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8 DICEMBRE 2020
BULGARIA

La Corte europea dei diritti dell’uomo si esprime a favore dei Testimoni di Geova della Bulgaria

La Corte europea dei diritti dell’uomo si esprime a favore dei Testimoni di Geova della Bulgaria

Il 10 novembre 2020 la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha emesso una sentenza in cui si riconosce che le autorità bulgare hanno violato il diritto alla libertà di religione dei nostri fratelli. Questo significa che le autorità dovrebbero permettere che riprenda la costruzione di una Sala del Regno nella città di Varna. Il progetto non è potuto andare avanti a causa dell’opposizione subita dai fratelli per più di 10 anni. Inoltre la Corte europea ha ordinato alla Bulgaria di dare ai fratelli un risarcimento complessivo di 9.600 euro.

Il caso riguardava la costruzione di una Sala del Regno su un terreno che i fratelli avevano acquistato nel gennaio 2006. Le autorità comunali di Varna concessero le autorizzazioni necessarie nel maggio 2007 e i fratelli si misero subito a costruire. Ma nel luglio di quell’anno il sindaco fece sospendere i lavori dicendo che i fratelli stavano violando delle norme in materia edilizia. Quello stesso mese un noto partito politico nazionalista collocò dei cartelloni presso il cantiere e organizzò una protesta su larga scala contro la costruzione della Sala del Regno.

Secondo la sentenza della Corte europea, le autorità comunali di Varna diffusero poi un comunicato in cui diffamavano i Testimoni di Geova e davano il loro “esplicito sostegno alle proteste”. Anche il sindaco, in alcune dichiarazioni rilasciate ai media, diede il suo appoggio alle proteste.

Nonostante avessero dimostrato chiaramente di avere dei pregiudizi, il sindaco e altre autorità asserirono che stavano bloccando i lavori a causa di una controversia relativa al piano regolatore, e non a causa di discriminazione religiosa.

I nostri fratelli presentarono numerosi ricorsi ai tribunali della Bulgaria, tra cui il tribunale amministrativo di più alto grado, ma senza ottenere risultati. Per parte di questo periodo la congregazione del posto dovette affittare un locale per tenere le adunanze.

La Corte europea ha concluso che l’operato delle autorità non è giustificabile. Con 6 voti contro 1 ha stabilito che, impedendo la costruzione della Sala del Regno, le autorità comunali di Varna avevano violato il “diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione”, diritto tutelato dagli articoli 9 e 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

I fratelli sperano che le autorità cittadine applichino appieno quanto stabilito dalla Corte europea e che finalmente permettano loro di completare la costruzione di un luogo di culto che sarà di beneficio alla comunità e darà gloria al nome di Geova a Varna. Siamo grati a Geova che non ci fa mai mancare il suo sostegno (Salmo 54:4).