Vai direttamente al contenuto

Vai direttamente all’indice

CAPITOLO 5

“Guarda le malvagie cose detestabili che fanno”

“Guarda le malvagie cose detestabili che fanno”

EZECHIELE 8:9

IN QUESTO CAPITOLO Il degrado spirituale e morale dell’apostata Giuda

1-3. Cosa fa vedere Geova a Ezechiele, e perché? (Vedi l’introduzione alla Parte 2.)

ESSENDO figlio di un sacerdote, il profeta Ezechiele conosce molto bene la Legge mosaica. Ha familiarità con il tempio di Gerusalemme e con la pura adorazione che dovrebbe essere resa in quel luogo (Ezec. 1:3; Mal. 2:7). Ma ciò che succede presso il tempio di Geova ora, nel 612 a.E.V., sconvolgerebbe qualunque ebreo fedele, Ezechiele compreso.

2 Geova vuole che Ezechiele veda le cose vergognose che accadono nel tempio e poi riferisca ciò che ha visto agli “anziani di Giuda”, altri ebrei in esilio che in quel momento sono riuniti a casa sua (leggi Ezechiele 8:1-4; Ezec. 11:24, 25; 20:1-3). Ezechiele si trova a Tel-Abib, vicino al fiume Chebar, in Babilonia. Per mezzo dello spirito santo Geova lo trasporta in visione centinaia di chilometri più a ovest fino al tempio di Gerusalemme, presso la porta settentrionale del cortile interno. Partendo da quel punto, sempre in visione, gli fa fare un giro nel tempio.

3 Ora Ezechiele assiste a quattro scene scioccanti che dimostrano come la nazione sia totalmente corrotta dal punto di vista spirituale. Cos’è successo alla pura adorazione? E quale significato ha questa visione per noi oggi? Lo vedremo seguendo Ezechiele mentre visita il tempio. Prima, però, è importante capire ciò che Geova si aspetta dai suoi servitori.

“Sono un Dio che richiede devozione esclusiva”

4. Cosa richiede Geova dai suoi servitori?

4 Circa 900 anni prima dei giorni di Ezechiele, Geova aveva espresso chiaramente cosa richiedeva dai suoi servitori. Nel secondo dei Dieci Comandamenti disse a Israele: * “Io, Geova tuo Dio, sono un Dio che richiede devozione esclusiva” (Eso. 20:5). Con l’espressione “devozione esclusiva” Geova indicò che non avrebbe tollerato l’adorazione di nessun altro dio. Come abbiamo visto nel capitolo 2 di questa pubblicazione, il primo requisito della pura adorazione è che la persona da adorare dev’essere Geova. Chi lo adora deve metterlo al primo posto nella vita (Eso. 20:3). In parole semplici, Geova si aspetta che i suoi servitori si mantengano puri spiritualmente evitando di mischiare la vera adorazione con quella falsa. Nel 1513 a.E.V. gli israeliti decisero spontaneamente di aderire al patto della Legge, e così accettarono di rendere devozione esclusiva a Geova (Eso. 24:3-8). Dato che Geova tiene sempre fede ai patti, si aspettava che il popolo del patto facesse altrettanto (Deut. 7:9, 10; 2 Sam. 22:26).

5, 6. Perché Geova meritava di ricevere devozione esclusiva dagli israeliti?

5 Era ragionevole che Geova richiedesse devozione esclusiva dagli israeliti? Senza ombra di dubbio! Geova è l’Onnipotente, il Sovrano universale, la Fonte della vita e colui che la sostiene (Sal. 36:9; Atti 17:28). Si era anche dimostrato il Liberatore del suo popolo. Infatti, nel dare i Dieci Comandamenti, ricordò a Israele: “Io sono Geova tuo Dio, colui che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù” (Eso. 20:2). È chiaro che Geova meritava un posto esclusivo nel cuore degli israeliti.

6 Geova non cambia (Mal. 3:6). Ha sempre richiesto devozione esclusiva. Immaginiamo come si sarà sentito di fronte alle quattro scene sconcertanti che stava per far vedere a Ezechiele in visione.

Prima scena: il simbolo della gelosia

7. (a) Cosa stavano facendo gli ebrei apostati presso la porta settentrionale del tempio, e come reagì Geova? (Vedi l’immagine iniziale.) (b) In che senso quegli ebrei fecero ingelosire Geova? (Vedi la nota.)

7 Leggi Ezechiele 8:5, 6. Ezechiele sarà rimasto scioccato: presso la porta settentrionale del tempio gli ebrei apostati stavano adorando un simbolo, o immagine, della gelosia. Quell’idolo era forse un palo sacro che rappresentava Asheràh, la dea che i cananei ritenevano essere la moglie di Baal. In ogni caso, quegli israeliti idolatri infransero il patto che avevano stretto con Geova. Rendendo a un’immagine l’adorazione che spetta giustamente solo a lui, lo fecero ingelosire e provocarono la sua giusta ira (Deut. 32:16; Ezec. 5:13). * Pensiamoci un momento: per più di 400 anni il santuario era stato strettamente legato alla presenza di Geova (1 Re 8:10-13). Ma ora, praticando l’idolatria proprio nell’area del tempio, quegli apostati ‘avevano fatto allontanare Geova dal suo santuario’.

8. Quale significato ha per noi la visione di Ezechiele del simbolo della gelosia?

8 Quale significato ha per noi oggi la visione del simbolo della gelosia? Sicuramente l’apostata Giuda ci fa pensare alla cristianità. Infatti l’idolatria è molto diffusa nelle chiese della cristianità e rende inaccettabile agli occhi di Dio l’adorazione di chiunque la pratichi. Dato che Geova non cambia, la cristianità, proprio come l’apostata Giuda, ha certamente provocato la sua giusta ira (Giac. 1:17). Geova è davvero lontano da questa forma contraffatta di cristianesimo!

9, 10. Che lezione possiamo trarre dalla scena degli israeliti che adoravano idoli al tempio?

9 Che lezione possiamo trarre dalla scena degli adoratori di idoli vista da Ezechiele? Per rendere a Geova devozione esclusiva dobbiamo ‘fuggire l’idolatria’ (1 Cor. 10:14). Forse non ci verrebbe mai in mente di usare immagini o simboli per adorare Geova. Ma l’idolatria assume varie forme, alcune meno riconoscibili di altre. Un commentario biblico spiega: “Si potrebbe pensare all’idolo come metafora di qualsiasi cosa abbia valore, rilevanza o potere e assuma per noi la massima importanza, portandoci a escludere Dio”. L’idolatria, dunque, può avere a che fare con beni materiali, denaro, sesso, divertimenti, cioè con qualsiasi cosa possa assumere la massima importanza nella nostra vita e prendere così il posto di Geova, l’unico che merita di essere adorato (Matt. 6:19-21, 24; Efes. 5:5; Col. 3:5). Quindi, dobbiamo stare attenti a tutte le forme di idolatria, perché Geova ha diritto a un posto unico nel nostro cuore: merita la nostra devozione esclusiva (1 Giov. 5:21).

10 Nella prima scena Ezechiele vide “cose detestabili, terribili”. Eppure Geova disse al suo fedele profeta: “Vedrai cose detestabili anche peggiori”. Cosa ci poteva essere di più terribile dell’adorazione del simbolo della gelosia nell’area del tempio?

Seconda scena: 70 anziani che offrono incenso a falsi dèi

11. Cosa vide Ezechiele dopo essere entrato nel cortile interno del tempio?

11 Leggi Ezechiele 8:7-12. Ezechiele allargò un buco nel muro ed entrò nel cortile interno del tempio vicino all’altare. Fu scioccato vedendo scolpite su delle pareti “immagini raffiguranti ogni tipo di creature striscianti e di bestie ripugnanti, e tutti i disgustosi idoli”. * Quelle immagini raffiguravano falsi dèi. Ezechiele fu ancora più turbato vedendo “70 anziani della casa d’Israele” che offrivano incenso a quei falsi dèi “nelle tenebre”. Sotto la Legge bruciare incenso profumato era simbolo delle preghiere gradite a Dio offerte dai suoi fedeli servitori (Sal. 141:2). Tuttavia, per Geova l’incenso che quei 70 anziani stavano offrendo ai falsi dèi era come un fetore immondo: le loro preghiere lo offendevano (Prov. 15:8). Quegli anziani pensavano erroneamente che Geova non li vedesse. Geova invece li vedeva benissimo, tanto che mostrò a Ezechiele tutto quello che stavano facendo nel suo tempio.

Geova vede tutte le cose detestabili che si fanno “nelle tenebre” (Vedi il paragrafo 11)

12. Perché dobbiamo rimanere fedeli anche “nelle tenebre”, e chi soprattutto deve dare il buon esempio?

12 Cosa impariamo dal racconto dei 70 anziani che offrivano incenso a falsi dèi? Se vogliamo che Dio ascolti le nostre preghiere e che continui a considerare pura la nostra adorazione, dobbiamo rimanere fedeli anche “nelle tenebre” (Prov. 15:29). Non dovremmo dimenticare che Geova vede tutto quello che facciamo. Se lui è reale per noi, non faremo nulla che gli possa dispiacere, neanche quando siamo soli e nessuno ci vede (Ebr. 4:13). Sono soprattutto gli anziani a dover dare l’esempio nel seguire i princìpi biblici (1 Piet. 5:2, 3). I fratelli della congregazione hanno ogni ragione di aspettarsi che un anziano — che è in prima linea e li guida nell’adorazione alle adunanze — rispetti i princìpi biblici anche “nelle tenebre”, cioè quando gli altri potrebbero non vederlo (Sal. 101:2, 3).

Terza scena: donne che piangono il dio Tammuz

13. Cosa stavano facendo le donne apostate viste da Ezechiele presso il tempio?

13 Leggi Ezechiele 8:13, 14. Dopo le prime due scene in cui Ezechiele aveva visto pratiche detestabili, Geova gli disse ancora: “Vedrai che fanno cose detestabili anche peggiori”. Cosa accadde a quel punto? “All’ingresso della porta settentrionale della casa di Geova” il profeta vide delle “donne sedute che piangevano il dio Tammuz”. Tammuz, chiamato Dumuzi nei testi sumerici, era un dio della Mesopotamia che viene identificato come consorte di Ishtar, dea della fertilità. * Il pianto delle donne israelite evidentemente faceva parte di qualche rito religioso legato alla morte di quel falso dio. Piangendo su Tammuz nel tempio di Geova, quelle donne stavano osservando un rito pagano in un luogo dedicato alla pura adorazione. Ma una cerimonia della falsa religione non poteva diventare pura solo perché veniva celebrata nel tempio di Dio. Agli occhi di Geova quelle donne apostate stavano davvero facendo “cose detestabili”!

14. Che lezione possiamo trarre da come Geova considerava le azioni delle donne apostate?

14 Che lezione possiamo trarre da come Geova considerava le azioni di quelle donne? Per mantenere pura la nostra adorazione non dobbiamo mai mischiarla con pratiche impure. Quindi non dobbiamo avere niente a che fare con ricorrenze che hanno origini pagane. Ma le origini sono davvero importanti? Oggi le usanze legate a certe ricorrenze, come Natale o Pasqua, potrebbero sembrare innocue. Non dimentichiamo, però, che Geova ha visto in prima persona le pratiche religiose pagane da cui derivano queste ricorrenze. Per Geova le usanze pagane non sono diventate meno detestabili solo perché vengono osservate da molto tempo o perché si è cercato di mescolarle con la pura adorazione (2 Cor. 6:17; Riv. 18:2, 4).

Quarta scena: 25 uomini che si inchinano al sole

15, 16. Cosa stavano facendo i 25 uomini nel cortile interno del tempio, e perché il loro comportamento era molto offensivo per Geova?

15 Leggi Ezechiele 8:15-18. Geova introdusse la quarta e ultima scena con le parole che ormai conosciamo bene: “Vedrai cose detestabili anche peggiori di queste”. Forse il profeta si sarà chiesto: “Cosa ci può essere di più terribile di ciò che ho già visto?” Ezechiele fu portato nel cortile interno. Lì, all’ingresso del tempio, vide 25 uomini che si inchinavano “al sole, verso est”, per adorarlo. Il comportamento di quegli uomini non avrebbe potuto essere più offensivo per Geova. Perché possiamo dirlo?

16 Immaginiamo la scena: l’ingresso del tempio di Dio era orientato a est. Quindi chi vi entrava era rivolto verso ovest e dava le spalle all’est, il punto dove sorge il sole. I 25 uomini della visione, invece, “davano le spalle al tempio di Geova e avevano la faccia rivolta a est”, per poter adorare il sole. Di conseguenza, davano le spalle a Geova stesso, perché il tempio era “la casa di Geova” (1 Re 8:10-13). Quei 25 uomini erano apostati: non tenevano conto di Geova e violavano il comando riportato in Deuteronomio 4:15-19. Che offesa nei confronti di Geova, un Dio che merita devozione esclusiva!

Geova merita devozione esclusiva

17, 18. (a) Quale lezione traiamo dal racconto degli uomini che adoravano il sole? (b) Cosa rovinarono gli israeliti apostati, e in che modo?

17 Cosa possiamo imparare dal racconto degli uomini che adoravano il sole? Se vogliamo mantenere pura la nostra adorazione, dobbiamo rivolgerci a Geova per ricevere luce spirituale. Non dobbiamo dimenticare che “Geova Dio è un sole” e che la sua Parola è “una luce” che illumina il nostro cammino (Sal. 84:11; 119:105). Attraverso la sua Parola e le pubblicazioni prodotte dalla sua organizzazione, Geova ci dà sapienza mostrandoci come avere una vita soddisfacente ora e la vita eterna nel futuro. Se ci rivolgessimo a questo mondo per avere una guida nella vita, sarebbe come se voltassimo le spalle a Geova. Questo lo offenderebbe e lo rattristerebbe molto. Non vorremmo mai causare questo dolore al nostro Dio! La visione di Ezechiele ci insegna anche a evitare coloro che voltano le spalle alla verità, cioè gli apostati (Prov. 11:9).

18 Come abbiamo visto finora, Ezechiele assisté a quattro scene scioccanti di idolatria e falsa adorazione che rivelavano l’estrema corruzione spirituale dell’apostata Giuda. Diventando spiritualmente impuro, il popolo rovinò la sua relazione con Dio. Ma la corruzione spirituale va di pari passo con quella morale. Quindi non sorprende che gli israeliti apostati commettessero ogni genere di peccato in campo morale, cosa che danneggiò non solo la loro relazione con Dio ma anche i loro rapporti con gli altri. Vediamo ora come il profeta Ezechiele descrisse sotto ispirazione il degrado morale dell’apostata Giuda.

“In mezzo a te si tiene una condotta oscena”

19. In che modo Ezechiele descrisse il degrado morale del popolo del patto?

19 Leggi Ezechiele 22:3-12. La nazione era corrotta dal punto di vista morale, a partire da chi la guidava. “Ogni capo” abusava della propria autorità per spargere sangue innocente. Evidentemente il popolo in generale seguiva il cattivo esempio dei capi e violava la Legge di Dio. In famiglia i figli trattavano i genitori “con disprezzo”, e l’incesto era molto comune. In tutto il paese gli israeliti ribelli frodavano gli stranieri residenti e maltrattavano gli orfani e le vedove. Gli uomini avevano rapporti sessuali con le mogli di altri israeliti. A causa dell’insaziabile avidità della gente, nel paese dilagavano corruzione, estorsione e usura. Quanto deve aver sofferto Geova vedendo che il popolo del patto calpestava la sua Legge e non apprezzava l’amore che ne era alla base! Fu talmente ferito dal degrado morale della nazione che comandò a Ezechiele di dire a quel popolo immorale: “Mi hai dimenticato del tutto”.

La cristianità ha contribuito in larga misura a far sprofondare sempre di più questo mondo nella violenza e nell’immoralità (Vedi il paragrafo 20)

20. Perché si può dire che la descrizione di Ezechiele del degrado morale di Giuda ha un significato anche per noi oggi?

20 Perché possiamo dire che le parole di Ezechiele riguardo al degrado morale di Giuda hanno un significato anche per noi oggi? La corruzione dell’apostata Giuda ci fa pensare al degrado morale del mondo in cui viviamo. I governanti abusano del loro potere e opprimono la gente comune; i capi religiosi, in particolare quelli della cristianità, benedicono le guerre, che causano la morte di milioni di persone; i membri del clero annacquano le pure norme della Bibbia sulla moralità sessuale. Di conseguenza, gli standard morali del mondo che ci circonda continuano ad abbassarsi. Non c’è dubbio che anche alla cristianità si applichino le parole che Geova rivolse all’apostata Giuda: “Mi hai dimenticato del tutto”.

21. Cosa possiamo imparare dal degrado morale di Giuda?

21 Cosa possiamo imparare dalla condizione morale dell’apostata Giuda? Se vogliamo che la nostra adorazione sia gradita a Geova, dobbiamo sempre comportarci in modo puro. Dato che viviamo in un mondo corrotto, questo non è affatto facile (2 Tim. 3:1-5). Tuttavia, sappiamo come la pensa Geova sulla corruzione morale in tutte le sue forme (1 Cor. 6:9, 10). Seguiamo le norme morali di Geova perché amiamo sia lui che le sue leggi (Sal. 119:97; 1 Giov. 5:3). Se diventassimo impuri dal punto di vista morale, dimostreremmo di non amare il nostro Dio, che è santo e puro. Nessuno di noi vorrebbe mai dare a Geova una valida ragione per dire: “Mi hai dimenticato del tutto”.

22. (a) Dopo aver analizzato la denuncia contro Giuda da parte di Geova, cosa siete decisi a fare? (b) Cosa esamineremo nel prossimo capitolo?

22 Abbiamo tratto molte preziose lezioni analizzando come Geova smascherò la corruzione spirituale e morale di Giuda. Sicuramente siamo ancora più decisi a rendere a Geova la devozione esclusiva che merita. Quindi dobbiamo evitare qualsiasi forma di idolatria e rimanere moralmente puri. Ma come agì Geova verso il suo popolo infedele? Alla fine del giro che Ezechiele fece nel tempio, Geova gli disse chiaramente: “Agirò con furore” (Ezec. 8:17, 18). A questo punto ci interessa sapere quali provvedimenti Geova prese nei confronti dell’infedele Giuda, perché questo mondo malvagio va incontro a un giudizio simile. Nel prossimo capitolo esamineremo come Geova eseguì il suo giudizio contro Giuda.

^ par. 4 Nel libro di Ezechiele il termine “Israele” si riferisce spesso agli abitanti di Giuda e di Gerusalemme (Ezec. 12:19, 22; 18:2; 21:2, 3).

^ par. 7 Il termine “gelosia” mostra quanto sia grave agli occhi di Geova l’infedeltà dei suoi servitori. Per capire il punto, pensiamo alla rabbia e alla gelosia di un marito che viene tradito dalla moglie (Prov. 6:34). In modo simile, Geova ebbe ragione di infuriarsi quando il popolo del patto si dimostrò infedele adorando idoli. Un’opera di consultazione fa notare: “La gelosia di Dio [...] è una diretta conseguenza della sua santità. Dato che solo lui è il Santo [...], non tollera alcun rivale” (Eso. 34:14).

^ par. 11 Il termine ebraico reso “disgustosi idoli” sembra affine a una parola che sta per “escrementi” e viene usato in segno di disprezzo.

^ par. 13 Alcuni pensano che Tammuz sia un altro nome di Nimrod, ma non ci sono prove a sostegno di questa ipotesi.