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Il polline: vita in polvere

Il polline: vita in polvere

Il polline: vita in polvere

SBOCCIA la primavera, le api riprendono a ronzare indaffarate e nell’aria si diffonde il polline. Per chi soffre di allergie, il polline è un vero e proprio tormento. Ma non liquidatelo troppo frettolosamente come una semplice seccatura: in realtà il polline ha un ruolo da non sottovalutare. Forse rimarrete sorpresi nello scoprire quanto sia importante per la nostra vita.

Ma cos’è esattamente il polline? Come spiega un’enciclopedia, è la “polvere formata dai granuli pollinici prodotti dagli organi riproduttivi maschili delle piante gimnosperme [a seme nudo] e angiosperme [con fiori]”. (Microsoft® Encarta® 2006) In poche parole, le piante producono il polline per riprodursi. Negli esseri umani perché avvenga il concepimento la cellula uovo femminile deve essere fecondata dallo spermatozoo maschile. In modo analogo, per produrre il frutto, l’organo femminile del fiore (pistillo) deve essere fecondato dal polline prodotto dall’organo maschile (stame). *

I granuli pollinici sono piccolissimi, ed è difficile riuscire a vederli a occhio nudo. Al microscopio, invece, non solo si possono vedere, ma si può anche notare che hanno forma e dimensioni particolari per ciascuna specie. Inoltre il polline è molto resistente, tanto che spesso gli scienziati, studiando le caratteristiche peculiari del polline rinvenuto nel suolo, possono identificare quali piante erano coltivate secoli fa. Ma soprattutto, grazie a queste caratteristiche specifiche, i fiori possono “riconoscere” il polline delle piante della loro specie.

I mezzi di trasporto del polline

Il polline di molte piante viene trasportato per “via aerea”: quando vengono mossi dal vento i coni o gli amenti rilasciano i granuli pollinici, che si diffondono nell’aria. Nel caso di alcune piante acquatiche invece, il polline è trasportato dall’acqua. Visto che l’impollinazione a opera del vento è molto casuale, le piante che dipendono da essa rilasciano quantità enormi di polline. * Per chi è allergico questa massiccia presenza di polline nell’aria è una vera tortura.

Anche se il vento impollina efficacemente molte specie arboree ed erbacee, le piante con fiori che crescono lontane le une dalle altre hanno bisogno di un sistema di impollinazione più mirato. Come viene trasportato il polline da una pianta a un’altra della stessa specie, magari a chilometri di distanza? Esiste un “servizio di consegna” molto efficace: sono pipistrelli, uccelli e insetti a fare da corrieri! Ma ovviamente, questi impollinatori non portano il polline di fiore in fiore senza un’adeguata ricompensa.

I fiori mettono a disposizione degli impollinatori una sostanza dal sapore per loro irresistibile: il nettare. Per raggiungerlo, però, l’impollinatore non può evitare di imbrattarsi di polline. E quando cercherà dell’altro nettare porterà il polline su un altro fiore.

L’impollinazione è svolta perlopiù dagli insetti, specialmente nelle aree temperate. Ogni giorno si posano su moltissimi fiori per nutrirsi di nettare e polline. * “Forse il contributo più significativo che gli insetti danno alla salute e al benessere dell’uomo”, spiega l’entomologa May Berenbaum, “è proprio quello che più spesso viene trascurato, cioè l’impollinazione”. Di solito i fiori degli alberi da frutto hanno bisogno dell’impollinazione incrociata per produrre in abbondanza. È evidente, perciò, che il trasporto del polline è molto importante per il nostro benessere.

Tattiche efficaci

I fiori devono attirare i potenziali impollinatori, e non solo sfamarli. Ma come fanno? Può darsi che offrano agli impollinatori un luogo tranquillo dove crogiolarsi al sole. Possono anche “pubblicizzare” i loro prodotti con profumo e aspetto invitanti. Molti fiori, inoltre, presentano macchie o strisce colorate che fungono da utili indicazioni per chi cerca il nettare.

Ogni fiore ha le sue tattiche per attirare i potenziali “clienti”. Alcuni emettono un odore di marcio che attira le mosche. Altri si servono dell’inganno per farsi impollinare. Ad esempio, un’orchidea detta fior d’ape o vesparia (Ophrys apifera) assomiglia proprio a un’ape o a un insetto simile: un inganno perfetto per attirare gli insetti maschi in amore. Certi fiori catturano gli insetti e li tengono prigionieri fino a quando non hanno compiuto l’impollinazione. “Nel regno vegetale, nessun’altra funzione ha visto l’ingegneria botanica rivelarsi più delicata, precisa e geniale di quanto sia stata nel risolvere il problema vitale di assicurare l’impollinazione dei fiori”, ha scritto il botanico Malcolm Wilkins. *

Se il Creatore non avesse provveduto questi sistemi che attirano gli impollinatori, milioni di piante non potrebbero riprodursi. Riferendosi all’effetto di tali opere meravigliose, Gesù disse: “Imparate una lezione dai gigli del campo, come crescono; essi non si affaticano, né filano; ma io vi dico che nemmeno Salomone in tutta la sua gloria si adornò come uno di questi”. — Matteo 6:25, 28, 29.

Grazie all’impollinazione le piante prosperano e producono il cibo di cui abbiamo bisogno per vivere. Anche se per alcuni di noi il polline può essere un fastidio, dovremmo essere contenti che esistano dei laboriosi impollinatori impegnati a diffondere questa “vita in polvere”. I raccolti dipendono in gran parte da tale meraviglioso processo naturale, ennesima dimostrazione della grandezza del nostro Creatore.

[Note in calce]

^ par. 3 La fecondazione può avvenire per impollinazione incrociata (polline di un’altra pianta) o per autoimpollinazione (polline proveniente dalla stessa pianta). L’impollinazione incrociata, tuttavia, garantisce una maggiore varietà e quindi piante più sane e resistenti.

^ par. 6 Un solo amento di betulla, per esempio, può rilasciare più di cinque milioni di granuli pollinici, e una betulla può produrre diverse migliaia di amenti.

^ par. 9 Per produrre un chilogrammo di miele le api devono fare circa dieci milioni di viaggi di fiore in fiore.

^ par. 12 I segreti delle piante, trad. di F. Bracco, Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1989, p. 142.

[Riquadro/Immagini alle pagine 16 e 17]

Gli impollinatori

MOSCHE E COLEOTTERI

Sono fra gli impollinatori meno noti. Se potete mangiare la cioccolata dovete ringraziare una piccola mosca che ha il ruolo fondamentale di impollinare i fiori della pianta del cacao.

PIPISTRELLI E OPOSSUM

Molti dei più imponenti alberi del pianeta, come il capoc e il baobab, vengono impollinati da pipistrelli. Certi pipistrelli frugivori oltre che di nettare si nutrono anche di frutta, di cui poi disperdono i semi. In questo modo svolgono due ruoli utili. In Australia un piccolo marsupiale, l’opossum del miele, fa grandi scorpacciate di nettare, e passando da un fiore all’altro trasporta il polline che gli rimane attaccato al pelo.

FARFALLE E FALENE

Questi insetti si nutrono basilarmente di nettare e raccolgono il polline volando di fiore in fiore. Alcune bellissime orchidee dipendono completamente dalle falene per l’impollinazione.

COLIBRÌ E NETTARINIE

Questi uccelli dal piumaggio variopinto si spostano di continuo da un fiore all’altro alla ricerca di nettare. Il polline si deposita sulle piume della fronte e del petto.

APIDI

Il corpo peloso degli Apidi attira il polline davvero facilmente, un po’ come le lenti dei vostri occhiali attirano la polvere! Questi insetti quindi sono degli ottimi impollinatori: un solo bombo, un parente dell’ape domestica, può portare su di sé 15.000 granuli pollinici. Grazie al fatto che nel XIX secolo il bombo dall’Inghilterra venne introdotto in Nuova Zelanda, ora in questo paese ci sono distese di trifoglio che cresce rigoglioso, elemento essenziale nell’alimentazione del bestiame.

L’ape domestica è l’impollinatore per eccellenza a livello mondiale. Di solito si concentra su un’unica specie di pianta che fiorisce vicino all’alveare. L’entomologo Christopher O’Toole ha calcolato che “circa il 30 per cento dell’alimentazione umana dipende, direttamente o indirettamente, dall’impollinazione operata dalle api”. Le api sono indispensabili per l’impollinazione di mandorli, meli, susini, ciliegi e kiwi. In alcuni luoghi gli agricoltori pagano agli apicoltori un tanto ad alveare per i servigi resi dalle loro api.

[Immagine a pagina 18]

Orchidee (Ophrys apifera)