Una storia scritta col sangue
FINO a qualche anno fa il terrorismo sembrava circoscritto a qualche luogo isolato del mondo, come l’Irlanda del Nord, i Paesi baschi nella Spagna settentrionale e alcune zone del Medio Oriente. Oggi, soprattutto dopo l’11 settembre 2001 con il crollo delle torri gemelle a New York, il terrorismo ha assunto in poco tempo proporzioni mondiali, raggiungendo un luogo paradisiaco come Bali, colpendo Madrid, Londra, lo Srī Lanka, la Thailandia e perfino il Nepal. Il terrorismo però non è un fenomeno recente. Cosa si intende per “terrorismo”?
Il terrorismo è stato così definito: “l’uso di violenza illegittima, finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività organizzata e a destabilizzarne o restaurarne l’ordine, mediante azioni quali attentati, rapimenti, dirottamenti di aerei e simili”. (La Piccola Treccani, 1997) Tuttavia, la scrittrice Jessica Stern fa questa osservazione: “Chi studia il fenomeno del terrorismo si trova davanti a centinaia di definizioni. . . . Ma solo due caratteristiche sono fondamentali per distinguerlo da altre forme di violenza”. Quali sono? “La prima è il fatto che il terrorismo colpisce i civili. . . . La seconda è l’uso della violenza per sortire un effetto destabilizzante: inoculare la paura nelle persone è spesso più importante dei risultati materiali [dell’attentato]. Ciò che distingue il terrorismo da un ordinario omicidio o da un’aggressione è la volontà di seminare il terrore”.
La violenza ha radici antiche
Nel I secolo in Giudea un gruppo di facinorosi, detti zeloti, lottava per ottenere l’indipendenza da Roma. Alcuni degli zeloti più irriducibili divennero noti col nome di sicari, cioè “uomini armati di pugnale”, dal latino sica, il piccolo pugnale che portavano nascosto sotto la veste. Confondendosi tra la folla radunata in occasione delle feste di Gerusalemme, i sicari tagliavano la gola ai loro nemici o li pugnalavano alla schiena. *
Nel 66 un gruppo di zeloti espugnò la fortezza di Masada, nei pressi del Mar Morto. Massacrò la guarnigione romana e stabilì la propria base operativa sulla fortezza arroccata in cima a una rupe. Per anni quegli uomini sferrarono da lì i loro attacchi e furono la spina nel fianco delle autorità imperiali. Nel 73 la legione romana X Fretensis, guidata dal governatore Flavio Silva, si impadronì nuovamente di Masada, ma gli zeloti non si lasciarono piegare. Secondo uno storico contemporaneo, 960 zeloti, tutti quelli lì riuniti tranne due donne e cinque bambini, piuttosto che capitolare si suicidarono.
Alcuni considerano la rivolta degli zeloti l’inizio del terrorismo come lo intendiamo oggi. Che sia vero o no, da allora il terrorismo ha lasciato un segno profondo nella storia.
Il terrorismo mette radici nella cristianità
A partire dal 1095 e proseguendo per altri due secoli, gli eserciti dei crociati marciarono spesso dall’Europa al Medio Oriente. A opporsi c’erano i musulmani dell’Asia e del Nordafrica. Si contendevano il controllo di Gerusalemme, e ciascuno cercava di avere la meglio. Nelle numerose battaglie combattute, i soldati di questa cosiddetta “guerra santa” si massacrarono a vicenda. Usarono le loro armi anche su persone inermi. Descrivendo l’entrata dei crociati a Gerusalemme nel 1099, Guglielmo di Tiro, ecclesiastico del XII secolo, scrisse:
“Si riversarono insieme nelle strade brandendo le loro spade e lance. Colpirono e trucidarono uomini, donne e bambini, tutti quelli che incontrarono sul loro cammino, non ebbero pietà per nessuno. . . . Ne uccisero così tanti che per le strade c’erano mucchi di cadaveri e per attraversarle bisognava passar sopra ai corpi. . . . C’era così tanto sangue che scorreva a fiumi nei fossi e nei canali, e tutte le strade della città erano coperte di morti”. *
Nei secoli successivi, i terroristi iniziarono a usare esplosivi e armi da fuoco con risultati raccapriccianti e micidiali.
Milioni di morti
Il 28 giugno del 1914 è considerato dagli storici una data che ha cambiato il corso della storia europea. Un giovane, da alcuni considerato un eroe, sparò al principe ereditario austriaco, l’arciduca Francesco Ferdinando. Questo evento proiettò l’umanità nella prima guerra mondiale. Quando la Grande Guerra finì, erano morte venti milioni di persone.
Il 28 giugno 1914 il mondo fu gettato nella guerra
Alla prima guerra mondiale fece seguito la seconda guerra mondiale con i suoi campi di concentramento, il massacro di civili nei bombardamenti aerei e le rappresaglie contro persone innocenti. Dopo la guerra, le stragi continuarono. Negli anni ’70 oltre un milione di persone morirono nei campi di sterminio della Cambogia. E gli abitanti del Ruanda si stanno ancora riprendendo dall’eccidio di oltre 800.000 persone avvenuto negli anni ’90.
Dal 1914 a oggi, in molti paesi l’umanità è stata piagata dall’attività terroristica. Eppure, oggi alcuni si comportano come se la storia non avesse nulla da insegnare. A causa di attacchi terroristici vengono uccise regolarmente centinaia di persone, migliaia rimangono mutilate e milioni sono private del diritto di provare serenità e sicurezza: bombe che esplodono nei mercati, villaggi completamente bruciati, donne stuprate, bambini rapiti e persone che muoiono. Nonostante le leggi e l’indignazione generale, questi orrori quotidiani non si fermano. C’è motivo di sperare che il terrorismo non ci sarà più?
^ par. 5 Come menzionato in Atti 21:38, un comandante militare romano accusò ingiustamente l’apostolo Paolo di aver capeggiato 4.000 “uomini armati di pugnale”.
^ par. 10 Gesù insegnò ai suoi discepoli ad ‘amare i loro nemici’, non a odiarli e ucciderli. — Matteo 5:43-45.