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Come si diventa il bersaglio

Come si diventa il bersaglio

Come si diventa il bersaglio

Monica, appena terminati gli studi, iniziò a lavorare come tirocinante in uno studio legale. Era convinta di potersi inserire facilmente nel mondo del lavoro.

Antonio era un medico sulla trentina. Aveva moglie e figli, e tutto lasciava supporre che lo attendesse una vita di successo e di lauti guadagni.

Sia Monica che Antonio diventarono il bersaglio del mobbing.

DALLE testimonianze di Monica e Antonio apprendiamo un’importante lezione: non è possibile tracciare un profilo comune delle vittime del mobbing. Anzi, a prescindere dall’occupazione che si svolge, chiunque può diventare un bersaglio. In che modo, allora, ci si può proteggere? La risposta sta in parte nell’acquistare la capacità di convivere pacificamente sul posto di lavoro anche con i colleghi più difficili.

Riuscire a inserirsi bene

Per molti lavorare significa doversi inserire in uno staff e dare il proprio contributo per il buon funzionamento del gruppo. Quando i colleghi vanno d’accordo, il lavoro ne beneficia. Quando non è così il lavoro ne risente e aumenta il rischio di prevaricazioni.

Cosa può rovinare l’armonia di un gruppo? Innanzi tutto possono verificarsi numerosi cambiamenti di personale. In una situazione del genere, stringere dei legami diventa difficile. In aggiunta i nuovi arrivati non conoscono le procedure, cosa che rallenta il lavoro di tutti. Quando il carico di lavoro aumenta, con tutta probabilità il gruppo si trova costantemente sotto pressione.

Inoltre, quando gli obiettivi del gruppo non sono chiari ne risulta poco spirito di squadra. Questo potrebbe accadere, per esempio, quando il principale è insicuro e, anziché comportarsi da leader, si preoccupa troppo di difendere la propria posizione. Potrebbe addirittura cercare di mantenere il controllo mettendo i colleghi l’uno contro l’altro. A peggiorare le cose, la struttura del gruppo potrebbe essere definita in modo così vago che alcuni colleghi non sanno dove iniziano e dove finiscono le loro responsabilità. Per esempio potrebbero sorgere dei conflitti quando due impiegati ritengono entrambi di avere la responsabilità di controfirmare le fatture.

In un caso del genere diventa difficile comunicare e spesso nascono rancori che non vengono superati. L’atmosfera sul lavoro è avvelenata dall’invidia e i colleghi entrano in competizione fra loro per fare bella figura col principale. Malintesi di poco conto sono considerati affronti gravissimi. Inezie vengono ingigantite. Il terreno è pronto per il mobbing.

La scelta del capro espiatorio

Nell’arco di un certo periodo di tempo uno dei dipendenti potrebbe diventare il capro espiatorio. Che tipo di persona è probabile venga trattata così? Presumibilmente qualcuno che appare diverso. Per esempio potrebbe trattarsi dell’unico uomo in un ambiente femminile o di una donna in un contesto lavorativo composto in prevalenza da uomini. Una persona sicura di sé potrebbe essere considerata un tipo aggressivo, mentre uno che è riservato potrebbe apparire un tipo ambiguo. La potenziale vittima potrebbe anche essere diversa in quanto più anziana o più giovane del resto del gruppo, o magari più qualificata per quel lavoro.

Chiunque sia il capro espiatorio, i colleghi “diventano antipatici e sfrontati nei confronti della vittima prescelta, e così facendo provano un certo sollievo dal loro stress”, riferisce il periodico medico tedesco mta. I tentativi del capro espiatorio di ricucire lo strappo creatosi danno scarsi risultati, e potrebbero addirittura peggiorare le cose. Man mano che le intimidazioni diventano più frequenti e sistematiche, il capro espiatorio si sente sempre più isolato. A questo punto è probabile che la vittima non sia più in grado di affrontare la situazione da sola.

Naturalmente non è una novità che il posto di lavoro possa favorire certe animosità, ma forse molti ricordano che un tempo i colleghi sembravano più disposti ad aiutarsi. Di rado nascevano queste prepotenze sistematiche. Nel corso degli anni, però, c’è stato quello che un medico ha definito “una generale diminuzione dello spirito di solidarietà e un netto deterioramento del senso di vergogna individuale”. Oggi la gente si fa meno scrupoli a dichiarare apertamente guerra a qualcuno sul posto di lavoro.

Pertanto, tutti coloro che hanno un’occupazione vogliono giustamente sapere la risposta a queste domande: Il mobbing si può evitare? In che modo è possibile promuovere rapporti pacifici sul posto di lavoro?

[Immagine a pagina 6]

Lo scopo del mobbing è isolare la vittima