Pentateuco samaritano
Questa espressione si riferisce a manoscritti che contengono i primi cinque libri della Bibbia, l’unica parte delle Scritture che i samaritani consideravano sacra. (Vedi SAMARITANI.) Non si tratta di una traduzione del Pentateuco ebraico originale, ma di una traslitterazione in caratteri samaritani (simili ai caratteri paleoebraici) nella quale ricorrono anche espressioni idiomatiche samaritane.
I manoscritti più antichi del Pentateuco samaritano oggi disponibili sono databili tra il IX e l’XI secolo E.V. Le origini di questi testi, però, sono molto più lontane nel tempo. Gli studiosi infatti pensano che il Pentateuco samaritano fu originariamente realizzato tra il IV e il II secolo a.E.V. I samaritani copiarono e tramandarono questi manoscritti da una generazione all’altra, in modo del tutto indipendente rispetto ai copisti ebrei.
Il Pentateuco samaritano è utile perché contiene delle varianti rispetto al testo masoretico che corrispondono a lezioni presenti in altri manoscritti, come quelli della Settanta. A volte queste varianti permettono di chiarire il significato di alcuni versetti biblici. Per esempio, in Genesi 4:8 il Pentateuco samaritano, così come altre versioni antiche, include la frase “andiamo nei campi”, che invece manca nei manoscritti ebraici disponibili. (Per ulteriori dettagli sul Pentateuco samaritano, vedi approfondimento a Gv 4:20.)