Lo sapevate?
In che modo un’antica iscrizione conferma ciò che dice la Bibbia?
IL BIBLE LANDS MUSEUM di Gerusalemme conserva un reperto in pietra recante un’iscrizione che risale approssimativamente al VII secolo a.E.V. Proviene da una grotta sepolcrale non lontana da Ebron. L’iscrizione dice: “Maledetto sia Hagaf figlio di Hagav da Yahweh Sabaot”. Perché possiamo dire che questa iscrizione conferma ciò che dice la Bibbia? Perché dimostra che nei tempi biblici il nome di Dio, Geova (lì scritto YHWH in caratteri paleoebraici), era noto ed era usato nella vita quotidiana. Questo è confermato anche da altre iscrizioni trovate nelle grotte sepolcrali: chi nel tempo usò queste grotte come luoghi per riunirsi e nascondersi scrisse spesso sulle pareti il nome di Dio e altri nomi propri che includevano forme del nome divino.
Parlando di queste iscrizioni, la dott. Rachel Nabulsi ha detto: “Il frequente uso del nome YHWH è significativo. [...] I testi e le iscrizioni rivelano l’importanza che YHWH rivestiva nella vita degli abitanti di Israele e Giuda”. Questo è in armonia con il testo biblico, dove il nome di Dio, scritto YHWH in caratteri ebraici, compare migliaia di volte. Ed è interessante notare che diversi nomi propri includevano il nome divino.
L’espressione “Yahweh Sabaot” contenuta nell’iscrizione significa “Geova degli eserciti”. La presenza di questa espressione sembra indicare che nei tempi biblici fosse usato comunemente non solo il nome di Dio ma anche il titolo “Geova degli eserciti”. Questo è in linea con il frequente uso che la Bibbia fa di questo titolo, che compare con lievi varianti 283 volte nelle Scritture Ebraiche, soprattutto nei libri di Isaia, Geremia e Zaccaria.