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Una festa pagana può diventare cristiana?

Una festa pagana può diventare cristiana?

Una festa pagana può diventare cristiana?

IN ITALIA, nell’inverno del 2004, il periodo natalizio è stato segnato da un vivace dibattito. Alcuni educatori e insegnanti avevano sostenuto l’opportunità di ridurre al minimo o eliminare del tutto i riferimenti alle tradizioni religiose natalizie per rispetto verso gli alunni non cattolici o non protestanti sempre più numerosi nelle scuole. Altri, sia in ambito scolastico che altrove, chiedevano invece che le tradizioni fossero rispettate e conservate integralmente.

Polemiche a parte, però, che origine hanno molte delle tradizioni natalizie? Mentre la discussione incalzava, il quotidiano vaticano, L’Osservatore Romano (20-21 dicembre 2004), ha fatto osservazioni molto interessanti.

Per quanto riguarda la data in cui si celebra il Natale, il quotidiano cattolico ha scritto: “La vera data della nascita di Gesù è tutta, storicamente, sotto un velo di incertezza sia in relazione alla storia romana e al censimento imperiale di quell’epoca, che alle ricerche dei secoli successivi. . . . La data del 25 dicembre, com’è noto, è stata scelta dalla Chiesa di Roma fin dal IV secolo d.C. Questa data, nella Roma pagana, era dedicata al dio Sole . . . Anche se a Roma, per l’editto di Costantino, era già affermato il cristianesimo, era ancora diffuso, specialmente tra i soldati romani, il mito di Mitra . . . Le suddette festività, con al centro il 25 dicembre, erano molto radicate nelle tradizioni popolari e quindi la Chiesa di Roma pensò di dare alla data un senso religioso cristiano sostituendo al dio Sole, il vero Sole di Giustizia Gesù Cristo, quale giorno della Sua nascita”.

Che dire dell’albero di Natale, ormai entrato a far parte della tradizione cattolica?

L’articolo del quotidiano cattolico ha messo in evidenza che nell’antichità molti sempreverdi “furono considerati, in buona parte, con significati magici o medicamentosi contro le malattie come l’agrifoglio, il pungitopo, l’alloro, i rami di pino o di abete”. L’articolo ha detto inoltre che, in seguito, “il giorno della vigilia, il 24 dicembre venivano ricordati i nostri progenitori Adamo ed Eva con il popolarissimo episodio dell’albero del Paradiso Terrestre . . . L’albero avrebbe dovuto essere un melo, ma siccome in inverno sarebbe stato inutilizzabile perché spogliato di foglie, sulle scene si metteva un abete e accanto ai rami, delle mele oppure, a significare il futuro avvento della Redenzione, delle ostie preparate con dei biscotti schiacciati con appositi stampi, simboli della presenza eucaristica di Gesù, e con dei dolcetti e doni per i bambini”. E in epoche successive?

Nel ricordare che della tradizione dell’albero di Natale vero e proprio si hanno le prime notizie nella Germania del XVI secolo, L’Osservatore Romano ha rilevato che “l’Italia fu una delle ultime nazioni ad accogliere l’albero di Natale anche per una diceria, diffusa abbastanza ampiamente, che l’albero fosse una usanza protestante e quindi da sostituire con il presepe”. Papa Paolo VI “ha iniziato la tradizione di innalzare accanto al grandioso presepe [in Piazza San Pietro, a Roma], un grande albero di Natale”.

Secondo voi è sensato che un’autorità religiosa dia un apparente senso cristiano a ricorrenze o simboli che affondano le radici nell’antico paganesimo? A proposito del giusto atteggiamento da assumere, le Scritture ammoniscono i veri cristiani: “Quale associazione hanno la giustizia e l’illegalità? O quale partecipazione ha la luce con le tenebre?” — 2 Corinti 6:14-17.

[Immagini alle pagine 8 e 9]

Albero di Natale (pagina a fianco) e presepe in Vaticano

[Fonte]

© 2003 BiblePlaces.com

[Immagine a pagina 9]

La divinità solare Mitra

[Fonte]

Museum Wiesbaden