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Due studentesse Testimoni a cui inizialmente era stata negata la pagella perché si erano rifiutate di pagare le tasse ecclesiastiche

9 GIUGNO 2016
RUANDA

Il Ruanda si oppone alla discriminazione religiosa nelle scuole

Il Ruanda si oppone alla discriminazione religiosa nelle scuole

Il governo ruandese ha agito per eliminare la discriminazione religiosa dalle scuole emanando un’ordinanza che obbliga al rispetto delle convinzioni religiose degli studenti. Questa notizia ha fatto molto piacere agli studenti che non vogliono partecipare ad alcune attività scolastiche per motivi di coscienza.

In Ruanda la maggior parte delle scuole è sovvenzionata dallo stato, ma è amministrata da organizzazioni religiose. Dato che l’iscrizione è aperta a tutti, gli studenti appartengono a diverse religioni. Tuttavia alcune autorità scolastiche hanno imposto la partecipazione ad attività religiose o patriottiche o richiesto il pagamento di tasse ecclesiastiche. Hanno quindi punito gli studenti che si sono rifiutati di ubbidire a tali richieste a motivo delle loro convinzioni religiose. Un ministro del governo che si occupa di istruzione primaria e secondaria ha descritto in questo modo l’atteggiamento prevalente tra le amministrazioni scolastiche: “Agli studenti non è permesso adorare in un modo che sia contrario alle nostre convinzioni”.

Un’ordinanza governativa avvalora la libertà di coscienza

Alcuni ufficiali governativi sono intervenuti per risolvere il problema emanando un’ordinanza esecutiva contenente nuove norme volte a eliminare la discriminazione religiosa dalle scuole. L’articolo 12 dell’ordinanza governativa n. 290/03, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 14 dicembre 2015, stabilisce che tutte le scuole devono rispettare la libertà di culto degli studenti e permettere loro di pregare seguendo la propria fede, a patto che la loro religione o chiesa sia legalmente riconosciuta e che questo non interferisca con le attività didattiche.

Tutte le scuole devono rispettare la libertà di culto degli studenti (ordinanza n. 290/03, art. 12)

La decisione del governo avvalora la sentenza emessa dal Tribunale Intermedio di Karongi in merito ad alcuni studenti Testimoni che sono stati espulsi da una scuola locale nel maggio del 2014. In quel caso le autorità scolastiche non avevano rispettato il rifiuto da parte degli studenti di partecipare a una funzione religiosa tenuta nella scuola. Il Tribunale ha prosciolto gli studenti da qualunque infrazione permettendo loro di tornare a scuola.

In un altro caso, il direttore di una scuola nel Distretto di Ngororero si era rifiutato di consegnare la pagella a 30 studenti che non avevano voluto pagare le tasse ecclesiastiche (non incluse nelle tasse scolastiche). Quando i genitori degli studenti hanno espresso le loro lamentele al soprintendente all’istruzione nel Distretto, il direttore ha ceduto e ha consegnato le pagelle a tutti gli studenti al termine dell’anno scolastico.

Sollievo per gli studenti Testimoni

Chantal Uwimbabazi, una studentessa Testimone, fu espulsa dalla scuola che frequentava nel Distretto di Ngororero perché si era rifiutata di partecipare alla messa cattolica organizzata dall’istituto. Fu presa in giro sia dai suoi compagni di classe che da altri e non poté terminare l’anno scolastico. Si iscrisse poi in un’altra scuola più distante e con tasse scolastiche più elevate, cosa che creò non poco disagio alla madre vedova e con limitate possibilità economiche. Quando Chantal ha saputo delle nuove norme, si è sentita sollevata. Ha detto: “Credo che anche altri studenti che frequentano scuole religiose e si trovano in una simile situazione saranno felici di poter studiare senza che vengano violati i loro diritti”.

Le nuove norme ribadiscono quanto già espresso nella Costituzione del Ruanda che garantisce la libertà di culto e il diritto all’istruzione. Gli studenti che sono testimoni di Geova e i loro genitori attendono con ansia il giorno in cui non si verificheranno più episodi di discriminazione religiosa. Sono grati che il governo abbia preso delle misure per proteggere la libertà religiosa degli studenti.