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CAPITOLO 8

“Susciterò su di loro un solo pastore”

“Susciterò su di loro un solo pastore”

EZECHIELE 34:23

IN QUESTO CAPITOLO Quattro profezie messianiche e il loro adempimento in Cristo

1-3. Perché Ezechiele è addolorato, ma cosa è ispirato a mettere per iscritto?

È IL sesto anno di esilio. * Ezechiele è profondamente addolorato per la triste condizione del regno di Giuda, la sua terra d’origine, che si trova a centinaia di chilometri di distanza. Nel corso del tempo ha visto succedersi diversi re.

2 Ezechiele è nato durante il regno del fedele Giosia. Sicuramente è stato felice di sapere che quel re ha condotto una campagna per distruggere le immagini scolpite e ristabilire la pura adorazione in Giuda (2 Cron. 34:1-8). Le riforme attuate da Giosia, però, non hanno avuto effetti duraturi. In generale i suoi successori hanno continuato a praticare l’idolatria. Non sorprende quindi che sotto il dominio di questi re malvagi la nazione sia sprofondata sempre più nel degrado morale e spirituale. Ma non tutto è perduto.

3 Geova ispira il fedele profeta a mettere per iscritto la prima di diverse profezie sul Messia, colui che diventerà Re e Pastore, ristabilirà in modo permanente la pura adorazione e avrà tenera cura delle pecore di Geova. Ci sarà utile considerare attentamente queste profezie, perché il loro adempimento ha a che fare con il nostro futuro eterno. In questo capitolo prenderemo in esame quattro profezie messianiche che si trovano nel libro di Ezechiele.

“Un tenero ramoscello” diventa “un cedro maestoso”

4. Quale profezia pronunciò Ezechiele, e cosa gli disse Geova di proporre agli esiliati?

4 Verso il 612 a.E.V. Ezechiele ricevette un “messaggio di Geova” e pronunciò una profezia che mostra la portata del dominio del Messia e la necessità di avere fiducia nel suo Regno. Come prima cosa, Geova disse a Ezechiele di proporre agli altri esiliati un enigma profetico che metteva in evidenza quanto fossero infedeli i governanti di Giuda e quanto fosse necessaria la venuta del giusto Re messianico (Ezec. 17:1, 2).

5. Di cosa parla l’enigma?

5 Leggi Ezechiele 17:3-10. L’enigma parla di “una grande aquila” che stacca “il ramoscello più alto” di un cedro e lo depone “in una città di mercanti”. Poi l’aquila prende un po’ del “seme del paese” e lo pianta in un campo fertile, “in una zona ricca di acque”. Il seme germoglia e diventa “una vite bassa ed estesa”. A questo punto arriva “un’altra grande aquila”. La vite stende “avidamente le sue radici verso di lei” affinché questa la trapianti in un altro luogo ben irrigato. Geova condanna il comportamento della vite, indicando che le sue radici verranno estirpate e che la pianta “si seccherà completamente”.

La prima grande aquila rappresentava Nabucodonosor, re di Babilonia (Vedi il paragrafo 6)

6. Spiegate il significato dell’enigma.

6 Qual è il significato dell’enigma? (Leggi Ezechiele 17:11-15.) Nel 617 a.E.V. il re di Babilonia Nabucodonosor (la prima “grande aquila”) assediò Gerusalemme. Rimosse dal trono il re di Giuda Ioiachin (“il ramoscello più alto”) e lo portò a Babilonia (“una città di mercanti”). Quindi mise sul trono di Gerusalemme Sedechia (un uomo che apparteneva al “seme [reale] del paese”). Il nuovo re di Giuda dovette giurare sul nome di Dio che sarebbe rimasto leale a Nabucodonosor in qualità di re vassallo (2 Cron. 36:13). Sedechia però infranse il giuramento, si ribellò a Babilonia e chiese appoggio militare al faraone (la seconda “grande aquila”), ma questo non servì a nulla. Geova condannò il comportamento sleale di Sedechia (Ezec. 17:16-21). Alla fine, quel re infedele fu destituito e morì in prigione a Babilonia (Ger. 52:6-11).

7. Cosa possiamo imparare dall’enigma profetico proposto da Ezechiele?

7 Cosa possiamo imparare da questo enigma profetico? Primo, quali servitori del vero Dio dobbiamo mantenere la parola data. “Il vostro ‘sì’ significhi sì, il vostro ‘no’ no”, disse Gesù (Matt. 5:37). Se ritenessimo necessario giurare su Dio di dire la verità — come potrebbe succedere in certi paesi quando si è chiamati a testimoniare in tribunale — dovremmo considerare tale giuramento una questione molto seria. Secondo, dobbiamo stare attenti a non confidare nelle persone sbagliate. La Bibbia infatti avverte: “Non riponete la vostra fiducia nei principi né in alcun altro uomo, da cui non può venire la salvezza” (Sal. 146:3).

8-10. Come descrive Geova il futuro Re messianico, e qual è l’adempimento della profezia? (Vedi anche il riquadro “Una profezia messianica: il cedro maestoso”.)

8 Comunque c’è un governante che è assolutamente degno di fiducia. Dopo aver spiegato l’enigma profetico del germoglio trapiantato, Geova usò la stessa immagine poetica per descrivere il futuro Re messianico.

9 La profezia. (Leggi Ezechiele 17:22-24.) In questo caso non sono due grandi aquile ad agire, ma Geova stesso. Egli staccherà un tenero ramoscello “dalla cima dell’alto cedro” e lo pianterà “su un monte alto, imponente”. Questo ramoscello crescerà fino a diventare “un cedro maestoso” che provvederà riparo a “uccelli di ogni specie”. Allora “tutti gli alberi della campagna” riconosceranno che è stato Geova in persona a rendere rigoglioso questo grande albero.

10 L’adempimento. Geova prese suo Figlio, Gesù Cristo, dalla discendenza reale di Davide (l’“alto cedro”) e lo pose sul celeste monte Sion (“un monte alto, imponente”) (Sal. 2:6; Ger. 23:5; Riv. 14:1). In questo modo Geova prese suo Figlio, considerato dai suoi nemici “il più umile degli uomini”, e lo esaltò dandogli “il trono di suo padre Davide” (Dan. 4:17; Luca 1:32, 33). Come un cedro maestoso, il Re messianico dominerà l’intera terra e dispenserà benedizioni a tutti i suoi sudditi. È lui il governante che merita la nostra fiducia. Sotto la protezione del suo Regno, gli esseri umani ubbidienti ‘risiederanno al sicuro e non saranno turbati dal timore della calamità’ (Prov. 1:33).

11. Cosa impariamo dalla profezia del “tenero ramoscello” che diventa “un cedro maestoso”?

11 Lezioni per noi. L’entusiasmante profezia del “tenero ramoscello” che diventa “un cedro maestoso” permette a ognuno di noi di rispondere a una domanda di fondamentale importanza: “In chi sto confidando?” Non ha alcun senso confidare nei governi umani e nella loro potenza militare. Se vogliamo sentirci veramente al sicuro, è importante che riponiamo la nostra completa fiducia nel Re messianico, Gesù Cristo. Il suo governo celeste costituisce l’unica speranza per l’umanità (Riv. 11:15).

“Colui che ha il diritto legale”

12. In che modo Geova rese evidente che non si era dimenticato del suo patto con Davide?

12 Dalla spiegazione dell’enigma profetico delle due aquile Ezechiele comprese che Sedechia, re infedele della discendenza reale di Davide, sarebbe stato destituito e portato prigioniero a Babilonia. Forse il profeta si chiese cosa ne sarebbe stato del patto che Dio aveva stipulato con Davide, secondo cui un suo discendente avrebbe regnato per sempre (2 Sam. 7:12, 16). La risposta non tardò ad arrivare. Intorno al 611 a.E.V., settimo anno dell’esilio, mentre Sedechia stava ancora governando in Giuda, Ezechiele ricevette un “messaggio di Geova” (Ezec. 20:2). Geova lo incaricò di pronunciare un’altra profezia messianica, tramite la quale rese evidente che non si era dimenticato del suo patto con Davide. Al contrario, quella profezia indicava che il futuro Re messianico avrebbe avuto il diritto legale di governare in quanto erede di Davide.

13, 14. Di cosa parla la profezia riportata in Ezechiele 21:25-27, e come si adempì?

13 La profezia. (Leggi Ezechiele 21:25-27.) Attraverso Ezechiele, Geova dice senza mezzi termini al “malvagio capo d’Israele” che è arrivato il momento in cui dev’essere punito. Geova comunica a questo re malvagio che gli saranno tolti il “turbante” e la “corona”, o diadema, simboli del potere reale. Poi le potenze politiche che sono “in alto” saranno abbassate, mentre quelle che sono “in basso” saranno innalzate. Queste ultime domineranno, ma solo fino a quando arriverà “colui che ha il diritto legale”. A quel punto Geova consegnerà a lui il Regno.

14 L’adempimento. L’“alto” regno di Giuda, che aveva sede a Gerusalemme, fu abbassato nel 607 a.E.V., quando i babilonesi distrussero la città, deposero Sedechia e lo presero prigioniero. A quel punto, dato che a Gerusalemme non governava più un re della discendenza di Davide, le altre nazioni, che prima erano “in basso”, furono innalzate: fu concesso loro di governare la terra, anche se solo per un periodo di tempo limitato. “I tempi fissati delle nazioni”, o tempi dei gentili, terminarono nel 1914, anno in cui Geova conferì a Gesù Cristo il potere del Regno (Luca 21:24). Gesù era un discendente del re Davide e quindi aveva “il diritto legale” al Regno messianico (Gen. 49:10). * Di conseguenza, fu proprio in Gesù che Geova fece adempiere la sua promessa solenne di dare a Davide un erede che avrebbe regnato per sempre (Luca 1:32, 33).

Gesù ha il diritto legale di essere Re del Regno di Dio (Vedi il paragrafo 15)

15. Perché possiamo avere la massima fiducia nel Re, Gesù Cristo?

15 Lezioni per noi. Possiamo avere la massima fiducia nel Re, Gesù Cristo. Perché? A differenza dei governanti del mondo, che possono essere eletti dagli uomini o assumere il potere in modo illecito, Gesù è stato scelto da Geova e ha ricevuto un regno che gli spetta di diritto (Dan. 7:13, 14). Quindi il Re che Geova stesso ha scelto merita senza dubbio la nostra fiducia.

“Il mio servitore Davide [...] diventerà il loro pastore”

16. Cosa prova Geova per le sue pecore, ma in che modo le trattavano i “pastori d’Israele” ai giorni di Ezechiele?

16 Geova, il Pastore supremo, ha a cuore il benessere delle sue pecore, cioè i suoi servitori sulla terra (Sal. 100:3). Quando affida a uomini l’incarico di pascere le sue pecore, osserva con attenzione come questi le trattano. Immaginiamo allora come dev’essersi sentito vedendo il comportamento dei “pastori d’Israele” ai giorni di Ezechiele. Quegli uomini non si facevano il minimo scrupolo a governare “con durezza e tirannia”. Di conseguenza il gregge soffriva, e molti abbandonavano la pura adorazione (Ezec. 34:1-6).

17. In che modo Geova liberò le sue pecore?

17 Cosa avrebbe fatto Geova? “Chiederò loro conto”, disse riferendosi ai crudeli governanti di Israele. E poi promise: “Libererò le mie pecore” (Ezec. 34:10). Geova mantiene sempre le sue promesse (Gios. 21:45). Nel 607 a.E.V. liberò le sue pecore: si servì dei babilonesi che stavano invadendo il paese per togliere il potere a quei pastori egoisti. A distanza di 70 anni liberò i suoi servitori da Babilonia e li fece tornare nella loro terra d’origine, così che potessero ristabilirvi la pura adorazione. Ma le pecore di Geova rimasero vulnerabili: avrebbero continuato a essere sotto il dominio di potenze straniere. “I tempi fissati delle nazioni”, infatti, si sarebbero conclusi solo molti secoli più tardi (Luca 21:24).

18, 19. Quale profezia pronunciò Ezechiele nel 606? (Vedi l’immagine iniziale.)

18 Nel 606, circa un anno dopo la distruzione di Gerusalemme e molti anni prima che gli israeliti tornassero dall’esilio, Ezechiele fu ispirato a pronunciare una profezia che mostra quanto Geova, il Pastore supremo, si interessi del benessere eterno delle sue pecore. Questa profezia descrive in che modo il Re messianico pascerà il gregge di Geova.

19 La profezia. (Leggi Ezechiele 34:22-24.) Dio dice: “Susciterò su di loro un solo pastore, il mio servitore Davide”. L’espressione “un solo pastore” e l’uso del termine “servitore” al singolare indicano che questo Re non darà di nuovo origine a una dinastia reale di discendenti di Davide, ma sarà l’unico erede di Davide che regnerà per sempre. Il Re-Pastore nutrirà le pecore di Dio e diventerà “un capo in mezzo a loro”. Inoltre Geova concluderà “un patto di pace” con le sue pecore. Su di loro “ci sarà una pioggia di benedizioni”; proveranno un meraviglioso senso di sicurezza e prospereranno. Allora gli esseri umani saranno in pace tra di loro e con gli animali (Ezec. 34:25-28).

20, 21. (a) Come si adempì la profezia riguardante colui che Geova chiama “il mio servitore Davide”? (b) Come si adempiranno in futuro le promesse relative al “patto di pace”?

20 L’adempimento. Chiamando quel Re “il mio servitore Davide”, Dio si riferì in modo profetico a Gesù, il discendente di Davide che aveva il diritto legale di governare (Sal. 89:35, 36). Quando era sulla terra Gesù dimostrò di essere “il pastore eccellente”, cedendo la sua vita per le pecore (Giov. 10:14, 15). Ora serve come Pastore in cielo (Ebr. 13:20). Nel 1914 Dio lo fece salire al trono quale Re e gli affidò la responsabilità di guidare e nutrire le Sue pecore sulla terra. Poco dopo, nel 1919, il Re appena insediato costituì “lo schiavo fedele e saggio” perché nutrisse i “domestici”, cioè tutti i leali servitori di Dio, che abbiano la speranza di vivere in cielo o sulla terra (Matt. 24:45-47). Seguendo la guida di Cristo, lo schiavo fedele ha reso disponibile alle pecore di Dio cibo spirituale in abbondanza. Questo cibo le aiuta ad accrescere la pace e la sicurezza del paradiso spirituale che sta prendendo sempre più forma.

21 Come si adempiranno in futuro le promesse relative al “patto di pace” e alla “pioggia di benedizioni”? Nel nuovo mondo coloro che adoreranno Geova sulla terra godranno pienamente delle benedizioni del “patto di pace”. Tutta la terra sarà un paradiso letterale in cui gli esseri umani fedeli non saranno mai più minacciati da guerre, criminalità, carestie, malattie o animali feroci (Isa. 11:6-9; 35:5, 6; 65:21-23). Immaginiamo come sarà la vita eterna su una terra paradisiaca in cui le pecore di Dio “vivranno al sicuro, senza che nessuno le spaventi”. Non ci entusiasma una simile prospettiva? (Ezec. 34:28).

Gesù, in qualità di Pastore celeste, si interessa di come vengono trattate le pecore di Dio (Vedi il paragrafo 22)

22. Cosa prova Gesù per le pecore, e in che modo gli anziani possono seguire il suo esempio?

22 Lezioni per noi. Come il Padre, Gesù si interessa molto del benessere delle pecore. Il Re-Pastore si accerta che siano ben nutrite spiritualmente e che si sentano in pace e al sicuro nel paradiso spirituale. Com’è rassicurante avere un Re così premuroso! Gli anziani, che servono come pastori sotto la sua guida, devono avere per le pecore la stessa cura che ha Gesù. Devono pascere il gregge “volentieri” e “con entusiasmo”, ed essere esempi da imitare (1 Piet. 5:2, 3). Un anziano non oserebbe mai trattare male le pecore di Geova! Ricordiamo le parole che Geova usò in riferimento ai crudeli pastori d’Israele del tempo di Ezechiele: “Chiederò loro conto” (Ezec. 34:10). Il Pastore supremo osserva con attenzione come vengono trattate le sue pecore, e lo stesso fa suo Figlio.

“Il mio servitore Davide sarà loro capo per sempre”

23. Quale promessa fece Geova alla nazione di Israele, e come la adempì?

23 Geova vuole che i suoi adoratori lo servano insieme in modo unito. In una profezia relativa al ristabilimento, Dio promise che avrebbe radunato i suoi servitori — israeliti originari sia del regno di Giuda formato da 2 tribù che di quello di Israele formato da 10 tribù — e li avrebbe riuniti in “una sola nazione”, come due “bacchette” che diventavano “una cosa sola” nella sua mano (Ezec. 37:15-23). La profezia si adempì inizialmente nel 537 a.E.V., quando Dio riunì la nazione d’Israele riportando gli israeliti nella Terra Promessa. * Ma quella unità era solo un’anticipazione di un’unità ancora più grande e duratura che ci sarebbe stata in futuro. Dopo aver promesso di riunire Israele, Geova ispirò Ezechiele a pronunciare una profezia su come il futuro Re avrebbe unito i veri adoratori in tutta la terra con un legame indissolubile ed eterno.

24. In che modo Geova definisce il Re messianico, e come sarà il governo di questo Re?

24 La profezia. (Leggi Ezechiele 37:24-28.) Geova fa riferimento al promesso Re messianico definendolo non solo “mio servitore Davide”, “solo pastore” e “capo”, come aveva già fatto, ma ora anche “re” (Ezec. 37:22). Come sarà il governo di questo Re? Sarà un governo permanente. L’uso dei termini “per sempre” ed “eterno” indica che le benedizioni elargite dal governo di questo Re non avranno fine. * Sarà un governo caratterizzato dall’unità. I leali sudditi di quel “solo re” seguiranno tutti le stesse “decisioni giudiziarie” e “abiteranno nel paese” insieme. Sarà un governo che avvicinerà i sudditi a Geova Dio. Geova concluderà “un patto di pace” con loro. Lui sarà il loro Dio e loro saranno il suo popolo, e “il [suo] santuario sarà in mezzo a loro per sempre”.

25. Come si adempì la profezia riguardante il Re messianico?

25 L’adempimento. Nel 1919 i fedeli cristiani unti vennero riuniti sotto il loro “solo pastore”, il Re messianico, Gesù Cristo. In seguito i componenti di “una grande folla” di “ogni nazione, tribù, popolo e lingua” si unirono ai loro fratelli unti (Riv. 7:9). Insieme sono diventati “un solo gregge con un solo pastore” (Giov. 10:16). Che abbiano la speranza di vivere in cielo o sulla terra, i servitori di Dio seguono ubbidientemente le sue “decisioni giudiziarie”. Di conseguenza ‘abitano’ insieme in un paradiso spirituale, formando una famiglia mondiale unita. Geova li ha benedetti con la pace. Il suo santuario, che rappresenta la pura adorazione, è in mezzo a loro. Geova è il loro Dio, e loro sono orgogliosi di essere suoi servitori!

26. Come potete contribuire all’unità del paradiso spirituale?

26 Lezioni per noi. È un privilegio far parte di una famiglia mondiale unita che rende a Geova pura adorazione. Comunque, è un privilegio che porta con sé la responsabilità di contribuire a questa unità. Ognuno di noi deve fare la propria parte perché sia mantenuta l’unità di pensiero e di azione (1 Cor. 1:10). A questo scopo ci nutriamo dello stesso cibo spirituale, osserviamo le stesse norme di comportamento basate sulla Bibbia e ci impegniamo nella stessa importante opera di predicare il Regno e fare discepoli. Comunque, la nostra unità si fonda principalmente sull’amore. Man mano che ci sforziamo di sviluppare e manifestare questa qualità nelle sue tante sfaccettature, tra cui empatia, compassione e prontezza a perdonare, contribuiamo a questa unità. Come dice la Bibbia, l’amore “è un legame che unisce perfettamente” (Col. 3:12-14; 1 Cor. 13:4-7).

Geova benedice la famiglia mondiale dei suoi adoratori (Vedi il paragrafo 26)

27. (a) Che sentimenti provate pensando alle profezie messianiche contenute nel libro di Ezechiele? (b) Cosa vedremo nei prossimi capitoli?

27 Siamo davvero grati delle profezie messianiche contenute nel libro di Ezechiele. Leggendole e meditando su di esse capiamo che il nostro Re, Gesù Cristo, è degno di fiducia, ha il diritto legale di governare, si prende cura di noi come un pastore amorevole e ci unisce con un legame che durerà per sempre. Che privilegio essere sudditi del Re messianico! È interessante notare che queste profezie messianiche si collegano al tema generale del ristabilimento, di cui si parla in tutto il libro di Ezechiele. Gesù è la persona di cui Geova si serve per radunare il Suo popolo e ristabilire la pura adorazione (Ezec. 20:41). Nei prossimi capitoli di questa pubblicazione vedremo in cosa consiste tale ristabilimento e come questo tema affascinante viene sviluppato nel libro di Ezechiele.

^ par. 1 Il primo anno dell’esilio iniziò quando un primo gruppo di ebrei fu portato in Babilonia nel 617 a.E.V. Quindi il sesto anno iniziò nel 612.

^ par. 14 Il fatto che Gesù discendesse da Davide è ben documentato nei Vangeli (Matt. 1:1-16; Luca 3:23-31).

^ par. 23 La profezia di Ezechiele delle due bacchette e il suo adempimento verranno presi in esame nel capitolo 12 di questa pubblicazione.

^ par. 24 In riferimento alla parola ebraica qui tradotta “per sempre” o “eterno”, un’opera di consultazione afferma: “Oltre a indicare qualcosa che dura nel tempo, il termine trasmette anche l’idea di qualcosa di permanente, continuo, inviolabile, irrevocabile e immutabile”.