Un Dio in tre persone?
Un Dio in tre persone?
LA TRINITÀ: senza dubbio ne avete sentito parlare, dato che questa dottrina è insegnata in tutta la cristianità. Che importanza riveste nell’insegnamento delle chiese? E, cosa ancor più rilevante, la Parola di Dio, la Bibbia, cosa rivela circa il fatto se esista un dio in tre persone?
“La Trinità è il termine impiegato per designare la dottrina centrale della religione cristiana, la verità secondo la quale ci sono Tre Persone nell’unità della Divinità. . . . Quindi, per dirla con le parole del Simbolo Atanasiano: ‘Dio è il Padre, Dio è il Figlio e Dio lo Spirito Santo. Ma non ci sono tre dèi, bensì un solo Dio’. . . . Questa, insegna la Chiesa, è la rivelazione relativa alla natura di Dio che Gesù Cristo, il Figlio di Dio, venuto sulla terra fece conoscere al mondo, e che essa propone all’uomo quale fondamento del suo intero sistema dogmatico”. — The Catholic Encyclopedia.
Non solo il dogma della Trinità è “il fondamento” dell’“intero sistema dogmatico” della Chiesa Cattolica Romana, ma spicca anche fra i requisiti per far parte del Consiglio Ecumenico delle Chiese. La Trinità può essere veramente definita “la dottrina centrale” delle religioni della cristianità, cattolica, ortodossa e protestante. Ma questa dottrina è “la verità” come sostiene The Catholic Encyclopedia?
Teologia, non Scrittura
Alla voce “Trinità” un’opera protestante (The Illustrated Bible Dictionary) afferma: “Il termine Trinità non si trova nella Bibbia . . . Non trovò formalmente posto nella teologia della chiesa fino al IV secolo . . . Anche se la Scrittura non ci provvede una dottrina elaborata della Trinità, contiene tutti gli elementi con i quali la teologia ha formulato la dottrina”.
Chi furono i primi teologi a coniare il termine “trinità” mentre ‘formulavano la dottrina’? The Catholic Encyclopedia ci dice: “Nella Scrittura non c’è nessun termine col quale le Tre Persone Divine vengono indicate insieme. Il termine trias (del quale il latino trinitas è una traduzione) si trova per la prima volta verso il 180 d.C. in Teofilo di Antiochia. . . . Poco tempo dopo compare in Tertulliano nella forma latina trinitas”. La triade di Teofilo, però, era formata da “Dio, e la Sua Parola, e la Sua Sapienza”: piuttosto lontana dalla Trinità della cristianità! In quanto a Tertulliano, la stessa enciclopedia riconosce che “la sua dottrina trinitaria è incoerente”, perché tra l’altro sosteneva che “ci fosse stato un tempo in cui non c’era alcun Figlio”. Il meno che si possa dire quindi è che questi due uomini pensavano a qualcosa di ben diverso dal Padre, Figlio, e Spirito Santo coeterni, come si insegna nella cristianità.
Ma la parola “trinità” rimase, e in seguito i teologi a poco a poco ‘formularono la dottrina’ come oggi la conosciamo. Ma la costruirono basandosi sulla Scrittura? No, ma basandosi sulla teologia o filosofia. L’Encyclopædia Britannica afferma: “La teologia cristiana assunse la metafisica [filosofia] neoplatonica della sostanza e la sua dottrina
delle ipostasi [essenza o natura] come punto di partenza per interpretare la relazione tra ‘Padre’ e ‘Figlio’”. Il loro problema era rendere “Dio il Padre”, “Dio il Figlio” e “Dio lo Spirito Santo” non tre Dèi ma uno solo. Per anni disputarono per stabilire se le persone della Trinità fossero di sostanza simile (gr. homoiousia) oppure della stessa sostanza (homoousia). La controversia si risolse in favore dell’homoousia al concilio di Nicea nel 325 E.V. e a quello di Costantinopoli nel 381 E.V.La Britannica aggiunge: “Fin dall’inizio la controversia tra le due fazioni [a Nicea] ebbe luogo sulla base comune del concetto neoplatonico di sostanza, concetto estraneo al Nuovo Testamento in sé. Non c’è da stupirsi che il proseguimento della disputa, basandosi sulla metafisica della sostanza, abbia condotto in modo simile a concetti che non trovano fondamento nel Nuovo Testamento”. Pertanto il concetto stesso di un Dio in tre persone dall’unica sostanza si basa su teologia o filosofia, ma non sulle Scritture.
Se ne possono trovare prove esaminando le due parti della Bibbia chiamate di solito Vecchio e Nuovo Testamento.
Nessuna Trinità nel “Vecchio Testamento”
Il Dictionnaire de Théologie Catholique, un’opera in 15 volumi, dichiara: “Appare fuori dubbio che la rivelazione del mistero della Trinità non è stata fatta agli ebrei”. In modo simile The Illustrated Bible Dictionary afferma: “Va ricordato che il VT [Vecchio Testamento] fu scritto prima che la rivelazione della dottrina della Trinità fosse data in modo chiaro”. È ridicolo, comunque, sostenere che i veri adoratori dei tempi precristiani ignorassero del tutto il vero Dio e adorassero solo un terzo della cosiddetta Divinità! Ci credereste? Difficilmente. Essi sapevano chi stavano adorando. — Salmo 95:6, 7.
Alcuni trinitari ancora si sforzano di utilizzare il Vecchio Testamento, o Scritture Ebraiche, per sostenere il loro concetto di un dio trino. Uno degli argomenti adotti è che il termine ebraico tradotto “Dio” si trova spesso nella forma plurale (’Elohìm). Sembrano ignorare il fatto che questo termine è usato nello stesso modo per singole divinità pagane, come Dagon (I Samuele 5:7) e Marduk (Daniele 1:2), che non erano dèi trini. Parlando di questo fatto, nel suo libro Synonyms of the Old Testament, uno studioso di Oxford, R. B. Girdlestone, scrive: “Tuttavia molti critici di indiscussa ortodossia [trinitaria] ritengono più saggio fermarsi là dove anche teologi come Caetano, nella Chiesa di Roma, e Calvino, tra i protestanti, si accontentarono di fermarsi, e considerare la forma plurale un plurale di maestà”. Senza dubbio questi teologi trinitari si resero conto che se avessero interpretato ’Elohìm come un plurale numerico (dèi), sarebbero divenuti politeisti!
Altre due argomentazioni che alcuni trinitari traggono dalle Scritture Ebraiche sono: (1) il fatto che in Isaia 7:14 Cristo sia profeticamente chiamato Emmanuele e (2) il fatto che in Isaia 9:6 uno dei nomi riferiti a lui sia “Dio possente”.
Il nome Emmanuele significa “con noi è Dio”, ma ciò non vuol dire che Cristo sia Dio, non più di quanto Eliu fosse Dio semplicemente per il fatto che il suo nome significa “Dio è egli”. (Giobbe 32:1, 2) In quanto al fatto che Cristo sia chiamato “Dio possente”, va detto che se deboli giudici umani possono essere definiti “dèi” nelle Scritture (Salmo 82:1-7), non è forse appropriato che il Figlio di Dio venga chiamato “Dio possente” (ebr. ’El Gibbòhr)? Ma notate che non viene definito “Dio onnipotente” (ebr. ’El Shaddài), termine riferito esclusivamente a Geova. Parlando di queste due argomentazioni, The Catholic Encyclopedia ammette: “Persino questi elevati titoli non indussero gli ebrei a ritenere che il Salvatore avvenire dovesse essere Dio stesso”. E nemmeno inducono noi a crederlo. Riassumendo le cosiddette prove della Trinità nel Vecchio Testamento, la Cyclopædia di M’Clintock e Strong, un’opera protestante, afferma: “Risulta così che nessuno dei brani citati dal Vecchio Test[amento] a sostegno della Trinità ha valore conclusivo . . . Nel Vecchio Test[amento] non troviamo alcuna prova chiara o decisiva a questo riguardo”.
Che dire del “Nuovo Testamento”?
Abbiamo già visto come un concetto della filosofia greca permise ai teologi di ‘formulare’ la dottrina di un Dio in tre persone dall’unica sostanza, ma un’opera svizzera, il Vocabulaire Biblique, dice: “Nessuno scritto neotestamentario fornisce un’esplicita garanzia dell’esistenza di un Dio trino”. Inoltre l’edizione inglese del Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento ammette: “Il NT [Nuovo Testamento] non contiene la dottrina della Trinità pienamente elaborata”. In queste condizioni i trinitari sono stati costretti a ricorrere a ragionamenti stiracchiati per dare un’interpretazione trinitaria ad alcuni versetti delle Scritture Greche Cristiane. Esaminiamone alcuni.
Si possono raggruppare in due categorie: (1) Passi in cui Dio, suo Figlio e lo spirito santo vengono menzionati nello stesso versetto o serie di versetti e (2) passi in cui due d’essi sono menzionati.
Il primo gruppo comprende i passi che si suppone contengano la cosiddetta formula ternaria. Questi sono Matteo 28:19 (Padre, Figlio, spirito santo), I Corinti 12:4-6 (spirito, Signore, Dio), II Corinti 13:14 ([13 in alcune versioni] Cristo, Dio, spirito santo), Galati 4:4-6 (Dio, Figlio, spirito del suo Figlio), Efesini 4:4-6 (spirito, Signore, Dio) e I Pietro 1:2 (Dio, spirito, Gesù Cristo).
Il fatto che Dio, suo Figlio e lo spirito santo vengano menzionati insieme prova forse che abbiano in comune divinità, eternità e uguaglianza, come afferma il dogma della Trinità? In questo caso si potrebbe affermare allo stesso modo che la “Divinità” trinitaria sia formata da Dio, Cristo e gli angeli! (Vedi Marco 13:32; I Timoteo 5:21). A proposito della cosiddetta formula battesimale trinitaria di Matteo 28:19, persino la Cyclopædia di M’Clintock e Strong ammette: “La relazione istituita fra questi tre soggetti non è una prova della loro personalità o uguaglianza”. Né questo passo né alcun altro passo contenente le cosiddette formule ternarie prova la dottrina della Trinità. Il Grande Lessico del Nuovo Testamento di Kittel (Ed. Paideia, 1968, Volume IV, col. 435) afferma esplicitamente: “Il N.T. [Nuovo Testamento] non parla di una trinità nell’unità. Invano cerchiamo sotto le formule ternarie del N.T. delle professioni di fede nella Trinità”.
Passi con “formule a due membri”
La seconda categoria di brani che i trinitari presentano per sostenere il loro dogma potrebbe essere definita quella dei passi con formule a due membri. Perché? Perché al
massimo questi passi indicherebbero che Dio e Cristo sono una cosa sola, dal momento che nulla viene detto dello spirito. Considerate in maniera più obiettiva, però, queste scritture semplicemente non confermano il concetto di un dio in tre persone della stessa sostanza. Ciò nonostante prendiamone in esame due tra quelle citate nelle opere teologiche.In modo sorprendente i teologi della cristianità non sembrano includere Giovanni 1:1 tra le più convincenti prove della Trinità. Innanzi tutto sono delusi dal fatto che, come dice il Dictionnaire de Théologie Catholique, “lo Spirito Santo non viene menzionato in questo prologo [Giovanni 1:1-18]”. Questo lascia loro una “Trinità” formata da due persone, il che è assurdo. Inoltre la traduzione trinitaria “la Parola era Dio” dà al lettore l’impressione che la Parola formasse una sola persona insieme a Dio. Ma ciò è impossibile, dato che lo stesso versetto dice che “la Parola era con Dio”, e “questa preposizione [“con”, letteralmente “verso”] sottintende una relazione e pertanto una personalità separata”. * Così il prof. B. F. Westcott si affretta a dire che la frase tradotta “la Parola era Dio” descrive “la natura della Parola e non ne identifica la Persona”. Esatto. Ma questo, che è il vero significato dell’originale greco, non è sicuramente il pensiero trasmesso dalla maggioranza delle Bibbie. Alcuni studiosi infatti, meno interessati a sostenere idee trinitarie, hanno tradotto la suddetta espressione “la Parola era un essere divino”, o “la Parola era divina”. Nel Journal of Biblical Literature (Volume 92, 1973), Philip P. Harner scrive: “La frase si potrebbe forse tradurre così: ‘la Parola aveva la medesima natura di Dio’”. Pertanto Giovanni 1:1 non solo non prova affatto che ci sia un Dio trino, ma non dimostra nemmeno che ci sia un Dio in due persone!
Il passo che A Catholic Dictionary definisce “la più netta affermazione della divinità di Cristo di S. Paolo, e, in realtà, del NT [Nuovo Testamento]” è Romani 9:5. Secondo la versione cattolica di Garofalo, in parte questo versetto dice: “Cristo, il quale è al di sopra di tutto, Dio benedetto per tutti i secoli. Amen!” L’edizione inglese del Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento riconosce che, anche nel caso fosse accurata la traduzione trinitaria del greco, “Cristo non verrebbe uguagliato in maniera assoluta a Dio, ma descritto solo come essere dalla natura divina, dato che il termine theos [Dio] non ha l’articolo. Questo tipo di attribuzione però compare soltanto qui, in Paolo. Più verosimilmente si tratta di una dossologia [lode] all’indirizzo di Dio”. Persino A Catholic Dictionary ammette: “Nella grammatica o nel contesto non c’è motivo che ci impedisca di tradurre: ‘Dio, che è sopra tutto, sia benedetto per sempre, Amen’”. E questa sarebbe “la più netta affermazione della divinità di Cristo”! — Confronta Romani 9:5 nella New American Bible cattolica e nella New English Bible protestante.
Un Dio o tre?
Ci sono altre scritture che i trinitari menzionano nello sforzo di suffragare la cosiddetta “dottrina centrale della religione cristiana”. Dopo averne esaminate diverse, il prof. Johannes Schneider termina il suo articolo su “Dio” nel Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento * con l’affermazione: “Tutto ciò sta a dimostrare che il cristianesimo primitivo non possedeva ancora una dottrina trinitaria già pienamente elaborata. A ciò contribuirà la riflessione di fede delle successive generazioni di credenti”.
Un solo Dio o tre? Per i cristiani del primo secolo la risposta era semplice. Era stata fornita con chiarezza dall’apostolo Paolo:
“Sappiamo che l’idolo non è nulla nel mondo e che non c’è nessun Dio, se non uno solo. Poiché benché ci siano quelli che son I Corinti 8:4-6.
chiamati ‘dèi’, sia in cielo che sulla terra, come ci sono molti ‘dèi’ e molti ‘signori’, effettivamente c’è per noi un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi per lui; e c’è un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale son tutte le cose e noi per mezzo di lui”. —La Bibbia parla del “Padre”, del “Figlio” e anche dello “spirito santo”. Ma non li presenta come un Dio trino. Che cosa sono esattamente il “solo Dio e Padre di tutti”, il “solo Signore” e il “solo spirito” secondo la Bibbia verrà preso in considerazione nel prossimo numero. — Efesini 4:4-6.
[Note in calce]
^ par. 23 The Expositor’s Greek Testament, a cura di W. Robertson Nicoll, ristampa del 1967, Vol. 1, pagina 684.
^ par. 26 Edizioni Dehoniane, Bologna, 1980, pagina 499.
[Immagine a pagina 28]
Gesù disse di ‘battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito santo’. Intendeva dire che Dio fosse tre persone in una?