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Da sinistra: il fratello Dmitrij Malevanyj, le sorelle Ol’ga Opaleva e Ol’ga Panjuta, e il fratello Aleksej Trofimov

29 GIUGNO 2021 | AGGIORNATO AL 13 FEBBRAIO 2023
RUSSIA

AGGIORNAMENTO: PENE DETENTIVE | Testimoni di Geova si mantengono gioiosi e forti nelle prove

AGGIORNAMENTO: PENE DETENTIVE | Testimoni di Geova si mantengono gioiosi e forti nelle prove

Il 10 febbraio 2023 il Tribunale distrettuale Spasskij del territorio di Primorje ha dichiarato colpevoli il fratello Dmitrij Malevanyj, le sorelle Ol’ga Opaleva e Ol’ga Panjuta e il fratello Aleksej Trofimov. Il fratello Malevanyj è stato condannato a sette anni di reclusione, il fratello Trofimov a sei anni e sei mesi e la sorella Panjuta a quattro anni. Tutti e tre sono stati immediatamente portati in prigione. La sorella Opaleva ha ricevuto una condanna a quattro anni e sei mesi con sospensione condizionale della pena e per il momento non deve andare in prigione.

Profilo

Dmitrij Malevanyj

  • Anno di nascita. 1990 (Spassk-Dal’nij)

  • Cenni biografici. È un insegnante di programmazione informatica. Sua moglie Ul’jana è un’artista. Dmitrij ha cominciato a studiare con i Testimoni di Geova quando era adolescente. Si è convinto che la Bibbia è degna di fiducia e che osservando le sue norme si può avere una vita più significativa. Si è battezzato nel 2004.

Ol’ga Opaleva

  • Anno di nascita. 1952 (Spassk-Dal’nij)

  • Cenni biografici. Quando era giovane credeva in Dio, ma non le interessava la Bibbia. Ha incontrato i Testimoni poco dopo la morte di sua figlia, che aveva 22 anni. È stata molto felice quando è venuta a conoscenza della promessa biblica della risurrezione. Man mano che la sua fede cresceva, ha iniziato a parlare ad altri della sua speranza. Si è battezzata nel 1995. Fin da quando era bambina ama la musica e il canto; in particolare le piace cantare i cantici.

Ol’ga Panjuta

  • Anno di nascita. 1959 (Nižnij Novgorod)

  • Cenni biografici. Ha lavorato come insegnante in una scuola dell’infanzia e come assistente sociale, e ora è in pensione. Si è sposata con Vladimir nel 1982. Hanno tre figli adulti: due femmine e un maschio. Ol’ga ha studiato con i Testimoni di Geova e ha apprezzato i chiari e comprensibili insegnamenti della Bibbia. Si è battezzata nel 1996.

Aleksej Trofimov

  • Anno di nascita. 1959 (Mamakan, regione di Irkutsk)

  • Cenni biografici. Ha conosciuto sua moglie Tamara mentre frequentava l’università a Vladivostok. Hanno quattro figli e vari nipoti. Aleksej ha lavorato come fabbro e recentemente come responsabile di una centrale termica. Nei primi anni ’90 ha deciso di servire Geova dopo aver riscontrato che la Parola di Dio insegna come avere una vita più significativa. Si è battezzato nel 1996.

Il caso in breve

Il 25 novembre 2018 le autorità hanno fatto irruzione nelle case di quattro Testimoni nella città di Spassk-Dal’nij e le hanno perquisite. Gli agenti hanno usato una sega elettrica per abbattere la porta di casa di Ol’ga Opaleva. Una volta entrati, le hanno chiesto perché non avesse risposto, ma lei non riusciva a parlare chiaramente. Gli agenti allora hanno chiamato un’ambulanza, e successivamente è stato riscontrato che Ol’ga aveva avuto un infarto. Più tardi nello stesso giorno è stata portata dall’ospedale a una struttura per l’interrogatorio. Come conseguenza dell’infarto, Ol’ga ha perso parzialmente l’uso del braccio sinistro e della gamba sinistra. Suo figlio, il fratello Vitalij Il’inych, che si prende cura di lei, è stato incriminato in un altro procedimento legale.

Tutti e quattro questi fratelli sono rimasti per due giorni in un centro di detenzione temporanea. Il 27 novembre 2018 sono stati messi agli arresti domiciliari. Oltre un anno più tardi, le misure restrittive emesse nei loro confronti sono state ridotte.

I fratelli sono accusati di aver organizzato le attività di un’organizzazione definita estremista e di avervi preso parte.

Amici e familiari, inclusi alcuni non Testimoni, hanno detto che non capiscono perché dei cittadini così pacifici vengano puniti per la loro fede. Ad esempio nel caso di Dmitrij perfino i suoi colleghi di lavoro, che non condividono le sue idee religiose, lo sostengono e lo incoraggiano a non arrendersi.

Dmitrij riconosce che la gioia che prova nonostante la persecuzione è un segno che Geova è al suo fianco. Ha detto: “Proprio come il bastone di Mosè serviva a dimostrare che Geova era con lui, anche la mia gioia significa che Geova mi sta sostenendo”. Inoltre ha dichiarato che la sua gioia “darà una potente testimonianza a tutti coloro che lavorano in tribunale e a quelli che si stanno occupando del caso”.

Ol’ga Opaleva racconta: “Quando vedo che sto riuscendo a perseverare, mi rendo conto che Geova mi sta aiutando in ogni momento. Ho cominciato a confidare in Geova per ogni cosa, anche la più piccola, e cerco di gettare ogni peso su di lui”.

Aleksej spiega cosa l’ha aiutato durante la custodia cautelare e gli arresti domiciliari: “[Geova] mi ha aiutato a essere forte. Ho iniziato a rendermene conto quando mi hanno rinchiuso nel centro di detenzione temporanea. Ho chiesto a Geova di darmi coraggio, e immediatamente ho sentito che le mie mani e le mie gambe hanno smesso di tremare e la mia voce è diventata più ferma. Ho deciso di fare del mio meglio per adattarmi a queste nuove circostanze”.

“È in gioco la reputazione di Geova”, dice Ol’ga Panjuta. “Quindi dobbiamo confidare in lui, servirlo con tutta l’anima e rafforzare la nostra amicizia con lui”.

Mentre i nostri cari fratelli e sorelle aspettano la sentenza, preghiamo che continuino a confidare pienamente in Geova, la loro “Roccia”, per avere la forza di perseverare (Deuteronomio 32:4).