Incantati dalla natura
Incantati dalla natura
LA SCIENZA ha svelato molti dei segreti dell’universo. Oggi l’uomo ha una migliore comprensione del cosmo, dalle più piccole particelle della materia allo spazio sconfinato. Malgrado ciò, è impressionante quanto rimane ancora da scoprire.
Il nostro pianeta non rappresenta che una piccolissima parte del vasto universo. Eppure, nella nostra dimora terrestre, rimaniamo incantati davanti alla straordinaria complessità e bellezza della natura: uno splendido fiore, un panorama mozzafiato, il piumaggio variopinto di un uccello, le ali di una farfalla, un tramonto spettacolare o il sorriso di qualcuno che amiamo.
Molti trovano nell’universo fisico elementi sufficienti per credere all’esistenza di una Causa Prima intelligente. Affermano che le leggi fisiche sembrano essere state opportunamente calibrate per sostenere la vita. Basterebbe che fossero anche solo leggermente diverse e la vita non sarebbe possibile. Invece tutto intorno a noi c’è vita, nella sua straordinaria diversità.
Il cosmologo Paul Davies scrive: “Man mano che si svolge il dramma cosmico, pare che esista un copione, uno schema lineare . . . La natura non è un’arbitraria sequenza di eventi, ma l’evidenza di leggi matematiche ingegnosamente concatenate”. Alcuni scienziati concordano con Davies. Altri no.
Per esempio Steven Weinberg, premio Nobel per la fisica, affermò: “Quanto più l’universo ci appare comprensibile, tanto più ci appare senza scopo”. * Weinberg ammise però: “A volte la natura sembra più bella di quanto sia strettamente necessario. . . . È difficile non pensare che tutta questa bellezza sia stata in qualche modo elargita per nostro godimento”.
Chi ha ragione? Se tutto è così ben calibrato, non è logico pensare che ci sia qualcuno, un Progettista o un Creatore, che ha messo a punto l’universo con un obiettivo? La vita e l’universo hanno uno scopo? O siamo semplicemente il risultato di processi fisici del tutto fortuiti? A queste domande risponderanno i prossimi articoli.
[Nota in calce]
^ par. 6 I primi tre minuti, trad. di L. Sosio, Mondadori, Milano, 1997, p. 170.