Ci stiamo facendo modellare dal grande Vasaio?
“Ecco, come l’argilla nella mano del vasaio, così siete voi nella mia mano” (GER. 18:6)
1, 2. Perché Dio considerava Daniele un “uomo molto desiderabile”, e come possiamo imitare la sua ubbidienza?
QUANDO gli ebrei esiliati arrivarono nell’antica Babilonia, si trovarono in una città piena di idoli, a contatto con un popolo succube degli spiriti malvagi. Nonostante questo gli ebrei fedeli, tra cui Daniele e i suoi tre compagni, si rifiutarono di farsi plasmare dall’ambiente che li circondava (Dan. 1:6, 8, 12; 3:16-18). Daniele e i suoi compagni erano determinati a rendere esclusiva devozione a Geova, il loro Vasaio. E ci riuscirono: infatti, anche se Daniele aveva trascorso quasi tutta la vita a Babilonia, l’angelo di Dio disse che era un “uomo molto desiderabile” (Dan. 10:11, 19).
2 Nei tempi biblici un vasaio poteva usare uno stampo per dare all’argilla la forma desiderata. Oggi i veri adoratori riconoscono che Geova è il Sovrano universale, colui che ha l’autorità di modellare singoli individui e nazioni. (Leggi Geremia 18:6.) Quindi Dio ha l’autorità di modellare anche noi. D’altra parte rispetta la nostra libertà di scelta e desidera che ci sottomettiamo a lui volontariamente. Consideriamo quindi tre aspetti che ci possono aiutare a rimanere come soffice argilla nelle mani di Dio: (1) Come possiamo evitare di diventare insensibili ai consigli di Dio? (2) Come possiamo sviluppare qualità che ci aiuteranno a rimanere malleabili e sottomessi? (3) In che modo i genitori possono sottomettersi a Dio nel modellare i figli?
EVITIAMO CIÒ CHE PUÒ INDURIRE IL NOSTRO CUORE
3. Quali atteggiamenti sbagliati potrebbero indurire il nostro cuore? Fate un esempio.
3 Proverbi 4:23 dice: “Più di ogni altra cosa che si deve custodire, salvaguarda il tuo cuore, poiché da esso procedono le fonti della vita”. Dobbiamo stare attenti a cose come l’orgoglio eccessivo, la pratica del peccato e la mancanza di fede, che possono indurire il nostro cuore e far nascere in noi uno spirito ribelle e disubbidiente (Dan. 5:1, 20; Ebr. 3:13, 18, 19). Uzzia, un re di Giuda, si dimostrò orgoglioso. (Leggi 2 Cronache 26:3-5, 16-21.) All’inizio Uzzia fece “ciò che era retto agli occhi di Geova” ed “ebbe cura di ricercare di continuo Dio”. Ma “appena egli si fu fortificato, il suo cuore si insuperbì”, anche se la sua forza in realtà proveniva da Dio. Cercò addirittura di bruciare incenso nel tempio, privilegio che spettava solamente ai sacerdoti. Poi, quando questi lo affrontarono, l’orgoglioso Uzzia si infuriò. Quale fu il risultato? Subì un umiliante “crollo” per mano di Dio e fu colpito dalla lebbra, di cui soffrì per il resto della sua vita (Prov. 16:18).
4, 5. Cosa può accadere se non stiamo attenti all’orgoglio? Fate un esempio.
4 Se non stiamo attenti all’orgoglio, anche noi potremmo iniziare a “pensare di [noi stessi] più di quanto sia necessario pensare”, forse arrivando al punto di respingere i consigli biblici (Rom. 12:3; Prov. 29:1). Consideriamo quello che accadde a Jim, un anziano cristiano che si trovò in disaccordo con gli altri anziani su una questione relativa alla loro congregazione. Jim racconta: “Dissi a quei fratelli che non stavano mostrando amore, e me ne andai dall’adunanza”. Dopo circa sei mesi si trasferì in una congregazione vicina e lì non fu nominato anziano. “Ero a pezzi”, ammette Jim. “Mi ritenevo più giusto degli altri, e questa presunzione mi portò ad allontanarmi dalla verità”. Nei successivi 10 anni rimase spiritualmente inattivo. Ora riconosce: “Ero ferito nell’orgoglio e iniziai a incolpare Geova per quello che stava succedendo. Nel corso degli anni alcuni fratelli mi fecero visita e cercarono di farmi ragionare, ma io rifiutai il loro aiuto”.
5 Dall’esperienza di Jim capiamo che l’orgoglio può portarci a trovare delle scuse per le nostre azioni e renderci tutt’altro che malleabili (Ger. 17:9). “Non riuscivo proprio a smettere di rimuginare sugli errori che secondo me gli altri avevano fatto”, spiega Jim. Forse è capitato che un fratello ci abbia ferito oppure abbiamo sofferto per aver perso un certo privilegio. In una situazione del genere come abbiamo reagito? Ci siamo lasciati in qualche modo prendere dall’orgoglio? O invece quello che ci stava più a cuore era fare pace con il fratello e rimanere leali a Geova? (Leggi Salmo 119:165; Colossesi 3:13.)
6. Cosa può succedere se pratichiamo il peccato?
6 Anche praticare il peccato, perfino cercando di nasconderlo, può rendere insensibili ai consigli divini. Di conseguenza peccare diventa più facile. Un fratello disse che, con l’andare del tempo, la sua condotta sbagliata non lo turbava più (Eccl. 8:11). Un altro fratello, che aveva l’abitudine di guardare materiale pornografico, in seguito ammise: “Mi resi conto che stavo diventando critico nei confronti degli anziani”. Quel peccato nascosto lo stava danneggiando a livello spirituale. Alla fine si scoprì quello che stava facendo e il fratello ricevette l’aiuto di cui aveva bisogno. È vero, siamo tutti imperfetti; ma se iniziamo ad avere un atteggiamento critico o a giustificare una condotta errata anziché ricercare l’aiuto e il perdono di Dio, forse il nostro cuore si sta già indurendo.
7, 8. (a) In che modo l’esempio degli israeliti dimostra che la mancanza di fede può indurire il cuore? (b) Qual è la lezione per noi?
7 Gli israeliti liberati dall’Egitto ci forniscono un esempio di come la mancanza di fede possa indurire il cuore. Quella nazione vide con i propri occhi molti miracoli di Geova, alcuni dei quali davvero straordinari. Nonostante ciò, quando gli israeliti arrivarono nei pressi della Terra Promessa dimostrarono di non avere fede. Anziché confidare in Geova, iniziarono ad aver timore e a mormorare contro Mosè. Volevano addirittura tornare in Egitto, dove erano stati schiavi! Geova ne fu profondamente addolorato, tanto che disse: “Fino a quando questo popolo mi mancherà di rispetto?” (Num. 14:1-4, 11; Sal. 78:40, 41). Dal momento che il loro cuore si era indurito e non avevano mostrato fede, gli israeliti di quella generazione morirono nel deserto.
8 Ora, mentre ci avviciniamo al nuovo mondo, è la nostra fede a essere messa alla prova. Quindi faremmo bene a valutare quanto è forte tale fede. Per esempio potremmo esaminare come consideriamo le parole di Gesù riportate in Matteo 6:33. Chiediamoci: “La mia scala di valori e le mie scelte dimostrano che credo veramente a queste parole di Gesù? Sacrificherei le adunanze o il servizio pur di arrotondare le entrate? Cosa farei se le pressioni al lavoro continuassero ad aumentare? Mi lascerei modellare dal mondo, forse fino al punto di abbandonare la verità?”
9. Perché dovremmo ‘continuare a provare se siamo nella fede’, e come possiamo farlo?
9 Pensiamo a un’altra situazione, quella di un servitore di Geova che è un po’ restio a seguire alcune norme della Bibbia, forse in fatto di compagnie, divertimenti o disassociazione. Potrebbe capitare anche a noi qualcosa di simile? Se ci rendiamo conto che stiamo diventando insensibili ai consigli di Dio, dobbiamo esaminare quanto prima la nostra fede. La Bibbia infatti dice: “Continuate a provare se siete nella fede, continuate a provare ciò che voi stessi siete” (2 Cor. 13:5). È importante che ci esaminiamo regolarmente e con onestà alla luce della Parola di Dio.
RIMANIAMO MALLEABILI
10. Cosa ci può aiutare a rimanere come morbida argilla nelle mani di Geova?
10 Gli strumenti che Dio ci fornisce per aiutarci a rimanere come soffice argilla includono la sua Parola, la congregazione cristiana e il ministero di campo. Proprio come l’acqua ammorbidisce l’argilla, leggere ogni giorno la Bibbia e meditare su di essa può aiutarci a essere malleabili nelle mani di Dio. Geova comandò ai re di Israele di scrivere una copia della Legge e leggerla quotidianamente (Deut. 17:18, 19). Gli apostoli si rendevano conto che leggere le Scritture e meditare su di esse era essenziale per il ministero. Nei loro scritti fecero riferimento alle Scritture Ebraiche e le citarono centinaia di volte; inoltre incoraggiavano tutti quelli a cui predicavano a fare lo stesso (Atti 17:11). Anche noi oggi siamo pienamente consapevoli di quanto importante sia leggere la Parola di Dio ogni giorno e meditare in preghiera su quanto abbiamo letto (1 Tim. 4:15). Questo ci aiuterà a rimanere umili ed essere malleabili nelle mani di Geova.
11, 12. Fate un esempio del modo in cui Geova può usare la congregazione per modellarci in base ai nostri bisogni specifici.
11 Geova usa la congregazione cristiana per modellarci in base ai nostri bisogni specifici. Jim, menzionato in precedenza, iniziò a cambiare atteggiamento quando un anziano Non si può dare la colpa a Geova’ e ‘Servite Geova lealmente’ nella Torre di Guardia del 15 novembre 1992”.
si interessò di lui. “Non mi accusò né mi criticò mai per quello che era successo”, ricorda Jim. “Al contrario, fu sempre positivo, e si vedeva chiaramente che desiderava aiutarmi”. Dopo circa tre mesi, questo anziano invitò Jim a un’adunanza. “La congregazione mi accolse con calore”, racconta Jim, “e fu proprio grazie all’amore dei fratelli che decisi di cambiare. Iniziai a rendermi conto che i miei sentimenti non erano la cosa più importante. Grazie all’aiuto dei fratelli e di mia moglie, che ha sempre mantenuto una forte fede, un po’ alla volta mi ripresi dal punto di vista spirituale. Fui molto incoraggiato anche dagli articoli ‘12 Col tempo Jim fu nuovamente nominato anziano. Da allora aiuta fratelli che affrontano problemi simili a ristabilirsi spiritualmente. Jim conclude dicendo: “Pensavo di avere una solida amicizia con Geova, ma mi sbagliavo. Mi dispiace moltissimo di essermi fatto accecare dall’orgoglio, perché questo mi ha portato a perdere di vista le cose più importanti e a concentrarmi solo sui difetti degli altri” (1 Cor. 10:12).
13. Quali qualità possiamo sviluppare grazie al ministero, e con quali risultati?
13 Anche il ministero di campo ci può modellare. Infatti, portare la buona notizia ad altri può aiutarci a coltivare l’umiltà e vari aspetti del frutto dello spirito di Dio (Gal. 5:22, 23). Se ci pensiamo, grazie al ministero abbiamo sviluppato molte belle qualità. Inoltre, manifestando una personalità cristiana, possiamo rendere ancora più attraente il messaggio e di conseguenza influire in modo positivo su alcune delle persone a cui predichiamo. Consideriamo cosa accadde a un fratello e a una sorella in Australia. Nel ministero una donna li trattò in modo molto scortese, ma loro la ascoltarono comunque con rispetto. Successivamente la donna, dispiaciuta per il suo comportamento, decise di scrivere alla filiale. Tra le altre cose scrisse: “Desidero porgere le mie sentite scuse a quelle due persone pazienti e umili per essere stata così arrogante. Mi sento proprio una stupida se penso che ho cercato di cacciare in quel modo delle persone che parlavano della Parola di Dio”. La reazione sarebbe stata la stessa se i due proclamatori avessero dato anche solo l’impressione di essere irritati? Difficilmente. È chiaro che il ministero ha effetti positivi sia su di noi che sulle persone a cui predichiamo.
SOTTOMETTIAMOCI A DIO NEL MODELLARE I NOSTRI FIGLI
14. Cosa devono fare i genitori per modellare in modo efficace i loro figli?
14 Di solito i bambini sono umili e non vedono l’ora di imparare cose nuove (Matt. 18:1-4). Quindi i genitori saggi cercano di insegnare la verità ai figli e li aiutano ad amarla (2 Tim. 3:14, 15). Per avere successo è importante che prima di tutto la verità sia nel cuore dei genitori e influisca profondamente sul loro modo di vivere. In tal caso i genitori non solo parleranno della verità ai figli ma li aiuteranno anche a viverla in prima persona. Inoltre i figli impareranno a considerare la disciplina come un’espressione di amore sia da parte dei genitori che da parte di Geova.
15, 16. In che modo i genitori possono dimostrare la loro fiducia in Dio quando un figlio viene disassociato?
15 Nonostante siano cresciuti in una famiglia di cristiani, a volte i figli lasciano la verità o vengono disassociati, causando grande dolore ai loro familiari. “Quando mio fratello venne disassociato fu davvero devastante. Era come se fosse morto”, ha detto una sorella che vive in Sudafrica. Come reagirono lei e i suoi genitori? Seguirono le indicazioni che si trovano nella Parola di Dio. (Leggi 1 Corinti 5:11, 13.) “Eravamo determinati a fare quello che dice la Bibbia”, hanno detto i genitori, “e riconoscevamo che agire come piace a Dio porta sempre ai risultati migliori. Consideravamo la disassociazione come una forma di disciplina da parte di Geova, ed eravamo sicuri che la sua disciplina è motivata dall’amore e non è mai eccessiva. Per questo limitammo i contatti con nostro figlio alle questioni di famiglia assolutamente necessarie”.
16 Come reagì il figlio? “Sapevo che i miei familiari non mi odiavano”, ha riferito in seguito, “ma che stavano solo ubbidendo a Geova e alla sua organizzazione”. Inoltre ha aggiunto: “Quando sei costretto a implorare l’aiuto e il perdono di Geova, ti rendi conto di quanto dipendi da lui”. Immaginiamo che gioia provò la famiglia quando questo ragazzo fu riassociato. Se nella nostra vita teniamo sempre conto di Dio, di sicuro otterremo i risultati migliori (Prov. 3:5, 6; 28:26).
17. Perché dovremmo sottometterci a Geova in ogni aspetto della vita, e quale sarà il risultato?
17 Il profeta Isaia parlò dell’ultimo periodo dell’esilio a Babilonia quando gli ebrei pentiti avrebbero detto: “O Geova, tu sei nostro Padre. Noi siamo l’argilla, e tu sei il nostro Vasaio; e noi tutti siamo opera della tua mano”. Avrebbero anche implorato: “Non ricordare per sempre il nostro errore. [...] Siamo tutti tuo popolo” (Isa. 64:8, 9). Se anche noi ci sottomettiamo umilmente a Geova in ogni aspetto della vita, lui ci considererà molto preziosi, proprio come considerava prezioso il profeta Daniele. Inoltre Geova continuerà a modellarci tramite la sua Parola, il suo spirito e la sua organizzazione, così che in futuro potremo diventare perfetti “figli di Dio” (Rom. 8:21).