24 NOVEMBRE 2020
TURKMENISTAN
Il fratello Taganov viene rilasciato dopo aver scontato una pena detentiva di un anno
“Quando pregavo Geova, lui mi aiutava a rimanere tranquillo”, ha detto il fratello Selim Taganov dopo essere stato scarcerato il 3 ottobre 2020. Selim, che ha solo 19 anni, ha già scontato un anno di carcere per obiezione di coscienza al servizio militare.
Selim è nato ad Aşgabat, la capitale del Turkmenistan. Quando andava a scuola era un bravo studente, e da bambino ha iniziato ad appassionarsi alla musica. Scrive canzoni, canta e suona la chitarra. I suoi genitori, i suoi due fratelli e gli amici lo descrivono come una persona gentile, educata e felice. Prima che Selim fosse condannato, l’avvocato che gli era stato assegnato dalla corte aveva detto: “È un bravo ragazzo che si è appena diplomato. Non fuma, non si ubriaca ed è una persona onesta. Il carcere può solo rovinargli la vita”.
E infatti la vita in carcere è stata difficile. Eppure Selim spiega: “Nel periodo trascorso in carcere la mia relazione con Geova si è rafforzata. Mi tornavano alla mente le verità spirituali che avevo imparato quando ero libero, e ho iniziato a capirle più profondamente. Mi ha anche incoraggiato riflettere su passi biblici come Isaia 41:10, 11.
“Prima di essere trasferito in carcere ero stato rinchiuso in un centro di detenzione temporanea. Quello per me è stato un momento veramente difficile: non avevo nessuno con cui parlare e a cui esprimere le mie preoccupazioni. Ma ho chiesto a Geova di aiutarmi. Da quel momento i detenuti e le guardie che all’inizio erano ostili verso di me e cercavano di spaventarmi hanno cambiato atteggiamento, iniziando addirittura a incoraggiarmi. Tutto questo mi ha convinto che Geova mi stava sostenendo”.
Selim è stato anche incoraggiato dai fratelli e dalle sorelle del posto. “Quando ero in carcere, molti mi mandavano i loro saluti e mi trasmettevano pensieri incoraggianti”, racconta Selim. “Cercavo di memorizzare quei pensieri e poi li ripetevo a me stesso. Questo mi dava forza e conforto”.
Secondo la legge turkmena, Selim potrebbe essere richiamato alle armi. E lui sa che se questo dovesse accadere rischierebbe una pena detentiva più lunga. Ma dice: “Dopo aver affrontato questa prova con l’aiuto di Geova, non ho più paura. Sapere di poter contare su Geova mi dà coraggio e fiducia”.
Tutti noi ci aspettiamo di affrontare delle prove in futuro. Selim ci incoraggia con queste parole: “Se anche voi affronterete prove del genere, tenete a mente quello che dice Isaia 30:15: ‘La vostra forza starà nel mantenere la calma e avere fiducia’”.