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La promessa di un paradiso spirituale

La promessa di un paradiso spirituale

Capitolo VI

La promessa di un paradiso spirituale

1. (a) Cosa mostra che, anche in punto di morte, Gesù pensava al Paradiso per il genere umano? (b) Anni dopo, che cosa disse Gesù del Paradiso alla congregazione di Efeso? (c) Entrambi questi riferimenti riguardano lo stesso paradiso?

IL MESSIANICO Servitore di Geova Dio ha un ruolo molto importante nel farci conseguire un paradiso. Anche in quel triste giorno di millenovecento anni fa, quando fu contato fra i trasgressori in adempimento di Isaia 53:12, Gesù Cristo pensava al Paradiso per il genere umano. Quando uno dei due ladroni, che erano al palo accanto a lui, gli disse: “Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno”, egli rispose: “Veramente ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso”. (Luca 23:39-43; Marco 15:25-27) Sessantatré anni dopo, parlando alla congregazione cristiana di Efeso, in Asia Minore, il risuscitato Gesù disse: “A chi vince concederò di mangiare dell’albero della vita, che è nel paradiso di Dio”. (Rivelazione 2:7) Poiché queste promesse furono fatte a persone diverse, la prima a un non cristiano e la seconda a un cristiano vittorioso, si devono qui intendere due paradisi diversi, il primo terrestre, il secondo celeste. Il “Servitore” di Geova ha a che fare con entrambi.

2. Quale specie di paradiso, predetto da Isaia, si può godere oggi, senza subire la morte fisica e la risurrezione?

2 Ognuno di quei paradisi era futuro quando Gesù li menzionò. Inoltre, vi si poteva accedere solo dopo la morte e la risurrezione dai morti, nel tempo stabilito da Dio. Ma c’è un paradiso a cui pervengono quelli che ora vivono sulla terra. Poiché l’ambiente terrestre del genere umano è sempre più inquinato e la superficie della terra oggi non è davvero un paradiso, il paradiso attuale a cui pervengono sulla terra i veri cristiani adoratori di Geova deve essere un paradiso figurativo, spirituale. La profezia di Isaia relativa al Servitore messianico di Geova predisse l’istituzione di questo paradiso spirituale per i fedeli adoratori di Geova.

3. (a) Chi, come fu predetto da Isaia, doveva avere un ruolo importante per produrre sulla terra un paradiso spirituale? (b) Essendo un ‘figlio di Dio’, quale fu la sua relazione con l’organizzazione celeste nel suo insieme?

3 Secondo la profezia di Isaia, il Servitore messianico ha a che fare con l’attuazione del paradiso spirituale sulla terra. Prima di adempiere sulla terra il ruolo profetizzato nel cinquantatreesimo capitolo di Isaia, egli faceva parte della celeste organizzazione di Geova, costituita di fedeli “figli di Dio”. (Giobbe 1:6; 2:1; 38:7; Daniele 3:25) Quella celeste organizzazione spirituale ha il ruolo di “moglie”, sposata a Geova il Creatore, proprio come l’antica nazione d’Israele, quando fu introdotta nel patto della Legge con lui per mezzo del mediatore Mosè, fu come unita in matrimonio con Geova e fu raffigurata come una moglie terrena. Quindi Egli in questa unione celeste ha il ruolo del Marito. (Isaia 54:5; 50:1; Geremia 31:31-34) Poiché i celesti “figli di Dio” erano considerati figli dell’organizzazione celeste di Dio in quanto ne facevano parte, l’organizzazione celeste fu considerata come la loro madre, la moglie del loro Padre celeste. Così il Servitore menzionato in Isaia 53:11 è uno dei figli di lei.

4. (a) Come la materna organizzazione di Geova in cielo generò il promesso Messia? (b) Quale reazione vi dovette essere in cielo quando Gesù fu unto, e poi quando fu destato dai morti?

4 Geova scelse il suo principale figlio celeste perché prestasse servizio sulla terra come Servitore messianico. (Isaia 52:13; 53:11) La materna organizzazione di Geova in cielo provvide dunque questo insigne rivendicatore della sovranità universale del proprio Marito. Dopo che questi sulla terra era stato battezzato da Giovanni Battista nel Giordano, Geova, il Marito di lei, versò il Suo spirito santo sul battezzato Gesù, rendendolo l’unto, il Cristo. In questo modo fu generato il promesso Messia o Cristo. Quale indicibile gioia dovette essere ciò sia per la Madre celeste che per il Marito di lei! Se i figli angelici di Dio si rallegrarono alla nascita del bambino Gesù a Betleem di Giuda, dovettero provare ancor più gioia quando egli divenne così il promesso Cristo, il Servitore messianico del loro Dio Geova. (Luca 2:10, 13, 14; Matteo 3:13-17; Giovanni 16:21) Quando la sua vita fu tolta dalla terra e fu risuscitato dai morti, l’organizzazione materna in cielo lo accolse come il “primogenito dai morti” e si rallegrò di averlo di nuovo fra i propri figli celesti. (Colossesi 1:18; Rivelazione 1:5, 17, 18) La sua gioia era stata predetta!

5, 6. (a) Secondo Isaia 54:1, qual è la ragione della gioia di questa “donna” celeste? (b) Di quanti “figli” sarebbe divenuta la madre spirituale?

5 “‘Grida gioiosamente’”, dice Isaia 54:1, “‘donna sterile che non partorivi! Prorompi in grida di gaudio e strilla, tu che non avevi dolori di parto, poiché i figli della desolata son più numerosi dei figli della donna con un proprietario maritale’, ha detto Geova”.

6 Questa scrittura ispirata è applicata dal cristiano apostolo Paolo non alla nazione ebraica dopo l’esilio in Babilonia, ma alla celeste organizzazione di Geova paragonata a una moglie. Secondo la profezia di Isaia, l’organizzazione celeste di Dio doveva avere altri figli oltre al Messia Gesù, che aveva atteso a lungo come se fosse stata sterile. Doveva divenire perciò la madre spirituale dei 144.000 associati al Messia Gesù. Egli doveva essere il Primogenito fra questi altri figli spirituali. La sua gioia sarebbe iniziata quando generò o produsse il primogenito, il Messia Gesù, ma avrebbe continuato a generare tutti i coeredi del regno del Messia Gesù. L’apostolo Paolo fu uno di questi eventuali coeredi di Cristo, ed egli fece l’applicazione di Isaia 54:1 sotto ispirazione.

7-9. Mettendo in contrasto la nazione ebraica con la celeste organizzazione di Dio, quale applicazione fa l’apostolo Paolo di Isaia 54:1?

7 Facendo un contrasto fra la nazione ebraica che era stata sposata a Geova Dio secondo il patto della legge mosaica (ma aveva respinto Gesù Cristo) e la celeste organizzazione di Dio paragonata a una moglie, l’apostolo Paolo scrive: “Per esempio, è scritto che Abraamo ebbe due figli, uno dalla servitrice [Agar l’Egiziana] e uno dalla donna libera [Sara sua moglie]; ma quello della servitrice [chiamato Ismaele] fu effettivamente generato secondo la carne [prima che Abraamo divenisse impotente], l’altro [chiamato Isacco] della donna libera secondo la promessa [di Dio]. Queste cose sono come un dramma simbolico; poiché queste donne [Agar e Sara] significano due patti, quello del monte Sinai [per mezzo di Mosè], che genera figli per la schiavitù, e che è Agar [la schiava]. Ora questa Agar significa il Sinai, un monte dell’Arabia, e corrisponde alla Gerusalemme d’oggi, poiché è in schiavitù con i suoi figli. Ma la Gerusalemme di sopra è libera, ed essa è nostra madre.

8 “Poiché è scritto [in Isaia 54:1]: ‘Rallegrati, o donna sterile [la Gerusalemme di sopra] che non partorisci; prorompi e grida, donna che non hai doglie di parto; poiché i figli della donna desolata son più numerosi di quelli di colei che ha marito’. Ora noi, fratelli, siamo figli appartenenti alla promessa, come lo fu Isacco. Ma come allora quello generato secondo la carne [Ismaele] perseguitava quello generato secondo lo spirito [Isacco], così anche ora. Tuttavia, che cosa dice la Scrittura? ‘Caccia la servitrice e il suo figlio, poiché il figlio della servitrice non sarà affatto erede col figlio della donna libera’. Per cui, fratelli, noi siamo figli non della servitrice, ma della donna libera.

9 “Per tale libertà Cristo ci rese liberi”. — Galati da 4:22 a 5:1.

10, 11. (a) In che modo Isaia 54:13 indica che la “Gerusalemme di sopra” avrebbe avuto altri figli spirituali oltre Gesù? (b) A chi Gesù Cristo applicò tale scrittura?

10 Poiché la “Gerusalemme di sopra”, il cui “proprietario maritale” è il Grande Fattore Geova, doveva avere molti altri figli spirituali oltre al Messia Gesù, suo primogenito, in Isaia 54:13 è detto di lei: “E tutti i tuoi figli saranno persone ammaestrate da Geova, e abbondante sarà la pace dei tuoi figli”.

11 Gesù Cristo applicò questa scrittura ai propri discepoli, quando disse agli Ebrei: “È scritto nei Profeti: ‘Ed essi saranno tutti ammaestrati da Geova’. Chiunque ha udito gli insegnamenti del Padre e ha imparato viene a me”. (Giovanni 6:45) Fu proposito del Padre che Gesù divenisse “il primogenito tra molti fratelli”. (Romani 8:29) La “Gerusalemme di sopra” è la madre celeste anche di tutti questi fratelli spirituali di Gesù Cristo. A ragione, dunque, il suo “proprietario maritale”, Geova, invita lei, anziché la Gerusalemme terrena che aveva rifiutato il Messia, a ‘gridare gioiosamente’ e a ‘prorompere in grida di gaudio’ per essere finalmente divenuta madre di tanti figli spirituali insieme al Messia Gesù. — Isaia 54:1.

12. Con quale forte incoraggiamento per questi figli spirituali si conclude il capitolo 54 di Isaia?

12 Questi figli spirituali hanno la garanzia della divina protezione e preservazione, espressa alla “Gerusalemme di sopra” con queste parole: “‘Qualsiasi arma formata contro di te non avrà nessun successo, e qualsiasi lingua si levi contro di te in giudizio tu la condannerai. Questo è il possesso ereditario dei servitori di Geova, e la loro giustizia è da me’, è l’espressione di Geova”. Con tale forte incoraggiamento termina il cinquantaquattresimo capitolo di Isaia, rivolto alla “Gerusalemme di sopra”. — Isaia 54:17.

INVITO A BERE E MANGIARE CIÒ CHE È BUONO

13. Con quale attraente invito inizia il successivo capitolo di Isaia?

13 Alla luce di tutte le buone cose che devono seguire l’adempimento di questa bella profezia, tutti sono invitati ad ascoltare un appropriato invito: “Ehi là, voi tutti che siete assetati! Venite alle acque. E quelli che non hanno denaro! Venite, comprate e mangiate. Sì, venite, comprate vino e latte pure senza denaro e senza prezzo. Perché continuate a pagar denaro per ciò che non è pane, e perché la vostra fatica è per ciò che non dà alcuna sazietà? Ascoltatemi attentamente, e mangiate ciò che è buono, e la vostra anima trovi il suo squisito diletto nello stesso grasso. Porgete il vostro orecchio e venite a me. Ascoltate, e la vostra anima continuerà a vivere, e io concluderò prontamente con voi un patto di durata indefinita rispetto alle amorevoli benignità verso Davide che sono fedeli. Ecco, l’ho dato come testimone ai gruppi nazionali, come condottiero e comandante ai gruppi nazionali”. — Isaia 55:1-4.

14. (a) Da chi viene l’invito? (b) A chi è rivolto, e perché?

14 Chi altri se non Geova Dio, la Fonte di tutta la vita, poteva fare un simile invito e tale meravigliosa promessa? Questa ha relazione con il suo Servitore messianico, che egli dà come “condottiero e comandante ai gruppi nazionali”. Quei gruppi nazionali si dovrebbero interessare dell’invito divino. Ma, prima di tutto, l’invito è rivolto al popolo di Geova che è in un patto con lui, ma si trova in circostanze insoddisfacenti. Perché? Perché fatica e compra e mangia e beve, ma continua a morire senza speranza. Abbiamo la chiave della situazione ricordando che il profeta Isaia aveva predetto la distruzione di Gerusalemme, la desolazione del paese di Giuda, l’esilio degli Ebrei nel paese pagano di Babilonia. La desolazione del paese mentre gli abitanti erano in esilio doveva durare settant’anni, dal 607 al 537 avanti la nostra Èra Volgare.

15. Geova aveva predetto che avrebbe provveduto al popolo ebraico la liberazione per mezzo di chi, e perché il suo ruolo è per noi di speciale interesse?

15 Babilonia, con i suoi falsi dèi e la sua falsa adorazione, col suo imperialismo e il suo commercialismo, non offriva nulla agli Ebrei esiliati. Non offriva nessuna speranza di liberazione con l’opportunità di riprendere l’adorazione del vero e vivente Dio nella loro patria: “È questo l’uomo [il re di Babilonia] che . . . non aprì nemmeno ai suoi prigionieri la via per tornare a casa?” (Isaia 14:16, 17) Chi avrebbe potuto spezzare la morsa di questa Potenza Mondiale, Babilonia, e lasciare andar liberi gli Ebrei prigionieri, perché tornassero alla loro patria e alla rinnovata adorazione di Geova presso un tempio riedificato in una Gerusalemme restaurata? Questo stesso Dio poteva farlo, e aveva un servitore che poteva impiegare a tal fine. Tale servitore terreno fu Ciro il Persiano, il cui medesimo nome era stato predetto da Geova molto tempo prima della sua nascita. (Isaia da 44:28 a 45:6) Questo antico conquistatore persiano di Babilonia non fu semplicemente un personaggio storico, ma anche un tipo profetico del messianico Servitore di Geova, che Egli avrebbe impiegato per rovesciare e distruggere la moderna Babilonia la Grande, cioè l’impero mondiale della falsa religione.

16. Anticamente, quali cose in senso spirituale furono per gli Ebrei esiliati come cibo e bevanda?

16 Acqua, pane, vino e latte sono disponibili per cibarsi e ristorarsi, anche a quelli che non hanno denaro per pagare ciò che mangiano e bevono! Così dice Geova Dio. Naturalmente, non parla di tali cose in senso letterale. Parla di ciò che corrisponde a queste cose, per tenere la persona spiritualmente in vita con ciò che procurerà vera vita, vita eterna con vera gioia di vivere e uno scopo per cui vivere. Nell’antichità, le cose essenziali furono i provvedimenti presi da Geova Dio per la liberazione da Babilonia del suo popolo esiliato e per ristabilirli nella patria data loro da Dio. In primo luogo, ci fu il messaggio di liberazione con cui alimentare la speranza degli esiliati. Quindi ci fu il decreto di Geova Dio per mezzo del suo servitore terreno, decreto di liberazione in base al quale bisognava agire. Quindi ci sarebbero stati il ritorno in patria e la realizzazione delle gloriose profezie divine nel diletto paese rioccupato. La gioia che avrebbero provato sarebbe stata simile a quella di chi beve i vini migliori. — Salmo 104:15.

17. Chi sono in effetti i moderni Babilonesi, e di che cosa si nutrono?

17 Oggi, miliardi di abitanti della terra si trovano sotto l’oppressione religiosa, morale, intellettuale e sociale di Babilonia la Grande, non solo nei paesi cosiddetti pagani ma ancor più nella cristianità. Essi spendono denaro per la loro religione, secondo che i loro molti culti e sette fanno della religione un commercio. Le loro religioni non li hanno separati da questo mondo, ma hanno incoraggiato e approvato che siano parte attiva di questo mondo. Le religioni non hanno impedito loro di riporre la loro fiducia negli uomini e nelle istituzioni umane. Nemmeno il popolo della cristianità ha alcuna prospettiva eccetto quella di affidarsi ancora agli uomini perché risolvano i problemi del mondo e rechino sollievo. In effetti, sono Babilonesi moderni, e il loro cibo religioso non li soddisfa né reca loro vero sollievo.

18. (a) Mediante quale patto Geova ha oggi un popolo in relazione con lui? (b) Chi sono coloro che si attengono fedelmente a questo nuovo patto?

18 Nel lontano sesto secolo a.E.V. quelli che erano nel patto della legge mosaica con Geova Dio non avrebbero dovuto essere “prigionieri” dell’antica Babilonia. Se avessero amorevolmente adempiuto gli obblighi del loro patto con lui non sarebbero stati esiliati nella Babilonia pagana, molto lontani dalla loro patria desolata. Oggi, Geova ha ancora un popolo in relazione con Lui mediante un patto nazionale. Il messianico Servitore di Geova è il Mediatore di questo patto, un Mediatore più grande del profeta Mosè. Il loro patto è quello che sostituì nel 33 E.V. il patto della legge mosaica. È il nuovo patto predetto in Geremia 31:31-34. Quando istituì la Cena del Signore in ricordo della sua morte di sacrificio, Gesù Cristo disse che il suo sangue avrebbe provveduto il mezzo per suggellare e convalidare quel nuovo patto. (Matteo 26:26-30; Luca 22:19, 20; 1 Corinti 11:20-26) Ubbidientemente i cristiani testimoni di Geova celebrano ogni anno questa Cena del Signore nel suo anniversario. Essi sono fedeli al nuovo patto di Geova.

19. Con quali mezzi Babilonia la Grande ebbe in suo potere i cristiani testimoni di Geova nel corso della prima guerra mondiale, e come apparivano le loro prospettive?

19 Tutta Babilonia la Grande come impero mondiale della falsa religione si è sempre opposta ai cristiani testimoni di Geova. Durante la prima guerra mondiale nel 1914-1918 E.V., essa realmente li ebbe in suo potere per mezzo dei suoi amanti mondani e secolari. Per mezzo delle autorità politiche, militari e giudiziarie Babilonia la Grande recò su questi adoratori di Geova ogni sorta di persecuzione, inclusa la proibizione della loro letteratura religiosa con cui studiavano la Sacra Bibbia. L’organizzazione di cui si servivano per divulgare la buona notizia della Bibbia fu quasi paralizzata, in particolar modo quando componenti del corpo direttivo della visibile organizzazione di Geova furono messi in prigione con accuse che, dopo la guerra furono revocate e annullate dalla corte. Le prospettive di un cambiamento di situazione erano molto vaghe, e si aspettava il peggio con sentimenti di rassegnazione e sottomissione alla volontà di Geova. Provvidenzialmente, la rivista ufficiale, La Torre di Guardia e Araldo della presenza di Cristo (The Watch Tower and Herald of Christ’s Presence), continuò a essere pubblicata quindicinalmente, per l’edificazione spirituale di quelli ai quali era disponibile, nonostante le condizioni del tempo di guerra.

20, 21. Date le circostanze degli adoratori di Geova sulla terra, come il tempo dopo la prima guerra mondiale fu appropriato per una moderna applicazione di Isaia 55:1, 2?

20 Comunque, all’improvviso, giunse la fine della prima guerra mondiale. Essa non portò, come attendevano gli studenti biblici, la rivoluzione e l’anarchia mondiale né la battaglia di Armaghedon. E i sinceri adoratori di Geova, che erano nel nuovo patto con lui per mezzo del suo mediatore Gesù Cristo, si trovarono ancora nella carne sulla terra. Ma ancora prigionieri di Babilonia la Grande e dei suoi amanti politici, militari, giudiziari! Si apriva dinanzi a loro l’inatteso periodo del dopoguerra, con possibilità di rinnovare e promuovere la proclamazione della buona notizia della Parola di Dio. Ecco il tempo più appropriato perché l’Iddio che adoravano, nonostante tutta l’opposizione e l’oppressione di Babilonia la Grande, facesse qualche cosa a loro favore e per amore del Suo proprio nome. Ecco il tempo di divulgare l’equivalente moderno del ravvivante messaggio di Isaia:

21 “Ehi là, voi tutti che siete assetati! Venite alle acque. E quelli che non hanno denaro! Venite, comprate [grano] e mangiate. Sì, venite, comprate vino e latte pure senza denaro e senza prezzo. Perché continuate a pagar denaro per ciò che non è pane, e perché la vostra fatica è per ciò che non dà alcuna sazietà? Ascoltatemi attentamente, e mangiate ciò che è buono, e la vostra anima trovi il suo squisito diletto nello stesso grasso”. — Isaia 55:1, 2.

22. Che cosa fu allora come acqua, pane, vino e latte per il moderno popolo di Geova?

22 Tale messaggio venne in effetti da Geova Dio, per mezzo del suo Servitore messianico, Gesù Cristo. Aveva lo scopo di sollevare il Suo popolo dal loro stato mentale depresso, negativo, e di infondere loro vita e speranza. Che cosa, dunque, sarebbe stato come l’acqua, per calmare la loro ardente sete di verità e giustizia? Come pane, per alimentare e rafforzare la loro sincera devozione a Dio? Come vino, per rallegrare il loro cuore di gioia salutare? Come latte, per ingrassare e arricchire il loro stato di benessere in relazione con il vivente e vero Dio? (Salmo 104:15) Sarebbe stato il messaggio scritturale di liberazione da Babilonia la Grande per mezzo dell’istituito regno messianico di Dio! Il messaggio della loro liberazione dalla schiavitù che li legava a questo mondo, “amico” di Babilonia la Grande, onde combattessero per la libertà di adorazione e proclamassero in tutto il mondo la buona notizia del regno di Dio per la benedizione di tutta l’afflitta umanità.

23. Come questo provvedimento fu veramente disponibile “senza denaro e senza prezzo”?

23 Gli oppressi adoratori di Geova Dio non dovettero pagare per questo messaggio di liberazione! Non dovettero pagare per uscire dalla cattività e prigionia sotto Babilonia la Grande! Il messaggio fu offerto loro perché lo accettassero gratuitamente, ed essi dovevano agire con coraggio e convinzione! Allora sarebbe stato come acqua ristoratrice, pane nutriente, vino che li avrebbe rallegrati e latte che li avrebbe rafforzati. “Conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi”. — Giovanni 8:32.

24. Nella primavera del 1919, quale prova di liberazione ci fu?

24 Un concreto segno di questa liberazione si ebbe nella primavera del 1919, primo anno del dopoguerra, con la liberazione dei membri del corpo direttivo dei cristiani adoratori di Geova dalla prigionia nel penitenziario di Atlanta, Georgia, U.S.A. Poco dopo, le imputazioni di cui erano accusati questi cristiani furono revocate e in seguito annullate dalla corte. Così i componenti del corpo direttivo dei cristiani adoratori di Geova furono liberati dalle false accuse di essere cittadini illegali, pericolosi per la sicurezza del paese. Ora, con apprezzamento per la libertà cristiana che viene da Geova mediante Gesù Cristo suo Servitore, fu fatto un più avanzato studio delle Sue Sacre Scritture per accertare qual era la volontà divina per il Suo popolo in questo inaspettato periodo del dopoguerra.

25. (a) Cosa si fece nel 1919 per infondere coraggio nei servitori di Dio? (b) Di che cosa fu segno l’annuncio della pubblicazione della rivista L’Età d’Oro?

25 Lo studio biblico non lasciò alcuna incertezza circa la volontà divina. Indicò infallibilmente l’opera del Regno che attendeva gli adoratori di Geova sopravvissuti alla persecuzione e ai tempi difficili della prima guerra mondiale. Così, per infondere coraggio al loro cuore, nelle edizioni del 1° e del 15 agosto 1919 della Torre di Guardia (inglese), fu pubblicato in due parti l’articolo principale “Benedetti gli intrepidi”. Questo tema fu il principale argomento del Congresso Generale di questi adoratori, tenuto per otto giorni dal 1° all’8 settembre a Cedar Point, Ohio. Come segno che c’era altro cibo spirituale in serbo per loro e anche altro maggior lavoro che li attendeva, il 5 settembre 1919 un entusiasmante annuncio fu fatto ai 6.000 congressisti dal presidente della Watch Tower Bible and Tract Society. Con quale risultato? La Società avrebbe stampato un’altra rivista oltre alla Torre di Guardia. Questa nuova rivista quindicinale sarebbe stata chiamata “L’Età d’Oro” e sarebbe stata un complemento della rivista ufficiale dei cristiani adoratori di Geova. Anche questa avrebbe annunciato il regno di Dio.

26. Come dichiarato nella sua prima edizione, per quale ragione si pubblicò L’Età d’Oro?

26 Mostrando quale fosse allora la situazione in cui questa nuova rivista faceva il suo esordio il 1° ottobre 1919, l’introduzione della prima edizione diceva in parte:

Alla luce della sapienza divina si propone di spiegare il vero significato dei grandi fenomeni del giorno attuale e di provare alle menti riflessive mediante prove inconfutabili e convincenti che ora è vicino il tempo di una maggiore benedizione del genere umano. Come una voce nel deserto di confusione, ha il compito di annunciare la prossima Età d’Oro.

Oggi nel mondo ci sono più cuori mesti che in qualsiasi altro tempo della storia. Una guerra devastatrice ha afflitto le nazioni al punto che sono dilaniate e sanguinanti a morte. Insieme alla guerra ci fu la terribile epidemia influenzale, che ha fatto due volte più vittime della guerra. Negli ultimi pochi anni milioni di persone sono decedute e altri milioni fanno cordoglio per la perdita dei loro cari.

Ovunque il costo della vita è sempre più alto e condizioni di vero bisogno e carestia minacciano molti. Praticamente in ogni attività del mondo i lavoratori sono in sciopero o minacciano di scioperare e così arrestare le ruote del commercio. Vi è un’inquietudine generale ovunque.

I finanzieri non sono meno perplessi. . . .

L’ETÀ D’ORO porterà nelle case di coloro che lo desiderano il messaggio che tenderà a ristabilire la calma nelle menti turbate e a confortare i cuori rattristati. Non ci attendiamo di far ciò secondo la sapienza umana, perché ciò è stato tentato invano e tale sapienza è stoltezza agli occhi di Geova. Ma noi indicheremo le chiare e indiscutibili prove alla luce degli avvenimenti attuali, che rivelano il rimedio espresso divinamente per la ricostruzione delle imprese umane che appagherà il desiderio di tutte le nazioni, e assicurerà al popolo vita, libertà e felicità. Invitiamo tutti i timorati di Dio che amano la legge e l’ordine ad aiutarci a divulgare questo messaggio di conforto per coloro che desiderano essere confortati.

27, 28. Quale splendida speranza additava questa rivista, ma cosa doveva venire prima?

27 Ecco dunque una rivista del tutto nuova che additava intrepidamente la futura restaurazione del paradiso su questa terra, e la sua estensione a tutta la terra per la gioia di persone di ogni razza, colore o origine nazionale. Comunque, prima che questo letterale paradiso terrestre fosse recato al genere umano dal messianico regno di Dio, si doveva istituire un paradiso spirituale fra i cristiani adoratori di Geova, ora ristabiliti nel suo favore. Per questa ragione, dopo aver rivolto l’invito a partecipare ai vivificanti provvedimenti di Dio, il cinquantacinquesimo capitolo di Isaia diceva:

28 “Porgete il vostro orecchio e venite a me. Ascoltate, e la vostra anima continuerà a vivere, e io concluderò prontamente con voi un patto di durata indefinita rispetto alle amorevoli benignità verso Davide che sono fedeli. Ecco, l’ho dato come testimone ai gruppi nazionali, come condottiero e comandante ai gruppi nazionali”. — Isaia 55:3, 4.

L’ETERNO PATTO DEL REGNO

29. (a) Quale effetto avrebbe avuto su quelli che porsero orecchio e si avvicinarono a Geova il fatto che accettarono l’invito di Isaia 55:3, 4? (b) Che relazione c’è fra queste benedizioni e le “amorevoli benignità verso Davide che sono fedeli”?

29 La vita spirituale di quelli che nell’anno del dopoguerra del 1919 E.V. porsero l’orecchio e si avvicinarono a Geova sarebbe stata rinnovata e sostenuta dai provvedimenti spirituali a cui Geova invitava ora il suo popolo a partecipare. La loro anima avrebbe continuato a vivere godendo di salute spirituale. Il regno messianico, nato nei cieli nel 1914 alla fine dei “tempi dei Gentili”, sarebbe stato il canale per mezzo del quale i fedeli adoratori cristiani avrebbero ricevuto tutte le benedizioni della restaurazione. (Luca 21:24, Na; Daniele 4:16, 23, 25, 32; Rivelazione 12:1-10) Questo era il significato della promessa di Geova di concludere con i proclamatori del Regno il patto di durata indefinita “rispetto alle amorevoli benignità verso Davide che sono fedeli”. Tali amorevoli benignità divine indicavano che il diritto al regno sarebbe restato nella discendenza del re Davide di Gerusalemme fino al suo più illustre Discendente, il promesso Messia, e a Lui il regno messianico sarebbe appartenuto per sempre.

30, 31. (a) Come quelle amorevoli benignità promesse a Davide furono “fedeli”? (b) Quale applicazione della promessa di Isaia 55:3 fece l’apostolo parlando ad Antiochia di Pisidia?

30 Essendo “fedeli”, le amorevoli benignità verso Davide sarebbero state durevoli, fermamente stabilite. (2 Samuele 7:11-16) A conferma di ciò, nel Salmo 89:28, 29 viene detto: “A tempo indefinito conserverò verso di lui la mia amorevole benignità, e il mio patto gli sarà fedele. E per certo stabilirò il suo seme per sempre e il suo trono come i giorni del cielo”. (Anche Geremia 33:19-21) Quelle amorevoli benignità divine promesse al re Davide risultarono in effetti fedeli, poiché giunsero al culmine col Messia, che doveva essere Re per sempre. Non c’è ombra di dubbio su chi fosse, poiché l’apostolo Paolo applicò la promessa di Isaia 55:3 a Gesù Cristo.

31 Parlando nella sinagoga ebraica di Antiochia di Pisidia, in Asia Minore, l’apostolo Paolo disse al suo uditorio: “Vi dichiariamo dunque la buona notizia circa la promessa fatta agli antenati, che Dio l’ha interamente adempiuta per noi, loro figli, in quanto ha risuscitato Gesù; come è anche scritto nel secondo salmo: ‘Tu sei il mio figlio, quest’oggi io ti ho generato’. E questo fatto, che lo ha risuscitato dai morti, non più destinato a tornare nella corruzione, egli l’ha dichiarato in questo modo: ‘Vi darò le amorevoli benignità promesse a Davide che sono fedeli’. E dice quindi in un altro salmo: ‘Non permetterai che il tuo leale veda la corruzione’. Poiché Davide, da una parte, avendo servito nella propria generazione l’espressa volontà di Dio, si addormentò nella morte e fu posto con i suoi antenati, e vide la corruzione. D’altra parte, colui che Dio ha destato non ha visto la corruzione”. — Atti 13:32-37.

32. In chi trova adempimento Isaia 55:4?

32 Così quel regno messianico, istituito nei cieli nel 1914 nelle mani del risuscitato e incorruttibile Gesù Cristo, è stato operante fino ad ora e continuerà ad esserlo per mille anni avvenire, per la benedizione del genere umano in un paradiso terrestre. Quindi Geova Dio non si riferiva a Davide, che era ancora morto, quando in Isaia 55:4 disse: “Ecco, l’ho dato come testimone ai gruppi nazionali, come condottiero e comandante ai gruppi nazionali”. No, ma Geova si riferisce a Gesù Cristo, il promesso Discendente di Davide, in cui si adempie il patto con Davide per un regno eterno.

33. A favore di chi egli è “testimone ai gruppi nazionali”?

33 A favore di chi è dato come “testimone ai gruppi nazionali”? A favore del Datore stesso, Geova. Gesù Cristo fu il Suo testimone sulla terra, il testimone di Geova. In Isaia 43:9 Geova sfida tutti gli dèi delle nazioni a provare che siano in effetti dèi viventi in grado di predire correttamente l’avvenire. Producano questi falsi dèi i loro testimoni affinché il popolo possa udire da questi testimoni ciò che i loro dèi hanno detto profeticamente e quindi dichiarino: “È la verità!” Quei falsi dèi non sono stati in grado di farlo. Ma Geova, il vivente e vero Dio, può produrre da parte sua testimoni, e il Suo più grande testimone che sia mai stato sulla terra fu il suo unigenito Figlio, Gesù Cristo. Secondo la carne fece parte della nazione a cui sono rivolte le parole di Isaia 43:10: “‘Voi siete i miei testimoni’, è l’espressione di Geova, ‘pure il mio servitore che io ho scelto’”.

34. (a) A chi per primi Gesù fu una testimonianza, quando fu uomo sulla terra? (b) Come predetto, chi ancora avrebbe udito la sua testimonianza, e come si è adempiuto questo?

34 Quand’era un uomo perfetto sulla terra Gesù Cristo disse ripetutamente che recava testimonianza al suo Padre celeste, Geova Dio. In quel tempo questa testimonianza fu particolarmente rivolta alla nazione ebraica. In Rivelazione 1:5 l’apostolo Giovanni parla di lui come di “Gesù Cristo, ‘il Testimone Fedele’, ‘Il primogenito dai morti’ e ‘Il Governante dei re della terra’”. Anche in Rivelazione 3:14, il risuscitato, glorificato Gesù Cristo si presenta alla congregazione di Laodicea, in Asia Minore, dicendo: “Queste son le cose che dice l’Amen, il testimone fedele e verace, il principio della creazione di Dio”. Ma Geova intendeva dare il Messia Gesù come testimone non solo alla nazione ebraica, ma anche ai “gruppi nazionali”. La sua testimonianza riguardo all’Iddio di cui è il Servitore messianico è per tutto il genere umano indipendentemente da nazionalità, colore o razza. Per mezzo dei suoi fedeli compagni testimoni oggi sulla terra egli dà questa importante testimonianza. Oggi i cristiani testimoni di Geova sono molto felici di dare la stessa testimonianza che diede Gesù Cristo, in oltre duecento paesi e gruppi di isole, ai “gruppi nazionali”.

35, 36. (a) Quale assicurazione ci dà la fedeltà dimostrata da Gesù come testimone? (b) In quanto all’essere Gesù “condottiero e comandante”, quali paralleli osserviamo nel caso di Davide?

35 Una vera e fidata testimonianza si deve dare prima di agire verso quelli a cui si è data testimonianza. (Matteo 24:14) Sulla terra Gesù Cristo fu un fedele testimone della verità divina. (Giovanni 18:37) Egli morì per la causa di tale verità.

36 Possiamo essere sicuri che sarà altrettanto fedele negli incarichi esecutivi che gli sono conferiti nei cieli. Il suo Dio lo dà come più che “testimone ai gruppi nazionali”. Lo dà anche come “condottiero e comandante ai gruppi nazionali”. Geova suscitò Davide da semplice ragazzo pastore a Betleem di Giuda perché fosse “condottiero” del popolo di Dio. (2 Samuele 7:8) Poiché Davide apparteneva alla tribù di Giuda, quando divenne re su tutto Israele il “bastone del comandante” fu quindi posto fra i piedi di un discendente di Giuda asceso al trono regale. (Genesi 49:10) Non si sarebbe mai allontanato dalla tribù di Giuda finché venisse il Messia, il Silo, o “colui al quale appartiene”.

37. Che specie di “condottiero e comandante” mostra d’essere Gesù Cristo?

37 Benché fosse un discendente del re Davide, il promesso Messia o Silo doveva essere più grande del re Davide. Doveva essere il Signore dello stesso re Davide. (Salmo 110:1, 2) Questo richiedeva che il Messia fosse un “condottiero e comandante”, non solo come lo era stato Davide per la sua nazione, Israele, ma anche per i “gruppi nazionali”. Questo è quanto occorre a tutte le nazioni, un “condottiero e comandante” dato da Geova Dio perché sia il Suo vero Rappresentante. Allora gli uomini potranno essere certi che questo messianico “condottiero e comandante” li condurrà e li dirigerà in armonia con la volontà di Dio, per il loro benessere eterno. Questo è ciò che farà per loro il risuscitato, glorificato Gesù Cristo, che sedette alla destra di Dio nei cieli. Perciò nei cieli è ora chiamato il Governante simile a un leone, poiché lassù si dice: “Il Leone che è della tribù di Giuda, la radice di Davide, ha vinto”. — Rivelazione 5:5.

38. Come possiamo ricevere i durevoli benefici stabiliti nel patto per i sudditi del Messia?

38 Chi accetta la testimonianza data dal Messia Gesù e segue la sua direttiva e ubbidisce ai suoi comandi è benedetto. Per questa ragione il “patto di durata indefinita” che Geova aveva fatto con Davide per un regno eterno è in vigore per quelli che volontariamente diventano sudditi del Messia Gesù. Questo governo messianico è stabilito su di loro. Essi ricevono dunque i benefici durevoli dal fatto che Geova si è fedelmente attenuto alle promesse “amorevoli benignità verso Davide” fino alla venuta del promesso Messia, sì, fino alla fine dei Tempi dei Gentili nell’autunno del 1914 E.V. In tal modo queste amorevoli benignità furono stabilite in un patto per i sudditi del Messia. Questi ubbidienti sudditi ottengono le splendide benedizioni del regno messianico recate dalle amorevoli benignità di Dio, specialmente nel caso di quegli Israeliti spirituali che diverranno coeredi di Cristo nel regno celeste.

39. (a) Chi sono stati i primi a ricevere i benefici, e in che modo? (b) Quali altre persone prendono parte ora al banchetto spirituale?

39 I primi a ottenere i benefici di questo regno nato nei cieli nel 1914 E.V. sono quelli che nel 1919 E.V. accettarono l’invito divino di venire a prendere dell’acqua, del pane, del latte e del vino che Geova aveva provveduto per loro in senso spirituale. (Rivelazione 12:1-6, 14) Assoggettandosi al neonato regno messianico essi furono liberati da Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione. Sulla terra il rimanente degli Israeliti spirituali, caduto prigioniero di Babilonia la Grande durante la prima guerra mondiale, per primo accettò il cordiale invito di Geova al banchetto spirituale delle benedizioni del Regno nella libertà. Dalla primavera del 1935 una “grande folla” di persone di ogni nazionalità, che cercavano di liberarsi da Babilonia la Grande e di adorare il vero Dio, si è unita al rimanente degli Israeliti spirituali prendendo parte al grande banchetto spirituale. (Rivelazione 7:9-17) Da questo fatto possiamo capire come l’invito al banchetto che soddisfa l’anima è collegato all’istituzione del regno messianico.

RICERCA DI GEOVA COME DIO

40. Come predicono le Scritture un aumento di adoratori di Geova che non fanno parte dell’Israele spirituale?

40 Fu predetto un aumento di adoratori di Geova come Dio della Bibbia, aumento che avrebbe accolto una “grande folla” di persone non appartenenti all’Israele spirituale. (Rivelazione 7:1-8) “Ecco”, continua Isaia 55:5, “chiamerai una nazione che tu non conosci, e quelli d’una nazione che non ti hanno conosciuto correranno fino a te, per amore di Geova tuo Dio, e per il Santo d’Israele, perché egli ti avrà abbellito”.

41. (a) Durante la loro cattività babilonica, sapevano gli Israeliti spirituali del radunamento di questi altri adoratori? (b) A chi sarebbero venuti questi adoratori che non fanno parte dell’Israele spirituale?

41 Quali dilettevoli sorprese riserva questa promessa! Durante la cattività babilonica quelli del rimanente dell’Israele spirituale non avevano idea che avrebbero invitato una “nazione” oltre a se stessi. Secondo l’intendimento che avevano a quel tempo delle Scritture non conoscevano una tale nazione. Durante la loro cattività una cosa del genere sembrava impossibile e non prevista dal proposito di Dio. Eppure a Suo tempo avrebbero ‘chiamato’ o invitato una “nazione”, qualche nazione fuori dell’Israele spirituale. Per rivolgere tale invito essi stessi dovevano essere liberati dalla schiavitù a Babilonia la Grande! Ma sarebbe stato accolto tale invito rivolto indiscriminatamente alle nazioni? In particolare, sarebbe stato accolto da “quelli d’una nazione che non ti hanno conosciuto”, che finora non avevano dato alcun dovuto riconoscimento al rimanente dell’Israele spirituale? Sì, dice Isaia 55:5 all’Israele spirituale, essi “correranno fino a te”. Ah sì, si sarebbero affrettati a venire al rimanente dell’Israele spirituale che sopravvisse alla prima guerra mondiale.

42. In realtà chi sarebbe stato ad attrarli, come dice la profezia?

42 Ma come poteva avvenire questo, considerando che il rimanente dell’Israele spirituale sarebbe stato ‘odiato da tutte le nazioni’? (Matteo 24:9) Sarebbe avvenuto “per amore di Geova tuo Dio”. Non sarebbe stato l’odiato rimanente dell’Israele spirituale stesso, ma “Geova tuo Dio” ad attrarli. Egli avrebbe fatto qualche cosa per loro perché non avevano adottato i falsi dèi di Babilonia la Grande ma si erano attenuti a Lui come la vera Divinità da adorare. Cosa avrebbe dunque fatto per loro? Questo è specificato nelle ulteriori parole, “e per il Santo d’Israele, perché egli ti avrà abbellito”.

43. (a) Come Geova ha “abbellito” i suoi Israeliti spirituali, rendendoli così attraenti a quelli di cuore onesto? (b) In quale condizione Dio introdusse così i suoi adoratori terreni, e perché?

43 Invece di avere ancora l’aspetto di abbattuti, denutriti, malvestiti prigionieri di Babilonia la Grande, ora avrebbero avuto un’attraente bellezza come Israeliti spirituali. Questo non significava che non sarebbero più stati “odiati da tutte le nazioni”. Significava che sarebbero diventati un popolo spiritualmente libero in Cristo. Il Santo d’Israele li avrebbe rivestiti di bellezza spirituale, poiché sarebbero stati ben nutriti al banchetto spirituale che ora avrebbe imbandito per loro. Li avrebbe rivestiti di bellezza spirituale facendone i Suoi rappresentanti per il regno appena nato del suo Messia. Sarebbero stati riconosciuti da quelli di cuore onesto come il popolo che adora il vero Dio, e in mezzo al quale è Dio. Avrebbero avuto la Sua verità e avrebbero portato la buona notizia del Regno in testimonianza a tutte le nazioni. Non essendo più nel disfavore divino a motivo delle loro recenti mancanze, ora che avevano mostrato il proprio pentimento a Dio sarebbero stati introdotti in un paradiso spirituale, che si sarebbe distinto nettamente dalla condizione religiosa di Babilonia la Grande. Così questi che erano odiati internazionalmente avrebbero ricevuto la grazia di un’attrattiva spirituale, alla lode di Geova.

44. (a) In che modo il rimanente dell’Israele spirituale ‘ha chiamato’ la “nazione” che prima non conosceva? (b) Come hanno dato debita preminenza al nome del loro Dio nel far ciò? (c) Che cosa spinse altri ad accorrere al rimanente dell’Israele spirituale e a divenire cristiani testimoni di Geova?

44 Quindi dal 1919 E.V. in poi, il rimanente dell’Israele spirituale cominciò a chiamare la “nazione” che dapprima non conoscevano, predicando “questa buona notizia del regno” in sempre più nazioni. (Matteo 24:14) Non temettero di essere evitati perché su di loro si invocava il nome di Dio, ma dopo averGli reso per anni testimonianza in tutto il mondo, abbracciarono per sé l’appropriato nome, Testimoni di Geova, suoi testimoni cristiani. Questo iniziò la domenica 26 luglio 1931, al congresso internazionale che tennero a Columbus, nell’Ohio. Nonostante il pregiudizio contro il nome divino, anche nella cristianità, molti che cercavano Dio cominciarono ad accorrere al rimanente dell’Israele spirituale. Videro nel rimanente degli Israeliti spirituali una bellezza spirituale che la cristianità e il paganesimo non discernevano o non riconoscevano. Accorsero a centinaia dalla primavera del 1935 in poi. Desideravano godere il paradiso spirituale che i componenti del rimanente godevano dalla loro restaurazione nel favore di Geova. Senza temere il biasimo, essi pure accettarono la designazione di cristiani testimoni di Geova.

45, 46. (a) Nonostante il conflitto mondiale, fino a che punto c’è stato un aumento nel numero degli adoratori di Geova? (b) Quale presente benedizione e quale prospettiva futura hanno?

45 Persone di ogni nazionalità hanno continuato ad accorrere al rimanente in tutti gli anni successivi. Nemmeno il più grande conflitto mondiale, la seconda guerra mondiale, fermò la corsa di quelli che cercavano il vero Dio da adorare e servire. Con l’aiuto che questi hanno dato al rimanente, la ‘chiamata’ si è estesa a sempre più paesi e territori, e l’attenzione di crescenti migliaia di persone è stata richiamata sul banchetto spirituale imbandito nel paradiso spirituale con la chiamata di comando: “Ehi là, voi tutti che siete assetati! Venite”.

46 Gli accorsi sono diventati una “grande folla”, di cui ora non si conosce il numero finale. (Rivelazione 7:9, 10) Sono divenuti spiritualmente vivi, come esorta Isaia 53:3: “Ascoltate, e la vostra anima continuerà a vivere”. Questo può includere che saranno preservati in vita nella carne attraverso la veniente “grande tribolazione” in cui Babilonia la Grande e l’intero sistema di cose mondano scompariranno dall’esistenza. Il paradiso spirituale e i suoi felici abitanti sopravvivranno, alla lode di Geova e a onore del suo regno messianico. — Matteo 24:21, 22; Rivelazione 7:14.

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