18 NOVEMBRE 2016
RUSSIA
PARTE 2 Supplemento
Interviste esclusive: esperti condannano il tentativo della Russia di vietare la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture
Questa è la seconda parte di una serie in tre parti.
Immediatamente dopo l’approvazione da parte del presidente Vladimir Putin di un recente emendamento che proibisce categoricamente di imporre divieti su alcuni testi sacri, le autorità russe stanno cercando di vietare la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture edita dai Testimoni di Geova, dichiarandola “estremista”. La causa è stata momentaneamente sospesa in attesa dei risultati di un esame della Traduzione del Nuovo Mondo disposto dalla corte e affidato al Centro studi specialistici socioculturali di Mosca. Nel frattempo sono stati intervistati noti studiosi di religione, politica e sociologia, nonché esperti di Russia sovietica e post-sovietica.
Cosa dicono gli studiosi della Bibbia sulla qualità della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture e che reputazione hanno i Testimoni di Geova come traduttori?
“La Traduzione del Nuovo Mondo, al pari di altre traduzioni, riflette il sincero tentativo di comprendere e trasmettere un messaggio che sia il più vicino possibile al significato originale. Tutte le traduzioni prodotte da confessioni religiose riflettono alcune tradizioni teologiche, e la Traduzione del Nuovo Mondo non fa eccezione (basti pensare all’uso esteso del nome ‘Geova’), ma questo non ne sminuisce la credibilità. Nel 2014 è stata pubblicata la Traduzione del Nuovo Mondo in lingua estone. Ha ricevuto molti commenti positivi da altri traduttori della Bibbia in estone, rappresentanti di varie denominazioni cristiane e del mondo accademico, che l’hanno definita una traduzione chiara e piacevole da leggere. Votata da una giuria popolare, la Traduzione del Nuovo Mondo in estone si è classificata al terzo posto al concorso Premio Opera Linguistica dell’Anno 2014 patrocinato dal Ministero dell’istruzione e della ricerca”. Dott. Ringo Ringvee, consulente per gli affari religiosi presso il Ministero degli Interni estone; docente di religioni comparate presso l’Istituto di teologia della Chiesa evangelica luterana estone (Estonia)
“Gli studiosi di scienze delle religioni non hanno alcun dubbio sul fatto che i Testimoni di Geova proclamino i valori e i princìpi fondamentali contenuti nella Bibbia. I Testimoni di Geova sono considerati dei buoni traduttori della Bibbia”. Dott. Roman Lunkin, direttore del Centro per gli studi sulla religione e sulla società presso l’Istituto europeo dell’Accademia russa delle scienze a Mosca; presidente del Consiglio degli esperti di religione e diritto (Russia)
“È risaputo che oggi esistono molte traduzioni della Bibbia, a partire dalla traduzione del Vecchio Testamento della Settanta greca fino ad arrivare a traduzioni della Bibbia nelle lingue moderne, incluso il russo. Naturalmente ogni traduzione ha le sue sfumature di significato dovute alla struttura concettuale di ogni lingua. La cosa più importante, però, è che il significato base del testo originale rimanga invariato in ogni traduzione della Bibbia, indipendentemente dalla sua interpretazione. Il mio parere è che la Traduzione del Nuovo Mondo sia una traduzione di questo tipo”. Dott. Ekaterina Elbakjan, docente di sociologia e di psicologia dei processi sociali presso l’Accademia del lavoro e delle relazioni sociali di Mosca; membro dell’Associazione europea per lo studio delle religioni; caporedattrice dell’edizione russa di Westminster Dictionary of Theological Terms, Study of Religion ed Encyclopedia of Religions (Russia)
“La Traduzione del Nuovo Mondo ha ricevuto molte lodi a livello mondiale da studiosi della Bibbia che rappresentano varie comunità religiose”. Dott. Gerhard Besier, professore emerito di studi europei presso il Politecnico di Dresda; docente presso la Stanford University; direttore dell’Istituto Sigmund Neumann per la ricerca sulla libertà e sulla democrazia (Germania)
“La traduzione della Bibbia realizzata dai Testimoni di Geova non è un’opera amatoriale. È il risultato di un enorme lavoro svolto nel corso di molti anni da un gran numero di traduttori professionisti, inclusi rinomati linguisti, i maggiori esperti di lingue antiche. Gli esperti, più precisamente gli eruditi biblici, che esaminano la nuova traduzione dei Testimoni giungono alla conclusione che non c’è nessuna differenza di significato tra la vecchia e la nuova traduzione, e che i Testimoni di Geova non hanno apportato nessuna innovazione estremistica. Termini, espressioni e concetti antiquati e non più comprensibili sono resi in un linguaggio moderno. I protestanti hanno accettato tranquillamente questa traduzione, che considerano parte dell’opera mondiale di istruzione biblica”. Dott. Ljudmyla Fylypovyč, docente e preside del Dipartimento di storia delle religioni e di studi di teologia pratica presso l’Istituto di filosofia dell’Accademia nazionale delle scienze; vicepresidente dell’Associazione ucraina degli studiosi di religione (Ucraina)
“È giusto dire che la Traduzione del Nuovo Mondo è stata criticata da studiosi convenzionali. Tali critiche, tuttavia, vertono su un numero limitato di questioni dottrinali che influiscono sulla traduzione di certi versetti chiave. I Testimoni di Geova non hanno aggiunto niente alla Bibbia che possa incitare all’estremismo o alla violenza. Al contrario i Testimoni hanno sempre usato la Bibbia per promuovere la pace e opporsi alla violenza”. Dott. George Chryssides, ex responsabile del corso di religione presso la University of Wolverhampton; ricercatore onorario di religione contemporanea presso la York St. John University e la University of Birmingham (Regno Unito)
“Non credo proprio che si tratti di una pubblicazione ‘estremista’, e ritengo che la traduzione sia di buona qualità. Dato che parlo varie lingue (inglese, giapponese ed ebraico), conosco i problemi che ogni traduzione comporta: la Traduzione del Nuovo Mondo non presenta più problemi di quanto faccia la maggioranza delle altre traduzioni di buona qualità, e ne presenta meno rispetto ad altre versioni come la ‘Bibbia del re Giacomo’ originale”. Prof. Frank Ravitch, docente di diritto e Walter H. Stowers Chair in diritto ecclesiastico, presso la Michigan State University (Stati Uniti)
“Le traduzioni della Bibbia non sono mai perfette, e questo per varie ragioni. Ci sono alcuni passaggi nella Traduzione del Nuovo Mondo che personalmente avrei tradotto in maniera diversa. Ma questo vale per tutte le traduzioni. Non sono un esperto di lingua russa (anche se la capisco), quindi non sono in grado di giudicare la qualità letteraria di una traduzione in russo. Quando nel 2014 fu pubblicata la Traduzione del Nuovo Mondo in estone, le persone l’accolsero molto bene. La sua pubblicazione fu persino definita ‘l’evento letterario dell’anno’ a motivo della bontà e della chiarezza della traduzione estone. Considerando che la Traduzione del Nuovo Mondo è stata tradotta seguendo dei criteri coerenti a livello mondiale, il prodotto finale è essenzialmente lo stesso, salvo piccole differenze dovute a peculiarità della lingua di destinazione. Non mi sembra che la versione russa sia molto diversa da quella estone. Perciò posso dire con tutta sicurezza che si tratta di una traduzione credibile e che non è assolutamente una pubblicazione ‘estremista’”. Dott. Ain Riistan, docente di studi neotestamentari presso la Facoltà di teologia e di scienze delle religioni dell’Università di Tartu; docente associato di teologia delle chiese libere e di storia delle religioni presso il Seminario teologico di Tartu (Estonia)
“Sfortunatamente molte autorità responsabili della confisca delle Bibbie dei Testimoni non hanno nessuna conoscenza in materia di fede e Sacre Scritture. Chiaramente la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture è una buona traduzione; è vero che la resa di alcuni passaggi è opinabile, ma questo vale anche per altre traduzioni (anche per quella della mia chiesa, la Chiesa Cattolica)”. Dott. Basilius Groen, titolare della cattedra UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) in dialogo interculturale e interreligioso per l’Europa sud-orientale; professore di liturgia e teologia sacramentaria, direttore dell’Istituto per la liturgia, l’arte cristiana e l’innologia presso l’Università di Graz (Austria)
“Da accademico ritengo che la Traduzione del Nuovo Mondo non debba essere oggetto di revisione da parte delle autorità. È un testo religioso, e le autorità di uno Stato democratico non dovrebbero interferire in questo ambito. Affermare che la Traduzione del Nuovo Mondo è pericolosa o estremista non ha senso”. Dott. Hocine Sadok, docente di diritto pubblico e direttore della Facoltà di scienze economiche, sociali e giuridiche presso l’Università dell’Alta Alsazia (Francia)
“In generale penso che la maggioranza degli studiosi rispetti la traduzione della Bibbia realizzata dai Testimoni di Geova, anche se alcuni potrebbero avere da ridire sul mondo in cui certe parole o frasi sono state tradotte”. Dott. William Cavanaugh, docente di cattolicesimo, direttore del Center for World Catholicism and Intercultural Theology presso la DePaul University (Stati Uniti)
Cosa pensa del fatto che le autorità russe stiano cercando di vietare la Bibbia tradotta dai Testimoni di Geova sostenendo che sia “estremista”?
“Penso che vietare l’importazione della Traduzione del Nuovo Mondo nella Federazione Russa sarebbe una chiara violazione dell’emendamento all’articolo 3 della legge federale contro l’estremismo, firmata da Putin nell’autunno del 2015, perché tale legge non fa nessun riferimento alle traduzioni dei testi sacri. Come sappiamo, nessuno di questi libri sacri (la Bibbia, il Corano, la Torà e il Kangiur) fu scritto in russo o in slavo ecclesiastico, perciò nella Federazione Russa vengono usate solo delle traduzioni, di cui, come ho detto, esistono molte versioni. La legge non specifica quali traduzioni dei testi sacri possono essere usate e quali sono vietate nella Federazione Russa. Perciò può essere usata qualunque traduzione, e vietarne una in particolare è illegale”. Dott. Ekaterina Elbakjan (Russia)
“Penso che proibire qualunque autentico testo religioso sia una cosa sospetta, tanto più se si tratta di una Bibbia che da molto tempo viene usata per il culto da un gruppo religioso affermato e rispettato come i Testimoni di Geova. Ci sono dozzine di traduzioni della Bibbia usate da altri gruppi cristiani che non sono state vietate; quindi è ovvio che la Russia sta in effetti attaccando i Testimoni di Geova, non la loro Bibbia”. Dott. Derek Davis, avvocato, ex direttore del J.M. Dawson Institute of Church-State Studies presso la Baylor University (Stati Uniti)
“Dato che la Russia ha aderito al Patto internazionale sui diritti civili e politici, il suo tentativo di vietare questa Bibbia costituirebbe una violazione degli accordi sulla libertà di religione”. Dott. Jeffrey Haynes, docente di scienze politiche e direttore del Centre for the Study of Religion, Conflict and Cooperation presso la London Metropolitan University; coordinatore dello standing group su politica e religione dello European Consortium for Political Research (Regno Unito)
“In Russia, dove il sentimento religioso è sempre stato un fattore fondamentale per la cultura e lo sviluppo, le autorità hanno iniziato a vedere la religione come elemento sospetto e inaffidabile. Chi avrebbe mai immaginato che adottare una legge che protegge alcuni testi sacri avrebbe provocato il divieto di altri testi sacri? Nel frattempo è stato già messo in moto un meccanismo teologico-giuridico per decidere cosa è sacro e cosa non lo è. I primi a risentirne sono stati i Testimoni di Geova e la loro traduzione della Bibbia, cosa che non desta sorpresa visto che per ragioni politiche sono bersaglio delle autorità fin dal 2009”. Dott. Roman Lunkin (Russia)
“Sono abbastanza sicuro che per la Russia il fatto che la Traduzione del Nuovo Mondo sia pubblicata dai Testimoni di Geova è una ragione più che sufficiente per vietarne la distribuzione. Ovviamente questa presa di posizione è completamente irrazionale, dato che la Bibbia è la Bibbia, proprio come il Corano è il Corano. Non ho motivo di dubitare del fatto che i Testimoni abbiano preparato la Traduzione del Nuovo Mondo con grande cura”. Prof. William Bowring, docente di diritto e direttore di master (LLM/MA) in diritti umani presso la Birkbeck School of Law, University of London; barrister della Middle Temple e della Gray’s Inn (Regno Unito)
“Non credo che questi nuovi emendamenti non si applichino ai Testimoni di Geova o ad altri piccoli (e nuovi) movimenti religiosi. Questa situazione indica che esiste un problema di natura politico-giuridica, ovvero la mancanza di un approccio generale volto alla comprensione e alla valutazione dei rapporti tra Stato e religioni come speciale tipo di istituzione civico-politica nell’ambito della vita socio-politica. In questo paese [la Russia] la politica di governo non ha stabilito princìpi e metodi chiari (convenzioni, strategie, programmi) che regolino i rapporti tra Stato e religioni. Questa ambiguità politico-giuridica provoca una criminalizzazione generale delle minoranze religiose tramite il perseguimento legale delle associazioni e l’applicazione selettiva delle norme giuridiche. Inoltre danneggia la sfera religiosa e il dialogo interreligioso nel loro insieme, perché porta a fare speculazioni politiche sui valori più nobili e a screditarli. Avere cari i propri testi sacri è una caratteristica di tutte le tradizioni religiose. Ogni tradizione non solo crea un corpus di tali testi ma ne stabilisce il canone”. Dott. William Schmidt, caporedattore di Eurasia: the spiritual traditions of the peoples; docente presso il Dipartimento per le relazioni nazionali e federali dell’Accademia presidenziale russa dell’economia nazionale e della pubblica amministrazione (RANEPA), (Russia)
“Non mi viene in mente nessuna ragione valida per cui le autorità russe debbano fare discriminazioni nei confronti della Traduzione del Nuovo Mondo. Di sicuro non c’è niente di estremistico nella versione della Bibbia dei Testimoni. È una traduzione che aderisce al testo ebraico e a quello greco, e il suo contenuto è sostanzialmente lo stesso di quello delle principali traduzioni”. Dott. George Chryssides (Regno Unito)
“Mi sembra che, una volta deciso di trattare i Testimoni di Geova come un’organizzazione criminale, le autorità russe stiano agendo sempre in armonia con tale decisione, la quale può e deve essere considerata sbagliata”. Dott. Thomas Bremer, ex ricercatore del Jordan Center for the Advanced Study of Russia presso la New York University; docente di teologia ecumenica, studi sulle chiese orientali e scienze per la pace presso l’Università di Münster (Germania)
“Non mi meraviglia. È in linea con le politiche e le pratiche adottate precedentemente dall’Unione Sovietica contro le minoranze religiose. Tuttavia, invece di imporre un divieto totale alla maggioranza delle attività religiose, la Russia preferisce controllare le minoranze con misure amministrative semi-legali che apparentemente sono giustificate dall’esigenza di tutelare l’ordine pubblico e di prevenire il pericoloso estremismo”. Dott. Jim Beckford, membro della British Academy; professore emerito di sociologia presso la University of Warwick; ex presidente della Society for the Scientific Study of Religion (Stati Uniti), (Regno Unito)
“L’idea che sta dietro alla recente legislazione in materia religiosa è la seguente: ci sono religioni definite tradizionali (tradizionali per la Russia: prima di tutto la Chiesa Ortodossa Russa, ma anche l’Islam, l’ebraismo e il buddismo tradizionali) e altre dette non tradizionali (come i Testimoni di Geova). Seguendo questa logica, le religioni tradizionali ricevono un trattamento privilegiato da parte dello Stato in quanto esse esercitano un’influenza positiva sulla società russa, mentre le religioni non tradizionali devono essere controllate e limitate nelle loro attività perché introducono valori e stili di vita estranei alla società russa. Questa è la ragione per cui i Testimoni di Geova o altre minoranze religiose difficilmente trarranno alcun vantaggio dalla nuova legge che salvaguarda i sentimenti dei fedeli e vieta la proscrizione dei quattro libri sacri. Credo, però, che i Testimoni di Geova insieme ad altre pacifiche religioni minoritarie dovrebbero godere in tutta la Federazione Russa delle libertà religiose garantite dalla Costituzione”. Dott. Dmitrij Uzlaner, ricercatore presso la Moscow School of Social and Economic Sciences; caporedattore della rivista State, Religion and Church (Russia)
“Ai Testimoni di Geova dovrebbe essere riconosciuto il pieno diritto di usare la loro traduzione della Bibbia. La possibilità di consultare le Scritture è una parte fondamentale del diritto alla libertà di religione, e ci sono letteralmente centinaia di versioni diverse della Bibbia associate a vari gruppi religiosi. Bollare la traduzione preferita dai Testimoni di Geova come ‘estremista’ è sbagliato e limita pesantemente la possibilità dei Testimoni di Geova di vivere la loro fede”. Eric Rassbach, vice rappresentante legale del Becket Fund for Religious Liberty (Stati Uniti)
“Qualsiasi divieto legale di una traduzione della Bibbia è un chiaro affronto alla tolleranza religiosa, soprattutto perché prende di mira una specifica minoranza religiosa e la sua interpretazione delle Scritture. Il governo non dovrebbe prendere parte a dibattiti teologici sulla corretta traduzione della Bibbia”. Dott. Emily Baran, ricercatrice di storia della Russia e dell’Europa orientale presso la Middle Tennessee State University (Stati Uniti)
“Al momento esiste uno stretto legame tra lo Stato e la Chiesa Ortodossa Russa, che ha, come la stessa Russia, delle divergenze con altre parti del mondo ortodosso. Credo che la Chiesa Ortodossa Russa non accetterebbe che la Traduzione del Nuovo Mondo dei Testimoni di Geova venisse considerata come una versione corretta del libro sacro di una delle quattro religioni tradizionali riconosciute in Russia (ovvero ebraismo, cristianesimo, Islam e buddismo). Considerando la mentalità radicata delle autorità secolari, è chiaro che anche loro proverebbero a limitare sia l’influenza di coloro che fanno affidamento sui propri testi e sulle proprie convinzioni sia gli sforzi che questi ultimi fanno per spiegare ad altri le proprie idee. Il fatto che i Testimoni di Geova siano presenti in Russia fin dall’epoca zarista non ha influito su tale mentalità, come dimostrato più che chiaramente dalle pressioni che i Testimoni subiscono da molti decenni”. Sir Andrew Wood, membro associato del programma su Russia ed Eurasia della Chatham House, Royal Institute of International Affairs; ex ambasciatore britannico in Russia (1995-2000), (Regno Unito)
“La ragione per cui le autorità vogliono vietare non solo la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture ma anche altri libri è monopolizzare la vita spirituale in Russia e, allo stesso tempo, la traduzione delle Sacre Scritture. Oltre alla traduzione dei Testimoni di Geova, la Chiesa Ortodossa Russa non riconosce molte altre traduzioni, inclusa la Vulgata latina, una traduzione cattolica. A loro volta i cattolici non riconoscono la Bibbia di Lutero”. Dott. Ljudmyla Fylypovyč (Ucraina)
“In apparenza, gli emendamenti alla legge contro l’estremismo sembrano proteggere la Bibbia cristiana da censura e divieto. A quanto pare, però, non è il testo sacro a essere protetto ma delle sue versioni specifiche. Probabilmente la Traduzione del Nuovo Mondo è stata confiscata non tanto per i suoi contenuti quanto per i suoi editori, vale a dire i Testimoni di Geova. Il loro culto è visto come una sfida alle usanze tradizionali russe sotto diversi aspetti, dal modo in cui i Testimoni vivono quotidianamente alle regole della loro vita religiosa, dalle loro credenze alla loro versione della Bibbia. Inoltre i Testimoni vengono visti come una religione importata dall’America. Per dirla in breve, sono considerati degli estranei senza nessun diritto di esistere in Russia”. Dott. Zoe Knox, docente associata di storia moderna della Russia presso la University of Leicester (Regno Unito)
“Le confische di un gran numero di Bibbie dei Testimoni di Geova dimostrano che lo Stato russo considera legalmente ‘accettabili’ solo alcune traduzioni della Bibbia, violando così ulteriormente la libertà di religione. Il governo russo dovrebbe dare il via a una riforma totale della sua legislazione sull’estremismo, come raccomandato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, dalla Commissione di Venezia e dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa”. Catherine Cosman, analista politica (Europa e nazioni dell’ex Unione Sovietica); Commissione statunitense sulla libertà religiosa internazionale (Stati Uniti)
“Non sono favorevole al fatto che si vietino traduzioni di testi sacri. Le manovre fatte per limitare la libertà di espressione religiosa in Russia hanno molto a che vedere con la stretta relazione esistente tra la Chiesa Ortodossa Russa e il nazionalismo russo. Molti russi erano preoccupati dalla ‘corsa all’oro’ per fare proseliti che si scatenò in Russia dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Molti ebbero la sensazione che la Chiesa Ortodossa Russa avesse bisogno di tempo per riprendersi la posizione preminente che aveva prima del regime comunista”. Dott. William Cavanaugh (Stati Uniti)
“Difendo fermamente il diritto dei Testimoni di elaborare una loro versione delle Scritture basata sui loro studi della Parola di Dio. Nessuna autorità civile dovrebbe interferire nella traduzione e/o pubblicazione di materiale religioso. La libertà di credo è un diritto umano fondamentale, e autorità civili giuste dovrebbero favorire la libera espressione di differenti convinzioni religiose”. Dott. John Bernbaum, presidente del Russian-American Institute (Mosca), (Stati Uniti)
“Non abbiamo trovato nessuna traccia di estremismo nella Traduzione del Nuovo Mondo. Secondo noi perseguitare i Testimoni di Geova in Russia e mettere al bando le loro pubblicazioni e le loro comunità è una forma di discriminazione religiosa”. Aleksandr Verchovskij, direttore del Centro Sova di informazione e analisi (un’organizzazione non profit con sede a Mosca che conduce ricerche su nazionalismo, xenofobia, rapporti tra chiese e società laica, e radicalismo politico), (Russia)
“La Bibbia tradotta dai Testimoni di Geova non è un libro di lotta politica contro la società russa. È una traduzione come tante. Non vedo come la Bibbia dei Testimoni di Geova possa essere ‘estremista’. Se lo fosse, verrebbe vietata anche in altri paesi democratici che sono attenti al problema dell’estremismo politico. Invece non lo è”. Dott. Régis Dericquebourg, sociologo, docente associato di nuovi movimenti religiosi presso la Facoltà per lo studio comparativo delle religioni di Anversa (Belgio)
“Triste a dirsi, oggi la Russia ignora frequentemente i diritti umani delle sue minoranze etniche e religiose. Di fatto, vista la definizione ampia che le autorità xenofobe russe danno del termine ‘estremista’, qualunque traduzione della Bibbia cristiana potrebbe essere definita tale, inclusa la versione sinodale ortodossa russa del 1876”. Dott Mark Elliott, editore e fondatore di East-West Church and Ministry Report presso la Asbury University, Kentucky (Stati Uniti)
“La Russia sarebbe contenta di vedere il cristianesimo rappresentato solo dalla Chiesa Ortodossa Russa e dalla sua letteratura. Attualmente in Russia anche altri gruppi religiosi oltre ai Testimoni di Geova stanno incontrando problemi rilevanti, cosa che, tra l’altro, ci riporta al periodo zarista. Organizzazioni religiose con un ampio seguito negli Stati Uniti sono particolarmente sgradite in Russia”. Dott. Gerhard Besier (Germania)
“Il tentativo di mettere fuori legge la traduzione della Bibbia in russo realizzata dai Testimoni di Geova etichettandola come ‘estremista’ è una mossa senza precedenti in Europa. D’altra parte, il divieto di mettere al bando ‘la Bibbia, il Corano, il Tanak e il Kangiur, i loro contenuti e le citazioni tratte da essi’, per quanto sia di per sé positivo, sottintende un’evidente discriminazione fra questi testi sacri e quelli di altre religioni. Questa linea di separazione è stata tracciata senza alcuna prova che gli ultimi siano più ‘estremisti’ dei primi ed è quindi chiaramente irragionevole”. Dott. Silvio Ferrari, presidente onorario a vita dell’International Consortium for Law and Religion Studies, codirettore dell’Oxford Journal of Law and Religion, cofondatore dello European Consortium for Church and State Research, professore di diritto ecclesiastico e di diritto canonico presso l’Università di Milano (Italia)
“È molto pericoloso quando i governi iniziano a decidere quale versione dei testi religiosi sia ‘corretta’ o ammissibile. Queste decisioni non devono essere prese dai governi, ma devono essere il risultato di discussioni e dibattiti tra i fedeli. Ci sono molte versioni e interpretazioni dei testi sacri (tra cui la Bibbia), e quando un governo cerca di imporre la sua verità religiosa ai fedeli viola i princìpi della libertà religiosa stabiliti dal diritto internazionale”. Dott. Carolyn Evans, preside e Harrison Moore Chair in diritto presso la Melbourne Law School; coeditrice di Religion and International Law; coeditrice di Law and Religion in Historical and Theoretical Perspectives (Australia)
“Nelle leggi internazionali europee non riesco a trovare alcuna base per vietare il testo sacro di una qualsiasi comunità religiosa, a meno che tale testo non inciti all’odio o costituisca una minaccia per l’ordine pubblico. Emettere giudizi sull’ortodossia scritturale o religiosa non è compito dello Stato”. Dott. Javier MartínezTorrón, docente di diritto e direttore del Dipartimento di diritto ecclesiastico presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università Complutense (Spagna)
“Come sostiene da tempo il Patto internazionale sui diritti civili e politici, il fatto che una religione ‘venga definita ufficiale o tradizionale [...] non dovrebbe impedire in nessun modo il godimento di alcun diritto’. Così, ad esempio, concedere privilegi a determinati gruppi religiosi ‘tradizionali’ e al contempo imporre restrizioni alle pratiche di altri gruppi ‘non tradizionali’ favorirebbe la violazione del divieto di discriminazione religiosa e del principio di pari protezione garantito dal Patto internazionale”. Prof. Robert Blitt, docente di diritto presso la University of Tennessee; ex specialista di diritto internazionale della Commissione statunitense sulla libertà religiosa internazionale (Stati Uniti)
“Se le religioni tradizionali sono le uniche a non essere discriminate dalle autorità russe, allora non siamo di fronte a una lotta contro la religione ma a una lotta contro le influenze straniere. L’attuale contesto politico in Russia porta le opinioni e i movimenti che potrebbero alimentare qualsiasi dissenso, politico o religioso, a una situazione di stallo. Le autorità russe vorrebbero escludere l’influenza straniera dal loro territorio. Credono che le minoranze religiose più recenti, come i Testimoni di Geova, promuovano l’influenza straniera in Russia. In questa prospettiva i Testimoni di Geova sono visti dalle autorità russe principalmente come un gruppo di provenienza nordamericana, fonte di influenza indesiderata in Russia. Quindi per le autorità russe la questione legale non ha una grande rilevanza. L’azione legale intrapresa contro i Testimoni è solo un pretesto”. Dott. Hocine Sadok (Francia)
“L’ingerenza dei governi ha influito pesantemente sul diritto fondamentale di comunità, istituzioni e organizzazioni religiose a produrre, importare e distribuire pubblicazioni e materiali religiosi, specialmente testi sacri come la Traduzione del Nuovo Mondo dei Testimoni di Geova. A questo proposito, tale restrizione rivela la volontà da parte delle autorità civili di sfidare la libertà fondamentale che hanno le autorità religiose di scegliere la loro versione delle Scritture, in particolare per quel che riguarda la traduzione e l’interpretazione. Facendo questo, le autorità russe sono venute meno al loro dovere di neutralità e imparzialità di fronte alle verità e ai testi religiosi”. Dott. Marco Ventura, docente di diritto ecclesiastico presso l’Università di Siena, direttore del Centro per le Scienze religiose della Fondazione Bruno Kessler; ricercatore associato del centro Droit, religion, entreprise et societé dell’Università di Strasburgo (Francia), (Italia)
“Da quanto ho compreso, la questione ha a che fare con la discutibile condizione della libertà religiosa in Russia. Ultimamente i Testimoni di Geova non sono stati l’unico gruppo religioso ad avere avuto problemi in Russia. Tuttavia ritengo che la cosa più preoccupante sia il fatto che venga vietata una traduzione della Bibbia. Se si vieta una traduzione, allora, in linea di principio, tutte sono in pericolo. Gli emendamenti, quindi, si applicherebbero solo ai testi nelle loro lingue originali (nel caso della Bibbia: ebraico, aramaico e greco). Inoltre, che dire dei manoscritti? Questo fatto è sufficiente a provare l’arbitrarietà di tale divieto. Le ragioni che lo motivano devono essere altre, non la traduzione di per sé”. Dott. Ain Riistan (Estonia)
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