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Potete aiutare i morti?

Potete aiutare i morti?

Il punto di vista biblico

Potete aiutare i morti?

“Fin dai primi tempi, la Chiesa . . . ha offerto per [i morti] suffragi, . . . affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio”. — “Catechismo della Chiesa Cattolica”, n. 1032.

È PIUTTOSTO comune, tra persone di tutte le razze, interrogarsi sulla condizione dei morti. Forse avete provato il dolore e il senso di vuoto che seguono alla morte di una persona cara. Probabilmente vi chiedete se i morti continuano ad avere un’esistenza cosciente, se soffrono o se sono in pace, e se c’è qualcosa che si può fare per aiutarli.

Molti credenti ritengono di poter aiutare i morti. Gli indù, per esempio, pensano di poter garantire la beatitudine eterna all’anima del defunto cremando il suo corpo sulle rive del Gange e spargendone le ceneri sulle acque. Sempre in Oriente i buddisti bruciano immagini cartacee di macchine, case, vestiti e denaro, poiché credono che i morti potranno usare tali cose nell’aldilà. In Africa vengono versate bevande alcoliche sulla tomba con l’idea che queste libagioni gioveranno al morto.

Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, se una persona muore senza essersi pentita di qualche “peccato mortale” perde il favore di Dio. Questo stato “viene designato con la parola ‘inferno’”. (N. 1033) D’altra parte chi gode del favore di Dio può sperare di ottenere la “felicità suprema e definitiva” in cielo con lui, ma non prima di essersi purificato perfettamente. (N. 1024) La purificazione può richiedere di stare per un po’ in purgatorio dove si deve sopportare un “fuoco purificatore”, ovvero la punizione per le colpe che possono essere perdonate. (N. 1031) Mentre è in purgatorio, però, il defunto può essere aiutato dai suffragi, preghiere di intercessione offerte tramite l’ufficio della chiesa, e anche dalle messe recitate in suo favore. Queste funzioni vengono di solito pagate da amici e parenti della persona deceduta.

È naturale voler fare tutto il possibile per alleviare le eventuali sofferenze dei propri cari che sono morti. Se fosse possibile aiutarli, Dio non spiegherebbe chiaramente come farlo? Vediamo cosa insegna la Bibbia al riguardo.

La condizione dei morti

Tutte le pratiche menzionate sopra si basano sulla credenza nell’immortalità dell’anima, secondo la quale una parte della persona continua a vivere dopo la morte fisica del corpo. È questo ciò che insegna la Bibbia? “I viventi sono consci che moriranno”, dice, “ma in quanto ai morti, non sono consci di nulla, né hanno più alcun salario, perché il ricordo d’essi è stato dimenticato. Inoltre, il loro amore e il loro odio e la loro gelosia son già periti, ed essi non hanno più alcuna porzione a tempo indefinito in nessuna cosa che si deve fare sotto il sole. Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza, poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol, il luogo al quale vai”. (Ecclesiaste 9:5, 6, 10) Sceol è semplicemente la parola ebraica che indica la comune tomba del genere umano.

Parlando dell’effetto che la morte ha sulla consapevolezza della persona, il salmista ispirato scrisse: “Il suo spirito se ne esce, egli torna al suo suolo; in quel giorno periscono in effetti i suoi pensieri”. — Salmo 146:4.

Le affermazioni della Bibbia sono autorevoli e logiche. Che ne pensate? Un padre amorevole farebbe soffrire i suoi figli a motivo di tendenze peccaminose che fanno parte della loro natura? (Genesi 8:21) Naturalmente no. Allora perché il nostro Padre celeste farebbe una cosa simile? Quando certuni nell’antico Israele adottarono l’usanza pagana di bruciare i figli in sacrificio a falsi dèi, Geova condannò quell’orribile pratica definendola una ‘cosa che non aveva comandato e che non gli era salita in cuore’. — Geremia 7:31.

I peccati hanno come conseguenza la morte, non il tormento nell’aldilà. Secondo le Scritture “il salario che il peccato paga è la morte”, e “colui che è morto è stato assolto dal suo peccato”. — Romani 5:12; 6:7, 23.

I morti non soffrono. È come se dormissero profondamente; non provano nessun sentimento, piacevole o spiacevole che sia. Non ci possono essere dubbi: tutti gli sforzi che le persone fanno per aiutare i defunti sono contrari agli insegnamenti biblici.

Che speranza c’è per i morti?

Questo non significa che i nostri cari morti rimarranno inconsci per sempre. Al contrario ciò che li attende è entusiasmante.

Prima di riportare in vita il suo caro amico Lazzaro, Gesù disse che aveva intenzione di “svegliarlo dal sonno”. (Giovanni 11:11) In un’altra occasione spiegò che “tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e ne verranno fuori”. (Giovanni 5:28, 29) Ai risuscitati saranno già stati rimessi i peccati precedenti e non dovranno quindi soffrire per ciò che hanno fatto mentre erano in vita. Avranno l’opportunità di imparare a godere la vita in condizioni perfette. Che meravigliosa speranza!

Questa prospettiva vi attira? Allora non esitate a verificare se queste sono promesse degne di fede. I testimoni di Geova saranno felici di aiutarvi.

VI SIETE CHIESTI...

▪ I morti sono coscienti? — Salmo 146:4; Ecclesiaste 9:5, 6, 10.

▪ Dio lascerebbe soffrire i morti in un inferno di fuoco? — Geremia 7:31.

▪ C’è speranza per i morti? — Giovanni 5:28, 29.