30 DICEMBRE 2013
KIRGHIZISTAN
La Corte Suprema del Kirghizistan si dichiara a favore degli obiettori di coscienza
BISHKEK (Kirghizistan). Il 19 novembre 2013 la Sezione Costituzionale della Corte Suprema del Kirghizistan ha dichiarato all’unanimità che la legge vigente riguardante il servizio civile alternativo è incostituzionale e viola il diritto alla libertà di religione. La Corte ha stabilito che il governo dovrà emendare la legge in modo da consentire agli obiettori di coscienza di svolgere un effettivo servizio civile alternativo.
Nel 2009 il Kirghizistan aveva adottato una legge che riconosceva il diritto al servizio alternativo; comunque, divenne evidente che questo tipo di servizio era sotto il controllo dell’esercito. Chi lo svolgeva era posto sotto la supervisione di personale militare, e ad alcuni fu ordinato di effettuare pagamenti a sostegno di attività militari. Coloro che avevano terminato il servizio alternativo venivano arruolati nell’esercito come riservisti. I testimoni di Geova perciò si rifiutarono di accettare questo tipo di servizio alternativo, prendendo una posizione che provocò l’avvio di una serie di procedimenti penali a loro carico.
La sentenza di novembre ha riconosciuto che i Testimoni avevano ragioni fondate per non accettare il servizio alternativo offerto, e che non stavano cercando di sottrarsi ai doveri civici. Al contrario, la Corte ha riscontrato che i Testimoni erano disposti a svolgere un servizio alternativo che fosse civile anche di fatto. Ci si aspetta che tutte le cause penali a loro carico saranno riaperte e riesaminate in conformità con la legge emendata.
Khamit Iskakov, portavoce dei testimoni di Geova del Kirghizistan, ha dichiarato: “Oltre a definire la questione dell’obiezione di coscienza al servizio militare, questa sentenza contribuirà a dimostrare ulteriormente ai funzionari kirghisi che i Testimoni di Geova sono una religione rispettata e riconosciuta a livello internazionale”.
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