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Il Re timorato di Dio del paradiso spirituale

Il Re timorato di Dio del paradiso spirituale

Capitolo X

Il Re timorato di Dio del paradiso spirituale

1. In quanto a quelli considerati degni di dimorare oggi nel paradiso spirituale, che cosa apprendiamo dall’espulsione di Adamo ed Eva dall’Eden?

QUANDO i nostri primogenitori, Eva e Adamo, disubbidirono mangiando il frutto proibito, Dio li condannò a morte e li scacciò dal Giardino di Eden. Il Paradiso di Delizie non era un luogo per ribelli contro il Piantatore e Proprietario del giardino. (Genesi da 2:8 a 3:24) Questo stabilì il modello per quelli che Geova Dio ritiene degni di dimorare oggi nel paradiso spirituale.

2. (a) Come l’atteggiamento e la condotta di altri influiscono sul proprio godimento della vita, anche in ambienti che sono belli a vedersi? (b) Quali elementi Geova esclude dal paradiso spirituale?

2 L’ambiente naturale in cui uno vive potrebbe essere molto simile a un paradiso, tuttavia se vi fossero da ogni parte vicini egoisti, illegali, perversi ed empi, non sarebbe un luogo piacevole in cui vivere. Persone come queste potrebbero rendere la vita infelice, insicura e sfavorevole alla spiritualità e alla devozione. Sulla terra oggi la vita, con la crescente incidenza di delitti, è diventata proprio così, anche in quei quartieri periferici che gli abitanti cercano di rendere belli a vedersi. Geova Dio serbò il paradiso originale del genere umano puro da tali elementi umani indesiderabili. Oggi mantiene libero da tali elementi umani dannosi e nocivi il paradiso spirituale del rimanente dell’Israele spirituale e dei suoi compagni cristiani simili a pecore.

3. (a) Da quali precedenti condizioni provengono gli abitanti del paradiso spirituale? (b) Quindi, quali cambiamenti si richiedono da loro?

3 Gli approvati residenti del paradiso spirituale, siano essi del rimanente dell’Israele spirituale o della “grande folla” di compagni simili a pecore, sono naturalmente persone tratte da ogni razza, nazionalità, colore e lingua. (Rivelazione 5:9, 10; 7:9, 10) Come discendenti naturali di Adamo ed Eva, hanno ereditato l’imperfezione e il peccato. Hanno coltivato varie inclinazioni e tendenze secondo le circostanze nelle quali sono nati e cresciuti e delle quali hanno subìto l’influenza morale. In tali condizioni li trovò il messaggio del messianico regno di Dio quando fu predicato loro. (Matteo 24:14) Di conseguenza, perché persone tanto diverse vivano pacificamente e amorevolmente insieme in un paradiso spirituale, occorre prima una sorprendente trasformazione della personalità, che renda i residenti del paradiso omogenei, della stessa mentalità, della stessa inclinazione. Affinché questo avvenga ci vuole più che una semplice influenza umana. Ci vuole l’irresistibile spirito di Dio.

4, 5. (a) Che specie di governante ci vorrebbe per recare tale trasformazione? (b) In quale profezia biblica è predetto questo governante, e come lo identifica l’apostolo Paolo?

4 Molto importante per la trasformazione della personalità per la vita nel paradiso spirituale sulla terra sarebbe un governante che avesse egli stesso lo spirito di Geova Dio e si compiacesse di impartire tale spirito ai suoi sudditi nel Paradiso. È necessario che questo governante del Paradiso sia un governante celeste, sovrumano, al cui comando tutti gli abitanti del Paradiso siano pronti a unirsi secondo la volontà di Dio. Dio Onnipotente ha già provveduto tale celeste governante spirituale, avverando l’ispirata profezia di Isaia 11:1-10. La profezia, scritta trecento anni dopo il prospero regno del re Davide, figlio di Iesse di Betleem, addita la fonte da cui sarebbe venuto questo governante pieno di spirito. L’apostolo cristiano Paolo non lascia dubbi su chi sia tale governante, quando, al culmine del suo argomento, cita la profezia di Isaia 11:10, dicendo alla congregazione formata da Ebrei e Gentili a Roma:

5 “Affinché di comune accordo glorifichiate con una sola bocca l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche il Cristo accolse noi, in vista della gloria di Dio. Poiché io dico che Cristo divenne effettivamente ministro . . . affinché le nazioni glorifichino Dio per la sua misericordia. Come è scritto: . . . E di nuovo Isaia dice: ‘Vi sarà la radice di Iesse, e uno che sorgerà per governare le nazioni; in lui le nazioni riporranno la loro speranza’”. — Romani 15:6-12; Isaia 11:10, LXX.

6, 7. (a) Come indicava la profezia, di chi Gesù fu discendente? (b) Quando Gesù Cristo comparve sulla scena terrestre, come la maggioranza degli Ebrei era incline a considerarlo? (c) In che modo il profeta Isaia aveva indicato che, dal punto di vista mondano, il Messia non avrebbe avuto un aspetto imponente?

6 A causa della sua discendenza dal re Davide figlio di Iesse, che apparteneva alla tribù di Giuda, Gesù Cristo fu pure discendente di questo Iesse di Betleem di Giuda. (Matteo 1:1-6; 2:4-6; Michea 5:2) Comunque, Gesù Cristo comparve sulla scena terrestre più di seicento anni dopo che il regno di Davide a Gerusalemme era stato abbattuto dai Babilonesi nel 607 a.E.V., e in quel tempo la grande maggioranza degli Ebrei non era incline a pensare che egli fosse il Messia, il predetto Unto per mezzo del quale tutte le nazioni sarebbero state benedette in eterno. A quegli Ebrei increduli sembrò molto improbabile che egli avesse la prospettiva di divenire il re del messianico regno di Dio. Non aveva un aspetto molto imponente secondo la loro veduta mondana. Ma la stessa profezia di Isaia indicava che questo sarebbe avvenuto. In paragone con l’aspetto altero e presuntuoso dei governanti della terra, egli appariva assai poco promettente. Quindi per sottolineare questo sfavorevole confronto, il versetto iniziale di Isaia, capitolo undici, è preceduto da questi ultimi due versetti del capitolo dieci:

7 “Ecco, il vero Signore, Geova degli eserciti, pota i rami con terribile crollo; e quelli alti per crescita son tagliati, e gli elevati stessi sono abbassati. Ed egli ha abbattuto i folti della foresta con un utensile di ferro, e mediante un potente il Libano stesso cadrà”. — Isaia 10:33, 34.

8. (a) Chi è paragonato agli imponenti alberi del Libano, in Isaia 10:33, 34? (b) Come risultò vero che “mediante un potente il Libano stesso” cadde?

8 Al giorno di Isaia la Potenza Mondiale Assira era la più grande minaccia mondana per Gerusalemme e per la linea dei re della discendenza di Davide figlio di Iesse. Evidentemente, dunque, la profezia di Isaia paragonava il re assiro e le sue potenti forze militari agli imponenti alberi dei monti del Libano. Quando, durante la vita di Isaia, il re Sennacherib d’Assiria e i suoi terrificanti eserciti devastavano il paese di Giuda, anche la città reale di Gerusalemme sembrò essere alla sua portata come bottino. In quella crisi l’Iddio Onnipotente e Altissimo intervenne. Per mezzo di un “potente”, di un angelo celeste, in una sola notte Geova fece addormentare nella morte 185.000 soldati di Sennacherib. I “rami” dell’Assiria furono abbattuti come se fosse crollata la foresta sempreverde del monte Libano, e l’umiliato re assiro, Sennacherib, fu obbligato a fuggire in patria, dove a suo tempo lo attendeva una morte violenta. — Isaia 37:33-38.

9. Per mezzo di chi fu interrotta la discendenza dei re davidici, e, di conseguenza, a suo tempo, quali domande richiedevano una risposta?

9 Perciò, non mediante gli Assiri, ma mediante la successiva conquista babilonese del paese di Giuda nel 607 a.E.V., la discendenza regnante dei successori del re Davide divenne come il ceppo di un albero tagliato. Col passar dei secoli su quel simbolico ceppo, si facevano sempre più insistenti le domande: Verrà mai più nulla da quel ceppo d’albero? Crescerà di nuovo quell’albero regale come hanno indicato le profezie ispirate da Dio? Lo scettro regale si è infine allontanato dalla tribù di Giuda per ogni tempo avvenire? (Genesi 49:10) Il regno, per cui Dio fece un patto con Davide, è stato solo di lunga durata, ma non eterno, non senza fine? (2 Samuele 7:8-16) La profezia di Isaia, capitolo undici, dava un’infallibile risposta.

IL RE SU CUI SI POSA LO SPIRITO DI GEOVA

10, 11. Cosa disse il profeta Isaia di un certo “ramoscello” e perché non era da disprezzare per la sua piccolezza?

10 Nella disposizione di Dio, non si deve disprezzare il giorno delle piccole cose; e l’umile inizio del vero Messia non si doveva considerare privo di grandi possibilità. Proprio come i governanti “alti per crescita” della Potenza Mondiale Assira furono abbattuti, così l’Iddio Onnipotente poteva fare in modo che uno piccolo, modesto per crescita divenisse elevato e portasse molto frutto. Che cos’è un piccolo ramoscello, un minuscolo germoglio in paragone con un imponente cedro del monte Libano? È assai insignificante; eppure Isaia 11:1, 2 prosegue dicendo:

11 “E un ramoscello deve spuntare dal ceppo di Iesse; e dalle sue radici un germoglio sarà fecondo. E su di lui deve posarsi lo spirito di Geova, lo spirito di sapienza e d’intendimento, lo spirito di consiglio e di possanza, lo spirito di conoscenza e del timore di Geova”.

12. (a) Chi è raffigurato dal “ramoscello” e dal “germoglio”? (b) Ai giorni di Isaia, qual era la condizione dell’albero regale con le sue radici in Iesse, ma cosa gli accadde nel 607 a.E.V.?

12 Che il “ramoscello” e il “germoglio” rappresentino una stessa identica cosa e che rappresentino una persona si comprende dal fatto che la profezia dichiara che “su di lui deve posarsi lo spirito di Geova”. Il “ramoscello” e il “germoglio” che hanno la stessa origine raffigurano un re unto con lo spirito di Geova Dio, quindi il Messia. Al giorno del profeta Isaia l’albero regale con le sue radici in Iesse padre del re Davide non era stato ancora tagliato, così da lasciar rimanere nel terreno solo un ceppo e le sue radici. Quell’albero regale era formato dalla linea dei re della famiglia reale di Davide e resisté fino all’anno 607 a.E.V. Quindi fu abbattuto dai Babilonesi quando deportarono il re a Babilonia e ne distrussero la città regale, Gerusalemme. Allora il comando divino rivolto a quell’ultimo re davidico regnante, Sedechia, fu adempiuto dalla forza delle circostanze: “Rimuovi il turbante, e togli la corona. Questa non sarà la stessa. Innalza pure ciò che è basso [la successione di potenze mondiali gentili, una dopo l’altra], e abbassa pure l’alto [il regno messianico nella discendenza della famiglia di Davide]. Una rovina, una rovina, una rovina ne farò. Anche in quanto a questo, per certo non diverrà di nessuno finché venga colui che ha il diritto legale, e a lui lo devo dare”. — Ezechiele 21:25-27.

13. Nel 537 a.E.V. adempì Zorobabele la profezia relativa al “ramoscello” e al “germoglio”?

13 Nel 537 a.E.V., quando il conquistatore persiano di Babilonia, Ciro il Grande, ristabilì gli esiliati Giudei nella terra di Giuda, Zorobabele della discendenza di Davide non fu incoronato né salì su un trono regale nella Gerusalemme riedificata. Il re Ciro lo fece semplicemente governatore della provincia persiana di Giuda. (Luca 3:27-32; Matteo 1:6-13) Pertanto, Zorobabele non fu colui che aveva il diritto legale al quale si doveva dare il regno, con il turbante e la corona regali. Egli non adempì la profezia relativa al “ramoscello” e al “germoglio” che spuntò dal ceppo e dalle radici di Iesse.

14. (a) Quando il “ramoscello” e il “germoglio” spuntarono e divennero fecondi, e in che modo? (b) Poco tempo dopo, cosa disse Natanaele riguardo all’incarico per cui Gesù era stato unto?

14 Quando, e nella persona di chi, il “ramoscello” e il “germoglio” spuntarono e divennero fecondi? Questo avvenne più di mezzo millennio dopo Zorobabele, nell’anno 29 della nostra Èra Volgare, durante il regno dell’imperatore romano Tiberio Cesare. All’inizio dell’autunno di quell’anno un discendente regale di Davide, cioè Gesù figlio di Maria di Betleem, fu battezzato nel fiume Giordano da Giovanni Battista. Fu allora che questo Gesù divenne Figlio spirituale di Dio, poiché allora lo spirito di Dio scese su di lui e si udì dal cielo la voce di Dio dire: “Questo è il mio Figlio, il diletto, che io ho approvato”. (Matteo 3:13-17) In questo modo non solo Gesù fu generato dallo spirito di Dio perché fosse un Figlio spirituale di Dio ma fu anche unto con lo spirito di Dio perché fosse il Re designato nella linea regale di Davide. In riconoscimento di questo fatto, solo due mesi circa dopo di ciò, Natanaele, quale futuro discepolo di Gesù il Messia, gli disse: “Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il Re d’Israele”. — Giovanni 1:29-49.

15. (a) Verso la fine della vita terrena di Gesù, chi Pietro disse d’aver compreso che era Gesù? (b) In quale anno il “ramoscello” o “germoglio” apparso nel 29 E.V. divenne un albero pienamente cresciuto, e cosa accadde in quel tempo?

15 Nell’ultimo dei trentatré anni e mezzo che trascorse come uomo sulla terra, Gesù chiese ai suoi dodici apostoli chi avevano compreso che egli fosse. Simon Pietro prontamente rispose: “Tu sei il Messia, il figlio dell’Iddio vivente”. (Matteo 16:13-16; Marco 8:27-30; Luca 9:18-21, Byington) Quindi Pietro chiamò Gesù il “Messia di Dio”. Quelli che parlavano greco lo chiamarono “Il Cristo di Dio”. Quale Messia o Cristo da poco nominato, questo Gesù era il simbolico ‘ramoscello del ceppo di Iesse’ e il simbolico “germoglio” venuto dalle radici di Iesse, spuntato dal “ceppo”. Tuttavia, quel “ceppo” rimase senza tronco per molti altri secoli, fino all’inizio dell’autunno del 1914 E.V., e poi quel “ramoscello” o “germoglio” divenne realmente un albero fruttifero pienamente cresciuto, un Re dominante, il Messia regnante. Questo avvenne perché allora finirono i Tempi dei Gentili e giunse il tempo per un capovolgimento della situazione. La successione di potenze mondiali gentili che era stata ‘innalzata’ nel 607 a.E.V. dovette di nuovo abbassarsi, mentre il regno messianico nella discendenza reale di Davide che era stato ‘abbassato’ doveva ancora una volta ‘innalzarsi’. — Luca 21:24.

16. (a) Da che Gesù fu unto, quali qualità gli furono impartite dallo spirito di Geova? (b) Qualità simili erano state già impartite a qualche uomo per mezzo dello spirito di Dio?

16 Da che Gesù fu unto dopo il suo battesimo in acqua, lo spirito di Geova si posò effettivamente su di lui. Mostrò di essere lo “spirito di sapienza e d’intendimento, lo spirito di consiglio e di possanza, lo spirito di conoscenza e del timore di Geova”. (Isaia 11:2) Queste qualità che furono impartite a Gesù Cristo dallo spirito di Geova corrispondono alle qualità impartite al costruttore della sacra tenda di adunanza ai giorni del profeta Mosè. Notiamo questo fatto in Esodo 31:1-3: “E Geova continuò a parlare a Mosè, dicendo: ‘Vedi, in effetti io chiamo per nome Bezalel figlio di Uri, figlio di Hur, della tribù di Giuda. E lo riempirò dello spirito di Dio in sapienza e in intendimento e in conoscenza e in ogni specie di opera’”. (Anche Esodo 35:31; vedi la Torre di Guardia di Sion [inglese] in data 15 novembre 1907, pagg. 349, 350). Ora se Bezalel, costruttore del sacro tabernacolo di adorazione, ebbe bisogno dello spirito di Dio, spirito di sapienza, intendimento, conoscenza e opera, certissimamente Gesù il Messia avrebbe avuto bisogno di quelle stesse qualità nel suo più impegnativo incarico di Re.

17. Quale parallelo osservate nell’operato dello spirito di Dio su Davide e su Gesù dopo la loro unzione?

17 Ricordiamo che, dopo che il profeta Samuele ebbe unto il ragazzo pastore Davide di Betleem onde fosse re designato d’Israele, allora, come ci informa I Samuele 16:13, “lo spirito di Geova era da quel giorno in poi operante su Davide”. Similmente, dopo che Gesù fu unto dalla forza attiva di Dio al Giordano, lo spirito di Dio fu specialmente operante su di lui.

18. Fate esempi per mostrare che, in ciò che Gesù faceva, c’era la prova che gli erano stati impartiti dallo spirito di Dio sapienza, intendimento e conoscenza speciali.

18 “Or Gesù, pieno di spirito santo, tornò dal Giordano, e fu condotto dallo spirito nel deserto per quaranta giorni, essendo tentato dal Diavolo. Inoltre, in quei giorni non mangiò nulla”. Con la sapienza, l’intendimento e la conoscenza che gli furono impartiti dallo spirito di Dio, Gesù riuscì a resistere alle proposte presentategli come tentazioni dal Diavolo. “Or Gesù tornò nella potenza dello spirito in Galilea. E la buona fama di lui si diffuse in tutto il paese circostante. Ed egli insegnava nelle loro sinagoghe, essendo onorato da tutti”. (Luca 4:1-15) Nella sinagoga di Nazaret, quelli che lo conoscevano si meravigliarono delle sue parole e chiesero: “Dove ha preso quest’uomo tale sapienza e tali opere potenti? Non è questo il figlio del falegname?” (Matteo 13:53-55; Marco 6:1-3) Gesù aveva ora speciali qualità perché, come aveva già detto loro, Dio l’aveva unto con spirito santo perché fosse il Messia. — Luca 4:16-22.

19. (a) In che modo gli apostoli Pietro e Paolo diedero ulteriormente risalto all’effetto che lo spirito di Dio ebbe sul suo Figlio? (b) Quindi, come risultato dell’opera dello spirito di Dio, che ne è stato di colui che era un umile “ramoscello”?

19 Anni dopo la morte, risurrezione e ascensione di Gesù Cristo al cielo, l’apostolo Pietro diede risalto all’effetto dello spirito di Dio sul suo Figlio, dicendo: “Dio lo unse con spirito santo e potenza, ed egli andò per il paese facendo il bene e sanando tutti quelli che erano oppressi dal Diavolo; perché Dio era con lui”. (Atti 10:38) L’apostolo Paolo scrisse riferendosi al glorificato Gesù Cristo in cielo, quando disse: “È dovuto a [Dio] che voi siate uniti a Cristo Gesù, che è divenuto per noi sapienza di Dio”. (1 Corinti 1:29, 30) Le filosofie dei cosiddetti saggi della nostra tanto vantata Èra dei Cervelli non sono da paragonare con le facoltà intellettuali del glorificato Gesù Cristo, poiché “attentamente occultati in lui son tutti i tesori della sapienza e della conoscenza”. (Colossesi 2:3, 8) Così, grazie allo spirito dell’Onnisapiente Iddio che era su di lui, colui che cominciò sulla terra come un umile ‘ramoscello del ceppo di Iesse’ è divenuto il Re messianico superiore a tutti i passati governanti terrestri entro Israele e fuori.

20, 21. Anche degli unti seguaci di Gesù Cristo si parla come di un “germoglio”: di chi?

20 Per avere o no importanza e valore agli occhi di Dio, tutto dipende da quello di cui si è “ramoscello” o “germoglio”. Il fatto che il Servitore di Geova fu un “germoglio” delle radici di Iesse da Betleem fu presso Dio di importanza vitale. Di chi si è un “germoglio”? La risposta a questa domanda è ciò che determina la questione. Questo può dirsi nel caso dei seguaci delle orme dell’unto Servitore.

21 Siccome il Servitore e i suoi discepoli appartengono all’organizzazione universale di Dio, alla sua “donna” o “moglie” simbolica, riferendosi a quelli che la compongono, a tali discepoli, Dio le dice: “E in quanto al tuo popolo, saranno tutti giusti; a tempo indefinito avranno possesso del paese, germoglio [netser] della mia piantagione, opera delle mie mani, perché io sia abbellito. Il piccolo stesso [come un germoglio] diverrà mille, e l’esiguo una nazione potente. Io stesso, Geova, l’affretterò al suo proprio tempo”. (Isaia 60:21, 22) Per questa ragione né il Servitore né i suoi fedeli discepoli divengono un “germoglio detestato”, come l’ultima dinastia dei re dell’antica Babilonia. — Isaia 14:19.

22. Come possiamo essere certi che il Re messianico non sarà un governante irresponsabile, che agisca come se non dovesse rendere conto a nessuno più alto?

22 Questo re messianico non agirà come un governante irresponsabile sulla famiglia umana, sulla quale è costituito per regnare mille anni dopo aver legato e inabissato Satana il Diavolo e i suoi demoni. (Rivelazione 20:1-6) Lo spirito che si è posato sul Re gli impedisce di governare come se non dovesse rendere conto a nessuno più alto. Lo spirito che è su di lui non solo è uno spirito di sapienza, intendimento, consiglio e possanza, ma anche uno spirito di conoscenza e “del timore di Geova”. Egli teme Geova, e tale timore prevale nell’esercizio del suo dominio messianico.

23. Come egli considera personalmente questo “timore di Geova”?

23 Questo “timore di Geova” non è per il Re una cosa fastidiosa, che ne impedisca le azioni libere e non limitate. Egli prova gioia avendo tale timore, e per lui è anche un piacere vedere tale “timore di Geova” nel cuore dei suoi sudditi. La profezia di Isaia prosegue dicendo: “E presso di lui ci sarà gioia nel timore di Geova”. (Isaia 11:3) La traduzione di Byington dice: “Ed egli profumerà del timore di Geova”. La versione a cura di mons. Garofalo dice: “Si compiacerà del timore di Jahve”. La traduzione di Rotherham dice: “Così troverà fragranza [trarrà respiro] nella riverenza di Yahweh” — Nota in margine.

UN GIUDICE CHE LIBERA GLI OPPRESSI

24, 25. Com’è ulteriormente descritto da Isaia, che specie di giudice mostra d’essere il Re messianico?

24 Si può aver fiducia che un giudice che prende le sue decisioni nel timore di Geova Dio farà in modo che si faccia giustizia. Le persone dalla giusta disposizione in tutta la terra hanno vivamente atteso e desiderato tale giudice. Questa è la specie di giudice che il messianico Re di Geova mostra d’essere. Dopo aver detto che il Re prova “timore di Geova”, il profeta Isaia prosegue, dicendo:

25 “Ed egli non giudicherà da ciò che solo appare ai suoi occhi, né riprenderà semplicemente secondo la cosa udita dai suoi orecchi. E dovrà giudicare con giustizia i miseri, e dovrà dar riprensione con rettitudine a favore dei mansueti della terra. E dovrà colpire la terra con la verga della sua bocca; e con lo spirito delle sue labbra metterà a morte il malvagio. E la giustizia dev’essere la cintura dei suoi fianchi, e la fedeltà la cintura dei suoi lombi”. — Isaia 11:3-5.

26. Come il fatto che “non giudicherà da ciò che solo appare ai suoi occhi, né riprenderà semplicemente secondo la cosa udita dai suoi orecchi” assicurerà la giustizia?

26 Pensate a ciò che sarà la terra con un giudice mondiale come quello qui descritto, l’esaltato Gesù Cristo! Non si lascerà ingannare. Potrà vedere sotto l’apparenza superficiale delle cose, sotto ogni pretesa. Non sarà sviato da discorsi ingannevoli, come gli speciosi argomenti degli avvocati difensori. Per lui non conteranno le semplici parole; conterà la condizione del cuore, ed egli sarà in grado di leggerlo. Non dipenderà da una giuria piccola o grande di uomini e donne imperfetti per determinare l’innocenza o la colpevolezza dell’imputato. Avrà lo stesso spirito che operò nel caso dell’apostolo cristiano Pietro, quando scorse l’ipocrisia e l’inganno di Anania e Saffira e li informò che dovevano subire la morte per aver cercato di mentire allo spirito santo di Dio. — Atti 5:1-11; confronta Matteo 22:15-22.

27. In che modo il suo giudizio sarà a favore dei “miseri” e dei “mansueti della terra”?

27 Questo Giudice messianico è mandato da Dio per i “miseri” e i “mansueti della terra”. Non ha timore di riprendere l’oppressore di quelli che sono indifesi sotto l’attuale sistema di cose. Confuterà gli argomenti che gli oppressori useranno per giustificarsi e dimostrerà loro dove sono falsi e ingiusti. Correggerà le cose, le metterà a posto come dovrebbero essere. Questa sarà la cosa giusta e retta da fare, senza ingiustizia verso gli oppressori. Sotto il suo regno non fiorirà nessuna associazione a delinquere; egli farà scomparire la delinquenza organizzata.

28. Che cosa sono la “verga della sua bocca” e lo “spirito delle sue labbra” che il Giudice messianico dirigerà contro i malvagi?

28 Entreranno in vigore le decisioni del Giudice messianico. Non sono qualcosa da non osservare, che si possa trasgredire e annullare facendo appello a una corte superiore. (Giovanni 5:22-24) Ciò che emana dalla sua bocca quando emette sentenza contro i trasgressori sarà come una verga per punire. Sarà eseguito senza fallo e senza rinvio. I colpevoli lo sentiranno. Ciò che esce dalle sue labbra sarà come una mortifera forza attiva contro cui i malvagi non avranno scudo. Moriranno per opera di quello spirito che uscirà dalle sue labbra allorché queste labbra pronunceranno la sentenza di morte. La malvagità non sarà più permessa; il messianico Re–Giudice non è alleato con essa.

29. Come la giustizia e la fedeltà saranno per lui simili a una cintura, e con quale effetto sulle sue attività?

29 La qualità morale che rafforza il Giudice su cui lo spirito di Geova si è posato è come una cintura per i suoi fianchi o lombi. È una cintura di giustizia, una cintura di fedeltà. Egli non ha nessuna debolezza in quanto a inclinazioni ingiuste. La giustizia secondo la perfetta norma di Dio è ciò che lo domina, lo motiva. È fedele al mandato ricevuto da Geova Dio. Non conosce altra condotta eccetto quella della fedeltà a Geova, il Giudice Supremo. Quando era qui sulla terra come uomo perfetto, mostrò la sua fedeltà a Dio anche fino alla morte inflittagli in una maniera estremamente ingiusta. Così rigettò in faccia al grande falso Accusatore, Satana, una menzogna che per molto tempo era stata sostenuta contro gli adoratori di Geova. Satana il Diavolo aveva insistito che il più alto agente di Geova, il suo unigenito Figlio, non sarebbe stato fedele a Dio se fosse stato provato fino al limite dal principale Avversario di Dio e degli angeli e degli uomini. — Giobbe da 1:1 a 2:5.

30. Quando finirono i Tempi dei Gentili, contro chi agì prima il Giudice messianico, e con quale risultato?

30 Quindi, invece di perseguire sulla terra i malvagi più deboli, “i pesci piccoli”, il Giudice messianico perseguì prima il più potente di tutta la malvagità organizzata, Satana il Diavolo. Questo è ciò che accadde in cielo, immediatamente dopo la nascita del regno messianico lassù, appena terminati nel 1914 E.V. i Tempi dei Gentili. Sapendo esattamente dove agire, l’intronizzato Re messianico fece guerra contro Satana il Diavolo e i suoi angeli demonici. Questa guerra finì con l’espulsione di quei malvagi dai santi cieli. Ora il Re vittorioso li tiene giù nelle vicinanze della nostra terra. Appena il “breve periodo di tempo” della loro restrizione quaggiù sarà terminato, il Re messianico li incatenerà e li imprigionerà in un abisso lungi dalle prossimità della nostra terra. — Rivelazione 12:7-13; 20:1-3.

31. Quale ulteriore azione compirà il Re contro tutti quelli fuori del paradiso spirituale?

31 Poiché questo è il modo in cui il Re timorato di Dio tratta i diabolici caporioni di tutta la malvagità organizzata, logicamente cosa ne consegue? Ebbene, per fare le cose in modo completo, il Re deve mettere a morte sulla terra quelli che sono incalliti nel peccato e si sono persistentemente attenuti all’organizzazione visibile del Diavolo. In questo l’empia società umana fuori del paradiso spirituale degli adoratori di Geova sentirà il colpo inferto dalla “verga” giudiziaria della sua bocca. Il suo decreto punitivo sarà eseguito su di loro. La giustizia insita in lui lo rafforzerà, come una cintura, per far questo. La sua fedeltà all’Iddio di giustizia lo sosterrà, come una cintura, nel farlo.

32. (a) Quale effetto avrà tale azione su quelli che sono ora entro il paradiso spirituale? (b) Anche ora, che cosa fanno essi personalmente per abbellire il loro paradiso spirituale?

32 Questa coraggiosa azione contro tutta la malvagità organizzata in cielo e sulla terra significherà grande sollievo per gli adoratori di Geova che ora godono il suo favore e la sua protezione entro il paradiso spirituale. Essi gli sono grati perché ha provveduto tale giusto Re sul loro paradiso spirituale. Essi cercano di coltivare sempre più in se stessi le qualità che manifestano lo spirito di Dio posatosi su questo Re messianico. Così abbelliscono il loro paradiso spirituale.

[Domande per lo studio]