Un uomo che amava la vita e la gente
Un uomo che amava la vita e la gente
MARTEDÌ 18 aprile 2006 Daniel Sydlik, che è stato per molti anni membro del Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova, ha terminato la sua vita terrena. Aveva 87 anni ed era membro della famiglia Betel di Brooklyn (New York) da quasi 60 anni.
Il fratello Dan, come lo chiamavano affettuosamente gli amici intimi, andò alla Betel nel 1946. In precedenza aveva prestato servizio come pioniere speciale in California, e durante la seconda guerra mondiale, a motivo della neutralità cristiana, aveva trascorso qualche tempo in prigione. Si può trovare un racconto avvincente delle sue esperienze di quel periodo nella sua biografia intitolata “La tua amicizia, o Dio, è di valore inestimabile!”, pubblicata nella Torre di Guardia del 15 gennaio 1988.
Il fratello Sydlik era conosciuto come una persona avvicinabile e alla mano. Quando presiedeva l’adorazione mattutina della famiglia Betel, le sue prime parole rispecchiavano spesso il suo atteggiamento positivo e il suo amore per la vita: “È bello essere vivi per servire il vivente e vero Dio”. Nel pronunciare discorsi pubblici incoraggiava gli ascoltatori a vedere le cose nella stessa ottica. Ecco alcuni titoli dei suoi discorsi: “Felice il popolo il cui Dio è Geova”, “Riflettiamo la gioia di Geova”, “Mantenete vivo il fuoco dello spirito di Dio” e “Il meglio deve ancora venire”.
Nel 1970 il fratello Sydlik sposò Marina Hodson, che veniva dall’Inghilterra e che egli definì “un sostegno inviatomi da Dio”. Hanno servito Geova insieme per oltre 35 anni.
Negli anni trascorsi alla Betel il fratello Sydlik prestò servizio in vari reparti, tra cui la tipografia e il Reparto Scrittori. Lavorò anche alla stazione radio WBBR. Poi nel novembre del 1974 venne nominato membro del Corpo Direttivo e collaborò con il Comitato del Personale e con quello degli Scrittori.
Negli oltre 30 anni in cui lavorò nel Comitato del Personale fu evidente il suo intenso amore per gli altri. Con la sua voce tonante il fratello Sydlik incoraggiava molti, richiamando sempre l’attenzione sul prezioso privilegio di servire Geova. Metteva continuamente in risalto che la vera felicità non dipende da fattori esterni ma dalla propria relazione con Geova e dal proprio atteggiamento verso la vita.
La famiglia Betel sente molto la mancanza del fratello Sydlik, ma non dimenticherà il suo esempio, quello di un uomo che amava veramente la vita e la gente. Abbiamo fiducia che egli è tra quelli di cui si parla in Rivelazione (Apocalisse) 14:13: “Felici i morti che da ora in poi muoiono unitamente al Signore. Sì, dice lo spirito, si riposino dalle loro fatiche, poiché le cose che fecero vanno direttamente con loro”.