Vai direttamente al contenuto

28 GIUGNO 2017
KAZAKISTAN

Una corte del Kazakistan conferma l’ingiusta condanna di Tejmur Achmedov

Una corte del Kazakistan conferma l’ingiusta condanna di Tejmur Achmedov

Il 20 giugno 2017 il tribunale della città di Astana ha respinto l’appello di Tejmur Achmedov, confermando la condanna a cinque anni di carcere e il divieto di svolgere attività religiose per tre anni. Un avvocato specializzato in diritti umani a livello internazionale, che era presente in aula il 20 giugno, ha affermato: “È una farsa della giustizia, perché le prove a favore del signor Achmedov erano schiaccianti”. La difesa sta valutando la possibilità di presentare ulteriori appelli.

Nel gennaio 2017 gli agenti del Comitato per la sicurezza nazionale hanno arrestato e incarcerato Achmedov per presunte attività religiose illegali. Achmedov è rimasto in prigione fino al processo del 2 maggio 2017, quando la Corte distrettuale di Saryarka lo ha dichiarato colpevole in base all’articolo 174, comma 2, del Codice penale del Kazakistan, che condanna l’incitamento all’odio religioso. Achmedov ha respinto energicamente le false accuse, sostenendo che stava semplicemente esprimendo le sue convinzioni religiose e il suo amore per gli altri. La libertà di manifestare il proprio credo è un diritto fondamentale garantito dalla Costituzione del Kazakistan e dai documenti internazionali sui diritti umani che lo stesso governo kazaco si è impegnato a osservare.