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Gli uomini politici dovranno affrontare un Messia trasformato

Gli uomini politici dovranno affrontare un Messia trasformato

Capitolo III

Gli uomini politici dovranno affrontare un Messia trasformato

1. Riguardo a chi dovranno decidere in modo definitivo come agire i capi politici di oggi, come quelli del 33 E.V.?

NEL prossimo futuro i capi politici di tutte le nazioni e di tutti i popoli dovranno decidere in modo definitivo che fare riguardo al Messia. Verso la metà del primo secolo della nostra Èra Volgare questo Messia, Gesù, Discendente del re Davide, ebbe incontri diretti con un paio di capi politici del mondo. Il re Erode Antipa di Galilea screditò Gesù quale Messia e lo derise nell’aula della corte e lo rinviò al governatore romano della Giudea, Ponzio Pilato, per il processo finale. Il governatore Pilato, che rappresentava l’imperatore di Roma, Tiberio, cedette alla pressione di una turba antimessianica e condannò Gesù a morire inchiodato su un palo come uno schiavo criminale. (Luca 23:1-25) Ma oggi i capi politici devono affrontare un Messia molto diverso dal Messia che si sacrificò nell’anno 33 E.V.

2. Perché fra breve i capi politici si stupiranno al loro confronto con il Messia?

2 I capi politici, specialmente quelli della cristianità, conoscono più o meno i racconti evangelici della vita terrena di Gesù Cristo. Probabilmente il quadro mentale più familiare che ne hanno è quello presentato da molti artisti religiosi, quello di un Gesù emaciato, con una corona di spine, inchiodato mani e piedi a una croce. I capi politici d’oggi pensano poco, o non pensano affatto di dover avere un confronto con Gesù Cristo, come potente Re celeste ben preparato a combattere i suoi nemici terreni. Con loro completa sorpresa, dovranno affrontare fra breve un Messia trasformato.

3. Perché è opportuno e importante esaminare ora la profezia di Isaia da 52:13 a 53:12?

3 Questa sorprendente trasformazione del Messia nella sua posizione e anche ciò che ha l’incarico ufficiale di compiere furono predetti nella profezia di Isaia da 52:13 a 53:12. Ora è opportuno esaminare quella particolare profezia e anche i fatti che mostrano come la profezia si è adempiuta. Questo è importante oggi per noi.

4, 5. Chi è preso improvvisamente in considerazione in Isaia 52:13-15?

4 Dopo che Isaia, capitolo 52, ha parlato della liberazione degli Ebrei esiliati per decenni nel paese straniero di Babilonia, nella valle mesopotamica, il versetto 13 cambia improvvisamente soggetto. Notate quello che dicono gli ultimi versetti del capitolo:

5 “Ecco, il mio servitore agirà con perspicacia. Sarà in alta posizione e per certo sarà innalzato ed esaltato assai. Nella misura in cui molti si sono stupiti di lui — tanto era sfigurato circa il suo aspetto più che quello di qualsiasi altro uomo e circa le sue maestose forme più che quelle dei figli del genere umano — egli similmente farà allarmare molte nazioni. Davanti a lui i re chiuderanno la bocca, perché effettivamente vedranno ciò che non era stato loro narrato, e ciò che non avevano udito dovranno prendere in considerazione”. — Isaia 52:13-15.

6. Qual è l’opinione degli Ebrei ortodossi su colui che Geova chiama “il mio servitore”, come mostra una relativa nota in calce di un Ebreo?

6 Di chi parla qui profeticamente Geova Dio come del “mio servitore”? L’opinione degli Ebrei ortodossi è che non sia un individuo. La relativa nota in calce sul libro di Isaia del dottore in lettere I. W. Slotki, edito dalla Soncino Press nel 1949, dice: “Il servitore è l’Israele ideale o il rimanente fedele. Che non sia un individuo è l’opinione di tutti i commentatori ebrei e della maggior parte dei commentatori moderni non ebrei. ‘Qualsiasi causa abbia provocato la tendenza a sostenere questa forma di interpretazione (vale a dire quella cristologica), è importante che gli esegeti cristiani riconoscano che questa corrente del pensiero ebraico è sostanzialmente giusta, e che la corrente degli interpreti cristiani fino al tempo di Rosenmüller (cioè 1820) è stata principalmente errata’. (Whitehouse)”. Ma è giusta tale “corrente del pensiero ebraico”?

7. Tanto tempo dopo la profezia di Isaia, quale prova possono offrire gli Ebrei ortodossi e riformati circa l’esistenza di un “Israele ideale” nell’ebraismo di oggi?

7 Considerando la suddetta opinione ebraica circa l’identità del “mio servitore”, siamo costretti a chiederci: Chi è oggi o dov’è oggi quello che il dott. Slotki chiama “l’Israele ideale”? Si trova in questa generazione di Ebrei naturali, sopravvissuti al regime del dittatore nazista Hitler in Europa e all’oppressione comunista, che ancora ammontano a circa 14.443.925? Troviamo “l’Israele ideale” o tale “servitore” dell’Iddio Altissimo nell’attuale Repubblica d’Israele, particolarmente nella sua popolazione ebraica che controlla il governo politico? Quale Ebreo, sia di religione ortodossa che riformata, vede in tutto l’ebraismo o in qualsiasi parte dell’odierno ebraismo “l’Israele ideale”, oltre 2.700 anni dopo che fu fatta la profezia di Isaia? Quindi non hanno nessuna prova che il “servitore” della profezia di Isaia sia “l’Israele ideale” costituito di Ebrei naturali.

8. Dove si trova la descrizione ispirata del vero “Israele ideale”, e come viene descritto?

8 Se desideriamo identificare il vero “Israele ideale”, possiamo trovarne l’ispirata descrizione nella Rivelazione avuta da Giovanni figlio di Zebedeo, che era stato un pescatore ebreo del mar di Galilea, mentre Giovanni era in esilio, prigioniero sull’isola penale romana di Patmos, nel mar Egeo. L’evidenza indica che questa Rivelazione fu data a Giovanni dopo la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio da parte dei Romani nel 70 E.V. Ciò avvenne dopo l’incendio di Roma da parte dell’imperatore Nerone, che provocò la persecuzione dei cristiani accusati falsamente. In una delle visioni rivelatrici Giovanni vide e udì un angelo dire ai quattro angeli che trattenevano i tempestosi venti della terra: “Non danneggiate la terra né il mare né gli alberi, finché non abbiamo suggellato gli schiavi del nostro Dio sulle loro fronti”. (Rivelazione 7:1-3) Quindi Giovanni prosegue, scrivendo:

E udii il numero di quelli che erano suggellati, centoquarantaquattromila, suggellati da ogni tribù dei figli d’Israele:

Dalla tribù di Giuda dodicimila suggellati;

dalla tribù di Ruben dodicimila;

dalla tribù di Gad dodicimila;

dalla tribù di Aser dodicimila;

dalla tribù di Neftali dodicimila;

dalla tribù di Manasse dodicimila;

dalla tribù di Simeone dodicimila;

dalla tribù di Levi dodicimila;

dalla tribù di Issacar dodicimila;

dalla tribù di Zabulon dodicimila;

dalla tribù di Giuseppe dodicimila;

dalla tribù di Beniamino dodicimila suggellati. — Rivelazione 7:4-8.

9, 10. Che cosa rende ideali quegli Israeliti suggellati?

9 Il numero di quegli Israeliti suggellati è certamente un numero ideale, cioè dodici volte dodicimila, o centoquarantaquattromila, un numero perfettamente equilibrato. Ma ciò che li rende un “Israele ideale” non è soltanto il loro numero, ma piuttosto le loro qualità morali, religiose. In un commento ispirato su tali qualità, Giovanni scrive:

10 “E vidi, ed ecco, l’Agnello stava sul monte Sion, e con lui centoquarantaquattromila che avevano il suo nome e il nome del Padre suo scritto sulle loro fronti. E udii un suono dal cielo come il suono di molte acque, e come il suono di alto tuono; e il suono che udii era come di cantori che si accompagnavano con l’arpa suonando le loro arpe. Ed essi cantano come un nuovo cantico davanti al trono e davanti alle quattro creature viventi e alle persone anziane; e nessuno poteva imparare quel cantico se non i centoquarantaquattromila, che sono stati comprati dalla terra. Questi son quelli che non si contaminarono con donne; infatti, sono vergini. Questi son quelli che continuano a seguire l’Agnello ovunque vada. Questi furono comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello, e nella loro bocca non fu trovata falsità; sono senza macchia”. — Rivelazione 14:1-5.

11. (a) Che Israeliti sono, e quale circoncisione hanno avuto? (b) Quando Gesù Cristo divenne un Israelita spirituale?

11 Questi sono Israeliti spirituali, che hanno fatto quello che il profeta Mosè aveva detto di fare all’antica nazione d’Israele: “Dovete circoncidere il prepuzio del vostro cuore e non indurire più il vostro collo”. Inoltre: “Geova tuo Dio dovrà circoncidere il tuo cuore e il cuore della tua progenie, affinché tu ami Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima per amore della tua vita”. (Deuteronomio 10:16; 30:6) Anche se alcuni di questi Israeliti spirituali fossero Ebrei naturali, devono avere la circoncisione del cuore ed essere Giudei interiormente come tutto il resto dell’Israele spirituale. (Romani 2:28, 29) Anche colui che seguono, “l’Agnello”, Gesù Cristo, divenne un Israelita spirituale, quando fu unto con lo spirito di Dio subito dopo esser stato battezzato nel fiume Giordano da Giovanni Battista. — Matteo 3:13-17.

12, 13. (a) Come Rivelazione 21:2, 9-14 identifica “l’Israele ideale” con “la moglie dell’Agnello”? (b) In che modo le “pietre di fondamenta” di questa città celeste sono importanti per identificare “l’Israele ideale”?

12 Che “l’Israele ideale” sia infatti l’Israele spirituale è pure illustrato in Rivelazione 21:2, 9-14. Qui le dodici tribù d’Israele, composte dei 144.000 suggellati “schiavi del nostro Dio”, sono paragonate alla Nuova Gerusalemme, “la sposa, la moglie dell’Agnello”. Di questa Nuova Gerusalemme celeste, spirituale, è scritto: “Mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, avendo la gloria di Dio. Il suo fulgore era simile a pietra preziosissima, quale pietra di diaspro splendente come cristallo. Aveva un grande e alto muro e aveva dodici porte, e alle porte dodici angeli, e furono incisi dei nomi che son quelli delle dodici tribù dei figli d’Israele. Ad oriente erano tre porte, e al settentrione tre porte, e al meridione tre porte e ad occidente tre porte. E il muro della città aveva dodici pietre di fondamenta, e su di esse i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello”.

13 L’Israele naturale, carnale fu fondato sui dodici figli del patriarca Giacobbe, ma l’Israele spirituale, l’Israele cristiano, è fondato sui dodici apostoli dell’Agnello Gesù Cristo. (Efesini 2:20) Così, senza dubbio, questo Israele spirituale è “l’Israele ideale”. Ma questo non prova affatto che sia il “servitore” descritto nel capitolo cinquantatreesimo della profezia di Isaia.

ISPIRATA IDENTIFICAZIONE DEL “MIO SERVITORE”

14. A quale fonte ci rivolgiamo per avere una sicura identificazione di colui che Dio chiama “mio servitore”?

14 Chi è dunque esattamente colui al quale Dio si riferisce come al “mio servitore”, non solo in Isaia 52:13 ma anche in Isaia 53:11? Invece di seguire l’opinione di uomini come il dott. I. W. Slotki del 1949 E.V. e dell’orientalista tedesco Ernst F. K. Rosenmüller del 1820 E.V., non saremo affatto lasciati nell’incertezza seguendo l’identificazione del “mio servitore” fornita dalle ispirate Sacre Scritture. Questa interpretazione delle parole di Dio, “mio servitore”, fu data a un Etiope, proselito ebreo, che era salito alla Gerusalemme del primo secolo E.V. per adorarvi nel tempio. L’ispirato racconto dell’avvenimento dice:

15, 16. Quale conversazione ebbe luogo fra Filippo e un eunuco etiope sulla profezia di Isaia?

15 “L’angelo di Geova parlò a Filippo, dicendo: ‘Alzati e va verso il meridione, alla strada che va da Gerusalemme a Gaza’. (Questa è una strada nel deserto). Allora si alzò e andò, ed ecco, un eunuco etiope, uomo al potere sotto Candace regina degli Etiopi, e che era preposto a tutto il tesoro di lei. Egli era andato a Gerusalemme ad adorare, ma tornava, seduto nel suo carro e leggeva il profeta Isaia. E lo spirito disse a Filippo: ‘Accostati e unisciti a quel carro’. Filippo accorse e lo udì leggere ad alta voce il profeta Isaia, e disse: ‘Capisci effettivamente quello che leggi?’ Egli disse: ‘Realmente, come posso, se qualcuno non mi guida?’ E pregò Filippo che salisse e sedesse con lui. Ora il passo della Scrittura che leggeva ad alta voce era questo: ‘Come una pecora è stato portato al macello, e come un agnello che è senza voce dinanzi al suo tosatore, così egli non apre la bocca. Durante la sua umiliazione gli fu tolto il giudizio. Chi dirà i particolari della sua generazione? Perché la sua vita è tolta dalla terra’.

16 “Rispondendo, l’eunuco disse a Filippo: ‘Ti prego: Di chi il profeta dice questo? Di se stesso o di qualche altro uomo?’ Filippo aprì la bocca e, cominciando da questa Scrittura, gli dichiarò la buona notizia riguardo a Gesù. Or mentre andavano per la strada, giunsero a un certo specchio d’acqua, e l’eunuco disse: ‘Ecco, uno specchio d’acqua; che cosa m’impedisce d’esser battezzato?’ Allora ordinò di fermare il carro, ed entrambi scesero nell’acqua, sia Filippo che l’eunuco; e lo battezzò. Usciti dall’acqua, presto lo spirito di Geova condusse via Filippo, e l’eunuco non lo vide più, poiché egli andava per la sua via, rallegrandosi. Ma Filippo si trovò in Asdod, e percorrendo il territorio, dichiarava la buona notizia a tutte le città, finché giunse a Cesarea”. — Atti 8:26-40.

17. (a) Quale parte della profezia di Isaia leggeva l’eunuco etiope? (b) Come apprese l’identità del “servitore” menzionato nella profezia?

17 Il passo della Scrittura che l’eunuco etiope leggeva ad alta voce è oggi il capitolo cinquantatré di Isaia, versetti sette e otto. Questo si riferisce a colui che Dio chiama “mio servitore”, in Isaia 52:13 e 53:11. Gli Ebrei nel tempio di Gerusalemme non avevano indicato a quest’Etiope convertito all’ebraismo chi fosse quel “servitore”. Chi era dunque scritturalmente qualificato per identificare quel “servitore” all’eunuco etiope in quel tempo, verso il 34 E.V., e a noi oggi? Certo lo era Filippo, “l’evangelizzatore”, che l’angelo di Geova aveva indirizzato al carro di questo studente biblico etiope. E questo Filippo chi disse che era quel “servitore”? Doveva essere Gesù Cristo, poiché Atti 8:35 dice: “Cominciando da questa Scrittura, [Filippo] gli dichiarò la buona notizia riguardo a Gesù”. È vero che questo Gesù è il celeste Capo dell’Israele spirituale, ma Filippo non applicò la profezia di Isaia sul “servitore” di Geova alla congregazione degli Israeliti spirituali, bensì l’applicò solo al Capo, Gesù Cristo. — Atti 21:8; Colossesi 1:18.

18. In che modo saremo aiutati identificando correttamente il “servitore” menzionato in questa profezia?

18 Filippo non fu il solo a fare questa applicazione della profezia. Altri scrittori ispirati fecero la stessa applicazione, come vedremo. Con questa corretta identificazione di questo particolare “servitore” di Geova, possiamo procedere al particolareggiato esame della profezia. Questo ci aiuterà a capire meglio il Messia che gli uomini politici mondani dovranno affrontare nel prossimo futuro.

19, 20. (a) Come le parole di Isaia 52:13-15 indicano che l’adempimento avrebbe influito sugli uomini politici del ventesimo secolo? (b) Come ‘agì con perspicacia’ nel primo secolo, e da quando si trova “in alta posizione”?

19 Se omettiamo l’ultima parte del versetto quattordici, che è fra lineette perché costituisce un pensiero o commento parentetico, la profezia comincia, dicendo: “Ecco, il mio servitore agirà con perspicacia. Sarà in alta posizione e per certo sarà innalzato ed esaltato assai. Nella misura in cui molti si sono stupiti di lui . . . egli similmente farà allarmare molte nazioni. Davanti a lui i re chiuderanno la bocca, perché effettivamente vedranno ciò che non era stato loro narrato, e ciò che non avevano udito dovranno prendere in considerazione”. — Isaia 52:13-15.

20 Non sembra che l’adempimento di questa profezia avrebbe influito su tutti gli uomini politici di questo ventesimo secolo? Non può esserci dubbio! Le nazioni e i loro governanti politici dovranno affrontare nel prossimo futuro un Messia trasformato, un Messia in una posizione e con un incarico diversi da quelli del Messia con cui ebbero a che fare nel 33 E.V. il Sinedrio ebraico e le nazioni gentili e il re Erode Antipa e il governatore romano Ponzio Pilato. Allora Gesù il Messia ‘agì con perspicacia’ delle profezie bibliche che si applicavano a lui e l’avrebbero guidato nel fare la volontà di Geova Dio. Da quando risuscitò dai morti e poi ascese al cielo, egli si trova “in alta posizione”. È stato “innalzato ed esaltato assai”? In risposta possiamo considerare ciò che l’apostolo cristiano Pietro disse a migliaia di Ebrei che celebravano la festa di Pentecoste, dieci giorni dopo che Pietro aveva visto Gesù Cristo ascendere verso il cielo:

21, 22. Secondo le Scritture, in che modo Gesù il Messia è stato “innalzato ed esaltato assai”?

21 “Effettivamente Davide non ascese ai cieli, ma egli stesso dice: ‘Geova ha detto al mio Signore: “Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi”’. Perciò sappia per certo tutta la casa d’Israele che Dio l’ha fatto Signore e Cristo, questo Gesù che voi avete messo al palo”. — Atti 2:34-36.

22 Anni dopo, in una lettera ispirata, Pietro scrisse: “Egli è alla destra di Dio, poiché andò in cielo; e angeli e autorità e potenze gli furono sottoposti”. (1 Pietro 3:22) Fino a quale altezza fosse elevato ed esaltato Gesù il Messia, è chiaro da quanto scrisse l’apostolo Paolo: “Umiliò se stesso e divenne ubbidiente fino alla morte, sì, la morte su un palo di tortura. E per questa stessa ragione Dio l’ha esaltato a una posizione superiore e gli ha benignamente dato il nome ch’è al di sopra d’ogni altro nome, onde nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio di quelli che sono in cielo e di quelli che sono sulla terra e di quelli che sono sotto il suolo, e ogni lingua confessi apertamente che Gesù Cristo è il Signore alla gloria di Dio Padre”. — Filippesi 2:8-11.

23. Quale opinione circa il fatto che Gesù è stato esaltato al cielo costituirebbe un grave errore da parte dei capi politici?

23 Quale effetto dovrebbe avere tutto questo sulla posizione degli uomini politici di questo mondo? Nessuno dovrebbe pensare nemmeno per un momento che l’altezza a cui fu elevato ed esaltato Gesù Cristo, il “Servitore” di Geova, in adempimento di Isaia 52:13, non abbia alcun effetto sulle nazioni della terra e sui loro capi politici! Gli uomini politici non dovrebbero alzare le spalle e dire: ‘Gesù Cristo è stato esaltato al cielo? E con ciò?’ Non dovrebbero farsi l’idea che: ‘Ormai è in cielo, non ci intralcia il cammino. Si occupi pure delle cose del cielo, mentre noi quaggiù ci occupiamo delle cose della terra; questa è nostra responsabilità. Non staremo a sentire da lui come governare la terra!’

24. Come il diritto sovrano che Gesù aveva quando ascese al cielo indica che la sua posizione avrà gravi conseguenze per i capi politici?

24 Un atteggiamento politico del genere poggia su basi assolutamente sbagliate. L’altezza a cui fu elevato ed esaltato il “Servitore” di Geova avrà le più gravi conseguenze per loro e per la permanenza della loro carica terrena. Devono ricordare che, quando Gesù Cristo ascese di nuovo al cielo presso Geova Dio, era ancora in possesso del pieno diritto al governo reale del re Davide su tutto il paese di Palestina, che era stato promesso ai suoi antenati Abraamo, Isacco e Giacobbe. — Luca 1:31-33; 2 Samuele 7:11-16; 1 Cronache 17:10-14; Luca 22:29, 30; Salmo 89:27-37.

25. Perché l’effetto del sacrificio di riscatto di Gesù indica che i capi politici dovranno render conto a Gesù Cristo?

25 Inoltre, alla sua ascensione era fermamente in possesso del valore del suo sacrificio umano per mezzo del quale poteva acquistare tutta la famiglia umana discesa da Adamo ed Eva. (1 Timoteo 2:5, 6) Presentando il merito del suo sacrificio di riscatto a Dio in cielo ricomprò la famiglia umana che era stata venduta sotto il peccato, la condanna e la pena di morte. (Ebrei 9:24-28; Matteo 20:28) Di conseguenza, il popolo comune su cui tutti i capi politici dominano appartiene al “Servitore” di Geova, Gesù Cristo, per diritto d’acquisto, e i capi politici dovranno effettivamente fare i conti con lui in quanto al modo in cui governano.

26. Per quale periodo di tempo fissato da Dio fu concesso ai capi politici delle nazioni gentili di dominare la terra, ma da quando i governi istituiti dagli uomini sono nel “tempo della fine”?

26 Specialmente oggi, in questo periodo critico della storia umana, non dimentichiamo e non trascuriamo che Gesù Cristo, il reale Discendente di Davide, ha certi stabiliti diritti legali rispetto a questa terra. Questi non dovevano esser messi da parte per sempre senza essere esercitati. Ai governi nazionali e ai loro capi politici era concesso solo un periodo di tempo fissato, limitato in cui esercitare il dominio politico sulla terra. Un “tempo della fine” era stato fissato da Geova Dio per i governi istituiti dagli uomini e per i loro re, imperatori, presidenti, scià, sceicchi e altri. I 2.520 anni che decorrevano dalla prima desolazione di Gerusalemme, nel 607 a.E.V., e che sono chiamati “tempi dei Gentili”, sono scaduti nell’autunno del 1914 E.V. Da quella data i governi istituiti sulla terra dagli uomini sono stati nel loro “tempo della fine”. La loro fine è ora imminente. — Luca 21:24; Daniele 12:4.

27. (a) Nell’autunno del 1914 E.V. che cosa giunse per Gesù Cristo, il “Servitore” di Dio? (b) Quale azione predetta in Salmo 2:8, 9 doveva ora aver luogo?

27 Al contrario, il tempo di attesa di Gesù Cristo, il “Servitore”, alla destra di Dio in cielo è finito in quell’autunno del 1914 E.V. (Salmo 110:1, 2; Ebrei 10:12, 13) L’anno 1914 segnò per lui l’inizio di un ‘tempo del principio’ di esercizio attivo dei suoi diritti regali. Quindi, esattamente in tempo, nacque nei cieli il messianico regno di Dio, troppo elevato perché i Gentili lo calpestassero sotto i piedi in atto di sfida a Dio. (Rivelazione 12:1-5; Luca 21:24; Ezechiele 21:25-27) Era tempo che il Re appena intronizzato, Gesù il Messia, agisse in base all’invito profetico contenuto in Salmo 2:8, 9: “Chiedimi, affinché io ti dia le nazioni come tua eredità e le estremità della terra come tuo proprio possedimento. Tu le spezzerai con uno scettro di ferro, le frantumerai come un vaso di vasaio”. — Rivelazione 2:27; 12:5; Daniele 2:44.

STUPORE DEGLI UOMINI POLITICI

28. Quando infine avrà luogo il confronto fra Gesù Cristo e tutti gli uomini politici della terra, perché ‘si stupiranno di lui’?

28 Alla luce di queste dichiarazioni profetiche di Geova riguardo al suo “Servitore”, sarà davvero un Messia trasformato quello che tutti gli uomini politici della terra dovranno affrontare nel prossimo futuro. La trasformazione sarà così grande da stupirli. Quando tra breve ci sarà fra questi e lui il confronto finale, ‘si stupiranno di lui’. Non perché lo vedranno letteralmente a occhio nudo, ma vedranno le prove visibili della sua potenza come Combattente di Geova Dio e conosceranno che queste prove vengono da quell’elevato, innalzato Messia. Sarà ben diverso dal modo in cui il clero della cristianità ha raffigurato Gesù Cristo.

29, 30. (a) Quale immagine di Gesù Cristo il clero della cristianità ha presentato all’elemento politico del mondo? (b) Secondo la profezia di Isaia 52:14, in che modo il Messia fu “sfigurato” da ciò che avvenne nel primo secolo?

29 Con i crocifissi e le Messe dette nelle chiese il clero della cristianità ha indotto l’elemento politico del mondo a considerare Gesù Cristo come un personaggio da commiserare. Asseriscono perfino che quando ascese al cielo portò con sé il proprio corpo umano che era stato inchiodato al palo, ancora con le scalfitture della corona di spine sulla fronte e i sanguinanti fori dei chiodi alle mani e ai piedi e la ferita della lancia al fianco. È vero che Gesù Cristo subì, per certe ragioni, una morte atroce e vergognosa. Ma prima di ciò, era stato screditato, grossolanamente diffamato, accusato d’essere trasgressore della legge, violatore del sabato, pazzo, indemoniato, bestemmiatore, un falso Cristo, un impostore, una minaccia per la nazione ebraica, sedizioso contro la Roma pagana. Certo la sua reputazione era stata alterata, l’immagine che ne fecero i falsi accusatori era completamente distorta; e in questo senso si deve intendere in particolare Isaia 52:14:

30 “Tanto era sfigurato circa il suo aspetto più che quello di qualsiasi altro uomo e circa le sue maestose forme più che quelle dei figli del genere umano”.

31, 32. (a) Come oggi Gesù Cristo è diverso da quando fu uomo sulla terra? (b) Come Isaia 52:15 si adempirà presto sugli uomini politici?

31 Gesù Cristo viene screditato, diffamato e mal rappresentato, in sua assenza, fino a questo giorno. Ma oggi, dopo diciannove secoli, non è più il “bambino Gesù”; non è più un ‘Servitore che soffre’ sulla terra, senza opporre resistenza ai malevoli nemici. Ora è l’elevato, innalzato “Servitore”, l’accreditato Messia di Dio. Qualunque cosa possano aver detto gli uomini politici sviati dal clero contro il “Servitore” di Geova e in atto di sfida, smetteranno di vociferare con parole di disprezzo quando dovranno affrontare il “servitore”, un tempo umiliato, nella prossima prova di forza sulla questione: Chi deve dominare la terra? Poiché allora gli uomini politici vedranno effettivamente manifestarsi ciò che il clero non ha riferito loro; saranno costretti a prendere in considerazione quello di cui non erano stati avvertiti dai capi religiosi altamente rispettati. Come dice Isaia 52:15:

32 “Egli similmente farà allarmare molte nazioni. Davanti a lui i re chiuderanno la bocca, perché effettivamente vedranno ciò che non era stato loro narrato, e ciò che non avevano udito dovranno prendere in considerazione”.

33. Poiché i cristiani testimoni di Geova hanno pubblicamente riferito la verità su Gesù il Messia, perché gli uomini politici non hanno “udito” e quindi ‘saranno stupiti’?

33 Non che i fedeli cristiani testimoni di Geova non abbiano narrato queste cose alle nazioni e ai loro re e non abbiano indotto le nazioni e i loro capi politici a prenderle in considerazione. Ma questi, per lo più, sono stati sordi e ciechi a ciò che questi fedeli seguaci del “Servitore” di Geova hanno proclamato in tutto il mondo e hanno descritto con linguaggio vivido. Al contrario, gli ecclesiastici salariati sono quelli dai quali le nazioni e i loro capi politici non hanno udito parlare della realtà dei fatti su come il “Servitore” di Geova farà effettivamente guerra contro di loro come esecutore dei giudizi di Geova. I salariati capi religiosi hanno reso nazioni e re ciechi a ciò che li attende quando Geova, mediante il suo “Servitore”, agirà contro di loro per risolvere la contesa: Chi deve dominare la terra e il popolo su di essa? Saranno quindi costretti a ‘stupirsi’ e a ‘chiudere la bocca’ quando dovranno affrontare qualche cosa di completamente diverso da ciò che si erano aspettati.

34. Quale avvertimento dà ai capi politici il Salmo secondo, ma perché non hanno agito in armonia con esso?

34 In questo “tempo della fine” dal 1914 E.V. Geova Dio non si è servito del clero della cristianità per trasmettere questo avvertimento: “E ora, o re, esercitate perspicacia; lasciatevi correggere, o giudici della terra. Servite Geova con timore e gioite con tremore. Baciate il figlio, affinché Egli non si adiri e voi non periate dalla via, poiché la sua ira divampa facilmente. Felici sono tutti quelli che si rifugiano in lui”. (Salmo 2:7, 10-12) Siccome dipendono dai loro ecclesiastici salariati, i capi politici dell’ebraismo e i capi politici della cristianità non hanno ‘baciato il Figlio’. Cioè non hanno espresso nessun affetto per il “Servitore” di Geova, il suo celeste Figlio Gesù il Messia, che Egli ha intronizzato sul celeste monte Sion e a cui ha dato ‘le nazioni come eredità e le estremità della terra come possedimento’.

35. (a) Per mezzo di chi Geova ha trasmesso questo avvertimento ispirato ai governanti e ai giudici? (b) Siccome questi testimoni stessi ‘baciano il Figlio’, come sono considerati dagli uomini, e qual è la loro posizione dinanzi a Dio?

35 Per mezzo dei suoi testimoni cristiani, Geova ha trasmesso questo avvertimento ai capi politici e ai giudici dei tribunali. Questi testimoni stessi ‘baciano il Figlio’, e a causa di ciò sono divenuti oggetto di odio per tutte le nazioni e sono stati disonorati agli occhi delle persone male informate. (Matteo 24:9) Geova non si adirerà contro i suoi fedeli, ubbidienti testimoni, né la sua ira divamperà contro di loro così che periscano dalla loro via. Non si volgerà contro quelli che si sono rifugiati in Lui, e perciò i Suoi testimoni sono oggi sulla terra le persone più felici, nonostante l’odio del mondo e i malevoli attacchi alla loro reputazione. Con crescente interesse osservano per vedere come i “re” o i capi politici delle nazioni saranno stupiti e chiuderanno la bocca all’imponente manifestazione di un Messia trasformato, l’innalzato “Servitore” di Geova.

[Domande per lo studio]

[Immagine a pagina 36]

Filippo spiega la profezia di Isaia a un eunuco etiope

[Immagine a tutta pagina a pagina 40]