicida. (1 Giovanni 3:12-15) Dalla sua fondazione nel quarto secolo E.V., la cristianità ha perseguitato quelli che non sono cristiani falsi. Questi seguono le parole e l’esempio di Gesù non facendo parte di questo mondo, ma la cristianità si è resa amica di questo mondo divenendone parte. Perciò essa odia ciò che il mondo odia. (1 Giovanni 2:15-17; Giovanni 15:19; 17:14, 16; Giacomo 4:4) Perseguitando i veri cristiani, essa immagina di rendere sacro servizio a Dio. — Giovanni 16:2.

48. Proprio a somiglianza degli Edomiti al tempo della distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V., come agì la cristianità verso l’Israele spirituale durante la prima guerra mondiale?

48 La moderna storia del ventesimo secolo attesta questo fatto. Durante la prima guerra mondiale il fedele rimanente dell’Israele spirituale fu odiato da tutte le nazioni, esattamente come Gesù Cristo aveva preannunciato riguardo ai veri seguaci delle sue orme. (Matteo 24:9; 10:7-22) La ragione dell’odio di questo mondo fu il fatto che l’unto rimanente proclamava il messianico regno di Dio come il giusto dominio per tutta la terra, la sola speranza per tutto il genere umano. (Marco 13:10-13) Durante tutta la persecuzione e la sofferenza abbattutasi sul fedele rimanente, la cristianità non ebbe per loro una parola di compassione. Infatti, le prove documentate mostrano che il clero religioso della cristianità istigò questa persecuzione contro questi proclamatori della “buona notizia” del messianico regno di Dio. Esso si rallegrò con le nazioni belligeranti della cristianità per la soppressione di questi proclamatori del Regno e della loro opera di testimonianza pubblica, proprio come nel 607 a.E.V. gli Edomiti si rallegrarono con i Babilonesi per la distruzione di Gerusalemme. — Rivelazione 11:7-10.

49, 50. (a) Durante la seconda guerra mondiale, come la cristianità mostrò ulteriormente di avere lo spirito dell’antica Edom? (b) In adempimento della parola che Dio disse per mezzo di Isaia, a che cosa vanno ora incontro sia gli Edomiti moderni, il popolo della cristianità, che il giudaismo?

49 Nutrendo odio verso il rimanente degli Israeliti spirituali che si distinguevano come veri cristiani in contrasto con gli aderenti delle sue chiese impegnati nella violenta guerra sanguinosa, la cristianità non si rallegrò quando i soppressi testimoni del Regno furono ravvivati dallo spirito di Dio nel 1919 E.V. Essa non si rallegrò del paradiso spirituale in cui questi ristabiliti Israeliti spirituali furono portati. (Isaia 35:10) Durante la seconda guerra mondiale del 1939-1945 E.V., che scoppiò dentro i suoi propri confini, la cristianità istigò di nuovo la persecuzione religiosa e cercò fieramente di spazzare via il paradiso spirituale del rimanente dell’Israele spirituale e dei loro compagni che adoravano Geova Dio. Ma fu tutto vano! I cristiani testimoni di Geova sopravvissero e uscirono dal secondo conflitto mondiale più numerosi che mai. Visto che c’è tale violento odio della cristianità verso i Suoi testimoni cristiani, ha Geova Dio una “causa di Sion”? È arrivato sugli Edomiti moderni il Suo “anno di retribuzioni”, il “giorno di vendetta” di Geova? — Isaia 34:8.

50 La risposta è Sì! E così la cristianità va ora incontro alla desolazione. Il giudaismo va incontro alla stessa sorte!

[Domande per lo studio]